Ch. 22 - Eh'm a barbeh gurl

N/A: foto di Georgia

Mi svegliai facendo un lento lamento di dolore, la testa mi pulsava e mi stropicciai gli occhi, togliendo le coperte dal mio corpo.

Dio mi doleva la testa.

Presi un respiro profondo, sbattendo le palpebre lentamente e mi voltai trovando Carlos addormentato con solo i boxer accanto a me sul letto.

Feci un urlo acuto spacca timpani di paura, pietrificandomi verso Carlos che aggrottò la fronte, gli occhi ancora chiusi e si imbronciò per la mia voce alta.

"Tasto ritarda..." borbottò sottovoce, avvicinandosi e dandomi ripetutamente delle pacche sulla testa mentre io continuavo ad urlare.

"Carlos!" urlai, spostando via le sue mani. Mi alzai in piedi velocemente e mi venne un colpo quando realizzai che indossavo solo il reggiseno e le mutande.

Carlos si mise a sedere lentamente, stropicciandosi il viso con le mani prima di voltarsi lentamente verso di me, aggrottò le sopracciglia confuso e poi spalancò gli occhi alla realizzazione.

Dovetti coprirmi le orecchie con le mani, facendo una smorfia per l'urlo spacca-timpani che lasciò le labbra di Carlos ed iniziò ad agitarsi, facendosi aria con le mani.

"Non guardarmi pervertita! Non sono nelle condizioni!" urlò Carlos, tirando la coperta per coprirsi ed io ruotai gli occhi al cielo ed iniziai a calciarlo via dal mio letto, facendolo fare un guaito mentre cadeva sul pavimento con un tonfo.

"Carlos noi abbiamo..." deglutii dopo qualche secondo di silenzio e lo guardai sul pavimento dall'alto, iniziando ad iperventilare.

"Come cazzo faccio a saperlo Nat se ero ubriaco." scattò Carlos, alzandosi dal pavimento con un'espressione arrabbiata e nervosa.

"Sono a cinque secondi dall'impazzire, vuoi vedermi dare di matto cazzo perché lo faccio." dissi, le guance rosse per la rabbia e presi il cuscino più vicino, lanciandoglielo in faccia. Carlos fece un "oomf", ricadendo sul pavimento.

"Colpiii-to!" sentii la voce ovattata di Carlos dire e alzò i pollici mentre io stringevo i pugni.

"Fai il serio prima che ti lancio fuori dalla fottuta finestra!"

"Non pensi che anche io sia disgustato!? Carlos Junior forse è stato violentato e deturpato dalla tua impolverata e burbera vagi-"

"Okay, okay, penso di avervi torturato abbastanza." rise Georgia sull'uscio della porta, facendo scattare le nostre teste verso di lei per la sorpresa.

"Oh mio dio, ci hai guardato tutta la notte?!" Tu es così cattiva..." la fissò Carlos, piazzandosi una mano sul petto come una vecchia signora sconvolta e un'occhiata disgustata.

"Ascoltami stronzo." lo rimproverò Georgia, puntando Carlos con uno sguardo di avvertimento e lui ghignò, alzando le mani in segno di resa.

"Voi due non avete fatto sesso." dichiarò, guardando tra noi due e Carlos ed io ci scambiammo uno sguardo confuso.

"Okay lo so che chiaramente non stavo pensando in modo lucido e tutto era offuscato ma mi ricordo decisamente urli e gemiti." dissi, strizzando gli occhi e grattandomi la testa, guardando Georgia.

"Oh giusto. Gli urli erano tuoi ma non per quello che pensi. Vedi, Carlos mi ha scritto tutto depresso per il suo coinquilino che l'ha cacciato di casa, Bernie non rispondeva alle sue chiamate e che era a casa tua mentre tu eri via. Io sono venuta usando le chiavi di riserva per controllarlo e poi ti ho sentito urlare in camera tua. Sono corsa dentro e ti ho trovato mentre calciavi Carlos sul pavimento con solo il reggiseno e le mutante. Poi sei corsa in bagno a vomitare, urlando ew." spiegò Georgia ed io feci un respiro di sollievo.

"I gemiti?" chiesi di nuovo, ancora in ansia.

"Era Carlos. Mentre tu vomitavi in bagno lui ha afferrato il cuscino più vicino e ha iniziato a montarlo e a gemere."

Ridacchiai e Carlos sussultò, voltò la testa verso il cuscino che gli avevo tirato un momento fa prima di prenderlo tra le braccia e sorridere.

"Sei stato fantastico la scorsa notte." disse Carlos al cuscino, facendo un sospiro ammaliato e Georgia ruotò gli occhi al cielo.

"Dopo che hai finito di vomitare ti ho fatto lavare i denti e bere dell'acqua prima di rimetterti a letto mentre continuavi a borbottare di non mangiare i brownies e che amavi Horton. Carlos era già fuori combattimento nell'altro lato perciò io sono rimata sul divano per assicurarmi che fosse tutto okay." finì Georgia con un tono da madre morbido e sincero.

"Che diavolo c'era in quei brownies?" chiesi con irritazione, girando la testa per guardare in cagnesco Carlos sul pavimento che guardava tra me e Georgia con grandi occhi colpevoli.

"Okeh okeh, lasciatemi solo spiegare..." disse Carlos, alzando le mani mentre ci guardava.

"Allora quando sono arrivato nel mio appartamento, ho trovato tutti questi ragazzi che urlavano contro il mio coinquilino spacciatore svedese pretendendo i loro soldi indietro e merda varia. Poi ho visto il mio coinquilino prendere la pistola ed io ero tipo nah questo messicano deve andarsene per sempre da questa cazzo di casa. Ma prima di andare via ho trovato un piatto di brownies sul bancone della cucina e sai, l'ho preso perché sembravano davvero buoni. Poi sono venuto a casa di Natalie, ho bevuto la sua tequila, mangiato qualche brownies e poi tutto diciamo è diventato nero."

"Tu non puoi prendere un piatto di brownies dalla casa di uno spacciatore sei stupido cazzo?" scattai, lanciando a Carlos un altro cuscino che schivò.

"Okay la cosa più importante qui è che non abbiamo condiviso nessun fluido corporeo perciò non capisco perché sei incazzata-"

"Vero ma quando ho visto Nat calciarti via da lei ho visto la tua testa lasciare i suoi punti bassi e quando lei è corsa in bagno per vomitare tu hai iniziato a leccarti le dita." lo informò Georgia con un ghigno ed io mi piazzai le mani sulla bocca pronta a vomitare tutto di nuovo.

"Listerine! Questo stronzo ha bisogno di Listerine!" urlò Carlos con orrore, saltando in piedi e correndo verso il bagno, aprendo l'armadietto prima di inclinare la testa all'indietro con la bocca aperta mentre si versava il collutorio ovunque.

Georgia rise ma il suo sorriso cadde quando si voltò verso di me, trovandomi silenziosa mentre sbattevo le palpebre incantata verso la coperta.

"Tesoro che succede? Non badare a Carlos, non è abituato al sesso." cercò di scherzare Georgia, unendosi a me sul letto e mettendomi il braccio intorno alle spalle in modo confortante.

"Oh no, non è per Carlos, non potrebbe importarmene di meno ora che so che non abbiamo fatto niente, è solo che..." iniziai, la mia voce stanca e mi stropicciai la faccia per la frustrazione.

"Mi piace ancora Harry." ringhiai, schiaffeggiandomi la fronte con il palmo ripetutamente come se potessi scacciare via i sentimenti che provavo per il mio migliore amico.

Per tutti questi mesi mi ero ripetuta costantemente che l'avevo superato fino a crederci.

Tutte quelle volte in cui Lisa ed Harry si abbracciavano o baciavano o avevano un momento dolce, sentivo come una stretta al petto e mi ero mentalmente convinta fosse solo acidità di stomaco.

Non posso credere di dover essere fatta per realizzare che provavo ancora qualcosa per lui.

"Ha, te l'avevo detto, mi devi dieci bigliettoni." disse Carlos, gorgogliando acqua in bocca prima di porgere la mano verso Georgia che ruotò gli occhi al cielo e gli passò i soldi stropicciati.

"La puoi smettere cazzo di scommettere sulla mia vita." scattai, pizzicandogli un braccio e face un piccolo lamento, indietreggiando dietro a Georgia per proteggersi. 

"Ma la tua vita è molto più interessante della mia......" piagnucolò ed io strinsi gli occhi verso di lui.

"Oh, parlando di cose interessanti, la scorsa notte quel poliziotto carino che hai tatuato è venuto in negozio chiedendo di te..." ghignò Georgia, muovendo le sopracciglia verso di me e punzecchiandomi il braccio.

"Liam?" domandai, alzandomi dal letto e prendendo una lunga maglietta di flanella dal cassetto.

"Mhmm... tu sai che ha fatto? Mi ha chiesto che ne pensi di fare colazione con lui oggi visto che non puoi andare a cena."

"Ti prego dimmi che hai detto di no." dissi indifferente, non sentendomi per niente nell'umore di uscire oggi mentre lasciavo cadere la maglietta fin sotto le ginocchia.

"Ho detto sì, gli ho detto che l'avresti chiamato questa mattina." sorrise Georgia, passandomi un foglietto con il suo numero e Carlos fece un "diavolo sì" da dietro di lei.

"Georgia no..." brontolai, prendendo riluttante il bigliettino e guardandolo con un cipiglio in fronte.

"Che diavolo vuol dire Georgia no, meglio sia Georgia sì, non hai visto quel ragazzo? E' figo con la F maiuscola." informò Georgia con un sorrisetto di chi la sapeva lunga e si scambiò un'occhiata con Carlos.

"F maiuscola per fuck me, quando ti dice qualsiasi cosa dirai potrà e sarà usata contro di te  mentre ti ammanetta assicurandosi che tu dica il suo cazzo." aggiunse Carlos mentre Georgia annuiva in accordo.

"Vedi lui ha capito."

"Non credo di essere a mio agio con il fatto che ho quasi fatto sesso con Carlos la scorsa notte, poi tu ti aspetti che esco a colazione con un altro ragazzo mentre nel frattempo riesco a pensare solo a un riccio vanilla stronzo che non ha lasciato la mia testa dalla scorsa notte." farneticai, il respiro aumentava e Georgia aggrottò le sopracciglia, solidarietà chiara nei suoi occhi.

"Amiga, se ti piace così tanto perché non glielo dici?" chiese Carlos, rovistando nella borsa di Georgia e si riempì la bocca con la mano piena di mentine.

"Beh, perché... voglio che lui e Lisa siano felici." feci spallucce, torturando il lembo della mia maglia e grattandomi la testa.

"Tu sei felice?" chiesero all'unisono Georgia e Carlos ed io iniziai a sudare sotto i loro sguardi consapevoli.

"Sì...?" dissi, indirizzandomi verso il bagno per evitarli.

"Suona come una domanda." notò Carlos.

"Sì è vero." concordò Georgia facendomi fare un grugnito di fastidio mentre furiosamente mi lavavo i denti.

Aprii la bocca pronta per imprecare ad entrambi per la frustrazione ma sentii un forte bussare risuonare dalla porta principale.

Feci un grugnito prima di sputare sul lavandino e correre verso l'ingresso con solo la mia maglia lunga di flanella.

Immaginai fosse la mia irritante vecchia vicina Cynthia che chiedeva dove fosse il suo stupido gatto decrepito.

"Ascolti signora, l'unica micia che ho è la mia perciò la prego-" iniziai, aprendo la porta e passandomi una mano tra i capelli aggrovigliati solo per incontrare un paio di occhi verdi vibranti.

"Beh merda, ed io che per tutto questo tempo pensavo avessi il cazzo." disse Harry con la bocca piena di cibo, masticando con la bocca chiusa e rendendo la sua mandibola definita ancora più evidente ed io osservai le borse di cinese in entrambe le sue grandi mani.

Mi pietrificai all'entrata, gli occhi spalancati e mi incantai di fronte ad Harry con solo una stretta maglia verde scuro che metteva in evidenza le sue braccia muscolose e non potei fare a meno di leccarmi le labbra, realizzando che per la prima volta non era del cibo cinese che avevo voglia al momento.

Okay, nascondere i miei sentimenti e desideri era molto più semplice quando mi convincevo che non mi piacesse più Harry ma ora che avevo detto a voce alta la verità era come se ogni desiderio nascosto su di lui mi rimbalzasse in testa.

Non sono cieca, il ragazzo è sempre un bel vedere.

"Ti ho preso le polpette ai semi di sesamo che ti piacciono, ho preso anche gli involtini di maiale con lo sconto e potrei aver mangiato il mio biscotto della fortuna e il tuo mentre venivo qui." informò Harry con un piccolo sorriso, abbassando la testa per guardare le due borse dalle quali proveniva un profumo delizioso prima di alzare lo sguardo su di me di nuovo, il suo sorriso scomparve quando i suoi occhi analizzarono i miei capelli.

"Perché hai i capelli da sesso." disse Harry in tono basso e minaccioso, la sua domanda suonava più come una frase e lo sguardo arrabbiato mentre irrigidiva il corpo.

Beh parliamo di cambio di atteggiamento.

"Non sono capelli da sesso, si chiama testa da letto. Mi sono appena svegliata bello, tranquillo." sbuffai, urlando internamente sperando che Carlos sentisse la voce di Harry e si nascondesse mentre prendevo il cibo dalla mano di Harry.

"Lui è qui?" ringhiò Harry, tirando via la borsa di cibo dalla mia presa e alzai lo sguardo, stringendo gli occhi verso di lui con un'occhiata da "ma che cazzo".

"Harry!" urlai il suo nome, facendogli aggrottare le sopracciglia confuso per la mia tonalità di voce e mi piazzai le mani sui fianchi, fingendo rabbia quando in realtà stavo solo cercando di avvertire Carlos.

"Harry Styles non ho fatto sesso con nessuno e non ne faccio da tanto tempo! E se lo facessi, ipoteticamente parlando, ipoteticamente parlando," farneticai, gesticolando mentre Harry mi fissava.

"Il ragazzo sarebbe intelligente abbastanza da andare via dalla finestra della mia camera e scendere le scale prima che tu arrivi lì e ti trasformi in hulk! Oh e lui prenderebbe anche i suoi vestiti!" urlai, sporgendomi leggermente all'indietro così che la mia voce potesse riecheggiare per l'appartamento ed Harry strinse gli occhi verso di me.

"Nat. Lui. Dov'è." ringhiò, piazzando entrambe le mani ai lati della porta e abbassò la testa verso la mia fino a far toccare i nostri nasi mentre ci fissavamo a vicenda.

"Perché. Harry. Parlare. Così." scimmiottai, grugnendo come un uomo delle caverne per distrarlo.

Sto seriamente pregando per te Carlos.

"Harry non sono stata con nessuno." risi, colpendogli il petto giocosamente e lui mi diede un'occhiata poco convinta.

"Eh'm a barbeh gurl! En a barbeh worl'... Lef en plestech, es fentasteek." sentii improvvisamente Carlos contare con voce acuta da dietro di me, facendo irrigidire tutto il mio corpo mentre guardavo gli occhi di Harry spalancarsi, il suo sguardo scattare dietro le mie spalle e la bocca spalancarsi.

Voltai la testa per trovare Carlos fare il cha cha cha nel mio soggiorno, solo con i boxer e le cuffie che pompavano nelle orecchie e teneva il cellulare continuando a ballare ondeggiando i fianchi.

Ritornai su Harry di fronte a me quando sentii le borse di cibo nelle sue mani cadere a terra, gli occhi selvaggi di rabbia e il petto si alzava e abbassava per l'aumento del suo respiro mentre stringeva le mani in due pugni stretti ai lati del corpo.

"Merda Carlos scappa!" urlai mentre Harry mi sorpassava, avanzando verso un Carlos spaventato che strillò, gli occhi spalancati per lo shock e corse via.

"Sei fottutamente morto! Morto!" urlò Harry, la voce profonda e forte rimbombò nella stanza e io feci un drammatico "No" cadendo sul pavimento, aggrappandomi alle caviglie di Harry mentre Carlos continuava a correre, agitando le braccia in aria e urlando.

"Scappa Carlos corri!" urlai. Harry praticamente che trascinava il mio corpo sul pavimento ed io aggrappata alle sue caviglie per rallentarlo prima che abbassasse lo sguardo su di me.

"Georgia aiuto!" urlai e mi sedetti sui piedi di Harry, stringendo le braccia e le gambe intorno alla sua gamba come un koala, facendolo grugnire per la frustrazione mentre ero aggrappata alla stoffa dei suoi jeans.

"Nah, sto bene qui." commentò Georgia dalla cucina, prendendo un sorso di caffè che probabilmente aveva preparato per lei e sfogliando il giornale nella sua mano mentre Carlos cercava di infilarsi nella finestra della mia camera ancora aperta, urlando.

"Ho intenzione di ucciderlo cazzo Nat. Lasciami!" scattò Harry mentre Carlos si dimenava per passare dalla finestra ed Harry mi trascinava per il corridoio cercando di raggiungerlo.

"Basta!" esplosi di rabbia, usando l'altra mano per afferrare l'altra gamba di Harry, facendolo cadere sul pavimento con un grugnito di sorpresa. Mi arrampicai sopra di lui, tenendolo a terra prima di afferrare il colletto della maglia e lo strattonai per alzargli la faccia a poca distanza dalla mia, cogliendolo di sorpresa.

"Devi smetterla di comportarti così! Devi smetterla di comportarti come un fidanzato iperprotettivo perché non sei il mio ragazzo okay! Sei mio amico e non puoi picchiare ogni ragazzo con cui ho un contatto fisico!" gli scattai in faccia, il mio respiro pesante, il cuore che pompava e gli occhi verdi di Harry spalancati per lo shock, un'espressione arrabbiata nei suoi lineamenti ed aprì la bocca per dire qualcosa, chiudendola dopo pochi secondi quando nessuna parola lasciò le sue labbra.

"Oh merda, l'ha detto." disse Georgia dalla cucina ed io presi un respiro profondo, lasciando andare la maglia di Harry che appoggio la testa sul pavimento, fissandomi con un'espressione indecifrabile mentre gli si arrossavano le guance e arricciava leggermente le labbra.

"Mi dispiace." mormorò Harry, il pomo d'adamo fece su e giù e voltò la testa per evitare il mio sguardo, facendo uno sbuffo irritato.

"Sto per saltare!" urlò Carlos prima di sentire lo stillo sparire in distanza, facendoci alzare ed io corsi verso la mia camera con gli occhi spalancati.

Aprii la finestra, notando la figura di Carlos tre piani più in basso dentro un bidone della spazzatura. Si alzò illeso ed iniziò a correre per la strada mezzo nudo urlando "voglio vivere!"

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