Ch. 11 - Strictly platonic
"Non posso." disse Harry, rifiutando la mia offerta di uscire con me e i miei amici, prendendo la sua giacca.
"Ho un posto dove andare e devo spendere questi soldi in qualche modo, droghe, donne." scrollò le spalle, lanciando in aria la sua mazzetta di denaro per poi riprenderla nella mano con un sorriso soddisfatto e recuperando le chiavi dal tavolo.
"Carino... ma ricorda, solo perché la spogliarellista dice che puoi metterle i soldi ovunque non vuol dire che puoi ficcarglieli su per il sedere perché una volta c'era questo spogliarellista tedesco chiamato Gunther e aveva-"
"Non mi serve sprecare i miei soldi per il sesso, ne faccio già tanto gratis." ghignò ed io gli feci un'espressione impassibile dal divano.
"Sai che questo è il quarto giorno che sono qui e tu avevi detto che mi avresti sbattuta fuori al terzo giorno a qualunque costo," parlai, stringendo gli occhi verso di lui senza emozioni.
"Cos'è successo?" continuai, alzando un sopracciglio mentre lui si infilava la giacca diretto verso la porta.
"Sto solo ricambiando il favore per averci fatto uscire dall'intera faccenda 'ho dormito con una mamma sexy'." spiegò con una piccola scrollata di spalle.
"Se non ti conoscessi bene direi che sto iniziando a contagiarti." lo presi in giro facendogli alzare gli occhi al cielo.
"Ammettilo, adesso ti fidi anche a lasciarmi nel tuo appartamento da sola." sottolineai, guardandolo mentre apriva la porta.
"Oh per quello, ho messo delle telecamere in soggiorno cioè posso vedere benissimo cosa stai facendo ventiquattro ore su ventiquattro." mi informò e spalancai gli occhi per la sorpresa.
"Perciò ti suggerisco di fare il bravo cucciolo mentre sono via." scattò prima di uscire, sbattendo la porta.
Immediatamente mi guardai intorno nella stanza, i miei occhi analizzarono ogni angolo e fessura fino a ricadere su un piccolo obbiettivo, non più grande del mio pollice vicino ad uno dei dipinti sul muro.
Posso vedere benissimo che cosa stai facendo ventiquattro ore su ventiquattro, suonò la voce profonda di Harry nella mia testa e mi spuntò un ghigno con un'idea in testa.
Tirai su i leggings finché non diventarono pantaloncini corti, avvolsi la coperta del divano intorno alla vita per fare una lunga gonnellina improvvisata con uno spacco per esporre un lato della mia gamba.
Poi alzai la maglietta fino alle costole, legando il tessuto sulla schiena per creare un crop top prima di mettere la canzone We Can't Stop sul mio telefono, facendola partire attraverso le casse.
Allora iniziai a fare la danza del ventre di fronte alla telecamera, copiando gli esatti movimenti di Harry nella sua auto la prima volta che lo vidi.
Mi sono sempre chiesta perché si comportasse in modo così serio tutto il tempo quando la prima volta che lo vidi stava praticamente twerkando nella sua auto sulle note di Miley Cyrus.
Ruotai i fianchi muovendo il collo a destra e a sinistra come un egiziano mentre facevo l'onda con le braccia.
Il personaggio di Shakira ubriaca è stato sbloccato.
Ad un certo punto presi uno dei vasi dell'arredamento, tenendolo di fronte a me mentre mi ci strusciavo, facevo twerk e il cha cha cha.
Dopo cinque minuti andando avanti così, ero copiosamente sudata e ansimante, il mio petto si alzava e abbassava e tornai sul divano ancora una volta.
"Diamine ho bisogno di iniziare ad allenarmi..." borbottai, asciugandomi la fronte sudata e provai a riprendere fiato prima di farmi una risata.
"Nahhh..." dissi a me stessa, sorridendo e scuotendo la testa. Mi liberai della coperta, srotolando i pantaloni e la maglietta alla normale lunghezza prima di afferrare le mie chiavi diretta per uscire di casa.
Avrei pagato per vedere la reazione di Harry alla vista di quel filmato.
++
Harry's POV
Che cazzo sto guardando.
Aggrottai le sopracciglia confuso, un cipiglio sul volto mentre guardavo sul mio telefono il video di Nat fare il cha cha cha con uno dei miei vasi tra le braccia.
Questa ragazza era fuori di testa, assolutamente pazza.
Uscii dall'applicazione della telecamera di sicurezza sul mio telefono quando lei iniziò ad scopare nell'aria come un adolescente arrapato con la faccia aggrottata, e mi strofinai la faccia per la frustrazione.
Mi stava facendo diventare un demente.
Era assolutamente imprevedibile, dovevo ripetermi un discorso d'incoraggiamento ogni mattina di fronte allo specchio per giocarmela fottutamente meglio.
Mi sentivo costantemente come se lei fosse sempre un passo di fronte a me, prendendomi in giro, avendo sempre il sopravvento su di me, non importa cosa facessi e questo mi faceva incazzare.
Ho costruito tutta questa facciata, questo personaggio del cattivo ragazzo per me stesso e poi arriva lei a sfottermi, facendomi balbettare e arrossire come un piccolo stronzo, come facevo alle superiori.
Nat era fantastica e tutto ma la vedevo solo come un'amica.
Certo.
Solo amici.
Amigos.
Puramente platonico no scopate no baci no niente.
La sola ragione per cui lei ha un interesse per me è perché corrispondo all'immagine del tipico cattivo ragazzo.
"Giornata lunga?" ridacchiò Mavis, risvegliandomi dai miei pensieri mentre entrava in cucina con un vassoio di piatti sporchi nelle mani grassocce.
"Sì sono solo stanco." borbottai, prendendole il vassoio dalle mani, facendola sorridere e mi pizzicò le guance.
"Oh potrei mangiarti! Sei così un bravo ragazzo." si complimentò facendomi ridere mentre piazzavo i piatti sporchi nel lavandino.
"Non lo sono." feci spallucce, stringendo il nodo del mio grembiule prima di lavarmi le mani.
"Harry per favore datti dei meriti, questa mensa dei poveri avrebbe chiuso molto tempo fa se non fosse per le tue donazioni continue e i rifornimenti di cibo dai tuoi guadagni." disse lei, iniziando a commuoversi mentre si metteva le mani sul cuore.
"Non è niente, sono felice di poter aiutare." dissi sinceramente, facendole un caldo sorriso e lei mi abbracciò come ringraziamento.
"Oh! Indovina cosa, ho anche comprato queste nuove coperte, sono veramente pesanti e possiamo consegnarle agli ospiti mentre stanno mangiando." spiegai, alzando la borsa di plastica piena di trapunte colorate e morbide.
"Non dovevi farlo, hai già sistemato il riscaldamento e portato più cibo." si accigliò con preoccupazione.
"Volevo farlo." dichiarai facendole un occhiolino giocoso per poi camminare fuori dalla cucina e nella stanza principale mentre lei scuoteva la testa.
"Harrehh!" una piccola voce strillò finché le mie gambe vennero strette da un paio di piccole braccia, facendomi ridacchiare mentre guardavo in basso verso la piccola di cinque anni di fronte a me.
"Ciao Grace," sorrisi, arruffandole i capelli ricci castani, facendola strillare mentre si sedeva con il sedere sul mio piede e avvolgeva i suoi minuscoli arti intorno alla mia caviglia.
"Avanti!" disse lei, indicando verso sua madre che stava mangiando in uno dei tavoli.
"Sissignora." dissi facendo il saluto militare, camminando lentamente con Grace attaccata alla mia caviglia e tutti ad accogliermi con caldi sorrisi.
Non ho mai detto a nessuno che aiuto la mensa dei poveri locale settimanalmente, ma non mi vergogno, l'ho accennato una volta ai miei vecchi amici, o falsi amici immagino e loro hanno solo riso.
La loro scusa fu che non volevano uscire con nessun 'barbone pezzente', la quale mi ha fatto incazzare.
Erano persone, persone che non avevano un posto dove andare e nessuna casa e c'era una manciata di madri single e padri con i loro figli che dipendevano da quel posto.
"Kurk mi sono assicurato di prenderti una coperta color lavanda perché so che ti tranquillizza," chiamai, lanciando la coperta verso l'uomo anziano che mi fece un sorriso riconoscente senza denti.
"Rosso per Amine, questa verde è super soffice e so quanto la tua pelle sia sensibile Eddie," annunciai, lanciando coperta dopo coperta ad ogni persona che si era riunita intorno a me, abbracciandomi e dandomi pacche sulla schiena in apprezzamento mentre cori di 'grazie' riempivano le mie orecchie.
"Mi stanno calpestando!" urlò Grace ancora stretta alla mia gamba.
Abbassai l'ultima coperta per avvolgerla intorno al suo piccolo corpo, i suoi occhi si spalancarono con emozione mentre ammirava la stoffa rosa prima che la prendessi in braccio e la portassi da sua madre.
Parlai con loro per un po' e poi mi alzai per ritornare a distribuire il cibo finché ad un tratto mi bloccai sul posto, i miei occhi si spalancarono alla vista di fronte a me di chi si occupava del servizio al tavolo.
Ogni ospite rideva, guardando lo spettacolo che Nat, Bernie, Carlos, e Georgia iniziarono a suonare con le posate e ballando mentre servivano il cibo.
Carlos batteva il ritmo sul tavolo, Bernie sbatteva i piedi e batteva le mani, Georgia sorrideva, scuotendo la testa mentre serviva e Nat stava ballando e rappando, tintinnando i cucchiai per servire il cibo nei piatti tra sue mani.
"Cause this bitch gotta eat so i'm servin all this meat like-" rappava Natalie.
"Yaaahh!" tutti urlarono all'unisono, avvolgendosi le coperte intorno e sistemandosi ai tavoli per lo spettacolo e il cibo.
"Because you know we got that hash brown baked beans bownie stash takin all this food like we all up here in Diner dash!"
"Yaahhhh!!" urlarono le persone più forte, strillando e gridando mentre le risate riempivano l'aria e nei miei due anni che venivo qui non avevo mai visto questo posto così vivo di felicità.
I miei occhi erano concentrati su Nat mentre continuava a rappare senza problemi, ovviamente divertendosi e saltellando su e giù, battendo i grandi cucchiai per servire nelle sue mani uno contro l'altro, facendomi ridere per la retina che le ricopriva i capelli neri.
Il mio sorriso però scomparve e la sua danza si fermò, le sue braccia si bloccarono in aria quando il suo sguardo cadde su di me, i suoi occhi mi puntarono e mi fissò scioccata.
Merda.
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