Ch. 10 - Obama care
Guardavo Harry continuare a camminare avanti e indietro per il soggiorno mentre io restavo con le gambe incrociate sul divano. Fece scorrere una mano tra i capelli castani prima di piazzare due bicchieri di vino vuoti e una bottiglia di champagne sul tavolino da caffè.
"Oh mi piace." sorrisi, sporgendomi per versarmi un bicchiere ma la grande mano di Harry mi coprì l'intera faccia, spingendomi all'indietro sul divano e passandomi accanto.
"Non è per te." borbottò collegando poi il cellulare con le casse portatili.
"Ce la stai mettendo tutta per questo appuntamento non è vero?" lo presi in giro, tirandomi su e appoggiando un gomito contro il bracciolo del divano, ghignando.
"Non è un appuntamento," scattò lui mentre le lunghe dita scorrevano tra le canzoni sul suo cellulare ignorandomi.
"L'ho invitata qui perché ci vorrà più che solo io che parlo in modo sconcio per entrarle nelle mutande," mi informò, continuando a darmi la schiena mentre mi versavo silenziosamente il vino in uno dei due calici di vetro.
"Lei è la vera definizione di com'è una brava ragazza, magari potresti prendere qualche appunto," affermò Harry mentre io velocemente facevo scorrere la lingua sul bordo del bicchiere prima che si girasse per lanciarmi un'occhiataccia.
"Ti avevo detto che quelli non erano per te.." ringhiò, stringendo gli occhi verdi sul bicchiere di vino tra le mie mani ed io lo allungai verso di lui.
"E' per te, sai, per calmare i nervi prima dell'appuntamento." offrii con con un sorriso amichevole.
"Non è un appuntamento e lo so che hai leccato il bordo." scattò, facendomi scomparire il sorriso ed abbassai le spalle per poi crollare sul divano delusa.
"Non sei divertente.." mormorai prima che un bussare risuonasse dalla porta principale.
"E' arrivata...." dissi con occhi spalancati e voce inquietante, facendo alzare gli occhi al cielo ad Harry che lasciò il cellulare sul tavolo per aprire la porta.
Aspettai che lasciasse la stanza per saltare velocemente giù dal divano e di corsa, prendere possesso del suo telefono trovando solo lente canzoni da sesso di Somo e The Weeknd.
Che puttaniere.
Pigiai sul dispositivo, ghignando tra me e me mentre cambiavo musica e creavo una nuova playlist tutta per lui.
Sentii la porta principale venire aperta, la voce delicata di Harry che diceva "Un minuto piccola, devo solo occuparmi del mio volpino di Pomerania, non è molto amichevole con gli sconosciuti" prima che la porta si chiudesse di nuovo.
Sobbalzai al rumore, riponendo il telefono sul tavolo dove l'avevo trovato e ritornai velocemente al mio posto sul divano.
Quando Harry entrò nella stanza, gli feci un sorriso innocente che gli fece stringere gli occhi nella mia direzione sospettoso. Mi strappò il calice dalla mano e mi tirò via dal divano per il retro del colletto.
"Oh wow, vedo che Harry brontolone è tornato." lo presi in giro mentre mi trascinava lungo il corridoio fino alla sua camera.
"E io vedo che il fastidioso moscerino (gNat) è tornato." ribollì lanciandomi un'occhiataccia per come lo avevo soprannominato.
"Buzz buzz stronzo." borbottai sottovoce quando mi spinse dentro la stanza.
"Non ho capito perché devi sempre nascondermi ogni volta che una delle tue ragazze viene qui-"
"Loro non sono mie, io ci scopo solamente ed è difficile scoparle quando diventano paranoiche nel momento in cui vedono che vivi con me." spiegò, piazzando un calice di vino in uno dei comodini ed io mi accasciai sul suo letto facendogli aggrottare le sopracciglia.
"Mm... vaniglia." dichiarai, nascondendo la faccia tra le lenzuola e un altro bussare dalla porta principale risuonò nell'appartamento.
"Scendi dal mio letto." ordinò irritato, afferrando il cappuccio della mia felpa e spingendomi nel suo armadio.
"Oh okay ci risiamo." dissi imbattendomi nel piccolo spazio mentre lui ghignava ostile.
"Sì perché potrei riuscire a portare la brava ragazza a letto questa sera." esalò, la sua voce profonda e sensuale mentre continuava a ghignare verso di me.
"Aw sai, tutto quello che devi fare è chiedere..." grugnii, colpendo il suo stomaco tonico e facendolo afferrare il mio polso infastidito.
"Non stavo parlando di te," scattò, spingendo via la mia mano prima di far scorrere lentamente la porta dell'armadio per chiuderla.
"Ora assicurati di essere un bravo piccolo perrito (cagnolino in spagnolo) per me questa notte, o vedrai." minacciò prima di chiudere la porta completamente e lasciarmi nel buio pesto.
Tirai fuori la lingua verso la porta prima di prendere il mio cellulare, accendere il flash e guardarmi intorno ghignando.
Buon per me, questa stronza sta per fare Dora l'esploratrice qui dentro.
Un piccolo "diavolo sì" lasciò le mie labbra quando trovai il cassetto dove teneva tutti i suoi boxer, un sorriso mi spuntò sul volto quando li vidi tutti perfettamente ripiegati.
"Bello, bello," ghignai, annuendo in approvazione prima di prendere uno dei boxer con gli orsetti del cuore disegnati sopra, infilarmelo nella tasca della felpa per un secondo momento e continuando poi a rovistare in giro.
"Ti piace la musica?" sentii la voce armoniosa di Harry chiedere attraverso le sottili mura, facendomi alzare gli occhi al cielo per come stesse decisamente provando ad usare il suo fascino con quella povera ragazza.
"S-sì." una piccola voce rispose.
Sentii Harry ridacchiare prima di accendere le casse ed io mi morsi la lingua per evitare di sorridere.
All You Ladies Pop your Pussy like this iniziò a rimbombare attraverso la casa e sentii Harry soffocarsi con il suo drink e un sussulto femminile provenire dal soggiorno.
"Do it, do it, do it now, lick it good, suck your pussy just like you should" cantai, ballando nell'armadio e dandomi mentalmente una pacca sulla spalla per il successo.
"Harry è-è una specie di scherzo questo? Perché non è divertente." borbottò la ragazza sembrando assolutamente sconvolta mentre la canzone veniva fermata.
"Vaffanculo Nat!" sentii lui urlare dal soggiorno, la sua voce alta e intrisa di rabbia prima di sentire i suoi passi pesanti camminare svelti fino alla sua stanza.
Spalancò la porta bruscamente facendo sbattere il legno contro il muro rumorosamente ma ormai ero troppo occupata a fissare scioccata l'oggetto che avevo trovato nascosto nel suo armadio per interessarmi alla cosa.
Harry fece scorrere la porta dell'armadio con un colpo e dandogli le spalle, sentii il suo pesante respiro da dietro.
"Perché cazzo hai toccato la mia musica!" ruggì, prendendomi per le spalle e voltandomi velocemente per fronteggiarlo, il suo atteggiamento incazzato diventò un'espressione di puro shock e boccheggiò per l'oggetto nelle mie braccia.
Mi spuntò un ghigno patrocinante e le sue guance arrossirono.
"Tu hai un cartonato di Obama..." biascicai, provando a trattenere le risate mentre cullavo il cartonato di Obama tra le mie braccia, ammirando le luci soffuse intorno al viso di Obama, evitando di toccare i dolci fiori finti che lo decoravano tutto intorno.
"N-non è mio, lo sto solo tenendo per un amico." si difese velocemente Harry, strappandomi l'oggetto dalle mani e schiarendosi la gola imbarazzato, spingendomi per sorpassarmi e rimetterlo dentro l'armadio.
"Va tutto bene riccio fritto, ho capito, tu vuoi un po' di più di quel Obama Care." (è la riforma del sistema sanitario introdotta da Obama ma Care significa importa cioè a Obama interessa.) strizzai l'occhio, spingendogli un braccio scherzosamente finché non si girò per guardarmi male, afferrò i miei polsi e violentemente mi allontanò dall'armadio finché caddi all'indietro sul suo letto con lui sopra.
"Mi hai veramente fatto incazzare lo sai questo." ringhiò Harry, abbassando il volto fino a solleticarmi la fronte con i suoi ricci castani mentre continuava a trattenermi i polsi e il corpo al letto.
"Vattene via stronzo." ('bite me' oltre a fuck off vuol dire anche mordimi.) dissi, provando a soffiare via i suoi ricci dalla mia faccia prima che la sua presa si facesse più stretta su di me.
Prima che potessi fare qualsiasi cosa sentii Harry fare un verso animalesco prima di spingere la mia testa all'indietro, appoggiare le sue labbra sul mio collo e affondare i denti nella mia pelle, causando una scossa al mio intero corpo e silenziosamente mimai "ma che cazzo" prima di dimenarmi sotto di lui.
"Yo bello indietro!" dissi, alzando un ginocchio contro il suo ampio petto per spingerlo via e la sua faccia si allontanò dal mio collo, il suo respiro pesante e i suoi occhi verdi divertiti mentre si mordeva un labbro e guardava in basso sulla mia pelle.
"Mi hai fottutamente morso!" dichiarai scioccata mentre spingevo via le sue mani dai miei polsi, mi piazzai una mano sul collo, sentendo il segno dei suoi denti in piccoli trattini sulla pelle.
"Mi hai detto tu di farlo." disse Harry, facendo spallucce indifferente ancora sopra di me che lo guardavo con gli occhi spalancati.
"Okay beh la prossima cosa che ti dico di fare è infilare il tuo piccolo Obama cartonato su per il tuo fottutissimo buco del culo a novanta gradi e lasciarmi registrare-"
"Harry cosa sta succedendo?" chiese una delicata voce femminile dall'uscio della porta e io ed Harry ci voltammo per fissare la ragazza.
I suoi grandi occhi color nocciola mi stavano studiando, un'espressione innocente sul suo dolce viso arrossito e sbatté le lunghe e spesse ciglia verso di noi scioccata mentre giocherellava con l'orlo del suo velo sopra la testa.
"Oh mio dio è così carina... la voglio." affermai, ritornando a guardare Harry che rispose con un'occhiata gelida.
"Aliya-" iniziò Harry, la sua frase si interruppe quando piazzai una mano sulla sua faccia e lo spinsi via, facendolo cadere dall'altra parte del letto per mettermi seduta.
"Ciao io sono Nat, sono la proprietaria di Harry." introdussi, alzandomi in piedi e allungando la mano verso di lei che la strinse cautamente.
"Proprietaria?" chiese, aggrottando le sue folte e perfettamente preparate sopracciglia confusa.
"Sì, sto provando ad addomesticare il povero ranocchio." annuii con una triste smorfia mentre indicavo il segno di denti sul mio collo, facendole spalancare gli occhi alla vista.
"Va tutto bene lo farò castrare la prossima settimana perciò-"
La grande mano di Harry sbatté sopra la mia bocca da dietro mentre avvolgeva l'altro braccio muscoloso intorno al mio collo, il suo respiro caldo mi colpiva la pelle da dietro le mie spalle.
"Scusa, sembra proprio che il mio perrito qui abbia bevuto troppo." sogghignò Harry prima di ridacchiare imbarazzato verso Aliya.
"La chiami cane in spagnolo?" sbatté le palpebre la ragazza guardando tra noi due.
"Lui è così maleducatoooo...." dissi, strappando via la sua grande mano dalla mia bocca e liberandomi dalla sua presa.
Tutti gelammo quando un bussare forte e violento risuonò dalla porta principale.
"Aliya! Aliya lo so che sei lì apri immediatamente! Adesso cazzo!" esclamò una voce profonda e minacciosa dall'altro lato della porta, continuando a sbattere il pugno contro il legno in modo impaziente.
"Oh dio no, m-mi ha trovata." balbettò Aliya, sbattendo le palpebre verso la porta per la paura mentre impallidiva.
"Chi?" chiedemmo io ed Harry all'unisono.
"Il mio ex. Oh dio no, se mi trova-"
"Non lascerò che ti faccia del male." disse Harry, lasciando il mio fianco e piazzando le mani sulle sue spalle tremanti prima di alzarle il mento per spingerla a guardarlo.
Cazzo, dritto al cuore.
"Neanche io." dissi, passando come la terza incomoda e le accarezzai goffamente la guancia, facendo voltare entrambi con espressioni stranite.
"Okay volevo solo unirmi." dissi, alzando la voce mentre alzavo le mani in segno di resa e camminavo via con un sorriso.
Guardai come Harry camminò vicino a me, aprendo la porta d'ingresso prima che i colpi potessero diventare più forti.
"Dov'è Aliya?! ruggì un uomo alto e robusto, i suoi occhi marroni vagarono all'interno dell'appartamento di Harry.
"Non vuole vederti." tagliò corto Harry con il tono minaccioso e freddo mentre fissava l'uomo.
"Trent per favore, lasciami in pace." tremò Aliya, facendosi strada e sorpassandoci per stare faccia a faccia con lui come se il suo piccolo corpo potesse proteggere me ed Harry.
"Tu fottuta troia! Ti ucciderò!" ruggì Trent il momento in cui la vide, afferrandole immediatamente il polso e facendola urlare per la sorpresa prima di tirare la sua figura tremante fuori dalla porta e nel corridoio.
"Hey! Non toccarla cazzo!" Harry ed io urlammo all'unisono. Harry tirò un veloce e forte pugno contro la mandibola dell'uomo mentre io lo colpii nelle parti basse da sotto, facendolo crollare sul pavimento e lasciare andare la presa su Aliya.
Lei si pressò contro il muro del corridoio in shock, stringendosi le ginocchia al petto mentre alcuni inquilini iniziarono ad uscire dai loro appartamenti per controllare il trambusto nel corridoio.
"Hey va tutto bene, solo respira, sei al sicuro." promisi, inginocchiandomi al fianco di Aliya mentre continuava a singhiozzare poi sentii l'uomo dietro di noi gemere di dolore per i costanti colpi di Harry.
"Qualcuno lo fermi!" urlò un anziano mingherlino dalla sua porta facendomi voltare. Credevo fosse Harry ad aver bisogno del mio aiuto ma lo trovai afferrare la testa dell'uomo e sbatterla forte contro il muro ripetutamente, macchiando le pareti bianche di sangue.
"Hey! Hey!" urlai, saltando in piedi e afferrai Harry da dietro, cercando di spingerlo via dall'uomo e avvolsi le braccia intorno al suo collo, tenendolo stretto.
Il suo respiro era pesante, la maglietta sgualcita e aderente ai suoi muscoli, la mandibola serrata mentre continuava a dimenarsi contro la mia restrizione, facendo sii che lo strattonassi via bruscamente.
"Harry basta! Devi fottutamente calmarti!" scattai, sbattendo il suo corpo contro il muro e i suoi occhi verde scuro si alzarono per fissarmi, le sue grandi mani si strinsero sulle mie braccia per l'adrenalina.
Portai la mia fronte contro la sua, una tecnica che avevo imparato dal mio allenatore quando facevo boxe per farmi concentrare e caricare o per calmarmi dopo un combattimento.
"Guarda me, guarda me." esortai, le nostre fronti ancora una contro l'altra e lui ansimò, i suoi occhi verdi intensi connessi con i miei.
"Va tutto bene." dissi, accarezzandogli leggermente la guancia e lui deglutì, annuendo lentamente dopo qualche istante, permettendomi di allontanarmi mentre il suo respiro rallentava.
Ci voltammo per trovare una folla di persone nel corridoio, proprietari degli appartamenti affrettarsi al fianco dell'uomo sanguinante mentre Aliya boccheggiava verso Harry spaventata.
"Aliya stai bene?" sentii la voce aspra di Harry dire, avvicinandosi a lei mentre gli altri indietreggiarono immediatamente.
"Non- non toccarmi." balbettò lei, gli occhi rossastri e gonfi dal pianto mentre indietreggiava.
"Aliya." iniziò Harry, un'espressione triste si formò sui suoi lineamenti mentre le tendeva una mano.
"No! Sei un fottuto mostro!" pianse scuotendo la testa e trasalendo per il sangue rimasto sulle sue mani prima di voltarsi e sparire tra la folla.
"Um, quello che intendeva dire era tipo... sei così bravo a fottere che sei un mostro nel farlo." tossii da dietro Harry, cercando di confortarlo ma il suo sguardo cadde sul pavimento, le sue nocche diventarono bianche e serrò le mani in due stretti pugni ai lati del corpo.
"Che diavolo di problemi hai, potevi uccidere questo ragazzo!" urlò qualcuno dalla folla, facendo annuire tutti con la testa in accordo mentre fissarono Harry.
"Sì sei un cazzo di psicopatico!"
"Vattene! Sei un pericolo per tutti in questo posto!" acclamarono più persone in accordo.
"Come posso lasciare i miei bambini qui sapendo che c'è un mostro violento proprio nella porta accanto!"
"Hey! Basta!" tagliai corto, camminando di fronte ad Harry come per proteggerlo dai commenti negativi.
"Basta così." finii, il mio respiro diventò pesante e rilasciai un piccolo "andiamo", afferrando la mano di Harry nella mia per trascinarlo dentro il suo appartamento e chiusi la porta dietro di noi.
"Bene... che è successo." dissi sottovoce, chiudendo a chiave la porta ma sobbalzai al suono di un vetro frantumarsi sul pavimento dietro di me.
Entrai in soggiorno per trovare Harry stravaccato sul divano a tracannare la bottiglia di vino senza maglietta, le sue nocche ancora sanguinavano quando si passò una mano tra i capelli spettinati e i vetri rotti di un calice erano sul pavimento vicino il suo piede.
"Gesù," borbottai, piazzando le mani sulle mie labbra mentre guardavo il disastro.
"No sono Harry." grugnì lui continuando a prendere sorsi dalla bottiglia.
"Okay, sai cosa, dammela," scattai, evitando la scia di schegge sul pavimento per raggiungere la bottiglia.
"Vieni a prenderla." ridacchiò alzando troppo in alto la bottiglia per la mia presa e scuotendola per provocarmi.
Questo stronzo ha fatto tipo cosa due sorsi di vino ed è già alticcio.
"Non reggo per niente l'alcol." disse Harry come leggendomi nel pensiero, un piccolo singhiozzo gli scappò dalle labbra, facendogli piegare la testa all'indietro e ridacchiare.
"Basta." dissi afferrando la bottiglia solo per trovarla quasi completamente vuota.
"Fottutamente fantastico." borbottai, facendo segno ad Harry di stare fermo mentre andavo in cucina a prendere un paio di guanti e un sacco della spazzatura per i vetri rotti.
Entrai nel soggiorno proprio quando Harry si tolse i boxer, gettando i vestiti sul divano dietro di lui.
"Mi vado a fare una doccia." disse con voce stordita sfregandosi gli occhi e barcollando mentre mi sorpassava in tutta la sua gloriosa nudità.
"Harry."
"È il mio nome, non sciuparlo..."
"Quello non è il bagno." affermai.
"Ohhh..." disse Harry lentamente, la voce profonda e rauca mentre faceva scorrere la porta di vetro del terrazzo per richiuderla e ritornare nel corridoio.
"Trovato!" sentii dirgli trionfante dal bagno.
"Bel lavoro!" urlai di rimando, alzando gli occhi al cielo mentre mi inginocchiavo per pulire il disastro a terra.
Harry non tornò più in soggiorno, infatti, praticamente mi evitò tutto il giorno e provava a scappare ogni volta che entravo nella stessa stanza dove stava lui.
Non mi importava, qualche volta le persone vogliono essere lasciate in pace e lo capivo.
L'ultima cosa che ricordo è essermi distesa sul divano per guardare uno degli episodi registrati di Harry di Desperate Housewives alla televisione mentre finivo il capitolo dieci della mia storia.
Dopo quello, sentii le palpebre diventare pesanti finché mi accoccolai ulteriormente tra i cuscini e mi addormentai.
Mi svegliai verso le tre del mattino per il suono di una chitarra strimpellata da lontano.
Presi la coperta del divano, avvolgendola intorno al mio corpo mentre mi facevo strada verso la musica.
Mi fermai sui miei passi, nascondendomi vicino alla cucina quando vidi Harry seduto su una sedia pieghevole nel terrazzo, le lunghe gambe appoggiate contro la ringhiera di metallo mentre guardava il cielo notturno e strimpellava una calma melodia.
"Don't let me..." sentii Harry cantare in tono delicato, la sua voce regolare e rauca ed io boccheggiai per la sua voce melodiosa.
Il ragazzo ci sapeva fare.
"Don't let me go" continuò mentre io sbirciavo alle sue spalle e lo guardavo da lontano come una maniaca, solo ascoltando e godendomi la canzone.
Sì spacca tutto bello, spacca tutto.
Harry improvvisamente alzò la testa, un'espressione triste e distante sul suo volto mentre guardava il cielo e prendeva un profondo respiro insicuro.
"Cause I'm tired of feeling alone."
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