8

Vincenzo:
In questa scuola c' è un televisore immenso, appeso alla parete della 'sala studio'. Mentre in classe e in infermeria si sfiora l' assurdo, per le cose che accadono, qui sembra di stare nel 2030/2035. Quando potremo guardare 'Sanremo 2022' ci metteremo tutti qui, ne sono sicuro. Perché accendere quelle televisioni anni '40 nelle camere; che non si sa neanche se sono a colori o in bianco e nero! Ad ogni modo, poco prima di trovare questo quaderno, ho provato ad accendere quella 'scatola luminosa' ed è successa una cosa incredibile: tutti i canali erano privi di colore. Sembrava di stare nel 1945; solo con i film, le serie TV e gli show di oggi...il volume, invece, era perfetto. Si sentivano perfino gli attori quando bisbigliavano! Ho spento immediatamente e ho riacceso. Poi i colori si sono visti...
Riassumendo: in questi sei giorni Mattia ha subito (e ancora deve subire) delle punture dolorosissime. Non so se ciò lo agevolerà o meno nella sua carriera artistica; ma, sicuramente, d' ora in poi mostrerà il suo fondoschiena molto di più durante gli 'shooting'...ad Onofrio l' insegnante di Retorica ha frustato il sedere e a Nerio ha bacchettato le mani. A quanto pare rimaniamo io e Simon. Tra poco il dolore fisico toccherà a noi, piacente o volente...e Okay. Tanto vale mettersi l' anima in pace da subito...
E poi, tra parentesi, il presidente che ha imposto l' obbligo vaccinale quanto sta antipatico al bidello? Lo sento canticchiare da dentro la camera quasi tutti i pomeriggi, dopo pranzo: "E la testa del presidente del consiglio vola, vola, vola via. E la testa del presidente vola, vola...". Avesse almeno fatto musica! È stonato come una campana! Poi, quando finisce la 'melodia', dice sempre "La testa del presidente appesa alla mia finestra!" E tutto tace. Esco in corridoio e il pavimento è lucido e brillante. Lo aiuterà a lavorare? Sembra che se non canti, non possa pulire la scuola...ad ogni modo, torniamo al televisore grosso quasi quanto un cinema in sala studio: dopo aver riaccompagnato Nerio in stanza, con le mani che gli friggevano come un forno a microonde, mi sono precipitato di sotto e, per caso, ho visto un grosso gatto nero uscire dalla sala insegnanti. Fiamma, la segretaria, l' ha richiamato a sé e mi ha invitato a vedere la nuova TV della scuola. Mi ha detto che non mi conveniva più tornare in classe, ormai; dato che le due ore di Retorica erano le ultime della mattina. Certo che riposarsi un quarto d'ora dopo delle 11 e poi fare l' ultima ora, sarebbe una cosa inesistente in qualsiasi altra scuola; ma qui niente è del tutto normale, dunque tanto vale adeguarsi...e insomma, Fiamma mi ha mostrato come si accende il mega schermo e bla bla...poi se ne è tornata in segreteria e si è portata via il gatto.
Ed è sotto al decoder che ho trovato questo quaderno. Per l' esattezza, mi è caduto addosso; insieme a tanti altri blocchi appolaiati là e impolverati...non ho mai visto tanta polvere sul materiale scolastico in vita mia. Insomma, questo quaderno si è aperto alla prima pagina; con stampata la lettera 'A' e tanti puntini di sospensione. Quando ho visto che era vuoto, mi ha incuriosito. Ho sentito subito di doverci scrivere qualcosa...così sono partito con le solite cose: 'ho 16 anni, mi chiamo Vincenzo Gatti, sono un ragazzo un po' selvaggio. Mi piace la musica trash'. In seguito, sono andato sulla seconda pagina e ho scritto della televisione...come può una scuola così tradizionale avere, al suo interno, un oggetto simile? È più piatta di qualsiasi 'Samsung TV'. Ha al suo interno programmi sia italiani che coreani. Le figure si vedono in altezza umana. Sembra di entrare proprio dentro ai film! Eppure, è solo un televisore...ho detto a Fiamma che è un cinema, non una normale televisione. Si è messa a ridere e mi ha 'spiegato' che i cinema sono quattro volte più grossi di essa e che quest' ultima sarà accessibile a noi studenti; sia per guardare documentari sulle lezioni che faremo che per ascoltare la Messa la domenica...oltre che per goderci i film nelle ore di relax. A me i cinema del 2022 sembrano due volte più grossi di essa, non di certo quattro! Ha anche aggiunto che il collegio ha intenzione di comprarsi un 'Robot fai pulizie' per aiutare il bidello e agevolare gli studenti che verranno dopo di noi...i robot esistono anche adesso; ma, da come ne parlava, sembrava si trattasse di veri e propri umanoidi; che ragionano come gli esseri umani e possono dare alla luce figli con le donne umane. Hanno solo degli occhi diversi e la pelle più luminosa.
"Chissà che trovo un bel marito anch' io, tra di loro" ha aggiunto, con le guance che arrossivano un poco "ma ancora è tutto da vedere. Se il collegio dura per altri 60 o 70 anni..."
"Ma anche 80 o 90" mi è venuto d' istinto risponderle. Io non lo so: o Fiamma è matta del tutto, poveretta! Oppure lo sto diventando io.

"Allora è qui che sei!" Irruppe nella sala studio Onofrio "Non vuoi venire a pranzo?". Vincenzo era ancora chino sul quaderno ricoperto di pelle marrone, a scrivere le ultime news; quando l' amico si accovacciò vicino a lui. I jeans stretti e attillati del giovane avevano degli strappi sulle ginocchia e mettevano in bella vista la sua pelle chiarissima; i capelli lisci e biondi erano pettinati come un idol coreano ed i suoi occhi azzurri attraversavano incuriositi l' immenso salotto, si soffermavano sulle poltroncine imbottite, scure e ricamate, sul lungo tappeto arabo posto sotto l' immenso televisore; per poi tornare sul corpo steso e in divisa di Vincenzo. "Ti ho cercato dappertutto" fece un sorrisetto altezzoso "i minorenni dovrebbero chiedere permesso agli adulti per spostarsi, lo sai?"
"E l' adulto saresti tu? Ho accompagnato Nerio in camera, dopo quelle bacchettate sulle mani..."
"Poteva andargli peggio, come è successo a me..."
"E a te sarebbe andata peggio?"
"Certo! Non mi posso sedere!" Spiegò imbronciato Onofrio, alzandosi e tirandosi giù la felpa nera della Vogue Collection "Sembra che oggi, per primo, ci siano le lasagne. E, per secondo, patate al forno con wustel. Io non me le perderei..."
"Dove l' hai letto?"
"Siamo amici da mesi, Vincenzo. Dovresti conoscere i vantaggi dell' avere un amico ricco e che ha girato tanti collegi".
"Perché?"
"Perché conosco sempre i menù prima dell' arrivo del pranzo!" Si compiacque di sé stesso, prima di fargli cenno di seguirlo. Vincenzo chiuse il quaderno e lo inserì nella cartella per i libri che gli era stata fornita insieme all' uniforme scolastica.
La mensa era non solo il luogo in cui studenti e insegnanti si radunavano per il pranzo e per la cena; ma era anche il posto in cui i ragazzi più eleganti davano sfoggio di loro stessi. I cinque amici erano arrivati da pochi giorni e ancora non conoscevano quasi nessuno; eppure gli studenti non portavano mascherine né si isolavano dagli altri. "E Nerio?" Si chiese Mattia, appena uscito dall' infermeria e ancora 'troppo fragile' per frequentare le lezioni. "Gli porteranno il pranzo in camera. Oggi le ha prese..." gli spiegò Onofrio, prima di farsi strada e trovarsi un posto in uno dei grossi tavoli all' interno della sala pranzo. "Le ha prese?" Ripeté Mattia a Vincenzo e Simon. Quest' ultimo gli toccò la spalla, il maglione verde scuro, di lana, brillò a metà sotto una delle due candele nere, accese ai lati della porta "Ehm, amico; qui, a quanto pare, usano darle. E forte! Dai retta a me: se vedi il professore di Retorica che ti guarda storto, fai il morto!" E con l' indice destro fece il segno della decapitazione sul suo collo. Mattia si sedette vicino ad Onofrio, lasciando liberi i posti centrali per Simon e il più giovane del gruppo.
Poco dopo entrò un immenso gatto nero, con gli occhi color arancio e il muso imbronciato. Il suo pelo era leggermente irto e sembrava quasi sempre sulla difensiva. "E quello cos'è?" l' indicò il ragazzo di colore. "Il gatto di Fiamma" gli rispose il sedicenne, con noncuranza. Poi accese il cellulare, cercò 'Blanco' in internet e si mise le cuffiette. "Non è un gatto, è una pantera!" Proferì preoccupato Simon. Onofrio lanciò un' occhiata a lui; poi alla povera bestia che si era rintanata sotto la tenda nera e antica della finestra, quindi ridacchiò "Cioccolatino ha paura dei gatti!" Lo prese in giro. "Non è vero!" Passò al contrattacco il ragazzo, punzecchiato nell' orgoglio "però quello non è un animaletto domestico. Se ti azzanna o graffia è la tua fine!"
"E va bene..." Rise l' altro "non è un animaletto domestico...povero!".
Quando giunse la crostata di albicocche per dolce, Mattia riprese l' argomento "Comunque è vero, sai? Ti sta fissando con i suoi occhioni, Simon...e si sta anche avvicinando a te, con passo felpato".
"Che?" Inghiottì un sorso di spumante, percorrendo con lo sguardo i passi dell' animale. A un certo punto il povero micio strisciò fin sotto alla sedia di legno, rimanendo con la schiena fuori e la testa vicino alla tovaglia. Simon strinse la manica di Vincenzo "È sotto di me! Si sta strusciando sulle mie gambe!"
"Cosa?" Disse il sedicenne, totalmente preso dalla musica. "Onofrio aiuto!"
"Non ti muovere, stai fermo!"
"Ma come stai fermo?"
"Quando si sarà stancato, se ne andrà!"
"Suvvia, micio, vai via su!" Cercò di allontanarlo con la mano destra "andiamo, torna da Fiamma!"
"Miao! Mao! Miaoo!" Diede risposta il gatto, sentendosi chiamato in causa.
"Ahiooo! Porca puttana!" Disse Simon d' istinto, a un certo punto. Poi l' animale corse via, tra miagolii e le unghia sporche di sangue. "Ma come cavolo hai fatto?" Lo rimproverò Onofrio, non appena vide il grosso graffio dal ginocchio fino alla caviglia dell' amico.
"Quel gatto va fatto esorcizzare!" Piagnucolò Simon, supplicando con gli occhi qualche buon amico che lo accompagnasse in infermeria.

"Povero Gino..." espresse l' infermiera "non dovete far innervosire così gli animaletti da compagnia...guarda che graffio che ti ha fatto!"
"E adesso sarebbe colpa mia?" Si innervosì l' afroamericano "È quella bestiaccia che gira libera per il collegio, invece che stare in una gabbia!"
"Ma...non è altro che un gatto!".
"Io gli sto antipatico però".
"Dovrò farti un' iniezione per il dolore".
"Come? Come quelle che avete fatto a Mattia? Io ho paura degli aghi, sia chiaro!"
"Non preoccuparti. Ho il rimedio perfetto per quelli come te..." spiegò, tirando fuori siringa e disinfettante. Poi pigiò un tasto rosso sulla ringhiera del lettino nel quale stava steso Simon e dei gancetti di ferro gli legarono polsi e caviglie. "No! No! No!" Supplicò il ragazzo di colore.
"Se ti muovi ti fai male, stai fermo!" E bucò la sua parte di sedere più chiara. "Ahiahiahi!" Si lamentò tra le lacrime il giovane. Poi i gancetti si aprirono, liberandolo. "Visto? Non era niente" disse la donna. "No, solo non mi sento più la chiappa per il dolore, signorina".
"Oh, non ti preoccupare. Te ne rifarò un' altra stasera, finché il dolore del graffio non ti sarà passato...ora prova a dormire e non svegliare il tuo compagno di stanza" indicò un letto, coperto da un grosso tendone di lino bianco. "Ehm, non c' è pericolo".

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top