59
"Caro Onofrio,
Nel raccontarti i miei incubi, mi sono introdotta in uno in particolare. Tu una volta, alla tua scuola, mi dicesti che tutto ciò che riguardava la tenebra o l’ oscurità era, spesso, tra le ‘Otto Mura’. Mi hai incoraggiata a raccontarti anche i miei sogni, specialmente quelli che fanno paura. La Sfera Onirica è, dopotutto, un argomento a sé; ed è un po’ limitante definirla come nelle serie ‘Netflix’ uscite negli ultimi anni.
Forse troverai noioso quello che ti scriverò; ma sappi, amor mio, che nella mia mente non si formano gli immensi incubi che nascono nella tua.
Tuttavia, ammetto di avere un sogno che mi perseguita spesso; giorni prima che prendo una decisione importante o agli arbori di una nuova storia d’ amore. Non è proprio un incubo, in realtà, ma si ripete sempre nella stessa successione; fin da quando ero ragazzina.
Cercherò di essere il più breve possibile, sebbene voglia narrartelo per intero:
Mi trovo in una grande villa, decorata con motivi classici. Fuori ci sono candide pareti color crema e motivi a botte. Sono in una camera, sdraiata su un bel letto matrimoniale dalle coperte cremisi, da sola. Benché mi trovi in perfetta solitudine, riesco a vedere tutto quello che succede fuori della mia stanza: il mio cugino più grande, da parte dei miei parenti del Nord, fa l’ animatore con altri bambini. Mia madre e mia zia sono nella stessa sala e fanno lavori con le mani.
Mi chiedo se ci sia qualcuno accanto a me, perché sono tutti in compagnia, tranne che io. Mi guardo intorno in cerca di qualcuno, ma non c’è nessuno. Poi mi accorgo che il lenzuolo sul quale mi trovo è sporco infondo, a lato. Ci sono delle molliche di pane o polvere. Vedo che, a poca distanza dal letto, c’è un secchio; con all’ interno un pennello, acqua e bagnoschiuma. Mi precipito sull’ oggetto e tento di pulire le lenzuola, ma più pennellate eseguo, più esse si sporcano.
Poco dopo, odo dal piano di sotto una voce maschile e arrabbiata. Urla a un ragazzino “Lavora!” E lo colpisce con una frusta. Il ragazzino grida di dolore e mi sembra la voce dell’ altro mio cugino, quello più piccolo.
Non riesco a vedere nitidamente di chi si tratta, ma comprendo che proviene dalla cucina e che il colpo è quello di una frusta.
Infine mi sveglio.
Sono anni che faccio sempre lo stesso sogno, anche se a 15 anni ero fuori stesa, con una mia amica, su un telo di ginnastica blu. Il resto, però, era praticamente uguale".
Tua,
Diamante.
"Cara Diamante, nel risponderti ho bisogno di chiamare in causa il quadretto con il vaso che tieni appeso nella tua sala. Non perché non è bello da guardare, tutt' altro. Somiglia però molto a quello appeso nel corridoio, quello grande, davanti la mia stanza.
Sappi soltanto che, quasi ogni notte, a mezzanotte in punto, la porta del mio mini appartamento si apre e una luce fioca illumina quella grandissima cornice. Qualcuno scambia il quadro precedente con quello della natura morta. A differenza del tuo, il vaso su di esso è dipinto, non attaccato. Chi lo scambia non lo so, qualcuno di invisibile. Subito dopo si sente suonare il citofono e Fiamma va a rispondere. Dopo lo squillo del citofono qualcosa mi sfiora il sedere, partendo dalla schiena. Prima che mi fidanzassi con te, questo qualcosa raggiungeva perfino le mie natiche, ora si ferma alla sciatica e non procede oltre, per fortuna. Ecco la vita che noi di 'Classe 1' abbiamo, ogni giorno. E la mia è anche molto più tranquilla di quella degli altri. Tuttavia, io non ho una mamma o un babbo a cui stringermi la notte, quando avvengono queste cose. Forse, molti tuoi incubi sono semplicemente dovuti a molti spostamenti di oggetti che tua madre fa, in casa tua, senza avvertirti. Posso solo assicurarti che casa tua è un luogo sicuro, specialmente la tua cameretta. È un posto nel quale io ho trovato ristoro e mi sono rimesso in forze... Benché dalle vetrate della tua finestra, tra la folta nebbia, oltre i lontani alberi neri, si intraveda un edificio, sopra alle montagne, là per le alte Alpi: le 'Otto Mura'. Posso inoltre assicurarti che nessun uomo ti amerà mai più di me. Tu sarai sempre quella lucina accesa, davanti alla scuola, che mi riscalderà e mi farà avere meno paura. Ti amo, Diamante. N.B. Se in camera con tua madre fai un po' troppi incubi, corri nella tua cameretta: lì ne farai molti di meno.
Tuo per sempre, Onofrio"; il lapis si fermò a metà foglio.
Avrebbe voluto mandarle la lettera che aveva appena scritto, in risposta alla sua. Poi però pensò che, se l' avesse fatto, la sua Diamante non si sarebbe ripresentata facilmente alle Otto Valli e non poteva assolutamente permetterselo. D' altro canto, se non l' avesse fatto, la ragazza non avrebbe saputo la verità fino infondo. Per ciò, decise di accendere la luce, spengendo l' abat- jour e decise di pensare solo agli esami, ormai imminenti. In estate avrebbe avuto tutto il tempo di consegnarle la lettera.
"Ti amo" le inviò in un SMS "verso luglio parleremo dei tuoi sogni notturni con calma".
"Ti amo anch' io, Onofrio. E va bene, ne parleremo con calma durante le vacanze" Diamante gli rispose "buoni esami, tiferò per te".
Il giorno dell' esame l' orecchino rotondo e dorato di Onofrio brillò, per un lato, al sole; i cui raggi attraversavano la finestra a vetri. Era estate, era mattina.
La chiave di ferro, antica e rovinata, aprì l' uscio della vecchia porta dell' aula e gli insegnanti vi entrarono.
Quattro docenti, quattro materie.
Qualcuno, in Oriente, non li avrebbe contati, poiché il numero quattro ha un suono simile alla parola 'morte'.
Eppure, quell' esame non era assolutamente difficile o non superabile.
I fogli ingialliti, consegnati ai muti banchi, dovevano essere scritti con una penna a sfera d' inchiostro nero.
L' orologio tintinnò le 7,30 e il quiz cominciò. Poi fu la volta della seconda prova, questa volta a domande aperte.
Infine l' orale.
I risultati furono consegnati poco dopo.
Come predetto da Fiamma, furono tutti promossi.
Soddisfatti dei loro risultati, gli studenti si recarono nei loro dormitori; finché una voce bambinesca percorse tutto il primo piano: "Le mie mutandine. Riportatemi le mie mutandine, al fiume. Sono Sharpay".
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top