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Onofrio:
Cara Diamante, potrei dire che ti ho vista, con la felpa corta della 'Tally Weijl' e il jeggin a quadretti neri e bianchi? Perché ti ho vista, amore mio, mentre camminavi senza meta, con la borsetta nera di 'Marylin Monroe'.
Ed eri bellissima.
Tu ti credi grassa, ma non lo sei. Sei una perfetta ragazza di 30 anni. E poi, io adoro le forme!
Ero tornato a paese, per il sabato e la domenica; e, facendo un giro sul mio SUV scuro, ti ho vista...
Ed è caldo, ma non abbastanza per le maniche corte. E sei una perfetta blogger, ma tu non ti credi avvenente.
È assurdo pensare a quante lacrime versate voi donne; perché la vita non è mai abbastanza, perché voi non siete mai abbastanza...
Io le amo tutte, le donne, ma a te di più.
Perché non mi rispondi, Diamante?
Non capisci che non ti volevo prendere in giro? Per una volta che ho scelto di non prendere in giro una donna, ecco che la donna non mi risponde! Destino crudele!
Non lo dicevi forse tu che ero il più figo del mondo?
Non lo dicevi forse tu che facevo svenire le followers su Instagram?
Gli umani sono tutti diversi, ma tu pensi che siano tutti uguali...
Non sei tu che non sei abbastanza per me. Sono io che non sono abbastanza per te; perché sono semplice nell' anima, non nel carattere. Io voglio apparire, più degli altri, ma non per la bellezza delle mie fotografie...
Io so come mai tu stai male e non posso starti vicino più di così...
E dai, Diamante! Rispondi a questo pazzo che ti ama!

"Cortocircuito in corso" disse la voce al microfono della scuola "chiediamo agli studenti di rimanere calmi. Rimarremo al buio per un minimo di 15 minuti a un massimo di 30. Vi prego, non agitatevi e non correte per i corridoi. Ripeto: mantenete la calma".
"Non funzionano neanche i cellulari, come in classe quando ci devono punire" piagnucolò Nerio, stringendosi alla spalla di Simon. O almeno, pensò si trattasse della spalla...
"Dimmi un po', tu!" Lo riprese l' altro, mostrando vicino alla finestra dei denti bianco fluorescente, immersi in un grosso sorriso "Ma ti piace cioccolatino?"
"Di cosa stai parlando adesso?"
"Sei aggrappato direttamente al fondente!". Un tuono fece notare al rossino che stava letteralmente abbracciando la natica sinistra dell' amico.
"Scusami!" Si staccò subito.
"Vedi amico, non è per te. È che io esco solo con gente di colore. Se sono donne, è anche meglio".
"Credevo fosse la tua spalla", Nerio si fece di tutti i colori dell' arcobaleno.
Non appena tornò il buio, entrambi udirono una porta cigolare e le voci stridule di due bambine.
Per l' esattezza non parlavano. Cantavano.
"Chi è là?" Domandò il ragazzo dai capelli rossi, dopo aver riacquisito un po' di coraggio.
"Shar- pay" canticchiò una "Camera. Noi e lei, camera..."
"Andate via!" Ordinò quello di colore, credendo si trattasse di un brutto scherzo. Alla luce della vetrata, data dalla candida luna, comparve un pezzetto di volto, con un occhio azzurro disegnato al centro.
"Andate via!" Ripeté "Questa scuola è per maschi!".
Ben presto il piccolo viso si mostrò per intero: l' altro occhio era attraversato dalle occhiaie, con del trucco nero che scivolava sulla guancia e la pupilla nera.
Sembrava uno di quei trucchi del web, per la festa di Halloween. Era assai strano, però, perché la faccia non era stata truccata per metà. L' occhio azzurro dava luce, ma soltanto per un quinto del volto.
La bambina era vestita di bianco, con una lunga gonna che le arrivava alle caviglie; e aveva una mantellina azzurra. "Camera Sharpay" continuò a canticchiare; finché non arrivò un altro lampo ed ella si dileguò nel buio, portandosi dietro l' amica.

 "È fragile, è troppo fragile ultimamente" disse Nerio, guardando fuori della finestrella, con gli occhi verde chiaro rivolti verso i lampi di luce. La pioggia continuava a martellare sulle vetrate, a torturare il tetto della struttura; ma la luce era tornata. 
 "Se aspettiamo che stia un po' meglio, non glielo diremo mai".
 "Simon, Onofrio stava piangendo ieri. Me l' ha detto Mattia. E tu, che eri presente, non te ne sei neanche accorto?"
 "Ha detto che dobbiamo renderlo partecipe di tutti gli eventi strani che avvengono qui..."
 "Simon, non è così forte come vuole far credere: non ce la fa più,  in realtà. Ha litigato con la ragazza, continua a prendere le botte per via di Vincenzo, e quest' ultimo non è riconoscente per nulla. Onofrio è orgoglioso, è vero, ma non è il caso di parlargli dei fantasmi delle bambine. Non in questo periodo. E poi potremmo anche averle immaginate..."
 "La stessa immaginazione, wow! Siamo gemelli e non lo sappiamo!"
"Glielo diremo, ma non ora. Okay?"
"E va bene. Allora diciamolo a Fiamma".
"Simon!" Lo rimproverò.
"Ascolta, rossino. O Fiamma o Onofrio".
"Va bene Fiamma" alzò le mani, in segno di resa.

In realtà, Onofrio non era nemmeno in collegio quella notte; perché Diamante aveva parlato con i suoi genitori e, insieme, avevano preso una decisione.
Il ragazzo aveva bisogno di qualche giorno di riposo ed era bene che andasse a stare dalla sua ragazza...
I parenti di lui erano andati nel panico non appena avevano visto il figlio piangere in videochiamata.
Era una cosa piuttosto insolita, poiché il biondino in questione era troppo orgoglioso per cadere in singhiozzi durante una conversazione... Onofrio era sempre stato un leader, un capo; sebbene molti sapessero che aveva un lato estremamente fragile.
Che versasse qualche lacrima mentre veniva punito, era naturale; tuttavia, con la sua famiglia, non si era mai esposto più di quel tanto...
Frequentava i collegi fin da ragazzino, anche e soprattutto a causa del lavoro del padre; che gli dava pochissimo tempo libero e non gli permetteva di dedicarsi ai figli come avrebbe voluto...
E così, mentre a scuola c' erano i cortocircuiti, il Crumiri cercava di ambientarsi nella casa di Diamante...

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