51
Onofrio:
Gli ematomi si coprono con la cipria, i tagli con il fondotinta; e pian piano ti abitui a vivere nel dolore, ad accettare il dolore.
A volte puoi sentirti i capelli bianchi in testa, quando ancora sono biondi.
Se ti guardi allo specchio, i tuoi occhi azzurri appaiono di vetro, quasi spenti e vuoti.
E poi ti accorgi che la tua sola luce, la tua sola allegria, è lei: quella ragazzina che ha la tua età, ma conserva l' allegria e la vita di una fanciulla.
Infine, prenoti le vacanze per due. Sai che passerai con lei il prossimo agosto, quello che ancora deve arrivare, quello che cancellerà le tracce della pandemia...
E ti svegli un bel giorno che è giugno, con il sole che trafigge le pareti e ti obbliga a stare mezzo nudo, sebbene solo nella tua stanza...
Sai che oggi non verrà, perché tutto il personale dell' istituto è impegnato con Adam, inclusa Fiamma.
E, senza Fiamma, Diamante non riesce a trovare la strada che la porterà da te...
E intanto Adam sta in infermeria. Urla nel sonno da due giorni ed è sotto farmaci.
Lo senti gridare dal tuo mini appartamento, sembra una bestia in procinto di essere scannata.
Allora contatti Diamante al telefono: le mandi il buongiorno, il buon pranzo e aspetti che ti richiami...
"Non è un boxer o uno slip, sono tre strisce a mo' di cintura che tengono su un sedere!" Commentò Nerio, osservando la trasparenza della nuova biancheria intima di Onofrio "Sei sicuro che chi te l' ha venduto non ti ha preso per gay?"
"Io non sono gay. È una nuova collezione di lingerie francese!"
"E... quale sarebbe il tuo obiettivo dopo aver indossato questa sottospecie di boxer spezzettato? Farti scattare qualche foto dai fotografi di Mattia e di Heric?"
"Spiritoso! Li ho comprati per farmi vedere da Diamante! Non sono gay, come vedi..."
"Ah, e lei apprezzerà?"
"Perché non dovrebbe? Ho il sedere più bello della classe!"
"E... quale hai detto che sarebbe il tuo obiettivo? Ovviamente, dopo essere finito sulle sue gambe, dal momento che tale intimo serve a questo..."
"Tu fatti i cavoli tuoi! Non avrei dovuto farti vedere questo mio ultimo acquisto".
"E la felpa, con scritto Blackeyep, viene dall' Italia?"
"No, è quella che ha indossato un membro dei BTS in Corea del Sud".
"Ah, non ascolto il kpop".
"Insomma, mi stanno bene o no?"
"Sì, certo!" Nerio aguzzò la vista dietro ai suoi occhiali spessi "Magari non metterle per venire a scuola..."
"Cosa?"
"Le mutande! Mettine un altro paio..."
"Non sono mica scemo! Non le metterò mai sotto l' uniforme! Per venire in aula mi bastano quelle semplici dell' NKD o dell' Intimissimi Uomo. Quelle che ho addosso ora servono per un' altra cosa..."
"Sì, per farsi sculacciare dalla fidanzata!"
"Ma vai a quel paese! E anche se fosse? Saranno affari miei, scusa". Nerio alzò le mani "Per carità! Mai contraddire il grande Onofrio Crumiri! Almeno vacci piano, quando la vedi. Ce lo fanno già a strisce a scuola, il sedere!"
"Sì, ci andrò piano. Ci andrò piano", e si spogliò senza vergogna, prima di indossare il pigiama blu notte della Smileworld e andare a dormire.
"Ora sei soddisfatto, o hai ancora bisogno di cercare il dolore, Adam?" L' infermiera, con la siringa di ferro in mano, gettò un' altra occhiata veloce al suo nuovo paziente, che era lì da un giorno e mezzo all' incirca.
Il ragazzo si affrettò a coprirsi con le lenzuola e la coperta, poi disse piano "Ancora...sono agitato ancora".
"Questo è matto tutto!" Sbottò il compagno di stanza, finito in infermeria per una delle solite risse con Stefano.
"Fai silenzio, André!" Gli lanciò un' occhiataccia la dottoressa.
"Io, veramente..." s' intimidì "se volete fargli anche le mie, gliele lascio volentieri".
"Preparati piuttosto, che ora veniamo anche da te".
"Ma...con tutto il dovuto rispetto, infermiera, gli avete fatto tipo una decina di aghi e lui ne vuole ancora. Fatelo contento, no? Perché devo farle io, che non le voglio nemmeno fare, quando lui sbava al solo pensiero di poterne subire ancora?"
"Sono cure diverse, tu hai un altro problema. Vanno fatte se si sta male, non per divertimento".
"Lui, infatti, sta molto più male di me; di testa però! Perché l' avete fatto venire qui, poverino? Quelli come lui dovrebbero stare in una clinica!"
"Infermiere, prepari subito l' ago per André..."
"No! Vi prego!" Cercò di dissentire lui, mentre una lacrima già gli scivolava dall' occhio, per raggiungere il cuscino.
Alcuni minuti dopo alle parole di Adam si unirono i singhiozzi del compagno di stanza. Quando il personale medico li lasciò soli, André urlò contro Adam "Io ci piango e tu ne vuoi ancora? Non possono piacerti queste siringhe, è da pazzi! Per cosa hai scambiato l' infermeria di questo collegio? Per un locale sadomaso? Se ti piacciono anche questi aghi, vuol dire che sei malato forte! Vai a farti controllare da uno specialista, ne hai bisogno! Se per colpa tua, finirò per doverne subire di più anch' io, ti ammazzo di botte, hai capito, zingaro? Ti ammazzo!".
"Le tue parole mi fortificano, André. Hai male?"
"Vai affa- nc- ulo!"
"Hai male. Che peccato. Ahiahi anche per te" gli rispose, con una leggera crudeltà "piangi pure, se vuoi. Mi piace sentirti piangere. Piango anch' io, qui dentro, sempre".
Vespe. Ce n' erano troppe attorno a quel volto di 13enne. Sembrava pistasse, con il piede sinistro, un ramoscello in bocciolo di rosa, strappato alle radici prima di aprirsi al mondo.
La ragazzina era tutta bagnata, dalla testa ai piedi, con i capelli neri appiccicati al suo viso pallido, al di là del torrente.
"Qualcuno può riprendere la mia bambola?" Chiedeva agli alunni che passavano di lì; che uscivano, per una passeggiata, dalle antiche mura delle Otto Valli.
"La bambola..." ripeteva "rivoglio la bambola".
Michael Zurri allungò il braccio, perché obbligato da Stefano e il suo gruppo. Cosa era mai raccogliere una bambola da un torrente? Ma ecco che un ramo cavo e pieno di spine si ruppe e sul suo braccio cadde.
L' urlo straziante si udì fino allo studio di Fiamma, che uscì immediatamente a riprendere il suo alunno.
"Vi ho detto, mille volte, che non dovete uscire dalle mura della scuola, quando c' è lezione" lì rimproverò "se non volete venire in classe, rimanete in camera o in sala studio. C' è anche la televisione là dentro..."
"Volevamo solo fare quattro passi" cercò di scusarsi Stefano, non ammettendo cosa aveva costretto Zurri a fare.
"Quando rientrerete a scuola, il vostro corpo risentirà del castigo" disse lei, caricando il giovane ferito in macchina, prossimo oramai a un' influenza.
"La. Mia. Bambola..." piagnucolò Sharpay, rimasta nuovamente sola "E. Le. Mutandine"; indicò degli slip bianchi, in pizzo, che galleggiavano nel fiume accanto al giocattolo abbandonato.
Un' altra voce, stavolta maschile, risuonò dalle viscere della terra "E stai zitta! È dagli anni '70 che desti tutti dal sonno! Sei morta, dormi!"
"Come faccio a dormire senza bambola e senza mutandine!" Si lagnò lei "Cattivo!".
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top