50
Su ogni banco stava un libricino color mattone. Era bello grosso, in realtà, ma non per altezza, bensì per il numero di pagine.
Fortuna volle che, fra le scritture in Italiano Antico e Latino, vi fosse qualche bella immagine in bianco e nero.
"Non pretenderò che riusciate a copiare alla perfezione parole e disegni" specificò la donna alla cattedra, con addosso un completo vecchio anni '30, di colore violaceo spento "mi basta che proviate, nelle pergamene che vi consegnerò, a copiarne una piccola parte. Prendete la frase o il testo che vi ha colpito di più e cercate di riprodurlo, il più identico possibile. Le pergamene, poi, rimarranno a voi e sembreranno stampate nell' '800. Potrete fotografarle, attaccarle sulle vostre pareti, regalarle. Tutto quello che vorrete. La sola che vi chiedo, in queste 2 ore, è di non fare confusione né parlare tra di voi. Non c' è bisogno di parlare con il vicino di banco per un compito tanto semplice...
Se sentirò volare una mosca, vi costringerò a venire fino alla cattedra e, da divertente, la giornata diventerà molto pesante... specialmente per i vostri sederi. Io non uso mai bacchette o fruste; ma chiunque ha assaggiato le mie mani sulla sua fresca e giovane pelle, se ne è ricordato per un pezzo. Ed ora al lavoro!". Detto ciò, prese una tela con rappresentata una ballerina di colore e cominciò a marcarne i bordi.
"Tu quale pezzo sceglierai? Il manuale ha oltre 1000 pagine! 🥲" Il fogliettino a ventaglio, con l' emoticon colorata a matita, volò per una fila di banchi e raggiunse il tavolo di Mattia.
"Simon, se conosci l' italiano, saprai anche scegliere un bel pezzo in Latino. Che ne so: 'Et Amore'. Guarda l' indice". E un altro piccolo ventaglio spiccò il volo, stavolta all' indietro.
"Se Cioccolatino chiede aiuto, vuol dire che da solo fa fatica a trovare un pezzo da riprodurre...😅".
"Simon, se mi fai finire sulle gambe di quella tizia, oggi, ti spezzo in due e ti rispedisco in Africa!"
"Sulle gambe di quella tizia? E non te ne frega niente che potrei finirci io?"
"La tua pelle è certamente più bianca della mia, negretto! 🤎 Specialmente sotto quei pantaloni dell' uniforme! Là non ci batte mai il sole..."
"Allora vuoi vederla rossa? 🥺 Cattivo Mattia!"
"Rompi le scatole a qualcun altro, non a me. C' è anche Vincenzo disponibile e ha il sedere più giovane di tutti. Scrivi a lui".
"Cattivo di nuovo!"
"Falla finita! E fammi sedere oggi pomeriggio, che ti costa?"
"E va bene. Cioccolatino ha capito".
"Bravo. Vedi di non farti mangiare allora. Trova un pezzo che risalta al tuo occhio e riproducilo".
Adam terminò prima di tutti, consegnò manuale e pergamena firmata, poi si appisolò sul banco.
Passò l' ultima ora e gli altri tornarono nei loro mini appartamenti. Rimase in aula solo Simon, per completare il suo lavoro.
Non appena finì, pensò bene di svegliarlo; tuttavia, Alcide lo fermò: "Lascialo dormire" gli disse "lo sveglierò io dopo".
Quindi, anche Simon si ritirò.
Dopo mezz' ora, appena Onofrio provò il suo nuovo lupetto nero, con l' aggiunta di guanti e pantaloni in pelle, delle tetre urla sovrastarono l' intero edificio.
Adam parlava nel sonno e urlava: "Vogliono, vogliono venire qui! Vogliono dare fuoco anche a me e a mio cugino, come hanno fatto con i nostri genitori!".
Così, tante braccia lo presero e lo portarono in infermeria.
In seguito, le stesse mani tentarono di svegliarlo, ma il giovane non voleva saperne...
"Portatemi delle siringhe" ordinò il capo infermiera alle altre lavoratrici "e aggiungete subito il siero, su ognuna".
"Sì, signora" le risposero in tono, poi la raggiunsero con tutto l' occorrente.
"Ora, girate il ragazzo di lato, solo con il dolore lo potremo svegliare".
Girare Adam non fu molto facile, perché si dimenava e non voleva saperne di aprire gli occhi.
Nonostante ciò, esse riuscirono nell' impresa e una di loro fece scendere il suo pantalone, nero, dell' uniforme, fino a metà natica.
Poi fu la volta degli slip stretti e aderenti della Liu- jo, anch' essi di colore nero e con la scritta della marca rosso fuoco, di lato.
Quando, finalmente, la carne del giovane risultò nuda e indifesa, l' antico ago la perforò. "Ahiii!!!" Si svegliò di scatto lui e, per un istante, il forte bruciore gli fece vedere di colore bordeaux tutti i presenti.
"Ahiai!" Ripeté, raggiungendo la sua parte ferita con il palmo della mano "Ho fatto...ho fatto..."
"Hai fatto un brutto sogno" gli spiegò una donna, sedendosi vicino ad Adam e carezzandogli la testa "qui in molti fate brutti sogni, ma il tuo non era compreso tra tutti gli altri...mi dispiace per quello che stai soffrendo..."
"Ahi! Che mi avete fatto? Mi fa malissimo a sinistra!"
"È solo un' iniezione...di altri tempi diciamo. È un calmante di oggi somministrato con una siringa di altri tempi".
"Perché di altri tempi? Non ho mai sentito un dolore simile in vita mia..."
"Beh, se starai qui, dovrai abituarti al dolore".
"Grazie".
"Non devi ringraziarci, perché te ne faremo molte altre, anche se piangerai peggio di un bambino".
"Mi basta che loro non vengano qui..."
"Adam, nessuno verrà qui" provò a sfiorargli il polso, per tranquillizzarlo "non vi troveranno mai. Siete al sicuro nell' istituto. Soltanto noi abbiamo il diritto di farvi male, capito?"
"Mi brucia l' ago così tanto, qui dietro, che non riesco neanche a ricordare nitidamente l' incubo..."
"E allora non ci pensare. Non era reale. Pensa solo al dolore che stai sentendo, perché dovrai subirne molte altre di queste punture...e ti faranno male. Inoltre, di te sappiamo anche che..."
"Che mi taglio, vero?" Bisbigliò, girandosi di più e coprendosi meglio "Ho freddo".
"Portategli un' altra coperta!" Ordinò la donna alle infermiere. Loro eseguirono.
"Lui è vivo" proferì la strana donna, allontanandosi "ho percepito il cuore battere dentro di lui, il calore nei suoi capelli, il dolore che provava. In lui c' era vita, c' era anima". Poi si guardò allo specchio del bagno dell' infermeria e una figura mostruosa, rossastra e magnetica apparve per un istante; come una fanciulla in preda al suo terrore più grande: "Non specchiarti, gli specchi non ti amano. Gli specchi ti odiano. Gli specchi sanno. Quei maledetti specchi... Che sanno! Maledetto Rosso, che mi ripudi! Maledetto Rosso! Ero bella anch' io, una volta. Ero giovane! Ero ricca! Ero... Ero io il vero potere del colore rosso!"
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top