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Vincenzo:
Il ragazzo mi sorride allo specchio, quando la notte tutto scricchiola. Mi alzo nervoso, perché l' indomani mi aspetta una verifica e sorprendo la sua faccia ridente, più bionda della mia. Ed è nudo. Poi la salopette, appesa alla chiave dell' armadio, cade a terra. La riprendo in mano è il suo volto sparisce.
Esco in corridoio e vedo una foto in bianco nero, degli anni '70 all' incirca: sono rappresentati tutti i vecchi studenti di questo collegio. Tra loro sbuca la testolina di una ragazzina, sui 12 anni, identica a 'Mercoledì Addams', ma vestita con jeans e maglietta. Mi sembra di averla già vista, dove però? Il suo sguardo è torvo, tetro, accigliato... e non sembra tanto contenta di farsi fotografare. Quell' abbigliamento nasconde qualcosa, qualcosa di molto più tetro dei suoi stessi occhi. "Sono Sharpay" mi sembra di sentire nella mia mente.
Mi precipito a lezione, mentre la mia camicia elegante e ottocentesca, ricamata come quelle dei nobili di un tempo, si riflette velocemente sulla pulita e nera parete.
Quando devo essere punito dalle mani o dalle fruste di questi insegnanti, mi abbasso il pantalone, perché non voglio che si rovini.
Infine torno in camera, spesso dolorante, mi tolgo l' uniforme e mi getto sul letto.
E, di nuovo, il ragazzo allo specchio ride.
"E la testa del presidente vola, vola, vola via..." canticchiava un omino basso, ossuto, con i capelli un po' troppo lunghi per essere definito un individuo del 2022. La sua postura, il suo modo di essere e di pulire facevano intendere 'qualcuno' che 'fosse fermo' al 2021; come se il suo orologio anatomico potesse sostenere un dicembre dell' anno prima, ma non un gennaio dell' anno successivo.
Dopo aver lavato il corridoio, i suoi occhietti piccoli e neri lanciavano un' occhiata al televisore e, stranamente, se lo guardavano molto arrabbiati, qualcosa in Parlamento succedeva sempre... di tanto in tanto il Presidente del Consiglio si sentiva male, di tanto in tanto lanciava proposte che non venivano accolte.
Spesso Fiamma spengeva la TV, proprio per non permettergli di vederla. Quindi, accendeva la radio e tutto tornava a posto: il bidello canticchiava e lei si dedicava ai suoi impegni da Segretaria.
Vincenzo si trascinò per il corridoio con tre libri nella mano destra e una vecchia cartella nella sinistra: "Ehi! Mi allacci il fiocco, per favore?" Gli domandò con calma e le mani di lui lasciarono mocho e candeggina per rispondere alla piccola richiesta.
"Grazie".
"Lezioni pomeridiane oggi?"
"Solo oggi, per fortuna".
"Buon 28 dicembre 2021, ragazzo! Non correre troppo per il corridoio, altrimenti non arriverai incolume al 29 dicembre! Ho usato il mocho!"
"Sì, ho capito!".
"E la testa del...vola...".
A volte, dal bosco vicino al collegio si elevava del fumo. Nessuno sapeva cosa fosse, ma Fiamma si raccomandava sempre di non uscire in giardino quei giorni, specialmente se il sole era già tramontato.
Vincenzo attese che terminassero gli studi serali; poi, per nulla infastidito dall' aria incandescente che attraversava le finestre del collegio, aperte ancora a causa dell' improvvisa assenza del personale ATA, girò sui tacchi e raggiunse il suo piccolo appartamento.
Né Nerio né Simon erano ancora rientrati... e dal corridoio, quel tardo pomeriggio, non aveva ancora intravisto la riccioluta e dorata testa di Heric. Di solito, quest' ultimo si ritirava prima di tutti gli altri, perché si metteva a fare le stories su Instagram o su Tik Tok. Tuttavia, quel giorno aveva deciso di fermarsi nell' antica biblioteca a fare pratica di scrittura con pennino e calamaio.
Gettatosi sul letto con addosso l' uniforme del giorno, socchiuse quasi gli occhi; finché non si rese conto di avere caldo. Era ancora aprile e il tempo era, solitamente, mite. Eppure, lui si sentiva soffocare.
S' alzò di scatto e tolse gli indumenti sudati, gettandoli ai pie' del letto. Quindi si fece una doccia veloce e si mise addosso la salopette 'rubata'. Di nuovo, non mise biancheria intima.
Si guardò all' immenso specchio della camera e si scattò dei selfies con l' i- phone. Quando appoggiò il cellulare sul comodino, si rese conto di avere le mani sporche di polvere; come se, invece di stare a scuola, fosse stato in una miniera.
Nel 2022, nelle miniere ci lavoravano soltanto stranieri o italiani poco istruiti; ma, fino a 70 anni prima, erano aperte a tutti i giovani sopra i 14 anni.
Vincenzo aveva lavorato nell' animazione turistica, ma mai di notte. Non sapeva quanto duro potesse essere il lavoro in una miniera; eppure, su ritrovò in piedi innanzi al comodino, tutto sporco di polvere.
Si chiese se, casomai, era passato per il giardino prima di andare a lezione; ma, a parte le parole del bidello, ricordava ben poco della mattina appena trascorsa.
L' aria, fuori della finestra, si fece più secca e maleodorante, lo colse un giramento di testa improvviso e cadde sul letto, svenuto.
Quando si svegliò, i grandi occhi verde chiaro di Nerio lo scrutavano da sotto gli occhiali rotondi. "Che mi è successo?" Sospirò il sedicenne, rizzandosi a sedere. "L' aria ti ha dato fastidio e sei svenuto. Sei stato fuori?"
"No, sono solo stato a lezione..."
"Allora perché non hai addosso la divisa scolastica?"
"Sono salito in camera a farmi una doccia! Ho indossato la salopette e ho avuto un piccolo malore..."
"Sei tutto coperto di polvere. Ci credo che hai avuto il malore! Oggi non sei venuto a scuola e sei andato in giardino, ignorando gli ordini di Fiamma".
"No! Ti dico che ci sono venuto! Il bidello mi ha anche aiutato con il fiocco della camicia!"
"Io non ti ho visto" tolse gli occhiali e raccolse, con santa pazienza, i vestiti a terra del coinquilino "Devi essere più ordinato, però, Vincenzo. Non si butta l' uniforme a terra così, domani la dovrai mettere! O vuoi marinare la scuola anche domani?"
"Ti dico che oggi non ho fatto marinato la scuola!" Piagnucolò "Mi sono sentito male e sono risalito subito dopo le lezioni serali!"
"C' è bisogno di piangere?" Gli lanciò un' occhiata brusca "Mica sei il solo che si comporta così! So bene che le lezioni siano dure, ma non c' è bisogno di giustificarti con me".
"Nerio...non sto..." e un' altra lacrima gli scese dal volto "non sto piangendo..." sospirò, prima di ritrovarsi la faccia rigata dal pianto.
Il rossino gettò l' uniforme dell' amico su una bacinella in bagno, con dita inorridite "Domani vedi di venire a lezione. Sono stufo di pulire la tua mer- da!"
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