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Achille:
E il 'bastardo' come compagno di stanza l' ho beccato proprio io! Hanno trasferito il mio vecchio 'coinquilino' gay in un' altra camera e con me ci hanno piazzato quel Zurri, che non lo posso compatire! La sola cosa positiva (che poi, in realtà, è anche negativa) è che ci hanno messo vicino a Stefano. È proprio il mini appartamento davanti al suo. Sarà difficile andare a lezione vedendo il suo 'brutto muso' ogni mattina. Se non altro, però, Zurri se ne starà al posto suo; perché con quei bulli è facile beccarsi un pugno in faccia!
Inoltre, nei weekend, potrò far venire Onofrio e gli altri in camera mia, dal momento che il nuovo acquisto delle 'Otto Mura' ha un bambino piccolo e lo andrà a vedere ogni venerdì, sabato e domenica. Per quello che ho capito, Fiamma si prenderà l' impegno di 'accompagnarlo' e 'riaccompagnarlo'. Manco fosse il principe d' Inghilterra! Sospetto, però, che la pagherà per questa cortesia e anche tanti bei soldini! Qualche oretta con i professori di Retorica, Equitazione e Biologia Novecentesca e quella sua linguaccia farà una brutta fine! Non vedo l' ora di vederlo chino sulla cattedra con la camicetta dell' uniforme tirata su!
La 'Festa della Fondazione' della scuola si è conclusa e mi sono divertito molto. I miei genitori mi hanno portato altri vestiti e un computer nuovo. Non si sono per niente stupiti che mi sono ritrovato iscritto qui. Come i parenti di tutti gli altri, d' altro canto. Dopo il rinfresco abbiamo fatto tante foto, sia con gli insegnanti che con il personale ATA; solo non con i telefonini. La vecchia Canon del 1941 ci ha scattati tutti, maneggiata da un fotografo pagato e professionista. C' è qualcosa di strano in quella macchina fotografica. È come se fosse resistita a una guerra, rimanendo intatta. Quando la si vede o la si tocca, si percepisce un' ondata di energia. A volte penso che oggetti così rari debbano stare in un museo, non in una vecchia scuola. Ho, però, l' impressione che; se la si spostasse da qui, il college sparirebbe. E poi chi è così pazzo da prendere una vecchia Canon, con pellicola in bianco e nero, e attraversare l' intero bosco? È molto più pesante delle Reflex di oggi e fa fotografie, più o meno, come una Polaroid per bambini...credo... un po' come gli antichi libri nelle vecchie case: chi li sposterebbe mai da lì?
Al mio ritorno in camera ho spento la luce e mi è sembrato di vedere della vernice nera che scivolava dal muro. Così ho riacceso la luce e, per un singolo istante, mi è sembrato di intravedere una donna; con i capelli lunghi e bianchi e un vestito nero, che graffiava la parete. Poi è scomparso tutto.
Alle volte ho paura di guardarmi allo specchio, perché temo di vedere un' altra immagine e non la mia...
Lo so che sono paure da pazzo!
L' uomo si accese di nuovo il sigaro, che tendeva a spengersi continuamente; a causa del vento che soffiava in quella notte di maggio. Nella mano libera stringeva uno scorcio di pergamena, bruciata ai contorni, ingiallita e macchiata dal tempo: "Nel bosco più estremo delle Alpi, a 8 000 chilometri di distanza da un piccolo paese, sta un' antica villa adibita a scuola per giovinetti. Essa non possiede indirizzo, ma una grigia e possente cancellata la separa dal resto della vegetazione".
Il tizio girò e rigirò l' esile foglietto tra le dita, come se comparissero, per incanto, altre informazioni. Tuttavia, la magia non può esistere per ogni cosa e le due o tre righe, stampate con la macchina da scrivere, erano i soli dati che si potevano avere sulle famose e misteriose 'Otto Valli'.
"Mi spiace" proferì al telefono un altro uomo, a poca distanza dal tizio col sigaro "ma dovremo far cadere le accuse di Marco Sazzi. Non possiamo condannare quell' animale alla distruzione. Inoltre, è anche un esemplare di felino molto raro oggi. So che a Sazzi non piacerà il risultato dell' udienza, ma non abbiamo prove sufficienti. Leone Bianco stesso ha dichiarato che il gatto Gino è una vittima e non un carnefice. È possibile che Marco Sazzi si sia inventato tutto, dal momento che è stato cacciato dallo shooting. O meglio, se n' è andato da solo".
"Grazie per il vostro impegno" disse un poliziotto, dall' altro lato della cornetta "nessuno oserà toccare con un solo dito il gatto Gino".
La salopette gialla se ne stava appesa nell' armadio. Era un modello da uomo, di buona stoffa Denim e con il marchio Dickies 5-Star Super. Vincenzo, per sbaglio entrato nella vecchia e impolverata stanza, ronzò intorno ad essa per mezza mattinata. Era la L, la sua taglia, ed era perfettamente coperta con una busta di nylon. Si immaginò come potesse stare il suo corpo al suo interno, se il materiale avrebbe aderito bene alle sue forme e ne avesse messo in risalto i punti calienti, tra cui il suo magnifico sedere.
Sapeva che gli oggetti, in quella scuola, non potevano essere usati da tutti; ma quell' indumento diceva 'mettimi - mettimi'. Era sostenuta da una cruccia di legno, come quelle di una volta ed era perfetta per la mezza stagione che si proponeva.
Voleva indossarla. Altroché se voleva indossarla! Con la mano chiara e affusolata sfiorò prima il celofane che la conteneva, poi cercò di liberarla dal suo involucro. L' appendiabiti venne e la salopette si ritrovò tra le sue braccia massiccie, muscolose e delicate allo stesso tempo. 'E ora?' Si chiese nella sua mente 'Non so neanche se il proprietario di questo oggetto è un altro studente'. Gli si seccò la saliva in gola: 'E se fosse Stefano? Oppure Onofrio?' Deglutì, pensando a quanto litigiosi potevano essere loro due. Poi una vocina, dentro di sé, gli disse che, probabilmente, il vero proprietario non era più dentro le Otto Valli da un bel pezzo. 'Onofrio mi direbbe di metterla, di portarla via se mi piace' pensò 'e riderebbe anche di me se scoprisse che non ne ho avuto il coraggio'. Già, Onofrio sapeva essere fin troppo categorico...
"Io l' ho trovata. Non l' ho rubata" si disse, appoggiandola sopra alla felpa e guardandosi allo specchio mezzo rotto della stanza "se spunta fuori il proprietario, gli dirò che non lo sapevo, che l' ho trovata per caso...e che l' ho indossata perché mi si è sporcata la felpa" s' inventò e la portò via, con tanto di cruccia e busta trasparente.
Quando tornò in camera trovò Nerio con addosso l' uniforme che si stava abbottonando la giacca grigia. La pietruzza violetta, incastonata sul fiocco, brillò al contatto con la luce incandescente del corridoio "Almeno oggi hanno acceso la luce elettrica!" Buttò fuori a casaccio il sedicenne, tentando di non far capire al compagno di stanza che aveva appena 'rubato' una salopette. "Cos' è?" Lo guardò il rossino.
"L' ho trovata. È mia ora" tagliò corto.
"Vedi di cambiarti e venire a lezione" sospirò "anziché girare per le stanze degli altri ragazzi all' alba e fregar loro i vestiti! Oggi c' è Retorica. Se ritardi, il tuo sedere ne risentirà" prese la cartella e uscì dalla camera.
Vincenzo rimase solo.
Si tolse la felpa nera e bianca della Playboy, il jeans ed i boxer.
Dunque indossò la salopette senza biancheria intima e con solo una maglietta bordeaux, di cotone, del Terranova. Si specchiò, si fece un selfie e lo caricò su Instagram, ottenendo immediatamente 500 mi piace.
In seguito, la mise tra i panni sporchi e si preparò per la lezione imminente.
In classe c' era uno nuovo, dall' aspetto angelico e con addosso un' altra salopette, di colore rosso. "Perché non hai l' uniforme?" Gli chiese Vincenzo, sedendosi a poca distanza da lui. "Sono arrivato stamattina all' alba" rispose lui "non me l' hanno ancora data".
"Figa la tua salopette".
"Io indosso solo salopette. Ne ho una anche gialla" allungò la mano verso di lui "mi chiamo Oliviano". Vincenzo gliela strinse, ma non aggiunse un' altra parola.
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