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In realtà, i ragazzi delle Otto Valli non erano assolutamente crudeli. Era il mondo in cui si trovavano che li aveva resi più freddi di altri. Le materie del corso andavano studiate, e molto bene anche! Là non esisteva la frase 'Prof, ho avuto altro da fare'. O studiavano o comunicavano a Fiamma che le lezioni erano troppo dure e che le loro menti non ce la facevano; dunque, la supplicavano di disiscriverli.
Benché le punizioni corporali, 'la mancanza dell' indirizzo' e del 'numero di telefono' della scuola su Google, gli strani fenomeni che si verificavano al suo interno e la possibilità di allontanarsi dalla struttura solo grazie alla segretaria; gli studenti arrivavano quasi sempre alla fine del loro percorso, diventando, poi, qualcuno. Le amicizie che allacciavano alle Otto Mura rimanevano per tutta la loro vita, o comunque per buona parte di essa.
Quindi, sebbene ci fossero anche alunni un po' strani, di provenienza misteriosa come quella di Stefano; nel bene o nel male, era abbastanza utile frequentarla... Se non altro, forniva molto successo nei social network e rilasciava un buon attestato. Per di più, essendo un collegio letteralmente 'sconosciuto', tutti potevano inventarsi storie su di esso o dire, nelle biografie, che non l' avevano frequentato affatto... che erano immigrati e così via. Eppure, nel suo mistero, quel luogo aveva davvero qualcosa di insolito.
Le storie vere non vengono mai raccontate del tutto. Nemmeno il vostro idol preferito, che ha sfornato otto o nove libri sulla sua vita, dice in realtà la verità. E' facile inventare, ma poi gli incubi imperversano sulle menti, fanno svegliare le persone urlanti, aprono gli occhi con la paura. E chi li ha voluti quegli incubi? Nessuno lo sa. L' occulto esiste, gli ostacoli anche, e le storie vere pure...
Quando Michael Zurri uscì dal vecchio e arrugginito cancello scivolò sul fango e cadde disteso in mezzo alle ortiche. Cercò di rimettersi in piedi e chiamò il nome di Tommy. Tuttavia, nessuno rispose. Rialzatosi, qualcosa lo fece scivolare ancora, questa volta di sedere. Invocò di nuovo il suo accompagnatore, ma niente. "Tommy! Tommy! Che cazzo, Tommy! Dove sei?" Urlò "Sono caduto. Devi aiutarmi!". Il sole faceva capolino tra le nubi del cielo, brillando in modo spettrale. La tuta rossa della Champion, che aveva voluto pagare il triplo per fare bella figura, cominciò a sporcarsi di terra ed erba. Si rialzò un' altra volta, cadde di nuovo. Il laccio del pantalone rimase impigliato in un rametto secco, pieno di spine. Cercò di slegarlo, ma ottenne soltanto di far scivolare ancora più giù le braghe, fino alle cosce. In breve si ritrovò nudo dalla vita in giù, con le sneakers blu della Diadora che scivolavano sulla melma, come un' anguilla tra le mani. "Dai, e slacciati!" Supplicò l' indumento come si fa con una persona "Ti prego, slacciati! Non posso rimanere qui, ho un bimbo a casa!". Con la mano libera si tirò su alla meglio i boxer, ma rimase a sedere scoperto. Dopo tanto tirare, il laccetto rosso di cotone venne e le sue scarpette scivolarono ancora di più tra la terra; facendolo pungere ovunque c' era la carne nuda. A carponi si mise in ginocchio e strillò più forte "Tommy! Dove cazzo sei finito! Guarda che ti licenzio davvero io!". Tommy, però, non c' era. La giornata avanzava e lui non riusciva ad alzarsi senza cadere. E ogni volta che cadeva, si faceva più male. L' ortica sembrava non volesse lasciarlo andare e si 'divertisse' a procurare sempre più bolloni sulla sua pelle. "Andiamo, Tommy" disse, quasi arreso "so che ti piace nasconderti nel bosco, ma è ora di tornare indietro e aiutarmi. Tommy?". Cercò in rubrica il numero di casa e contattò sua moglie. Le spiegò che si era perso nel bosco, vicino a una scuola e non sapeva come tornare indietro: "Non c'è un indirizzo" farfugliò al telefono "quell' idiota di Tommy non possiede un cellulare. Attraversando il bosco sarei potuto tornare in paese, ma sono inciampato in un campo di ortiche. Dì alla polizia di cercarmi". Poi cadde la linea. Poco dopo, ormai pieno di bolle ovunque, intravide i tre ragazzi che l' avevano pestato, vestiti con l' uniforme scolastica. Ridevano di lui. "Come ha fatto questo montato a cadere qui?" Si chiedeva uno. "E' proprio uno sfigato!" Rispondeva un altro "Gli avevi detto di stare attento, altrimenti si sarebbe pizzicato le gambine!"
"E ora morirà?" Aggiunse un altro ancora "I montati fanno sempre una brutta fine! Che peccato per il suo bambino, dovrà crescere senza padre!". Benché il forte dolore, le dita delle sue mani si chiusero in due pugni "Io non sono un montato, avete capito? Io non sono un montato!" Li cacciò dalla sua mente e, a quelle tre facce, giovanili e altezzose, si sostituì il volto bruttino e trascurato di Fiamma: "Voi giovani ci farete impazzire" sospirò sconsolata "come hai fatto a fare un volo tra l' ortica? Ti mancava un po' di bruciore sulla pelle? Ai nostri insegnanti piacerebbe arrossartela un po' ogni tanto, se ne hai bisogno".
"I docenti non possono toccare gli studenti" precisò, con un filo di voce; non rendendosi conto di essersi definito 'studente' da solo. "Affare fatto?" Domandò la segretaria, con il viso che appariva e scompariva tra gli alberi. "Chi sei?" Singhiozzò lui "Ti prego, aiutami. Ho male dappertutto". Le lacrime gli rigarono il volto "Non voglio che il mio bambino cresca senza padre".
"Zurri che ha successo nella vita perché i suoi genitori sono ricchi" proseguì lei "Zurri che diventa un insegnante di musica pop, ma non conosce il kpop. Zurri che si offende se i metallari gli dicono che non sa fare musica. Zurri che fonda un partito politico, ma con i soldi del papà. Zurri che guida il fuoristrada. Zurri che si veste solo firmato. Zurri che ha potuto studiare a Milano e non in altri luoghi, perché suo nonno ha pagato un appartamento tutto per lui. Zurri che assume Tommy perché è un 'povero straniero'. Zurri che si sposa con una ragazza malata mentale, ma bella come il sole, e ha un bambino. Non pensi che sia brutto cadere, Zurri? Vuoi insegnare qui, ma cosa ti dice che tu non voglia prenderle da chi insegna qui? Abbiamo ragazzi che si girano e si tirano giù pantaloncini e slip dalla mattina alla sera, e sono anche più importanti ed influenti di Michael Zurri!". In quel momento il volto di Fiamma divenne quello di una giovane ragazza, vestita come negli anni '30, con un elegante chignon francese e delle piccole pallettes sulle maniche "Sono più bella ora, vero?" sorrise, con un velo di misteriosa malizia "Sai, una volta le donne non avevano neanche la libertà di uscire di casa senza un parente. Poche di loro avevano diritto a un' istruzione. Ma il mio destino è stato magnanimo. Mi ha permesso di essere ragazza e libera. Io non ho alcun vincolo, non ho un marito e non ho figli. Avrei voluto averne, però. Magari cinque o sei. Adoro le famiglie numerose. E tu? Se veramente hai ottenuto tutto dalla vita, perché hai paura di morire?"
"Sono giovane ancora...io ho tante cose da fare".
"Eh già. Sai la sola cosa vera che ho imparato dalla vita e dalla morte? Che solo chi non ha paura di morire, ha veramente ottenuto tutto dalla vita, razza di moccioso!". Un vento scosse i rami, le nuvole nascosero il sole e Michael svenne. Si risvegliò in infermeria, con i fogli dell' iscrizione alle Otto Mura firmati; non come insegnante, ma come studente. Sua moglie gli aveva risposto con un SMS: "Non farmi più spaventare così. Se vuoi frequentare una scuola, iscriviti e basta".
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