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Vincenzo:
Quell' idiota di Stefano ci ha fatto frustare il culo a tutti, incluso Heric, il nuovo arrivato. Quando ho visto quell' omone immenso, alto quanto una montagna, prendere dal muro una 'disciplina' (cioè uno dei frustoni che usavano gli antichi sacerdoti per autopunirsi; simile a una cinghia a nove code), il mio primo istinto è stato quello di scappare. Avrei voluto essere da tutta un' altra parte. Ho il sedere che mi fa un male terribile! Per di più io ho subito il tutto a mutande abbassate; coperto davanti dalla lunga camicia dell' uniforme... come tutti gli altri d' altronde.
Quel tizio calvo, alto quasi quanto il 'mostro' di 'Frankenstein', altro non è che l' addetto alla disciplina del collegio; e, quando ci sculaccia lui, fa male, malissimo! Mi è sembrato di essere tornato al tempo dei romani; quando gli scribi, più o meno della nostra età, sostenevano un esame e andava male; dunque 'dovevano essere frustati'.
Partiamo dall' inizio, però: tutto è cominciato con la bravata di Stefano nel rubare il libro di Nerio, un romanzo sui vampiri. Chiaramente, ad Onofrio non è andata giù; dunque entrato di nascosto nella stanza del 'ladro' per riprenderselo.
Non so che cosa abbia toccato; però ha preso un oggetto che non doveva prendere, qualcosa di cui quello Stefano era segretamente geloso. Una specie di tablet credo; ma che si chiudeva in quattro come una scatolina ed emetteva una strana lucina in mezzo. Ci ha fatto vedere lo strano marchingegno: aveva due pulsantini ai lati e bastava sfiorarli con gli indici per vederlo aprirsi. Non conteneva solo le caratteristiche del telefono ed internet. Era una specie di mappa digitale del mondo. Conteneva tante di quelle applicazioni da non avere quasi lo spazio tra le cartelle. Eppure era grande quanto un laptop, una volta aperto. Se si sfiora il suo schermo una voce guida dice "Dove vorresti andare? Digitare nome, anno e mese di destinazione". Onofrio l' ha messa sul ridere e ha chiesto "Facci vedere la Cina, nel 2022". Tutte le applicazioni si sono illuminate, ad esclusione dei social network, e sul muro sono apparse tante immagini virtuali della Cina; dal primo gennaio del 2022 fino ad aprile, poi da maggio fino a luglio, in seguito da agosto a ottobre, ecc...fino a raggiungere il 2023.
Sembrava di stare davvero a Pechino! Tuttavia, ci siamo spaventati perché la sua carica digitale era oltre 8G; e abbiamo sfiorato di nuovo i tastini per spengerlo. È tornato ad essere una scatolina. Ed è stato allora che abbiamo intravisto dalla porta, attraverso lo specchio, lo sguardo pazzo di Stefano. Si è gettato su Onofrio, gli ha urlato "Come hai fatto a capire dove dormo? Mi hai seguito, non è vero? Maledetto stalker!". Se le sono date di brutto; poi Stefano ha visto che stava avendo la peggio ed è corso in sala studenti. Onofrio l' ha rincorso. Hanno continuato a darsele di santa ragione; finché non hanno rotto, con il loro peso corporeo, una porta che dà su un soggiorno; illuminato solo da lampade ad olio e strapieno di bambole, di plastica la maggior parte, ma non per questo indistruttibili. Ed è lì che è cominciata la rissa vera e propria: quelli del gruppo di Stefano hanno cominciato a prendersela con noi; che, ovviamente, abbiamo reagito. Senza volere, abbiamo rotto non so quante bambole; non con cattiveria, ma perché... ci siamo andati sopra! E tutto per colpa di quell' oggettino digitale 'che non dovevamo toccare' e del libro di vampiri di Nerio. Alla fine; in quel soggiorno, una volta ordinato, preciso e lucidato; non sono rimasti altro che corpicini di plastica rotti, senza più braccia né gambe. Alcuni nudi, altri con i vestitini tradizionali di un tempo. Se erano di porcellana o di vetro ci facevamo davvero male temo. È andata bene che erano giocattoli e non articoli da arredamento. Prima del 'guaio' quasi nessuno di noi sapeva che quel soggiorno esistesse. Dopo la rissa ci siamo resi conto del casino che abbiamo combinato, ma era troppo tardi. La porta era caduta, così come le bambole. Abbiamo tentato di ricostruire queste ultime dalla disperazione; ma il bidello non ce l' ha data vinta.
Ha smesso persino di canticchiare: "E la testa del Presidente del Consiglio vola, vola, vola via"; sostituendola con un "Che disastro! Mi pagano solo 1.200 euro mensili per pulire e ordinare tutto! Guarda che avete combinato!" Non cantato, purtroppo per noi.
Ha contattato l' addetto alla disciplina immediatamente ed ora eccomi qui, a scrivere con le natiche in fiamme. 35 frustate sul sedere con la terribile 'disciplina'. Ahio! Non ci possiamo sedere, non possiamo camminare. Possiamo solo stare a pancia in giù sul letto, stesi; con le finestre semi aperte per darci un leggero sollievo sulla carne arrossata. Ahi! Ahi! Ahio!
Mi dispiace un po' per il bidello, poveretto! Dopo che si impegna tutti i giorni a riordinare il collegio, arriviamo noi e distruggiamo tutto. Speriamo che, nei prossimi giorni, ci perdonerà e tornerà a canticchiare "E la testa del Presidente del Consiglio vola, vola, vola via".

Stefano divideva la stanza con altri due giovani, bizzarri e altezzosi come lui: uno era di nazionalità giapponese e aveva una garza in mezzo alla fronte, dovuta a un incidente per le strade di Tokyo. L' altro, invece, proveniva dall' Europa come la maggior parte degli altri studenti; tuttavia risultava molto strano agli occhi dei compagni. Benché la diade sostenesse con tutte le forze il proprio leader; non erano loro i veri seguaci del bullo. Stefano teneva stretti ben altri amici, in altre zone del collegio. Aveva, infatti, troppi segreti nella sua camera per fidarsi ciecamente di chi eseguiva tutti i suoi ordini senza battere ciglio. Nascondeva dentro al comodino un cellulare che poteva diventare un computer portatile, attraverso la semplice lettura delle impronte digitali... Ed era soltanto uno dei tanti marchingegni che il giovane si era portato con sé nel suo tragitto 'casa - collegio'. Da dove venisse, nessuno lo sapeva. Era il prepotente, l' istintivo della classe, quello che quasi nessuno osava contraddire. Nessuno, a parte Onofrio.
Si dice che ogni essere umano ha i suoi fantasmi, i suoi timori. In alcuni individui si manifestano in incubi notturni, paure inconsce e drammi familiari. In altri sono più nascosti: si celano dietro un' apparenza; oppure sono troppo ovvi per non venire alla luce continuamente. In poche parole; c'è chi parla con gli spiriti, chi ha terrore degli spiriti e chi crede che non esista alcuno spirito... Stefano era misterioso esattamente come la scuola che lo ospitava, come la malattia che lo divorava; come il potere che, sugli altri, esercitava. La scuola delle Otto Valli era talmente immensa che qualunque altro collegio, in Italia, sarebbe scomparso innanzi ad essa. Le sue mura potenti, i mattoni gotici sistemati uno sopra l' altro, il mondo sotterraneo oltre le piscine coperte; una volta era il castello di qualche signorotto locale. Non esisteva, in tutta la penisola, struttura simile; e non soltanto per la rigida disciplina e le punizioni corporali che, in Italia, erano state bandite da oltre 50 anni.
Eppure; tra le sue stanze, nelle sue aule, nei dormitori, essa faceva il suo percorso naturale. Educava un piccolo mondo che avrebbe, in minima parte, bloccato il caos degli anni futuri. Ragazzi che non sapevano come ci erano finiti, però erano iscritti; tutti maschi e tutti belli. Chi sarebbero diventati poi, se quell' attestato non aveva più importanza dal 1942? E...se importanza l' avesse avuta?

"Ti ho restituito il libro" gli disse Onofrio, appoggiando sul comodino di legno antico il famoso romanzo di vampiri, che era costato a tutti loro ben 35 scudisciate con una frusta molto in uso nell' '800 "vedi di non fartelo fregare più, anche solo per pietà del tuo sedere... e del nostro".
"Grazie" gli rispose il ragazzo dai capelli rossi, allungando una mano smaltata di nero, con un anello di bronzo a forma di teschio, verso il 'prezioso trattato'.
"Non crederai ancora che siamo dei medium? Ti prego, Nerio, guardaci" si tirò giù leggermente il jeans celeste strappato e l' elastichino verde acqua, sottile, dei boxer; mostrando, a sinistra, una natica soda ma arrossata più di una ciliegia "per un po' dovremo fare lezione seduti sopra ai cuscini bordeaux delle nostre poltrone! Ti immagini l' impegno di doverli portare giù dalle camere ogni giorno, con gli altri studenti che ci guardano come se fossimo dei fenomeni?"
"Fenomenali siamo, medium forse no. Appena potremo uscire, restituirò il romanzo a mia sorella... tanto poi dovrò comunque tornare qui". Il ragazzo dai capelli biondi gli passò un bicchiere colmo di succo di frutta ai mirtilli. Nerio ne sentì il profumo "E questo?"
"Dal frigorifero, nella mia camera. Non so se l' ha portato quello nuovo, Heric, o se già c' era... l' ho notato per caso minuti fa, cercavo del ghiaccio da mettere sulle ecchimosi".
"E l' hai trovato?"
"Sì, ma mi ha fatto ancora più male. Brucia da morire".
"Dovremo prendere degli antidolorifici quando torneremo a casa per il fine settimana, tanto nessuno dei nostri parenti ci crederà mai..."
"Beh, non siamo bambini. Non abbiamo la tutela dei minori dalla nostra parte".
"Se non altro ci lasciano uscire, già è tanto".
"Sì, sulla Fiat 500 di Fiamma. Quando il corso sarà finito, dovrò comprare un Suv a quella povera donna".
"Non credo lo accetterà mai da te, sei un Crumiri" sentì di nuovo l' odore della bevanda "io non mando giù questo succo, non so da quanto tempo è in frigo". Onofrio alzò le spalle "Se vuoi ho anche del vino rosso e uno spumante. Bere dovrebbe calmare il dolore". Poi tirò fuori dalla tasca della sua felpa bianca, con stampato uno scheletro nero, una Marlboro Light e gliela lanciò "Questa la vuoi? Andiamo a fumare?"
"Sì" rispose il quattrocchi.
"È caldo oggi..." si diresse verso l' armadio e prese un maglione nero, con dipinta una scritta tribale sulla manica destra "questo ti dovrebbe bastare".
"Ehi! Chi ti ha dato il permesso di frugare tra i miei vestiti?"
"Ti aspetto in veranda, e sbrigati! Non ho tutto il pomeriggio, stasera lei verrà a cenare con noi!"
"Lei chi?"
"La ragazza di cui ti ho parlato!" Gli urlò dal corridoio. Nerio guardò il suo indumento. Per poco Onofrio non lo inzuppava nel bicchiere. Se fosse successo, avrebbe odorato tutta la sera di vecchi mirtilli spremuti. 'Ma non doveva venire a colazione?' Disse tra sé e sé 'In che stato pietoso ci troverà stasera?'.

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