19
Heric:
Evitando le occhiatacce di Mattia, provo la mia nuova uniforme. La mia iscrizione è stata molto più facile, rispetto agli altri. Semplicemente, ho portato i documenti al preside e ho pagato la prima rata. Ad essere sincero, le parole di Fiamma mi avevano spaventato. Credevo che chissà quale strano rito avrei dovuto fare per studiare in un collegio liceale- universitario. La sola cosa che mi ha stupito è che questo luogo non ha un sito web. Ho dovuto fare tutto cartaceo, come 60 anni fa. Ho dichiarato che ho 24 anni, che ho frequentato l' accademia artistico- musicale e che ho fatto un corso da modello. Le solite cose che bisogna scrivere sempre nelle scartoffie per essere ammessi da qualche parte. La sola cosa strana si è verificata con la mia ultima firma nella tessera d' iscrizione: ho sentito come una forza che mi avrebbe tenuto qui per tutti e nove i mesi, senza darmi la libertà di disiscrivermi. Poi, uscito dalla presidenza, è comparso il quaderno. Questo quaderno. Me lo sono ritrovato sulle scale, vicino alla ringhiera. Quando sono salito non c' era. Un' altra cosa incredibile è che, in una giornata, mi sono ritrovato tutti i miei vestiti preferiti nell' armadio della camera, che condividerò con Onofrio e Mattia. La sola spiegazione logica è che ce li abbia portati qualcuno durante la notte. Ieri sera avevo detto ai miei parenti che l' indomani avrei provato ad iscrivermi alle 'Otto Valli', ma non mi aspettavo una tale velocità nel portarmi gli oggetti; anche perché nessuno di loro sembrava conoscere questo posto. Comunque, con i 12 manuali di circa 800 pagine l' uno, avrò ben altro a cui pensare in questi mesi! Sfogliando quello di Retorica, ci sono anche pagine in latino e in greco. Aiuto!
"Potresti almeno smettere di evitarmi!" Si lamentò Heric, sbattendo un piatto di lasagne vicino a Mattia "Sono nuovo e non mi hai aiutato neanche a trovare le aule di Etica e Retorica!" Il modello sbruffò e si allentò il fiocco della divisa "L' aula è sempre quella, la classe 1. La riconosci da un cartello vecchio del 1920" tagliò corto. I capelli dorati dell' altro si colorarono di un delicato color grano al primo contatto con i raggi solari delle 13 e le sue labbra, carnose come due piccoli cuscini, si piegarono in un piccolo broncio "Bell' amico che sei, complimenti! Ed io che mi sono iscritto qui per te!" Mattia alzò le spalle "Ti avevo detto di non farlo".
"Cosa c' è che non ti sta bene nella mia iscrizione?"
"Se pensi che sia una favola studiare qui, ti sbagli di grosso, ma non preoccuparti: te ne accorgerai..." si alzò e andò a sedersi vicino ad Achille. "Lascialo stare" cercò di tranquillizzarlo Simon "gli passerà..."
"Era il mio migliore amico, che cavolo!" Infilzò besciamella, carne e pomodoro "Non mi sembra il caso di innervosirsi così! C' è della birra buona almeno in questo posto?". Simon chiamò il cameriere, poi diede una botta di gomito al nuovo arrivato "Basta ordinarla".
"Tutto qui?" Chiese d' istinto, non appena vide arrivare tre bottiglie di Peroni. "Sì, basta che sei maggiorenne. Lo sei, vero?"
"Sì".
"Allora puoi bere quanto vuoi, a mensa e in camera".
"Altro che collegio all' antica, sembra di stare dentro una serie Netflix! C' è anche una palestra?"
"Ci sono le piscine interne, la palestra e la pista di Equitazione. E c' è anche la Wi- Fi".
"È un sogno stare qui dentro!"
"No, non lo è".
"Ora ti ci metti anche tu? E perché non lo sarebbe?". La voce del ragazzo di colore tremò leggermente "Le...punizioni..."
"Le cosa?"
"Diciamo che qui la tolleranza è zero".
"Anche dentro Élite!" Cinguettò Heric, riempiendo il bicchiere di birra.
"Non è la stessa cosa. È meglio e molto, molto peggio allo stesso tempo..."
"Fammi godere il pranzo, va'! Che poi voglio farmi una doccia".
"Pure io".
"Possiamo andare in piscina dopo pranzo?"
"Solo dopo tre ore dal pranzo, guai a te se sgarri".
"Brrr! Mi fai venire i brividi, amico! Cameriere?" Lo chiamò con un cenno della mano "Puoi portarmi il dolce?".
"Perché non possiamo uscire da questo luogo?" Heric gettò uno sguardo fuori della finestra, prima di addentare una fetta di tiramisù "E poi perché sopra il dolce ci sono questi strani cristalli? Si mangiano?"
"Certo che si mangiano!" Si intromise Onofrio "sono fatti di caramello".
"Non ho mai assaggiato del mascarpone con il caramello, specialmente in questo dolce..."
"È buonissimo. Provalo".
"Comunque Fiamma dice che non ci fanno uscire..." riprese il discorso Simon "perché nella foresta, non molto distante dal giardino, c' è un bosco di rovi e questa zona è spesso soggetta a nebbia frequente. Inoltre, vicino al cancello, c' è un campo di ortiche, molto alte. Non so se l' hai notato; ma...a giudicare dalla loro forma, chi ci cade potrebbe anche perdere i sensi. Il sabato e la domenica possiamo andare in paese e fare visita ai nostri parenti, se vogliamo... però dobbiamo chiedere a lei se ci dà uno strappo con la macchina".
"E... se non fosse disponibile ad accompagnarci?"
"Allora dovremo rimanere qui" il ragazzo di colore aggrottò la fronte "questo collegio è, a dir poco, introvabile. Si sa che è nelle Alpi, dietro al castello in rovina; ma non compare alcun indirizzo, se guardi in rete. Mi viene quasi da pensare che sia Proprietà Privata. Anche qualora altre macchine venissero qui, avrebbero comunque bisogno di Fiamma per orientarsi. Eppure, come vedi, non ci manca niente".
"Non avevo idea che fosse così: credevo di potermi spostare ogni volta che volevo, una volta conosciuta la strada..."
"E non è tutto: prepara il sedere, in tutti i sensi; e questo non ha niente a che vedere con l' omosessualità...le punizioni e le punture, ne subirai tante".
"Questo non è un problema per me" spiegò Heric, versandosi altra birra nel bicchiere "sono stato punito spesso da adolescente".
"E gli incubi notturni, oltre che i fatti strani...guarda" si tirò su il pantalone dell' uniforme e mise in bella vista una grossa garza, lunga dal ginocchio sinistro fino alla caviglia "questo me l' ha fatto un gatto, lo stesso che i tuoi fotografi hanno scattato..."
"Sono animali...comunque..." cercò di razionalizzare "attaccano perché si sentono aggrediti..."
"Non ce l' ho con Gino, può succedere. È il graffio che è bello grosso!"
"Ora, però, non ti graffia più, vero?". Il giovane si ricoprì "No, ora non più, per fortuna".
"Vedi che ho ragione?". Simon gli sfiorò il sedere: "Presto non potrai sederti così bene..." il ragazzo dai capelli dorati, anziché un fastidio, avvertì un brivido, seguito da una leggera scossa. Quel tipo non era assolutamente gay, stava solo cercando di spiegargli cosa si provasse a stare lì. Gli lasciò continuare il discorso "Come oggi cioè... non tutti i giorni almeno" si alzò dal tavolo "vado a mettermi un po' sul letto, dal momento che solo di giorno posso godermelo".
"Perché?"
"La notte devo dormire in infermeria. Mi tengono sotto controllo; anche perché è alle 22 che mi tolgono la garza e me ne mettono un' altra. Vai con Onofrio in piscina, ne sarà contento; così, magari, lo conosci anche meglio. Devi condividere la stanza con lui e Mattia per nove mesi!".
"Ma...siamo vicini, no?"
"Sì. La stanza a fianco è mia, di Nerio e Vincenzo. Spero che, in futuro, ci mettano vicino anche Achille" e si avvicinò alla porta. "Buon riposo" gli disse il modello. Lui salutò con un braccio, da dietro. "Cos' è questa storia dello stare seduti?" Chiese al biondino, il quale rispose appena "È un collegio. Tutto qui. Goditi il dolce, poi ti mostro la piscina".
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