16
Il giovane idol non credeva ai suoi occhi. Era già la seconda volta, in un' ora, che giocherellava con la tastiera dell' i- phone ed era la seconda volta che, innanzi ai suoi occhi; era apparso lo stesso, identico annuncio: 'Cercasi modello per la copertina di un magazine, disponibile a farsi fotografare con il gatto qui presente'. "Questo felino è immenso..." inspirò il profumo delle rose vicino alla sua poltrona. I ricci biondi ricadevano sulla fronte, gli coprivano l' occhio sinistro, conferivano al suo volto misterioso le fattezze di un angelo. Gli occhi azzurri, scuriti appena da un leggiadro cannella, erano invece fissi sullo schermo immobile del cellulare "È grande circa il quadruplo di un gatto normale...e vogliono un modello". Sentì il suo sangue scaldarsi al solo pensiero di lui, come cantante dei Dark Horse, con in braccio il Persiano presentato. Telefonò immediatamente al suo assistente: "Componi questo numero, Lucio" le sue labbra si animarono di un lieve sorriso "te lo dirò solo una volta, quindi vedi di segnarlo bene. Prendi un appuntamento per me e stai ben attento che si incastri con tutti gli altri. Ce ne andiamo alle Otto Valli. Il modello che loro cercano sarò io".
Quello stesso giorno giunse una telefonata al responsabile dello shooting. Non appena terminò i suoi occhi incontrarono quelli del capo fotografo "Leone Bianco, il cantante dei Dark Horse, vuole farsi fotografare con Gino".
"Non ci posso credere..." la sua voce era un sussurro, incredula e sorpresa. Quella nuova rivelazione fu quasi come una carezza sensuale. Afferrò il Samsung e si accertò che non fosse una menzogna. "È davvero lui" espresse, dopo un poco "fatelo partire immediatamente!".
Il giorno dopo la limousine raggiunse il giardino del collegio. Da essa uscì un giovanotto, vestito elegantemente e con il sole di fronte, che rendeva luminosi i suoi ricci chiari. Era una bella giornata di sole, a dispetto della precedente, piena di pioggia. Un sottile vento scuoteva i rami rigidi del bosco, delle foglie, degli steli dei fiori piantati da poco. Gli studenti erano quasi tutti fuori, con i cellulari alla mano; perché sapevano chi sarebbe arrivato...
Si stupirono quando videro che il vip salutò Fiamma come una vecchia conoscenza: "Quando ho studiato qui il gatto non c' era però..." esclamò il cantante, vedendo finalmente Gino.
"Nel 2011 sei giunto qui per la prima volta. Ricordo ancora la tua felpa a strisce nere e grigie..."
"Passano gli anni, eh? E voi siete sempre uguali. Tutto è sempre uguale".
"La scuola indistruttibile dal 1942. Siamo molto fieri del tuo successo, di ciò che sei diventato..."
"Quanti anni ha Gino?" Domandò, carezzando con due dita il pelo lucido e nero del micio. La segretaria sospirò "Ne ha un po', anche se l' ho trovato nel bosco due anni fa, con la zampina ferita. Lo abbiamo curato e da allora è rimasto con noi". Leone Bianco fissò gli occhi dell' animale. Improvvisamente un' immagine gli pervase la mente: un topolino che scappava, trovato poi dissanguato sotto a un masso. Gli spari al cielo di un soldato, la trappola per topi. Infine, i cadaveri. In seguito, un ultimo, forte rumore e un dolore insostenibile. Buio. "Ciao Gino" gli disse, con lo stesso tono di voce che si usa con un essere umano "io non sono cattivo, puoi fidarti di me..." e lo liberò dalle braccia di Fiamma, accogliendolo tra le sue come un bambino. Dopodiché raggiunse gli altri studenti, lasciandosi conoscere, nell' attesa delle decisioni dello staff.
"Come fai a non farti graffiare?" Si fece avanti Simon, dopo un selfie con lui. Gli occhi chiari del vip osservarono per un istante i cinque amici, giunti lì da pochi giorni "Vi abituerete. Credetemi, vi abituerete". Il modello dai capelli dorati lo squadrò in lontananza, il cantante se ne accorse "Presto un altro farà parte di questo collegio, per sua scelta stavolta. Che peccato per Marco Sazzi...però, se non se ne fosse andato, non avrei potuto farmi avanti io..." E canticchiando attraversò il giardino.
Nerio si avvicinò ad Onofrio "Anche quell' idol ha studiato qui. Allora si esce vivi da questo posto!". La frase, però, fece rabbrividire il ragazzo. Fulminò il rossino con lo sguardo "Chi ha mai detto che non si esce vivi da qui?" Tuonò "È una scuola, hai capito? Una stupida, fottusissima scuola! Ficcatelo in testa! Ci hanno iscritti, hai capito? Siamo schedati! Non possono farci del male".
"E le punizioni corporali? E le punture con aghi fuori commercio da un secolo? E le similitudini con persone morte e gente che insegna qui? E gli incubi notturni?" Deglutì "Quel gatto ha graffiato Simon e Sazzi; ma non osa allungare unghia sul cantante dei Dark Horse! E poi facciamo materie scolastiche che non esistono quasi più, da nessuna parte. Studenti con malattie assurde girano per i corridoi, come se niente fosse. Non è tutto normale, Onofrio: di sette giorni soltanto tre possiamo stare seduti senza sentire alcun dolore. Non ci maltrattano, okay, ma non mi dire che è solo una scuola!"
"Il dolore è parte della vita. Ve l' ho già detto: è solo per nove mesi, non di più; poi torneremo alla vita normale!"
"Nove mesi è quasi un anno".
"Allora riposa il sedere e fine, Nerio" Si allontanò da lui, raggiungendo Achille e Vincenzo, indaffarati a mangiare due paste all' amarena. "Non si offre?" Si mise in mezzo a loro. "Le ha preparate la cuoca, per l' arrivo di Leone Bianco. Vai a prenderne una, sono in mensa" Sbottò il più piccolo dei due.
Tre ore dopo...
"Vestitelo" ordinò lo stilista, posando gli occhi sui suoi riccioli biondi e spostando con le dita un ciuffo dal suo viso "ho già gli indumenti adatti: nello spogliatoio maschile ho cucito una camicia e un pantalone classico di seta, bianchi. Erano per Marco Sazzi, in realtà. Avevo preso le sue misure un anno fa, poi però è ingrassato. Addosso a lui, però, staranno benissimo!".
L' idol venne fatto accompagnare in soggiorno; dove una ragazza gli portò una camicia trasparente, a maniche lunghe, con una balza che scendeva dal colletto fin sotto ai fianchi; e un pantalone classico, entrambi molto chiari. La finestra dietro di lui, coperta da una leggera tenda, dava alla sua figura molta luce.
Una truccatrice che passava di lì non riuscì a resistere e gli scattò una fotografia con lo smartphone; dunque la condivise su Facebook e Instagram, taggando il cantante.
La foto fu un grande successo; ma, quando provò a pubblicarla su un social network differente dai precedenti; alle spalle del giovane comparve una donna, con I capelli neri e ricci e un accappatoio fuxia. Tale figura non aveva occhi, sebbene sembrasse in lacrime.
La ragazza lanciò un forte urlo e cancellò la fotografia immediatamente, lasciandola solo dove aveva riscosso successo. Leone Bianco uscì dal soggiorno e si precipitò verso di lei, per 'chiuderle la bocca' con le mani "C' è chi studia qui, lo sai?". Lei si divincolò, lui le liberò le labbra. "Quella donna..." deglutì "quella donna dietro di te..."
"Quale donna? Ragazzina, qui non ci sono donne. È una scuola maschile" le spiegò "te la sarai sognata. Troppo lavoro nel make up, eh?"
"Guardava in direzione del tuo fondoschiena, ma non aveva occhi. Eppure, sembrava che piangesse!"
"Le donne piangono sempre quando mi vedono cantare..." provò ad alleggerire la situazione. "Non mi piace questo collegio, per niente".
"Ascolta, perché non torni di là con tutti gli altri? Io sono pronto, tra poco vengo anch' io".
"Sì..." e si allontanò. Le sue parole, però, lo incupirono e la sua mente tornò a quel giorno, il 22 febbraio del 2011:
"Girati immediatamente!" Gli aveva ordinato l' insegnante di Equitazione. "Non ho fatto niente!" Aveva tentato di ribattere "Il cavallo si è imbizzarrito e mi ha costretto a scendere".
"Ho detto: girati immediatamente. Non farmelo ripetere di nuovo. E abbassati i pantaloni!". Dopo aver fatto come gli era stato ordinato; l' uomo, che ancora era a dorso del suo pezzato marrone, aveva estratto la frusta che si usa per i cavalli e l' aveva preso a scudisciate fino a farlo cadere in ginocchio. "Loro sono solo animali" aveva indicato con il capo il Purosangue Inglese, riponendo l' oggetto al suo posto "Gli uomini devono saperli gestire".
Gli bruciarono le natiche per otto giorni.
Una mano scura, di un altro modello, lo scosse, riportandolo al presente "Ti aspetta Gino" gli disse "diventerai ancor più famoso, dopo oggi..."
"Grazie" confermò l' idol, poi si recò con lui in piscina.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top