15

Onofrio:
Mi devo abituare all' idea di un San Valentino da solo, lontano dalle donne. Non che ne abbia mai avuta una, non è facile stare con me; ma, solitamente, i 14 febbraio precedenti, avevo quasi sempre delle 'amiche' che insistevano con l' offrirmi cioccolatini e dolcetti vari. Quest' anno non potranno perché sono in collegio. Piuttosto, mi sto abituando a vedere maschi dalla mattina alla sera; dal momento che è Fiamma la sola femmina qui...presumo che gli altri studenti ci abbiano fatto l' abitudine... mentre il mio migliore amico è impegnato con lo shooting, io passo buona parte dei pomeriggi in Sala Studenti, a guardare la televisione. Di solito preferisco studiare la sera per il giorno dopo; quindi quelle due orette, tra le 15 e le 17, me le ritaglio per dedicarmi a ciò che mi piace...
Comunque pensavo che è una grossa fortuna essere un modello, perché puoi saltare le lezioni quando vuoi, a causa delle fotografie che devi fare...
Confesso che succedono un sacco di cose qui dentro. Ieri sera, ad esempio, volevo farmi un bagno in piscina, perché questa struttura ha le 'piscine coperte'; e ho visto, sotto la doccia, due ragazzi che si toccavano il sedere a vicenda. Non stavano amoreggiando e non erano nemmeno gay. Non so come definirli. Mi hanno fatto uno strano effetto...sembrava quasi che 'volessero punirsi a vicenda', solo scherzando. Ma non è il primo atteggiamento bizzarro che noto, specialmente da parte degli studenti...un' altra cosa che sto imparando è che qui non solo vengono in piscina per farsi una nuotata, ma anche per farsi vedere dagli altri se indossano o meno indumenti firmati...oppure per mettere in mostra i loro corpi, come se ci fossero chissà quante donne!
C' è, infine, un tipo che gira sempre con la macchina fotografica in mano. Scatta di qua, scatta di là, e mette perfino la protezione di plastica sull' obiettivo; onde evitare che il suo 'gioiellino' si bagni...ora, sarebbe figo se fosse un fotografo e la sua macchina fotografica una bella Reflex; ma il ragazzo di cui parlo indossa una semplice 'Usa e Getta', digitale, quello sì; ma professionale o semi professionale, proprio no! Almeno a portare conuna 'Polaroid', sarebbe più normale! Tuttavia, ho imparato ad ignorarlo. Dopo i castighi di qualche giorno fa, ieri avevo solo bisogno di farmi una nuotata. Quindi, ho indossato il mio costume dell' 'Intimissimi', verde scuro, con le ananas stampate, e mi sono gettato in acqua.
Alla fine questo luogo funziona esattamente come tutti gli altri collegi. A parte le regole spietate, non ci manca niente. Abbiamo anche il superfluo. Mi credo come faccia una scuola, senza alcun aiuto da parte dello Stato, andare a gonfie vele come questa...perché qui sono ricchi, amico, ricchi quanto me e anche di più...

Il calice cadde di nuovo, per la seconda volta. Era già caduto, ma non aveva versato una goccia di vino. Questa volta, però, la tovaglia bianca e ricamata del collegio delle Otto Valli si macchiò, verso lo spigolo, di una tonda e grassa chiazza rossa. Un ragazzo con i capelli ricci e bruni, tornato da poco in libertà dopo l' ennesima visita in infermeria, fece un sorrisetto sornione rivolto ad Onofrio; il quale, invece, lo fulminò. "Oh, mi dispiace amico!" Lo provocò "Spero di non averti macchiato il pantalone dell' uniforme! Il rosso sul grigio non sta bene, crederanno che ti è uscito del sangue dalla gamba!"
"Tu sei un esperto di sangue, eh?"
"Cosa?" Fece cenno al cameriere, affinché gli portasse un' altra bottiglia di Valpolicella rosso. "I tuoi occhi..."
"Non sanguino ora..." si toccò le palpebre con le dita "non mentire".
"Può darsi..." guardò il suo orologio della Montblanc, con il cinturino di pelle "per ora..."
"Dì un po', biondino" rise "ma il tuo sangue lo hai mai visto?"
"E tu hai mai assaggiato la frusta del proprietario per avergli macchiato la tovaglia?". Le parole di Onofrio fecero tornare Stefano serio "Non glielo dirai!"
"E tu non tirarmi addosso il vino, o glielo dirò".
"Desolato" disse a denti stretti, prima di tornare a guardare il suo piatto.
Qualche minuto dopo il preside sbucò fuori da una porticina della sala da pranzo. "Dichiaro a tutti voi" cominciò a parlare, sollevando una coppa piena di vino bianco "che la prima rata per il corso di nove mesi alle Otto Valli è stata pagata, per tutti voi. Ora, vedo che qualcuno ha già assaggiato il Montblanc..." guardò una tavolata a sinistra "e che qualcuno si è divertito a farlo assaggiare al tavolo..." rifilò una buffa occhiata al tavolo dei cinque amici, facendo ridere tutti "ed ora buon pranzo". Si sedette e cominciò a mangiare i crostini con l' insalata mista. "Chi ha pagato per noi?" Chiese Nerio al ragazzo dai capelli biondi. "Qualcuno ha pagato, tranquillo" rispose lui, passandogli l' aranciata amara. "Ma Mattia e Simon non mangiano con noi?" Cambiò discorso.
"Mattia sta facendo lo shooting e Simon mangia in infermeria".
"Già, è vero, la gamba!".
"Hanno deciso di cambiargli la garza a mezzogiorno...non lo invidio".
"Quel gatto Gino!"
"Sta per diventare una celebrità. Aspetta e vedrai la sua foto nella copertina di una famosa rivista...in effetti, le sue dimensioni sono incredibili..."

Nella piscina del collegio...

"Mi guarda male!" Si lagnò Marco Sazzi, tentando di evitare lo sguardo imbronciato del gatto. "Non ti guarda male!" Lo rimproverò il fotografo "Sei tu che guardi male quella povera bestiola!". Gino miagolò con consenso.
"Vedi? Dà anche ragione a me!" Confermò il fotografo "Avvicinati di più alla piscina...".
Qualche istante dopo cominciò a piovere. Essendo in pieno bosco, il rumore dei tuoni si sentì più forte che in città. Lampi arancioni e rosso fuoco attraversarono il cielo, terrorizzando ancora di più il modello; il quale era intimorito sia dall' aspetto che le luci della tempesta provocavano nell' animale che dal grigiore dell' ambiente esterno. Per i fotografi, invece, non erano mai esistiti scatti migliori.

Intanto, fuori dell' edificio, sotto il cuneo gotico di vetro piazzato in mezzo al giardino, altri tre modelli si erano ritirati a fumare e avevano una visuale perfetta di tutto ciò che avveniva in piscina. "Lo graffierà, ne sono certo..." disse un bellissimo ragazzo moro, con la pelle chiara come la luna e gli occhi tra il nocciola ed il verde. Era già pronto per lo shooting che sarebbe dovuto avvenire dopo: indossava tre bracciali di pelle nera e una camicia dello stesso colore, coperta da una giacca da metallaro. Aveva i capelli ribelli, con il ciuffo all' insu e la mano sinistra piena di anelli. "Come fai ad esserne così sicuro?" Gli chiese Heric, accendendosi una marlboro lights. "Perché ha già graffiato Simon. Gino vuole essere rispettato, da tutti..."
"Chi è Simon?"
"Un mio amico. Studia qui anche lui. E, conoscendo Marco Sazzi, alla prima esperienza scapperà via. Il gatto di Fiamma è un bel soggetto da fotografare, specialmente per una rivista di moda, ma non è un giocattolo...né una pantera..." Sorrise teneramente. Il collega lo guardò, chiedendosi come fosse possibile che un tipo come Mattia fosse stato 'superato' da altri modelli molto meno bravi di lui e di gran lunga più arroganti, come il tipo che teneva in braccio la mascotte dello shoot. "Perché non vuoi che io studi qui, con te?" Era più una supplica che una domanda "Mi sei mancato, lo sai? Sei il mio migliore amico".
"Io sono il migliore amico di molte persone, Heric, non solo il tuo. Studiare qui, però, non è bello come sembra..."
"È perché mai? Cosa vi manca? Avete perfino la piscina coperta!"
"Non ci si iscrive noi, ci si ritrova iscritti. E poi ci sono delle regole, molto dure..."
"Ogni collegio ha le sue regole. Volevi che venissi in bagno con te, cosa volevi farmi vedere?". Mattia ammutolì. Heric poggiò il braccio sulla sua spalla "Non siamo gay né io né tu, quindi non credo fosse una provocazione, che dici?"
"Oramai non serve più a niente...erano delle ferite, dei segni..."
"Quante cavolate spari, amico!" Proferì in tono canzonatorio, ma con sguardo torvo. "Sai una cosa, Heric. C' era una volta una ragazza che, a 30 anni suonati, è finita nel letto di un ragazzo di 19. Qualche settimana dopo la loro relazione è finita. Non appena la ragazza gli chiese il perché, lui le rispose che si sentiva preso in giro da lei; perché credeva che avesse 25 anni, non 30! E la povera donna si è ritrovata sola, dopo che lui le ha offerto su un piatto d' argento pure la sua verginità..."
"E questa cos' è? Un' altra tua novella per la lezione di Retorica? Sai che me ne importa?"
"Oh no, è una storia vera questa volta!"
"Sai quante ce ne sono di storie ben peggiori?"
"E tu sai quante donne così, poi, diventano importanti?"
"Sembra che parli della ex fidanzata di Marco Sazzi!"
"Eh già...Marco Sazzi ha sempre la vita più facile, le donne migliori ed i capricci peggiori. A lui sì che farebbe bene stare qui!"
"Non merita le camere di lusso che avete, la piscina coperta, il successo sui social network che otterrà questa struttura. Non merita neanche di tenere in braccio un soggetto come Gino".
"Stai attento, Heric. L' invidia è una brutta bestia".
"È la frase che dici da anni, perfino sul tuo profilo. E sai benissimo cosa ha combinato il signor Sazzi per buttarti fuori...è solo che, a differenza della trentenne della tua storia, sei stato proprio tu a rimetterci tutto e gli hai offerto il successo su un piatto d' argento!"
"Ecco" soffiò sulla cicca della sigaretta, ancora accesa, prima di schiacciarla e buttarla nel cestino all' interno del cuneo "Gino ha graffiato. Lo show finisce qui".

Le urla del loro collega si sentirono da fuori: "Il braccio! Il braccio! Quella bestiaccia mi vuole morto!".
Venti minuti dopo l' interessato uscì, scortato da due uomini dello staff e da Fiamma, che aveva appena aperto la portiera della Fiat. Sul braccio destro di Marco era presente un taglio ben visibile, che partiva dalla spalla e terminava poco più su del polso. "Sei sicuro che non vuoi farti disinfettare la ferita qui?" Propose la segretaria. "Io non ci resto un minuto di più in questa gabbia di matti! È chiaro?" Gridò lui, di risposta "Portatemi lontano da qui!".
Heric e Mattia rientrarono. Il capo fotografo teneva, di nuovo, tra le braccia il gatto e gironzolava innervosito per lo spogliatoio "Caro Gino" sussurrò alla bestiola "sei l' animale domestico più incompreso del mondo".
"Avete salvato qualche foto?" Irruppe nel luogo il modello con la pelle scura. "Macché..." sospirò "non ne è venuta bene una".
"Potrei tenerlo io in braccio!"
"No, non era la tua parte. Metteremo un annuncio sui social. Qualcuno apprezzerà la rarità di questo animale e si farà fotografare per la copertina. Senza scappare come Sazzi, speriamo..." indicò Heric e Mattia, con un cenno del capo "voi tre in mensa, continuiamo con voi!".

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