Lorenzo

Lorenzo amava fare lunghe passeggiate durante la notte. Il chiarore della luna che illuminava flebilmente la pelle abbronzata e il silenzio che lo circondava, gli facevano apprezzare ogni singolo passo che compiva con le sue solite sneakers nere.

Con le cuffiette e la sua playlist procedeva a passo lento, guardando il cielo. Fin da bambino apprezzava particolarmente la solitudine, l'idea di stare in pace con se stesso senza dover per forza riempire di parole, spesso inutili, un silenzio capace di esprimere più concetti di quanto non possano fare delle frasi di senso compiuto.

Camminava con le mani nelle tasche e canticchiava. Era solito sgattaiolare via da casa sua dopo cena e rimaneva immerso nella vita tenebrosa della notte fino alle 3. Lo divertiva vedere quali strani personaggi potevano trovarsi tra le strade di una grande città a quegli orari insoliti. I genitori erano abituati alle uscite serali di Lorenzo. Sapevano quanto facesse bene al suo animo fragile e insicuro uscire e riprendere fiato dalla monotona vita di tutti i giorni.

I suoi occhi color caffè riflettevano un carattere paziente e tranquillo, un ragazzo introverso e timido, all'apparenza superficiale e menefreghista. Solo poche persone potevano affermare di conoscere veramente Lorenzo e probabilmente, neanche lui era capace di scovare e capire qualsiasi sua parte. Ma d'altronde, chi può dire di conoscere pienamente se stesso?

I capelli ricci portati fino al collo erano un tratto distintivo. Amava il modo in cui questa capigliatura lo facesse sentire protetto, come se ogni riccio fosse capace di fermare e trattenere qualsiasi cosa, proteggendolo da un mondo di cui aveva timore, ma dal quale non poteva fare altro che rimanere affascinato.

Era solito passare per Via degli Ulivi alle 23:00 e, ogni singolo giorno, trovava una ragazza seduta sul davanzale dell'ultimo piano. Aveva più volte creduto che quella sagoma dai capelli lunghi volesse compiere qualche gesto estremo e nonostante fosse una sconosciuta, sperava con tutto il cuore che non lo facesse. Rimaneva lì per qualche minuto e una volta accertatosi che fosse tutto bene, continuava la sua passeggiata. Ogni singolo giorno lei era lì e Lorenzo la guardava affascinato. Avrebbe giurato che era bellissima anche se non aveva avuto la possibilità di conoscerla o solo vederla in volto. Ma il modo in cui fumava la sigaretta, il gesto lento e preciso quando si attorcigliava i capelli e lo sguardo rivolto verso l'alto, affievoliva e rimpiccioliva ogni malessere che il ragazzo aveva prima di vederla.

E Lorenzo, da quando aveva scoperto che non era l'unico ad amare ancora le stelle e la notte, sperava di incontrare per strada quella ragazza e magari, regalarle un desiderio.

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