Lina e Ste

La mora dagli occhi di ghiaccio si domandava continuamente chi si potesse celare dietro un sorriso così timido e a tratti impacciato. Non si era neanche curata di pensare se fosse un uomo potenzialmente pericoloso o malintenzionato.
Quella piccola attenzione che le era stata rivolta era sicura non fosse casuale. Quei movimenti incerti e insicuri del ragazzo -che non sapeva come muoversi o cosa fare non appena la mora l'aveva notato- le avevano suscitato un sorriso sincero, il primo dopo un'infinità di tempo. Beatrice per la prima volta era contenta di essere stata di essere stata posta al centro dell'attenzione, lei che viveva nell'ombra di un universo troppo grande per un minuscolo essere come lei.

La giornata successiva al loro incontro era trascorsa abbastanza velocemente. La mora aveva pulito l'appartamento dove viveva e verso l'ora di pranzo si era seduta sul davanzale con le sue fidate sigarette e un buon libro. Le sembrava l'orario perfetto per prendere un po' d'aria e dedicarsi ad una delle attività che più amava: la lettura.

Riteneva che immergersi in un buon libro fosse la ribellione che cercava. Un mondo che non le avrebbe potuto far male e una realtà in cui rifugiarsi e combattere la solitudine. Durante gli anni di liceo classico si era cimentate in letture più faticose: da Saffo ad Archiloco, passando per Platone e Senofonte e giungendo a Nietzsche e Freud. Ognuno di loro le aveva trasmesso emozioni e ideologie differenti ma di certo avevano tutti contribuito a rendere la mora la ragazza che era.

Tra una pagina e l'altra, con i fogli candidi impregnati di inchiostro, viaggiava lontano dalla monotona vita di città.

Lorenzo stava pranzando dai suoi nonni paterni: Carolina e Stefano. I suoi genitori erano fuori città per lavoro e il ragazzo aveva voglia di passare una giornata in compagnia dei suoi due più grandi amici, Lina e Ste. I nonni lo aiutavano in qualunque circostanza, lo coprivano quando combinava qualche guaio e lo sostenevano in qualsiasi decisione.
Il moro avrebbe dato la vita pur di averli sempre con sé ma sapeva bene che il tempo a disposizione era davvero poco: nonno Ste si era ammalato qualche mese prima, tumore al fegato.

Mentre nonna Lina preparava le lasagne, Lorenzo era seduto accanto a nonno Stef, intento a guardare un programma in tv.

《Nonno, ho conosciuto una ragazza...beh, non proprio conosciuto. Non so come si chiama né ho visto bene il suo volto ma so che lei è speciale. Non chiedermi il motivo, non ti saprei rispondere. Ma è qualcosa che sento.》

Nonno Ste era stupito. Per la prima volta, suo nipote gli aveva parlato di una ragazza e l'aveva fatto in una maniera insolita per un tipo così solitario e introverso.

《E lei ti piace?》 Domandò interessato il nonno che abbassò il volume della televisione.

《Non la conosco》

《E cosa ti impedisce ti andare lì e presentarti?》

《Mi conosci, lo sai che non ce la farei.》

《Renzo, ascoltami. Alla tua età mangiavo il mondo, non avevo paura di niente e passavo le mie giornate in giro con gli amici. Ma sotto strati di finta sicurezza si nascondeva un ragazzo timido e impacciato, come te. La vedi la tua bellissima nonna? L'avevo conosciuta a 18 anni e solamente a 24 ho avuto il coraggio di presentarmi e farmi avanti. Non ho nessun rimpianto, tranne il non aver avuto la forza di combattere la mia timidezza e stare più tempo con la donna che amo.》

Lorenzo era ammaliato dalle parole del nonno e mentre ascoltava ciò che aveva da dirgli, aveva capito quante cose doveva ancora  imparare dal saggio uomo che aveva accanto.

La nonna ascoltava con un sorriso malinconico le parole dell'uomo della sua vita. Non aveva la minima idea di come avrebbe fatto sopportare l'assenza di Stefano, dopo 50 anni insieme. Avrebbe sentito la sua mancanza fino alla fine, in ogni angolo del mondo, in ogni centrimetro di pelle. Le giornate sarebbero state lunghe e dolorose, ogni attimo una tortura. Con Stefano, sarebbe morta anche lei.

Lorenzo si domandava come fosse possibile rimanere così affascinati da una sconosciuta. Lui non sapeva nulla di lei eppure si sentiva dannatamente attratto. Si sentiva un pazzo, un folle, un matto. E gli piaceva da morire quella sensazione.

Entrambi aspettavano con trepidazione la sera. Beatrice sperava di scorgere sul ciglio della strada quel ragazzo riccio dal sorriso timido, Lorenzo invece di trovare la mora sul suo davanzale.
E questa volta le cose sarebbero andate diversamente.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top