Eternità

《Sei bellissima.》 Lorenzo sibilò queste due parole all'orecchio di Bea dandole poi un bacio sulla guancia. Quella sera  la mora era davvero bella da mozzare il fiato. La tuta rossa donava un po' di colore alla carnagione candida. Il viso, contornato dalla criniera scura, era illuminato da un trucco leggero e semplice che metteva in risalto i due occhi glaciali e un paio di lentiggini sparse lungo tutto il volto roseo. Il moro sorrise, scrutando attentamente ogni singolo centimetro di pelle. Il resto del mondo poteva solo impallidire alla vista di tanta magnificenza. 

In quel momento esistevano solo loro due. Il lampione posto vicino l'uscio del Civico 77 illuminava la strada su cui Bice e Lorenzo erano immobili. Faccia a faccia, senza mai distogliere lo sguardo.

Il moro teneva le mani dietro la schiena per evitare che la sua dama scoprisse immediatamente il piccolo dono. Poi prese la mano di Beatrice e aspettò qualche secondo, voleva essere sicuro che quel gesto non la mettesse a disagio. Non appena vide il volto raggiante della mora illuminarsi con un sorriso, capì che era sulla strada giusta. Accarezzò con il pollice il dorso della pallida mano con movimenti circolari. Guardò la mora e, dopo aver accennato un sorriso, portò la mano che fino a qualche secondo prima era dietro la schiena davanti a lei, mostrando il tulipano rosso.

《Per te.》

Beatrice era esterrefatta. Prese timidamente con la mano il delicato fiore e chiudendo per un istante gli occhi respirò a pieni polmoni quell'inebriante profumo che tanto le piaceva. Papà Elmo le aveva regalato ogni anno, in occasione del compleanno, tre tulipani rossi. Ogni fiore rappresentava un membro della loro piccola e dolce famiglia. 

La mora non poteva credere che il moro, la sera precedente, avesse ascoltato e prestato attenzione anche alla narrazione di questa tradizione della famiglia Castelli. Anzi, era sicura di averlo annoiato a morte. Ancora una volta Lorenzo era stato in grado di stupirla.

Quando riaprì gli occhi notò che lo sguardo del moro era ancora fisso su di lei. Le loro mani erano ancora intrecciate. Entrambi erano rapiti da una sensazione profonda, coinvolgente. Attorno a loro il baccano sollevato dai clienti del Civico 77 si era trasformato in puro silenzio. L'unico suono, flebile come la luce emessa dalla luna, erano i battiti dei loro cuori, completamente impazziti. 

Lorenzo avrebbe voluto baciarla. Moriva dal desiderio. Stava completamente ardendo di passione. Avrebbe voluto incastrare le sue labbra con quelle della dea che aveva di fronte, avrebbe voluto accarezzare dolcemente il suo viso paffuto mentre i loro occhi serrati avrebbero partecipato ad una danza lenta nell'oblio dei loro pensieri. Avrebbe voluto prenderla per mano e allontanarsi da una città che opprimeva i sogni e abbandonava la fantasia. Avrebbe voluto portarla lontano, a godere insieme della vista di un magico tramonto o del tappeto di stelle che li avrebbe avvolti come un candido abbraccio di una mamma. Avrebbe voluto farle vedere la tempesta dei suoi pensieri, le voragini del suo cuore e i demoni della sua mente per mettere alla prova la dolcezza e la pazienza di quella donna appena conosciuta. Avrebbe voluto continuare a viaggiare lontano con la mente, ma qualcuno stava urlando il suo cognome.

《Foggia? Lorenzo Foggia?》

Il cameriere del Civico 77 chiamava fuori dal locale Lorenzo per informarlo che il tavolo da lui prenotato era pronto. Senza sciogliere il rompicapo che le loro mani avevano formato, i due entrarono nel ristorante.

Beatrice si osservava attorno notando ogni singolo dettaglio. Una volta entrati dalla porta aurea, un corridoio color porpora divideva il locale in due grandi sezioni, adibite anche per accogliere i clienti con le più disparate richieste. Il cameriere che aveva interrotto i pensieri di Lorenzo li aveva condotti al loro tavolo. Era situato vicino ad una grande finestra bianca dalla quale si poteva osservare l'intera città, completamente illuminata. Bice non faceva altro che guardarsi attorno curiosa, Lorenzo non faceva altro che guardare Bice. Quando i loro sguardi si incrociavano per puro caso, entrambi - imbarazzati - guardavano altrove. Sembravano due adolescenti alle prese con la loro prima vera relazione. 

Una volta seduti, la mora sistemò delicatamente il tulipano sul tavolo per poi prendere parola.

《Non ti ho ancora ringraziato per questo bellissimo regalo.》

《Non devi farlo.》

《Devo invece, nessuno mi ha mai trattata così.》

《Davvero?》

《Davvero.》

《Allora stavi con degli stupidi.》

《Questo è vero.》

《Lo so che è vero. Insomma, guardati.》

《Non capisco dove vuoi andare a parare.》

《Chi si lascerebbe scappare una ragazza come te?》

《Coloro che imparano a conoscermi.》

《Oh insomma, non ritengo tu sia tanto male.》 Lorenzo sentenziò ironico provocando una risata da parte di Beatrice che prontamente rispose.

《Ti ringrazio, neanche tu sei male. Poi questa camicia ti dona. Se la mettessi io sembrerei un cadavere.》

《Non ti piace il mare o hai una scarsa produzione di melanina? È il 29 agosto e sei bianca come la neve.》

《Non vado a mare da così tanto tempo che ho dimenticato l'ultima volta.》

《Stai scherzando, vero?》

《No.》

《Beatrice Castelli, come hai fatto a sopravvivere un'intera estate senza una bella nuotata?》

《Una doccia fredda al giorno e passa tutto.》

《Sono senza parole.》

《Ti ho stupito?》

《Sì, accidenti. Come mai non ti piace il mare?》

《Io amo il mare.》

《E allora non vedo quale possa essere il problema.》

《E' stata un'estate difficile. A dirla tutta è stato un anno esasperante.》

《Dobbiamo rimediare.》
Lorenzo non chiese nulla sulla questione "anno difficile". Aveva intuito si trattasse di una situazione scomoda e aveva preferito rispettare il silenzio di Bice. Al momento giusto, sarebbe stata lei a parlare.

《Che vorresti dire?》La mora era abbastanza confusa.

《Ti porto al mare.》

《Non voglio metterti a disagio dato che cammineresti al fianco di una mozzarella.》

《Bice, io mi sento il ragazzo più fortunato del mondo. Saranno gli altri a sentirsi a disagio quando vedranno quanto sei bella.》

Le gote della mora avevano assunto un colorito simile al tulipano che era adagiato sul tavolo. Quel dolce complimento l'aveva fatta arrossire. Nessuno era stato così delicato nel farle notare la sua esotica bellezza. Lorenzo si era accorto del leggero imbarazzo della mora e un risolino interruppe il silenzio che li aveva avvolti, seguito da un'ammonizione della ragazza.

《Non è divertente.》

《Lo è, eccome.》

《Smettila!》Disse Bice sorridendo.

《Allora, accetti il mio invito?》

《Mmh, dovrei prima controllare l'agenda ma credo di non avere impegni.》 Il tono sarcastico aveva donato alla mora un fare altezzoso.

《Sei incredibile.》

《Anche tu.》

《Sono serio.》

La mora rimase qualche secondo in silenzio. Lorenzo prese fiato e continuò

《Sei la persona più incredibile che io abbia mai conosciuto》

《Lorenzo, tu non mi conosci davv-》

《Sento di conoscerti da un'eternità.》

Beatrice abbassò lo sguardo sorridendo

《Mi piaci, Bice.》

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