Creatura- capitolo sei
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Chloè:
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Mi guardai allo specchio, mi accarezzai la mia barba pelosa…Ero molto fiera di quella barba… Senza di quella non sarei stata nessuno.
Venne Jimmy da dietro e mi baciò sul collo.
-"Amore..." Mi disse. "Sei troppo vanitosa…Non è un bene che ti guardi sempre allo specchio. Vuoi diventare come Narciso?"
-"Narciso?" Chiesi ridendo.
-"Si, Narciso…Non conosci la sua storia?"
-"No…"
-"Narciso era un cacciatore. A seguito di una punizione divina si innamorò della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d'acqua e morì cadendo nel fiume in cui si specchiava sempre."
-"Che cosa macabra." Pronunciai sorridendo.
Jimmy era un uomo molto intelligente. Sapeva sempre tutto…Era la mente del circo.
Jimmy oltre ad essere la mente del circo era anche un domatore di Leoni e tigri.
Quando questi animali aggressivi si trovavano insieme a lui, apparivano come dei teneri gattini indifesi.
Ammiravo il suo lavoro, chi mai avrebbe avuto il coraggio di sfidare uno di questi animali feroci? Di sicuro non io.
-"Quando lo diremo agli altri di quella bestia?" Domandò cambiando argomento.
-"Ancora non è arrivato il momento… Poi lui non è una bestia, ma è nostro nipote."
-"Lui non è mio nipote. Io non lo reputo tale."
-"Jimmy, devi volergli bene. È il bambino di nostra figlia."
-"È per questo che ancora non l'ho ucciso!" Esclamò.
Lo guardai negli occhi e feci un'espressione dispiaciuta.
Jimmy odiava suo nipote, non lo accettava…Mentre io si, per me era sempre un bambino come tutti gli altri.
-Quando torna nostra figlia Rebecca?" Domandò.
-"Non lo so...Lei si trova bene in quel circo in america quindi non so quando e se mai ritornerà."
-"Cosa? Deve crescersi lei quel mostro…Non può scappare dai problemi."
-"Amore…La il salario del circo è molto più alto di questo." Pronunciai.
-"Non se ne parla. Noi non cresceremo quella creatura al suo posto...Gli scriverò una lettera e gli ordinerò di tornare."
-"Jimmy no!" Esclamai.
Mi puntò il suo sguardo dagli occhi di ghiaccio e disse:
-"Lei deve tornare…Quello è suo figlio e non lo voglio crescere io."
-"Lo crescerò io." Enunciai. "Non c'è bisogno di lei."
-"Ho detto che lei deve tornare…Non si discute."
Si alzò dalla sedia e andò a prendere una penna con un foglio, poi ritornò e si sedette di nuovo nella stessa sedia.
-"Vuoi sapere la verità?" Chiese Jimmy.
-"Quale verità?"
-"Del perché voglio che torna."
-"Dimmi…" Enunciai.
-"Io voglio rivedere la mia bambina…Chloè, ha un anno che non la vedo, si limita a scrivere solo lettere, non mi chiama mai…Io sto impazzendo senza di lei. Poi…Lei è partita senza salutarmi e non so se questa cosa gliela potrò mai perdonare."
Alle sue parole mi scesero le lacrime…Era riuscito a farmi emozionare.
-"Jimmy, lei non è più una bambina...Ha 25 anni."
-"Ma per me rimarrà sempre la mia bambina!"
Il bambino ad un certo punto inizio a piangere, Jimmy mi guardo ed enunciò:
-"Il mostro si è svegliato."
Non risposi alla sua provocazione, mentre lui abbassò gli occhi e continuò a scrivere la lettera.
Andai in camera da letto, mi avvicinai la culla e presi il bambino in braccio pronunciando:
-"Shh, la nonna è qua."
Osservai il suo viso e distolsi subito lo sguardo…Mi faceva ribrezzo il suo volto.
Lui era un minotauro…Aveva la testa di toro e il corpo umano, ma per me era il mio nipote…Non era un mostro come diceva mio marito, era solo un tenero bambino dal cuore grande.
Il bambino alle mie parole si calmò… Non avevamo dato nemmeno un nome, Jimmy non voleva che dassi un nome come un qualunque bambino.
Andai verso la cucina con lui in braccio, aprì il frigo e presi della carne cruda a pezzi.
-"Tieni!" Esclamai imboccandolo.
In quattro bocconi, finì 2 kg di carne.
-"Fai il ruttino." Dissi mentre davo delle pacche sulla schiena.
Il Minotauro appena ricevette le pacche sulla schiena ruttò.
Mio marito mi guardò male e poi enunciò:
-"Sopra il tavolo c'è la lettera…Spediscila tu."
Poi si alzò e uscì scocciato.
Mi avvicinai al tavolo, presi la lettera e insieme al piccolo ci diriggemmo verso la camera da letto.
Poggiai il bambino di nuovo nella sua culla, a lui piaceva molto starci dentro.
Poi mi spostai verso il comò, presi lo scrigno e lo aprì.
Con cura conservai la lettera li dentro, insieme a tutte le altre che Jimmy credeva che io avessi spedito.
Poi pieno di tristezza esclamai:
-"Mi dispiace amore!"
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