Capitolo 43
Si trovava nel suo laboratorio completamente immersa nei fumi delle pozioni. Correva da un capo all'altro della stanza cercando di non sbattere contro i banconi disposti stretti l'uno all'altro, ben tre libri stavano aperti davanti a lei e li sfogliava ricercando qualsiasi spunto potesse venirle in aiuto.
"Porco Godric" imprecò rendendosi contro di aver sbagliato un passaggio. Fece sparire il primo calderone, troppo avanti nella preparazione per essere corretto, altri 4 più indietro di 10 minuti ciascuno rimasero a ribollire sulla fiamma. Si lanciò verso l'ultimo e aggiunse le branchie di sirena che negli altri erano già state aggiunte, bloccò il procedere delle pozioni con un colpo di bacchetta e si sedette a leggere il libro centrale. "Cos'è che ho sbagliato?" rifletté ad alta voce.
L'antidoto per un veleno complesso è maggiore della somma degli antidoti per ciascuno dei singoli componenti lo sapeva benissimo, erano anni che conosceva e applicava quelle leggi ma ora che si trovava davanti al veleno di una bestia come quel serpente maledetto, e non a una pozione mortale, si chiedeva come potesse venirne a capo.
Era ricorsa persino alla chimica babbana, separandone i componenti, la parte liquida da quella solida, e analizzandolo al microscopio. Quel veleno era qualcosa di terribile, corrosivo, paralizzante, nessun ingrediente comune riusciva a contenerlo venendo fagocitato in pochi attimi. Quando aveva conservato una boccetta di quel liquido mortale, concessole in pochissime quantità quando aveva dovuto effettuare i suoi studi per l'oscuro, e per distillare un veleno a Draco, aveva creduto di aver svolto la parte più difficile del lavoro, ma adesso era in un vicolo cieco.
Eppure sapeva che avrebbe dovuto fare una prova, ma aveva paura, quelle lacrime erano troppo preziose per essere sprecate. Si sollevò dalla sua postazione per avvicinarsi alla sua riserva di ingredienti, con meticolosa attenzione recuperò la boccetta riempita a metà di un liquido trasparente, acqua salata prodigiosa. Si spostò al suo microscopio di fianco al quale stava un'altra boccetta piena di un altro liquido, viscoso, dal colore verde rancido ma con sfumature fucsia quasi fluorescenti, ne mise una goccia su un vetrino e ne osservò il comportamento: si agitava vorticoso.
Con le mani quasi tremanti recuperò una sola goccia dalla boccetta trasparente e la aggiunse. Poi con il cuore in gola osservò: quella singola lacrima venne immediatamente assaltata dal veleno e scomparve. Un senso di frustrazione immenso la invase e avrebbe voluto urlare. Si riavvicinò incredula ad osservare, non credendo che non funzionasse: nulla era cambiato.
In un moto di rabbia fece sparire tutti i calderoni, era una strada senza uscita, non capiva come fosse possibile venire a capo di una cosa del genere. Si sentiva impotente e demoralizzata, nessuno dei suoi sforzi stava dando risultati. Si sarebbe voluta mettere a piangere e non pensare più a nulla ma un bussare alla porta glielo impedì. Si affretto a mettere sotto chiave entrambe le boccette e andò ad aprire.
"Rolanda!" fu stupita di vederla lì, mai nessuno scendeva nei sotterranei.
"Artemisia sono venuta a cercarti perché non ti ho vista a pranzo ma oggi dovremmo andare dai ragazzi" le disse sussurrando. "Me n'ero completamente dimenticata, perdonami, prendo il mantello e andiamo"
Si incamminarono verso il settimo piano. Quella volta i ragazzi le avevano assicurato un diversivo dall'altra parte del castello che avrebbe tenuto occupati i Carrow e Gazza, così che loro potessero accedere direttamente alla stanza delle necessità.
"Non hai un bell'aspetto" le disse la collega preoccupata. "Si lo so, stavo lavorando a delle pozioni", "Ancora con i tuoi esperimenti? L'altra volta ti sei fatta molto male" si limitò ad annuire non volendo aprire quell'argomento.
Circospette varcarono la porta della stanza delle necessità, i ragazzi erano tutti lì, o quasi. "Neville?" chiese interdetta Artemisia a Ginny. "Si è proposto lui per il diversivo, insieme a Colin, sono tra le loro vittime preferite" spiegò la rossa non mostrandosi minimamente preoccupata per loro, ormai si erano abituati a quei trattamenti.
"Bene allora, la lezione di oggi è particolare, la magia e la forza fisica sono direttamente correlate quindi se avrete un corpo allenato anche i vostri incantesimi saranno più potenti. La professoressa Bumb è qui per farvi vedere su cosa sarebbe meglio esercitarsi per incrementarli"
Rolanda fece disporre i ragazzi su due file di fronte a lei e iniziò a mostrare alcuni esercizi di equilibrio ed elasticità. Anche Artemisia si unì a loro e l'attività fisica la distolse da tutte le preoccupazioni che si agitavano dentro di lei. Passarono poi a degli scatti, corse sul posto, passi particolari, e qualche studente inciampò nei suoi stessi piedi scoprendo di essere più scoordinato di quanto pensasse.
"Non capisco a cosa ci servano 'ste cose" si lamentò tra sé e sé Michael Corner ansimando per la stanchezza. Artemisia lo sentì ma non lo riprese, capiva non fosse immediato apprezzare quei tipi di allenamento ma si sarebbe ricreduto a breve.
"Signorina Weasley, potrebbe schiantare quel manichino là giù?" chiese la professoressa Bumb alla rossa che senza porsi domande recuperò la sua bacchetta e fece come le era stato chiesto. Il manichino si ribaltò e finì a terra un paio di metri più dietro, subito dopo riapparve al suo posto originario.
"Ora, vorrebbe fare la stessa cosa ma accompagnando l'incantesimo con in movimento del corpo che abbiamo visto prima?", la ragazza di concentro, si mise con il corpo laterale e poi con uno scatto portò la mano con la bacchetta avanti, la gamba posteriore diede forza scaricando tutta la magia fino alla punta delle sue dita. Lo schiantesimo attraversò la stanza e quando colpì il manichino andò a scontrarsi con forza contro la parete producendo un rumore sonoro.
"Per Priscilla!" fu l'esclamazione dello stesso Micheal che fece ridere tutti.
"Ecco la differenza, è tutta qui" disse soddisfatta Rolanda voltandosi a guardare la collega. "Dunque esercitatevi" rincarò Artemisia.
Dopo aver fatto tentare tutti i ragazzi lasciarono la stanza per tornare ai loro alloggi, e con quelli la ragazza tornò alle sue preoccupazioni.
"Signorina Weasley, si trattenga un attimo"
Aveva appena finito lezione con il settimo anno Grifondoro-Tassorosso. Erano passati alcuni giorni dall'incontro con l'ES e Ginny non si sarebbe aspettata di parlare di nuovo così presto. Chiuse la porta quando l'ultimo compagno fu uscito e si concentrò solo allora sullo sguardo stanco dell'insegnante.
"Mi dica" si rese subito disponibile.
"Io avrei una richiesta da farle, che potrebbe sembrarle un po' strana quindi la prego di non fare domande", la ragazza annuì convinta.
"Bene... ecco, io ricordo, in maniera molto chiara di un incidente che ebbe suo padre due anni fa, con un serpente" a sentire quelle parole la ragazza si irrigidì visibilmente.
"Si..." rispose addolorata
"Lo hanno curato al San Mungo se non sbaglio" Ginny annuì nuovamente
"Sa se possiede ancora la sua cartella clinica? Potrebbe dirmi come hanno fatto a curarlo?"
"Suppongo di sì ma, professoressa, lei come sa queste cose e perché vuole queste informazioni?" chiese affannata la ragazza.
"Avevamo detto niente domande" le ricordò cautamente e la vide rifletterci, poi con sua sorpresa disse: "Se le può servire potrei scrivere ai miei, avvisarli che andrà a fargli visita, oppure potrei farmela inviare"
"No, è meglio di no, la posta è controllata. Passerò io nei prossimi giorni"
La lasciò andare poco dopo, avendole raccomandato ancora di esercitarsi sulle cose che aveva dello Madama Bumb.
16 aprile 1989
Aveva appena bussato alla porta della Tana, era domenica mattina, e attendeva all'ingresso che qualcuno andasse ad aprirle. Dopo poco si ritrovò Molly Weasley in abiti comodi con la bacchetta alzata. "Chi sei?" le chiese inquisitoria, poi il suo sguardo cambiò, sbarrò gli occhi e si fece ostile. "Mi ricordo di te! Sei la ragazza che Silente portò a Grimold Place, tu sei amica di Piton!" la bacchetta si sollevò ulteriormente minacciosa.
"Signora Weasley, la prego, non sono venuta per portare guai" cercò di calmarla ma non vi riuscì.
"Arthur! Arthur!" chiamò a gran voce la donna e dopo pochi attimi il signor Weasley la raggiunse. "Molly che succede, chi è la ragazza?" chiese preoccupato estraendo a sua volta la bacchetta ma tenendola bassa lungo il fianco.
"È dalla parte di Piton!" gli disse allarmata e a quel punto anche Arthur alzò la bacchetta puntandola contro di lei.
"Signori Weasley, non sono dalla parte di Piton, vorrei solo parlare con voi di una questione importante" non sapeva come fare a sedare la situazione senza schiantare entrambi.
"Arthur, Molly, chi c'è alla porta?" una voce più tranquilla giunse da sopra le scale e Remus Lupin discese verso di loro.
"Professore, sono Artemisia Carter, non sono una minaccia, dovrei solo parlarvi" per riavvalorare il fatto posò lentamente la bacchetta a terra e la spinse con il piede verso l'interno della casa.
"È inutile che la posi, so che puoi praticare la magia senza bacchetta" le disse tranquillamente il lupo mannaro, avvicinandosi prima ad Arthur e facendogli abbassare il braccio, poi si chinò a terra e recuperò la bacchetta della ragazza. Si avvicinò a Molly e dopo averla calmata le restituì l'oggetto.
"Grazie", disse senza capire molto il perché di quel gesto.
"Vieni, facciamo una passeggiata" le propose uscendo con lei, "Dopo Molly e Arthur ti ascolteranno" le assicurò e con un leggero gesto della mano la spinse a girarsi e incamminarsi nella campagna.
"Voleva dirmi qualcosa?" chiese incerta quando furono abbastanza distanti dalla casa. "In realtà sì, sono stato a Villa Conchiglia, mia moglie ha appena partorito e sta lì, al sicuro, spesso vado a trovarli. Attualmente dimora lì anche Luna Lovegood dopo essere fuggita da Villa Malfoy."
"Era stata rapita dai mangiamorte?" chiese lei stupita, sospettava fosse successo quando anche Harry era scappato ma non l'aveva vista. Fu rincuorata da quella notizia.
"Sì, durante le vacanze di Natale. Mi ha parlato di te, ha detto che avevi intenzione di aiutare gli studenti"
"Sì è così, abbiamo ricostituito l'ES e li stiano aiutando a imparare, Ginny e Neville coordinano il gruppo" confermò sperando che quelle informazioni lo convincessero ad aiutarla.
"Allo stesso tempo- disse fermandosi di colpo in mezzo alle spighe di grano- sei insegnante ad Hogwarts sotto Piton, e mi pare tu abbia abbastanza libertà per essere qui di domenica mattina, inoltre non sembra tu abbia molti problemi né con lui né con i Carrow"
"Sono solo molto brava a muovermi di soppiatto e sono stata assunta da Minerva a luglio" cercò di giustificarsi.
"Ricordo molto bene come Piton sia stato al tuo capezzale quando sei stata ferita" insistette lui circospetto
"Io e il preside Piton non ci vedevamo da un anno prima di agosto e le assicuro che non ci siamo ritrovati in rapporti idilliaci. Senta, può parlare con chi vuole, con la stessa Minerva, il mio odio per lui e per ciò che ha fatto è viscerale. Sto aiutando gli studenti perché tengo alla loro sicurezza e sto rischiando molto per questo. Ora sono venuta qui perché ho bisogno di aiuto dai signori Weasley, li avrei fatti avvisare da Ginny se la posta non fosse controllata" recuperò vigore e convinzione man mano che parlava e dovette riuscire a convincere Lupin.
"Va bene, rientriamo".
L'ambiente della Tana era caldo e accogliente, tremendamente confusionario, e c'era un profumo di cibo che si espandeva per tutta la stanza.
"Molly sta cucinando il pranzo" giustificò quell'odore Lupin anche se erano solo le 10 del mattino. La accompagnò a sedersi sul divano. "Con chi devi parlare?", "Con il signor Weasley", Lupin andò a chiamarlo e quando tornarono gli occhi di Artemisia erano fissi su un orologio composto da molteplici lancette, una per ogni componente della famiglia, erano tutte rivolte su "pericolo mortale".
"Allora Signorina, di cosa doveva parlarmi?" le chiese l'uomo sedendosi di fronte a lei su una sedia. "Signore, lei possiede ancora il referto del San Mungo?" gli chiese andando subito al punto.
"Quale, scusi?" chiese interdetto il rosso. "Quello di due anni fa, quando è stato attaccato dal serpente" specificò sebbene pensasse che lui avesse capito fin da subito a cosa si riferiva. Vide Arthur agitarsi sulla sedia e Lupin vicino a lui guardarla sospettoso.
"Tu come sai di quell'attacco?" chiese l'ex professore.
"Credevo fosse chiaro che avessi un qualche rapporto con Silente se mi ha portata al quartier generale dell'ordine per farmi curare" disse scostante, infastidita da tutte quelle domande.
"Si ma che rapporto? Perché dovrebbe aver rivelato queste cose ad una ragazzina?" incalzò Lupin.
"Sono una strega potente e un'abile pozionista, non basta?", "Aveva già Piton per le pozioni" le fece presente Arthur.
"Forse non si fidava abbastanza", "Silente si fidava ciecamente di lui! E quel lurido ci ha fregati tutti!" urlò quasi il lupo mannaro perdendo la sua solita calma. Seguì un silenzio opprimente.
"Sentite, non importa perché Albus mi coinvolgesse o meno, importa che io sto cercando di distillare una pozione che contrasti il veleno di quella bestia e avrei bisogno di visionare la cartella clinica del Signor Weasley" disse risoluta, la sua impazienza e il suo nervosismo si propagarono nella stanza sotto forma di una sottile aura magica che attraversò sia Arthur sia Lupin facendoli rimanere senza fiato, non era stata dolorosa ma la forza di quella strega si poteva sentire fin dentro le ossa.
"Che sta succedendo!" entrò allarmata Molly avendo percepito anche lei la magia.
"Nulla tesoro, saresti così gentile da andare a prendere il mio referto del San Mungo?", Molly parve voler contestare ma uno sguardo da Lupin la fece desistere. Tornò diversi minuti dopo con la cartellina in mano e la passò al marito.
"Ecco a te" finalmente ebbe tra le mani quei fogli, li geminò e se li mise in tasca.
"Vi ringrazio" disse nuovamente calma e si avviò verso la porta.
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