Capitolo 39

Si trovava nell'ufficio della McGranitt, aveva scoperto che molti professori si vedevano lì nel fine settimana per chiacchierare e bere qualcosa e dopo qualche settimana era stata accolta anche lei a quelle serate. Erano presenti anche Vitius, Rolanda e Poppy, mancavano quella volta Pomona e Aurora che spesso si univano a loro.

"Grazie Minerva" disse Artemisia quando l'anziana strega le offrì dei biscotti e una cioccolata calda al rum, oramai proprio in virtù di quelle serate anche lei si era concessa di dare del tu alla collega, sarebbe parso strano infatti che si rivolgesse solo a lei con il titolo di professoressa. L'altra le sorrise materna, era strano vederla così rilassata ed era un lato di lei che non mostrava mai in aula. Quando tutti ebbero ricevuto la propria dose di biscotti e la propria bevanda, the, cioccolata o alcolico che fosse, iniziarono i pettegolezzi.

"È il primo anno che non si festeggia Halloween da quando insegno qui" disse contrariato Vitius che si prodigava sempre per le decorazioni. "È stato annullato anche il campionato di Quiddich, mi sembra assurdo! Sev-Piton è sempre stato competitivo, potevo aspettarmi molti provvedimenti ma non questo" rincarò Rolanda. Artemisia vide Minerva pensierosa e si ricordò teneramente della sfida personale che avevano portato avanti per anni lei e Severus, entrambi tifosi accaniti.

"Forse è stato meglio così, meno i ragazzi girano per la scuola meno possibilità hanno di mettersi nei guai. Ho visto i Carrow punire un ragazzino di Tassorosso semplicemente perché era andato a trovare Hagrid fuori dall'orario di lezione" constatò Artemisia che era seriamente preoccupata per la sorte dei ragazzi, "Ormai non c'è più libertà di nulla, quei folli si credono onnipotenti, e io ho l'infermeria piena" sbraitò Poppy.

"Io ho parlato con la Weasley" ammise Rolanda facendo girare tutti incuriositi, "potrei averle suggerito di tenersi pronti in ogni momento", "Ma tu sei impazzita?! Sai che rischi corrono?" quasi le urlò contro Minerva. "Non è colpa mia, lei è venuta da me a lamentarsi proprio del campionato e lo sai come sono fatta, mi sono lasciata infervorare dalle sue parole, e comunque sono convinta di ciò che le ho detto." cercò di giustificarsi la professoressa di volo. Si intromise Artemisia: "Vi ricordate l'anno della Umbrige? Che Harry Potter mise su quelle lezioni di difesa? Se si riuscisse a rifare, magari con l'aiuto anche degli insegnanti i ragazzi sarebbero preparati a combattere. Credetemi se vi dico che la guerra è quasi finita, me lo sento"

"Vorrei che fosse così, ragazza mia, ma temo che Potter non troverà la soluzione in breve tempo, sempre che la trovi" disse sconsolata Minerva ma Artemisia sapeva e non si sarebbe lasciata abbattere, se gli altri insegnanti non erano pronti a esporsi l'avrebbe fatto lei.

Rientrò, stanca e leggermente brilla dopo quella serata, nei suoi alloggi. Sussultò trovando Piton che sedeva alla sua scrivania e armeggiava con i suoi fogli. "Severus" disse sorpresa attirando l'attenzione del mago su di sé. "Scusami, non volevo invadere il tuo lavoro ma era tanto che ti aspettavo e mi stavo annoiando" si giustificò alzandosi dalla scrivania e andandole incontro. "Ero da Minerva", "Una delle solite serate fatte di pettegolezzi e alcool?" chiese ironico lui ricordandosi quando era solito parteciparvi, lusso che adesso non aveva più per evidenti motivi.

"Sì, proprio quelle" rispose ridendo Artemisia, "Ma ora dimmi, qualcosa non ti convinceva nelle mie verifiche?" desiderosa di avere un suo parere, "Sei prolissa nel giudizio finale, perdi troppe energie a motivare i voti che dai, una T è una T, e una O è una O. Non c'è molto altro da dire se gli errori li hai già segnati", "Ci perdo molto tempo è vero, ma non è semplice confrontarsi con la tua personalità, non mi riesce essere severa quanto te, non incuto il tuo stesso timore, e il rispetto devo guadagnarmelo in altro modo" cercò di giustificarsi lei che quando si era trovata davanti le verifiche la prima volta aveva valutato attentamente come procedere con la correzione, "I ragazzi ti dovrebbero rispettare già solo perché sei la loro insegnante" disse categorico, "Lo sai che non è mai così, con i più piccoli la situazione è tranquilla, ma per il resto... ho cacciato dalla classe MAGO due ragazzi al primo giorno", una risata leggera lasciò la bocca dell'uomo "E poi dici che non sei severa? Penso di non detenere neanche io un record così estremo" le carezzò affettuosamente il viso mentre parlava.

"Dai ora vieni, non ti ho aspettata così a lungo per parlare di scuola" la guidò fino al camino dove lui si accomodò in poltrona e lei sul muretto di mattoni vicino al fuoco. "Sei ancora la ragazzina che è piombata da un giorno all'altro nella mia vita e nei miei alloggi" disse Piton guardandola in quella posizione a loro tanto familiare. "Voglio sperare che certe cose non cambino mai, come me e te in questi alloggi, nonostante ora siano i miei, - a quella specificazione Severus sorrise- oppure il tuo sarcasmo tagliente, o la dolcezza di Willy l'elfo domestico...", "O la tua determinazione esasperante" la interruppe lui, "Sei stato capace di rendere un pregio un difetto!" disse lei ridendo.

Continuarono a parlare amabilmente di molte cose, godendosi quella tranquillità così rara, lei non volle turbarlo con i suoi prossimi piani per i quali doveva già iniziare a muoversi nell'ombra e lui non volle impensierirla con le ultime notizie che aveva di Potter.

Giunsero le vacanze di Natale e lei decise di rimanere ad Hogwarts ma alla vigilia di Natale dai Malfoy non poté proprio sottrarsi. Erano stati invitati sia lei che Severus ma decisero di raggiungere la festa separatamente, Artemisia andò per prima, molto più capace di sopportare la compagnia di quelle persone per tempi lunghi. Arrivò verso l'ora del the, aveva promesso ad Antonin che avrebbe parlato con lui della sua carriera ad Hogwarts prima della cena, si ritirarono dunque nella immensa biblioteca del Maniero. Dopo che Artemisia ebbe parlato con toni entusiastici del suo ruolo di insegnante ma aver contemporaneamente screditato la compagnia di quei babbanofili dei suoi colleghi, Antonin la aggiornò sui movimenti di Potter.

"A inizio anno li avevamo identificati tutti e tre al Ministero, non so cosa ci facessero, il Signore Oscuro non si confida con nessuno. Poi negli scorsi giorni sono stati a Godric's Hollow, alla casa dei Potter, il ragazzo e la sanguesporco, Weasley invece mancava. Aveva mandato Nagini a tenere d'occhio il paesino perché sapendo quanto sono sentimentali i Grifondoro si aspettava che visitasse la tomba dei genitori, ma gli sono sfuggiti di nuovo. Non ti dico la sua ira...", "Posso immaginarla, ma adesso non si sa dove si trovino?" indagò ulteriormente Artemisia con tono preoccupato, "Non ne abbiamo idea ma abbiamo Ghermidori che battono ogni angolo della Gran Bretagna". Non li avrebbero mai trovati, pensò Artemisia, la Granger era abbastanza abile da occultare ogni traccia della loro presenza. "Quindi li abbiamo momentaneamente persi..."

Quando lasciarono la stanza era ormai quasi ora di cena e scesero nella sala dove trovarono Lucius e Severus di fronte al camino intenti a bere del whiskey. "Artemisia mia cara, giri per casa mia e non vieni neanche a salutarmi?" chiese con un velo di accusa Malfoy. "Oh Lucius, prima il dovere e poi il piacere, discutevo con Antonin di cose importanti" cercò di uscirne con la maggiore dignità possibile ma i lineamenti rigidi di Severus erano evidentemente correlati a un fastidio nel vederli parlare.

"Comunque, tua moglie non ci raggiunge?" chiese cambiando discorso. "Sarà qui tra poco, stava con la sorella nelle sue stanze. Invece- ah eccolo, Draco" il giovane Malfoy era appena entrato in sala, bianco come un lenzuolo, molto diverso rispetto ad Hogwarts. Sia Artemisia sia Severus gli sorrisero teneramente, andandogli in contro contemporaneamente, notando quella coincidenza arrestarono il passo e si guardarono con finto astio. "Non si conviene tanto affetto a una professoressa", "Neanche a un preside", "Io sono il padrino" e così vinse lui la precedenza a salutare il ragazzo. Dapprima gli strinse la mano ma poi gli scompigliò i capelli biondi congratulandosi con lui per i risultati scolastici, Artemisia invece si concesse di abbracciarlo, nonostante fosse molto più alto di lei. Mentre si allontanava da Draco entrò Narcissa con Bellatrix.

Si sedettero tutti a tavola, erano in pochi e ciò era evidente fosse dovuto al periodo storico, in un altro momento Lucius avrebbe organizzato un gala indimenticabile. Artemisia sedette tra Dolohov e Severus, di fronte a loro le due Black e Draco, a capotavola Lucius. Non sembrava Natale a dir la verità tant'è che non avvenne neanche un ufficiale scambio di regali, l'unica parvenza di regalo fu un set di sigari che Antonin tirò fuori distribuendone uno a ciascuno, Narcissa e Draco lo rifiutarono e lasciarono la stanza subito dopo la cena. Artemisia si ritrovò circondata in un'atmosfera quasi intima dai mangiamorte più potenti e crudeli: Lucius, Antonin, Bellatrix e Severus. Era a disagio, non per i 3 uomini che conosceva abbastanza ma per quella folle della Lestrange, che adesso rideva sguaiatamente a un racconto di Antonin molto macabro. "Almeno tu ti diverti, io è da una vita che non esco da questa villa" gli disse stancamente Lucius sprofondando nella poltrona. "Niente di così eccitante in realtà. Da quando c'è Artemisia il divertimento vero è stato lasciato solo a lei" lo corresse l'altro.

Sentendo il suo nome la ragazza si voltò repentinamente, non aveva ascoltato neanche una parola di ciò che si erano detti. "Oramai la ragazzina si è ritirata ad Hogwarts, ha ben osservato la scalata di Piton e si è fatta i giusti calcoli" disse Bellatrix sprezzante, "Io sarei presente" dissero contemporaneamente Artemisia e Severus sentendosi chiamati in causa. "Guardala, già parla come lui" riconfermò le sue parole.

"Il Signore Oscuro mi ha mandata ad Hogwarts, non l'ho chiesto io", "Permettimi di dubitarne". "Finiscila Bella" la difese Antonin.

"Guarda guarda a chi ha fatto alzare la frusta" disse allusiva la strega e Artemisia poté percepire Severus agitarsi sulla sedia. "Bellatrix" la richiamò molto infastidito Lucius suscitando un'altra risata scomposta.

"Oh ricordo quando anche io avevo questo potere sugli uomini, ma loro sono sempre alla ricerca di una preda più giovane e ingenua"

"È tutto fuorché ingenua" si intromise una voce pericolosamente bassa. "Oh ma guarda, Piton che interviene, non succede mai...". Artemisia avrebbe voluto tirargli un calcio per aver parlato ma le era impossibile senza farsi notare.

"Preferirei che Bellatrix postesse continuare a dare aria ai suoi pensieri, magari le si ossigena il cervello e capisce che sia arrivata l'ora per lei di andare da suo marito per occuparsi di lui come meglio riesce", rispose la ragazza con sarcasmo e cattiveria.

"COME TI PERMETTI!" sbraitò l'altra alzandosi in piedi per aggredirla ma tutti e tre gli uomini si alzarono dalle loro poltrone e la afferrarono in tempo. "Ora te ne vai davvero, Bella" le intimò Lucius in quanto padrone di casa. Sdegnata, quella lasciò la stanza non prima di averle lanciato il resto del sigaro dietro, senza ottenere nessuna conseguenza.

"Cazzo Antonin, questo perché ero io che picchiavo come i babbani" con quella battuta Artemisia riuscì ad allentare la tensione ma ormai la serata si era conclusa.

"Signori io andrei, preside lei si trattiene?" chiese rivolgendosi a Piton che parve pensarci. "No, si è fatta ora anche per me". Si avviarono all'ingresso accompagnati dagli altri due, prima che potessero uscire però Lucius richiamò Artemisia porgendole un pacchetto ben incartato. "Oh, non dovevi, non eravamo rimasti per farli solo a Draco, io non ti ho preso nulla", "Non fa niente, è per ringraziarti dell'ottima compagnia nello scorso anno" visibilmente a disagio la ragazza prese il regalo sotto lo sguardo infastidito di Antonin e Severus, e lo ridusse per metterselo in tasca. "Lo aprirò a casa, grazie" gli rispose con tono più distaccato possibile.

Le girava ancora la testa per la smaterializzazione congiunta quando si sentì spingere contro una scrivania e poi un corpo caldo aderire totalmente al suo. Ebbe appena il tempo di mettere a fuoco l'ufficio del preside quando la lingua calda di Severus cercò la sua rabbiosamente. "E io ti ho lasciato un anno intero con quelli lì?!" chiese ad alta voce senza aspettarsi davvero una risposta. Artemisia fu sorpresa da quel contatto improvviso ma si lasciò travolgere da quelle emozioni intense che le trasmetteva attraverso ogni tocco e ogni ansimo. "Con quel lurido, puttaniere, perverso di Lucius" alle sue parole ringhiate con rabbia seguivano baci esigenti e carezze sul viso, tra i capelli, come a controllare che lei fosse lì e non più in quella maledetta villa.

"Sev, tranquillo. Siamo a casa, mi spiace solo che tu sia così turbato", "Non avrei tollerato un solo minuto in più lì" gli sorrise rassicurante e si sporse per un bacio che sta volta fu lento e romantico

"Ma ho sentito male o qui abbiamo un Severus geloso?", entrambi si voltarono di scatto fulminando con lo sguardo il quadro di Silente che era stato svegliato dal suo sonno. "Vai al diavolo, Albus" lo zittì Piton. Poi prese per mano Artemisia e la guidò nei suoi alloggi dove nessuno, neanche i quadri, avrebbero potuto disturbarli.





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