3_UDITO

Dicono che c'è un tempo per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo sognato
che bisognava sognare.

Ivano Fossati

Quanti ricordi può scatenare una canzone?

Quanti sogni, desideri, speranze, possono essere contenuti in alcune semplici note?

Chiusi gli occhi mentre la sua voce, lentamente, colmava ogni angolo della mia mente. Mi piaceva abbandonarmi ai ricordi, mi rasserenava sapere che bastavano alcune semplici note per far apparire immagini nitide alla mia mente. Proprio in quell'ora, buia e silenziosa, il suono della sua voce tornava a farmi compagnia rassicurandomi, cullandomi con dolcezza, fino a quando, ormai sfinito, mi lasciavo sopraffare dal sonno. A volte mi sembrava di sentirla canticchiare gioiosamente, altre volte invece, avevo l'impressione che mi chiamasse implorandomi di raggiungerla. Ma nei miei sogni, la sua voce era sempre dolce e calda, senza la nota di sofferenza che l'aveva caratterizzata nell'ultimo periodo. Nei miei sogni, tutto era rimasto inalterato, come la prima volta che con un sorriso, mi aveva rivolto la parola. Allungai la mano, sperando caparbiamente di poterla toccare ancora una volta, di riuscire a carezzare il profilo del suo corpo e perdermi ascoltando il suono del suo respiro o del suo cuore, che batteva all'unisono col mio.

Le mie dita sfiorarono soltanto la tiepida aria della sera. Ero solo. Solo con i miei fantasmi. Lei non era più al mio fianco, da troppo tempo ormai.

"Buona notte, amore mio!" Dissi piano.

"Ovunque tu sia!"

****

L'annuale festa a casa dei De Petris, era uno degli eventi mondani più importanti della città: chiunque avrebbe fatto carte false pur di poter rimediare un invito e io ero uno dei pochi fortunati partecipanti. Marco, uno dei miei più cari amici, mi invitava ogni anno, ma io declinavo sempre. Odiavo mettermi in smoking, fare sorrisi falsi o fingermi interessato a conversazioni frivole e modaiole e ancor di più, odiavo trovarmi impegnato in conversazioni sulla qualità del catering. Quest'anno però non avevo potuto rifiutarmi: il mio amico si sposava e io ero il suo testimone. Amanda, la futura sposa, mi prese per un braccio trascinandomi verso il tavolo del buffet; sembrava agitata e molto, molto nervosa.

"Devi darmi il tuo parere!" No, un parere sul catering! Come volevasi dimostrare.

"Questa tempura non mi sembra affatto croccante! Dev'essere croccante, vero Andrea?"

Alzai mentalmente gli occhi al cielo e presi in mano un gamberetto pastellato. Amanda aveva ragione, il catering aveva fatto un pessimo lavoro quest'anno, la tempura era molliccia e fredda: qualcuno alla fine della serata avrebbe pagato con la perdita del posto, per un così cattivo servizio. Non volevo creare problemi al malcapitato cuoco, ma la mia onestà intellettuale mi impediva di mentirle.

"Amanda, veramente io... " il mio sguardo era dispiaciuto, ma lei mi aveva già voltato le spalle; ora il suo interesse era attirato da una ragazza di cui scorgevo solo la bella schiena color del latte e i capelli raccolti in un morbido chignon. Qualcuna che mi sembrava stranamente conosciuta, anche se non avrei saputo dire chi fosse.

"Nina!" gridò facendola sussultare.

La ragazza si voltò e io mi persi in due enormi laghi color cioccolato: era lei, la bellissima ninfa del parco. Rimasi senza fiato quando sentii Amanda pronunciare quelle parole.

"Nina, ti voglio presentare un amico di Marco, nonché suo testimone, non è bellissimo?" Disse ridendo e trascinando la ragazza per un braccio. "Vedrai, ti piacerà! Se non mi fossi innamorata di Marco io... " pausa e poi un sorriso imbarazzato.
"No, per me non sarebbe mai andato bene, ma per te... " lasciò la frase in sospeso rendendosi conto, solo in quel momento, di parlare a voce troppo alta.

Sorrisi sornione, facendo arrossire un'Amanda evidentemente brilla e ormai al colmo dell'imbarazzo.

"Nina, lui è Andrea. Andrea, questa è Nina, una delle mie più care amiche. Sarà lei la mia testimone di nozze, non ti sembra una bella coincidenza?"

Sfoderò un sorriso un po' tirato e imbarazzato dall'esuberanza della sposa, mentre il mio si allargava ad illuminare lo sguardo.

"Ciao Nina, è un vero piacere conoscerti. Marco mi aveva parlato della bellissima testimone di Amanda, ma... beh, la sua descrizione non ti rende onore." Avevo sfoderato il mio sorriso migliore e ostentato una sicurezza che non avevo.

Lei alzò il viso verso di me, lo sguardo lucente, le gote arrossate come dopo una corsa nel prato.

"Ciao Andrea, Amanda non mi aveva detto che oltre ad essere bello eri anche molto galante."

Colpito e affondato.

La sua voce, melodiosa e calda, accarezzò dolcemente il mio cuore, era più bella di quanto pensassi.

Me ne innamorai perdutamente.

****

Era l'alba, mi rigirai nel letto, ormai sveglio da troppo tempo. Non riuscivo più a dormire bene, ero troppo abituato alla presenza di Nina al mio fianco, al suono del suo respiro, alle parole tenere e inconsapevoli che sussurrava nella notte, per riuscire a riposare senza di lei. Eppure erano passati già alcuni anni da quando era andata via da me. Mi sedetti sul bordo del letto; un fulgido rosso sole riempiva di luce dorata la mia stanza e la mia vita da troppo tempo cupa e triste. Un nuovo giorno stava iniziando. Un nuovo giorno senza di lei. Un nuovo giorno colmo di silenzi e solitudine, un nuovo giorno in cui simulare una serenità che non proverò; in cui dovrò immergermi nel mio lavoro con tutto me stesso per non pensare a lei, al suo sorriso, al suono melodioso della sua voce. Una melodia che mi aveva colpito dritto al cuore, anche il giorno in cui se ne era andata; anche allora la sua voce non aveva perso il suo fascino.

****

"Dove stai andando amore?" Dissi, sorpreso dal vederla preparare le valigie.

Silenzio, un lungo e denso silenzio, prima che pronunciasse delle parole che mai e poi mai avrei voluto sentire.

"Non posso più restare con te Andrea, io... io non ti amo. Forse, non ti ho mai veramente amato!"

Non potevo credere che l'avesse detto. Non potevo. Non poteva essere stata una così brava attrice da fingere per più di due anni. Caddi a sedere su una poltrona, completamente inebetito, totalmente svuotato.

"Io non ti credo!" Riuscii a parlare a stenti, mentre impietrito, la osservavo prendere le sue cose e gettarle alla rinfusa nella valigia.

"Nina, ti prego, se ho fatto qualcosa, qualunque cosa che ti ha offeso in qualche modo... " la mia voce, tremante di dolore e di panico, era quasi irriconoscibile alle mie orecchie. Non avevo mai provato una sensazione tanto intensa in tutta la mia vita. "Parliamone, ti prego, non puoi comunicarmi questa notizia e aspettarti che io l'accetti senza nemmeno tentare di capire!" Si voltò verso di me, gli occhi lucidi di pianto a stento trattenuto.

"Andrea io... sto con un'altra persona!"

****

Scossi la testa al ricordo di quell'assurda conversazione. A distanza di anni non riuscivo ancora a credere alla veridicità delle sue parole. Nina non era una persona volubile o frivola, ma una donna forte e razionale; non si sarebbe mai comportata in modo così insolito e istintivo eppure...

Eppure non era tornata più da me, aveva fatto perdere le sue tracce, dissolta, come neve al sole.

E poi, quando avrebbe incontrato questa presunta persona?

Quando, se vivevamo pressoché in simbiosi?

No, non potevo, non dovevo più pensarci, la sola idea di lei con un altro mi faceva impazzire.

Come poteva il nostro amore essere stato così fragile da non superare le insidie del tempo o la fascinazione di un nuovo amore?

Diedi un pugno sul nostro letto, lottando contro la voglia di sbattere la testa contro il muro o di imbottirmi di alcool fino a non ricordarmi più il mio nome.

Stupido, stupido, stupido!

Basta farsi del male, basta soffrire per una donna che ti ha lasciato senza batter ciglio.

Eppure...

No, basta cazzo!

Come potevo ancora essere così legato al ricordo di una donna che non faceva ormai più parte della mia vita da anni?

Come potevo essere ancora così schiavo dei sentimenti che mi legavano ancora a lei?

Mi alzai faticosamente, stremato dal troppo dolore e dalle tante notti insonni. Dovevo uscire da questa casa, che mi opprimeva con l'intensità dell'invisibile presenza di Nina. Avevo bisogno di scaricare la tensione accumulata, avevo bisogno di correre; ma per quanto fuggissi lontano, lei era sempre con me, così ancorata al mio cuore che non sarei riuscito a strapparla via senza uccidere anche una parte di me stesso.

Stasera a lezione avrei insegnato come si cucina una vera tempura e il ricordo della prima volta che avevo udito la sua voce mi avrebbe accarezzato dolcemente il cuore.

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Tempura

croccante leggerezza

2 Carote, 2 zucchine,  4champignon , 12code di gambero .

Per la pastella:

Acqua gassata ghiacciata 200 ml, Farina 00 100 gr,  1 tuorlo.

Per friggere

Olio di Semi.

Preparazione

Lavare bene le zucchine, eliminare le estremità, tagliare a metà per il lungo così da ottenere delle listarelle utilizzando solo la parte verde della zucchina.

Pelare la carota, tagliare a metà e poi a fettine per il lungo, poi ancora a metà per ottenere dei bastoncini un po' appiattiti

Pulire gli champignon e tagliarli a fettine spesse circa 3 mm, cercando di mantenerne la forma.

Privare i gamberi della testa, delle zampette e dei carapaci, lasciando però l'estremità con la coda. Eliminare con uno stuzzicadenti il filetto nero e asciugarli bene.

Preparare la pastella in un contenitore di metallo immerso in una ciotola più grande contenente del ghiaccio (in questo modo la pastella si manterrà sempre ben fredda). Sbattere bene il tuorlo e incorporare l'acqua gassata gelata, setacciare infine la farina.

Mescolare non troppo a lungo (non importa se si formano dei piccoli grumi di farina); l'impasto non deve risultare colloso.

Scaldare dell'olio di semi in un wok e portarlo a 180°C di temperatura.

Immergere le verdure e i gamberi nella pastella con l'aiuto di una pinza e friggere dorando bene ogni lato (la pastella fritta non deve eccessivamente scurirsi).

Quando le verdure saranno ben croccanti, toglierle dall'olio e porle su carta assorbente da cucina per eliminare l'olio in eccesso.

Servire la tempura ben calda accompagnandola con la salsina apposita o con la salsa di soia.

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