1 _ VISTA
La guardavo da lontano, quella figura minuta e bellissima; la guardavo, ma non osavo avvicinarla. Era troppo eterea per poter esistere realmente, troppo splendente per essere una creatura terrena. Le sue spalle, piccole come quelle di un uccellino, erano rivolte verso di me, i suoi capelli, scuri e lucenti, spendevano di miriadi di riflessi: dal mogano al castagna, dal cioccolato al caffè, ondeggiando alla leggera brezza primaverile. Bella e aggraziata come una ninfa, quella ragazza mi aveva rapito il cuore senza dire neppure una parola. Una voce di bimbo risuonò nell'aria attirando la sua attenzione: si voltò. Per un istante i nostri occhi s'incontrarono, per un istante mi persi in quelle iridi color gianduia, per un istante pensai di aver trovato il mio personale angolo di paradiso.
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Chiusi gli occhi cercando di regolarizzare il battito del mio cuore, mentre il ricordo del mio amore, conquistato e perso, si disperdeva, rinchiudendosi in angoli oscuri del mio cuore.
"Buonasera!" la voce di Alice mi riportò definitivamente alla realtà. Improvvisamente realizzai dove mi trovassi e cosa stessi facendo in quel luogo. Improvvisamente realizzai di essere ancora e inevitabilmente solo.
"Buonasera a te! Sei la prima ad arrivare." Mi sedetti sullo sgabello in attesa degli altri allievi.
Alice mi sorrise, aperta e solare come sempre, ma quando i miei occhi indugiarono per un istante in più sulla sua figura, arrossì e si affrettò ad afferrare il suo camice.
Era carina quella sera, aveva messo una maglietta piuttosto scollata che contribuiva a mettere in evidenza le sue forme non proprio prosperose. Voleva fare colpo su Carlo, il ragazzo silenzioso e timido che sedeva sempre dall'altro lato della stanza. Li avevo osservati dall'inizio del corso, fissarsi senza mai agire; si piacevano, era evidente a tutti ormai, ma lui non aveva il coraggio di avvicinarla. Tanto, troppo diversi, eppure affini, come il pecorino stagionato e il miele. Un connubio scoppiettante e saldo che avrebbe potuto funzionare bene.
A me era successo.
"Mi scusi, Andrea, non sarei dovuta entrare senza... l'igiene innanzitutto!" Sorrise ancora, imbarazzata dal mio sguardo insistente.
"Ok, Alice, per il momento ti perdono!" Le sorrisi anch'io per smorzare la tensione e l'imbarazzo che erano calate tra noi. All'improvviso un'idea prese forma in un angolo recondito della mia mente.
Un'idea che avrei messo in pratica immediatamente.
"Stasera lavorerete in coppia!" Esordii all'aula ormai piena. "Lavorare in team è molto più difficile di quanto possa sembrare, ma nello stesso tempo è molto importante. Osservare l'altro, imparare da lui, guardarsi a vicenda per non intralciarsi; insomma, in cucina è fondamentale il gioco di squadra!" Sentii qualche sbuffo di disapprovazione, ma non me ne curai.
Ero l'insegnante, dopotutto.
Voltai le spalle ai miei allievi e con un sorriso sulle labbra pronunciai i nomi delle coppie. Alice sorrise apertamente, prendendo posto accanto a un Carlo rosso di imbarazzo. Oggi mi sentivo generoso e aperto alla gioia; oggi il mio pensiero era per lei, per il mio amore, per i suoi occhi caldi e quieti, per la curva morbida delle sue labbra, per il suo corpo, flessuoso come un giunco. Mi guardai le mani, tremavano, proprio come il mio cuore. Erano passati due anni da quando Nina non era più con me e non c'era giorno in cui non la pensassi.
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La vista...
I ricordi si affievoliranno con il tempo, il cuore farà meno male, lo speravo, lo temevo.
La vista...
Ricorderò ancora il colore dei suoi occhi?
Quell'intenso e caldo color gianduia.
Ricorderò ancora lo splendore della sua pelle in quel meraviglioso giorno di primavera?
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Lacrime di dolore premettero agli angoli dei miei occhi, le ricacciai indietro. Lei non avrebbe approvato. "La vista è il primo senso che entra in gioco nella preparazione di un piatto!" Dissi, cercando di riacquistare una parvenza di normalità. "È il biglietto da visita, è come pregustare con gli occhi ciò che si assaggerà con la bocca, con il palato, con la lingua".
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Un brivido pervase il mio corpo al ricordo della sua lingua che lentamente umettava le sue labbra secche; era stanca quel giorno la mia Nina, troppo stanca, e io volevo farla felice, regalarle un piccolo angolo di paradiso, un boccone degno di essere ammirato: bello, gustoso, fresco.
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"Oggi rivisiteremo un classico della cucina italiana." Annunciai. La mia voce era decisa e sicura, ma dentro mi sentivo morire. "La caprese!" I miei studenti sembravano delusi. Pazzi, non si rendevano conto di quanto fosse complesso trovare il giusto equilibrio tra colori, profumi e gusto. "Silenzio!" Tuonai. Non ammettevo nessuna insubordinazione, non quando ero ai fornelli; non quando il mio cuore era così agitato al pensiero di lei e dei suoi occhi che si illuminavano alla vista di quel tripudio di colori in mono porzione. "Allora... immaginate i tre colori alla base di questo piatto: verde bianco e rosso; la bandiera italiana, certo, ma al contempo tre colori, che accostati assieme, comunicano agli occhi una sensazione di freschezza." Li guardai, ora erano attenti e meravigliati. "Comunicazione visiva, capite? Realizzare un buon piatto, non significa soltanto accostare in maniera corretta i vari componenti creando un insieme armonico per il palato; creare un buon piatto significa anche saperlo presentare. Rendere equilibrata la composizione, fare in modo che nessun elemento ne resti penalizzato." Distribuii gli ingredienti sul tavolo facendo segno ai miei allievi di prenderli. "Tre colori dunque, tre sapori diversissimi, tre consistenze... Cercate il vostro personale equilibrio, create la vostra personale ricetta, stupitemi".
Venti mani si misero al lavoro.
Alice si avvicinò a Carlo e sorridendogli, cominciò ad affettare i pomodori. Mi piaceva questo quadretto, mi ricordava i miei momenti più felici quando ero con lei, quando, nell'intimità familiare, creavamo piatti dal gusto insolito al solo scopo di coccolarci, di dimostrarci la reciproca attenzione. Continuai a guardare i miei ragazzi intenti alla preparazione: Alice cinguettava felice, Carlo invece era arrossito, ma un lieve sorriso aleggiava sul suo volto.
"Acc... " esclamò Mario dopo essersi tagliato affettando le zucchine. "Andrea... " mi implorò con lo sguardo, mentre Francesca, la sua compagna di lavoro, si allontanò sbiancando alla vista del sangue.
"Lo sapevo, non dovevo accettare di lavorare con te, sei sempre il solito!" Frignò la ragazza, sempre impeccabile persino ai fornelli.
"Dai Franci, non volevo: non volevo rovinarti la creazione, non volevo impressionarti e soprattutto, non avevo nessuna intenzione di farmi male!" Rispose a tono il ragazzone abbronzato, con un sorriso abbagliante tutto per lei. "Mi perdoni?" Occhi dolci, sopracciglio alzato, sorriso sghembo, mentre la bella bionda, dopo essersi assicurata che non ci fosse più traccia di sangue visibile, si riavvicinò a lui.
"É che ne sento l'odore!" Cercò di giustificarsi. "E mi disgusta!" Continuò evidentemente imbarazzata da questa sua debolezza.
Mario sorrideva sornione, qualcosa aveva colpito l'algida Francesca, la sua collega di lavoro, e l'aveva portato a confidargli qualcosa di personale.
C'è chimica tra loro, pensai, prima di domani finiranno a letto insieme!
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Caprese monoporzione
Tre colori per tre creme da sovrapporre.
Verde
Crema alle zucchine e basilico
10 gr di basilico, 4 gr di colla di pesce, olio di oliva e sale quanto basta, 200 gr di zucchine pulite
Rosso
Crema di pomodoro
10 gr di basilico fresco, 5 gr di colla di pesce, olio e sale quanto basta, 300 gr di pomodori ciliegia
Bianco
Crema di burrata
250 gr di burrata fresca, pinoli q.b.
Preparazione
Pulire le zucchine , togliere loro le punte e tagliatele a metà, prelevare la parte bianca con i semini e tagliare il resto a tocchetti, per un peso complessivo di circa 200 gr di pulita e tagliata.
Scaldare due cucchiai di olio in una padella antiaderente e far saltare le zucchine per qualche minuto, fino a farle intenerire; stando attenti a non disfarle.
Trasferire nel boccale del frullatore e aggiungere la metà del basilico e un cucchiaio di olio ,
Frullare il tutto molto bene in modo da ottenere un composto omogeneo;
pesare il composto ottenuto, dovrebbe essere circa 180 gr.
Preparazione della gelatina di
Pulire i ciliegini e tagliandoli a metà;
Scaldare altri due cucchiai di olio in un tegame per farvi cuocere i pomodorini con il resto del per basilico circa 20 minuti;
Passare i pomodori al passaverdura;
Pesare la passata ottenuta, dovrebbe essere circa 180-200 gr, (dipende anche dalla maturazione dei pomodori , più sono polposi più densa sarà la salsa).
Mettere in ammollo la colla di pesce dividendola in due ciotole di acqua fredda, in una se ne metteranno 5 gr (per il sugo) e nell'altra i 4 gr (per la crema di zucchine ).
Filtrare la passata di pomodori per togliere possibili semini rimasti.
Far intiepidire nuovamente in due pentolini separati sia la passata di che la crema di zucchine e poi aggiungere le due quantità di colla si pesce facendole sciogliere bene.
Versare direttamente la crema di pomodori nei 4 bicchierini prescelti e porre in frigo a rassodare.
Trasferire anche la crema di zucchine in una ciotola, coperta con della pellicola e mettere in frigo anche questa a rassodare.
Una volta che la gelatina di sarà ben soda, dividere la stracciatella nei 4 bicchierini, dopo averla lavorata leggermente con una forchetta in modo da romperne le fibre.
Versare il composto di zucchine e in una sacca da pasticceria munita di bocchetta stellata di 1 cm e decorare con questa la stracciatella.
Far tostare una manciata di pinoli per qualche istante in una padella antiaderente senza altri grassi e poi disporli a piacere nei bicchierini come guarnizione.
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