C'è qualcosa nel tuo armadio

Cos'è stato? Un piccolo movimento, quasi impercettibile nella stanza immersa nel buio,

nell'angolo dove nessuno guarda mai.

Ti copri ancora di più con le coperte, ti rannicchi sotto al piumone caldo. E osservi.

Osservi la stanza con circospezione.

Non ti spieghi perché ad un tratto, la stanza è più fredda.

Non vedi nessuno.

Non c'è nessuno.

Ma è davvero così? Sei sicura che nell'angolo infondo alla stanza, non ci sia qualcosa?

Qualcuno?

Lo sai, tu sai che qualcosa c'è.

Lo senti, senti nelle vene la paura e il sapore del terrore ti invade la bocca.

C'è qualcuno.

Ti alzi piano, prima rimani solo seduta sul letto, guardi attentamente, in quel punto.

Un leggero movimento ti invita a guadare meglio. Ti alzi, lentamente.

Senti il cuore battere nel petto come se volesse uscire e scappare.

Un altro rumore.

Ti fermi. Resti immobile nel buio per alcuni secondi ascoltando il silenzio.

Riprendi a camminare, piano, giri attorno al letto e avanzi verso quell'angolo vicino alla porta, prendi la torcia vicino alla scrivania.

Avanzi, e ti blocchi. Il buio invade la stanza, il freddo invade l'aria e l'ossigeno sembra mancare.

Accendi la torcia. Ma non c'è niente nell'angolo.

Ti calmi. Il respiro torna regolare e il sangue non pompa più così veloce nelle vene.

Torni a letto, ti copri, chiudi gli occhi.

Un cigolio proveniente dall'armadio te li fa riaprire di scatto. Li punti sul grande pezzo di legno che racchiude i tuoi indumenti.

L'anta continua ad aprirsi, una nebbia scura, ancora più nera del buio in cui la stanza è immersa, a discapito di qualche fascio di luce del chiaro di luna.

Una nebbia scura, che prende forma man mano che esce dall'armadio. Stringi convulsamente le lenzuola, vorresti chiudere gli occhi ma non ci riesci.

La nebbia prende forma, un uomo, è così vicino a te. Si inginocchia e ti guarda. Fisso negli occhi terrorizzati.

Il volto è coperto da un cappuccio, ma lo scintillio sadico nei suoi occhi riesci a vederlo. Il terrore ti invade di nuovo.

Allunga una mano carezzandoti il volto. Trattieni un urlo.

Perché è venuto da te? Non sei una bambina, hai vent'anni. Perché da te?

L'incubo di ogni bambino è appena uscito dal tuo armadio.

Lui, l'uomo nero è venuto a prenderti. 



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