Questo è Halloween
QUESTO È HALLOWEEN
Ade
“Non hai paura?
Beh, va bene così.
Dillo una volta, dillo due volte
cogli l'occasione e lancia i dadi”
«Non ci metteremo in pericolo partecipando a una festa di Halloween?» mi domanda Devi, all'altro capo del telefono collegato alla nostra casa di Guadalupe, in videochiamata.
«Sicuramente attireremo su di noi l'attenzione di qualcuno» sospiro camminando avanti e indietro.
«Ma ho qualcosa da farmi perdonare… e coinvolgere voi è l'unico modo per riuscirci senza fallire» ammetto, sorridendo a causa della sua espressione.
«Devo proprio dire che mi hai stupita» la vedo sorridere, pronta a rincarare la dose.
«Non starai iniziando a preoccuparti per la principessa?» ammicca sollevando e abbassando ripetutamente le sopracciglia.
«Sappi che sei entrato ufficialmente nel mio radar».
«Calma, calma, calma Devi» alzo le mani in segno di resa.
«Sto solo dicendo che un po’ di svago non farà male a nessuno… se poi si tratta di una festa in maschera, ancora meglio» sorrido malizioso.
«L'unico favore che ti chiedo è di procurare un vestito anche per Naira» mi siedo sotto al porticato del ranch.
«E, mi raccomando… non dirle nulla fino a quando non sarai qua».
«E va bene…» sbuffa, colta nel segno.
«So anche dove potremmo andare» mi fermo qualche secondo per riflettere.
«Al Morazàn organizzano spesso eventi, quindi sono sicuro che anche per la notte di Halloween non saranno da meno.
In questo modo, qualora dovessero riuscire a rintracciarci io e Naira torneremmo al Ranch e voi a casa, di modo da far perdere, il più velocemente possibile, le nostre tracce».
«Dobbiamo ricordarci solamente di tenere i telefoni spenti» si raccomanda mentre io annuisco.
«Ade?» Ramón mi chiama, raggiungendomi dalla cucina del ranch.
«Devo andare, ci vediamo tra un paio d'ore» saluto velocemente la mia amica, nascondendo il telefono in tasca.
Ramón ha sempre detestato gli ospiti concentrati sulla tecnologia invece che sul panorama che offre la sua struttura.
«Dove ti eri cacciato?» domanda venendo a sedersi accanto a me.
Io sorrido, lasciandogli intendere di essermi concentrato sulla natura.
«E dove hai lasciato la tua bellissima ragazza?» inarca un sopracciglio, curioso.
Scuoto la testa, sbuffando.
«Sai perfettamente che non è la mia ragazza» anche se, forse, vorrei che fosse almeno qualcosa.
Merda.
«Non dirmi che non siete ancora riusciti a chiarire dopo la vostra discussione…» gira il dito nella piaga.
«Cosa ti ho sempre detto a proposito delle donne?
Hanno sempre ragione loro hijo» innervosito si alza in piedi per darmi uno scappellotto.
«Forse è meglio lasciar perdere Ramòn» spero di convincerlo a cambiare argomento.
«Ho pensato di invitare qui Devi, Axel, Xander, Guinevieve e Tristan e portarli, insieme a Naira, a una festa» gli spiego la mia idea.
«Arriveranno tra un paio d'ore, spero che non sia un problema per te» domando indirettamente.
Non ho minimamente considerato il fatto di non essere a casa mia e di non poter invitare ospiti a mio piacimento.
«Questa cosa potrebbe essere un successo, come un enorme fallimento» mi mette in guardia «però sono felice di rivedere quelle teste calde dei tuoi amici e le hermose ragazze» sorride e io sospiro.
«Grazie per la fiducia» mi passo le mani sul volto, esasperato.
«Dai, a questo punto, smettila di autocommiserarti che non serve a niente, prosegui con la tua giornata e prega San José che il tuo piano funzioni» mi batte ripetutamente una mano sulla spalla.
«E non credere che mi sia bevuto la storia di te che ammiri la natura, non sono nato ieri burro» e adesso sono anche un asino, incredibile!
Ramón torna in cucina, mentre io mi concentro, per qualche secondo, ad ammirare il panorama.
La natura incontaminata circonda e abbraccia il ranch insieme ai suoi abitanti, animali o uomini che siano.
Il tempo trascorre inesorabilmente lento e Naira non fa altro che continuare ad ignorarmi.
Fortunatamente il sole inizia a tramontare, creando un gioco di colori nel cielo che si riflette nell'acqua, avvisandomi dell'imminente arrivo dei nostri amici.
Pochi minuti dopo, infatti, dal porticato del ranch vedo arrivare la macchina di Xander, che si dirige immediatamente verso il parcheggio.
Prima che Naira possa intravederli, corro verso di loro venendo accolto dalla pungente ironia di Devi.
«Eccoci qui… Ancora una volta per salvare il culo dell'azzurro principino» alza la voce, assicurandosi di essere sentita chiaramente, dopo aver aperto la portiera dell'auto.
«Quando sarò vecchia sono certa che la tua lista di debiti non sarà ancora depennata completamente» dice, lasciandomi una busta di plastica tra le mani.
«Ero sicura che non ti saresti andato a comprare un vestito per la festa, quindi ci ho pensato io» mi fa un occhiolino prima di dirigersi a salutare Ramón.
«Ti prego tieni la voce bassa» mi raccomando.
«Hola jinete! Come stai?» domanda, entrando rumorosamente in cucina.
Sempre la solita Devi!
«Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti?! Lasciati abbracciare…» la stringe a sé.
«Sei sempre bellissima» le dice facendola arrossire.
«Ma ora lasciami andare verso questi ragazzacci» le rivolge uno scherzoso inchino, prima di avvicinarsi agli altri.
«Va bene Ramón, ti lascio in dolce compagnia» gli fa l'occhiolino.
«I rinforzi hanno chiamato e Devi deve rispondere» ci saluta, dirigendosi al piano superiore, dopo essersi fatta dire quale sia la stanza che condivido con Naira.
Speriamo che almeno lei riesca a farle cambiare idea.
Naira
Un lento e costante bussare alla porta della stanza mi costringe a sollevare la testa dal cuscino, ma convinta che si tratti di Ade, fingo di non sentirlo, nell'attesa che finalmente se ne vada, lasciandomi nuovamente da sola.
«Ascolta principessa, sappi che io non sono come Ade che mi arrendo di fronte a una porta chiusa!
Vedi di venirmi ad aprire o la sfondo… e non credo che Ramón ne sarebbe felice» mi mette in guardia, iniziando a bussare rumorosamente.
«Arrivo, arrivo» la rassicuro per calmare la sua foga.
Scendo, a piedi nudi, dal letto e mi dirigo verso la porta.
«Non capisco per quale motivo non aprivi» dice, sorridendo sorniona, prima di entrare nella stanza con mani e braccia piene di… vestiti?
«Tu cosa ci fai qui?» domando stupita.
«Devi al suo servizio signorina» si inchina.
«In realtà… sono stata chiamata per salvarti da quel, meraviglioso, imprigionante letto, ma soprattutto per portarti a festeggiare» sentendola pronunciare queste parole il sorriso mi muore sulle labbra.
Rapidamente mi lancio sul letto, coprendomi la testa con lenzuola e coperte.
«Esci e spegni la luce» le dico, tornando a deprimermi.
«Non esiste signorina Idalgo!» si avvicina al letto per togliermi le coperte di dosso.
«Adesso ti alzi, cancelli dal tuo viso quell'aria da María Arrepentida» mi tocco le guance per capire quale sia “l'espressione da Maria Pentita” ma vengo scoperta a distrarmi.
«E, dopo esserci date una rinfrescata, ci facciamo belle da svenire e raggiungiamo gli altri che ci stanno aspettando in salotto per andare al Morazàn a festeggiare» poggia le mani sulle mie spalle.
«Insomma Naira, vuoi davvero dargliela vinta?» domanda, capendo quanto voglia evitare di incontrare Ade.
«Devi, prima che arrivassi tu ero impegnata in un'intensa conversazione col letto» sospiro.
«E ora all'improvviso lui ti chiama e pretende di risolvere tutto, grazie al tuo aiuto, portandomi ad una festa in maschera?» le chiedo, esasperata.
«Te ne ha parlato, non è vero?» lei scuote la testa.
«Non mi ha detto nulla» ammette, sinceramente.
«Ha solo ammesso di doversi far perdonare» lascia la frase in sospeso per qualche secondo «e sinceramente non voglio che tu ti faccia abbattere da quel cabron… Lasciamo che si mangi le mani» inarca un sopracciglio, sicura di star tirando le giuste corde per convincermi.
«Vado in doccia, tu dai un'occhiata alle cose che ho portato e che ho casualmente poggiato su questo terribile letto, per impedirti di tornare ad autocommiserarti…
Devi sapere che siamo state invitate a una festa in maschera per Halloween» sorride maliziosa raggiungendo il bagno della stanza per lavarsi.
La prima cosa che noto è una parrucca bionda, appesa insieme a una divisa scolastica con cravatta e un paio di guanti lunghi, trasparenti, pieni di paillettes.
Oltre a questi ed altri vestiti e accessori accanto all'armadio ci sono due paia di scarpe col tacco e due paia di anfibi oltre a una serie di palette di ombretti, rossetti e trucchi per realizzare effetti speciali.
«Hai trovato il tuo costume?» Devi torna in stanza trovandomi ancora alle prese con la ricerca del mio abito.
Scuoto la testa «con tutta questa confusione non puoi pretendere che capisca qual è» le rispondo infastidita.
«Io non ce la posso fare con voi due… siete proprio anime gemelle» esasperata mi raggiunge con solo l'intimo addosso.
Fruga un po’ tra le cose sparpagliate sul letto, rivolgendomi un'occhiata ammonitrice, per poi lanciarmi addosso il mio costume: un aderente e corto abitino azzurro, pieno di piccole paillettes, abbinato ai guanti che avevo visto sul letto e alla parrucca bionda.
«Cosa diavolo…?» un'espressione stranita mi si dipinge sul volto.
«Finalmente sarai la Cenerentola del tuo Ade» dice, facendomi un occhiolino provocatorio, mentre io sbuffo, scocciata.
«Ti ricordo che io non sono proprio di nessuno» sottolineo, infastidita dalla sua insistenza.
«Credimi Naira, ne riparleremo quando Ángel sarà pronto a condurti tra le fiamme» si morde il labbro inferiore, per trattenere una risata, prima di spingermi verso il bagno.
Mi passo le mani tra i capelli e metto i vestiti sulla gruccia per appenderla alla maniglia della finestra.
Faccio un rapido controllo e immediatamente mi accorgo che manca qualcosa.
Così, prima di entrare in doccia, apro la porta e mi sporgo con la testa verso la camera.
«Ehm, Devi…» lascio per un attimo la frase in sospeso nell’attesa che mi conceda la sua attenzione.
«Tra i vestiti che mi hai dato, manca il reggiseno» dico, rossa in volto.
Lei annuisce e sorride.
«L'abito è troppo aderente per indossarne uno, dovrai stare senza e accontentarti dei copricapezzoli.
L'unico capo di abbigliamento intimo che potrai indossare è il tanga di pizzo bianco che ti ho dato» mi avverte, ma io sono decisa a non demordere.
«Ma non posso uscire così! La schiena è completamente scoperta…
Ci sono solo i lacci per far aderire bene al corpo il bustino» esasperata cerco di convincerla a cambiarmi abito.
«Non ci sono “ma” Naira, tu questa sera uscirai con questo vestito» e mi spinge nuovamente all'interno del bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
Così, incapace di farmi valere, mi butto sotto al getto dell'acqua bollente, nella speranza che questa serata trascorra il più velocemente possibile.
Dopo circa una ventina di minuti esco dal bagno, ormai vestita, e mi fermo davanti allo specchio.
Wow.
Non pensavo che mi sarebbe stato così bene.
E, purtroppo devo dare ragione a Devi: il vestito aderisce perfettamente alle mie curve, come se fosse una seconda pelle, quindi non avrei mai potuto indossare un reggiseno.
Maledetta Devi.
Pochi secondi dopo la porta si spalanca e la mia amica entra vestita con la divisa scolastica di Serpeverde, una delle case presenti nella saga di Harry Potter.
«Sei bellissima Naira! Ade perderà la testa per te» batte ripetutamente le mani.
«Visto che avevo ragione?» un sorriso malizioso le si dipinge sulle labbra mentre mi passa un paio di scarpe col tacco trasparenti, piene di brillantini, che riprendono il motivo paillettoso del vestito.
«Sei perfetta» si avvicina le dita della mano alle labbra e lancia un bacio verso il cielo, prima di sistemarmi la parrucca sulla testa, mentre io le stringo il nodo alla cravatta.
«Anche tu stai benissimo! Sai perfettamente quanto amo la saga di Harry Potter» dico, abbracciandola di slancio.
«Direi che a questo punto siamo pronte per fare la nostra entrata in scena» mi prende a braccetto e lentamente iniziamo a scendere gli scalini, tenendoci al corrimano, per raggiungere gli altri che già ci stanno aspettando in salotto.
Con una rapida occhiata intravedo i travestimenti di tutti: Guinevieve indossa una banalissima divisa da cheerleader con un top a maniche lunghe, di colore nero, bianco e azzurro con dei brillantini sulla spalla, e una gonna da tennis nera.
Accanto a lei Tristan è vestito con una maglietta a maniche corte bianca, macchiata di sangue, alla quale ha abbinato una giacca di jeans nera.
A differenza di Guinevieve lui è anche truccato: ha delle occhiaie scure molto accentuate sotto gli occhi e alcuni graffi sul volto, ricoperto di sangue, che gli avrà sicuramente disegnato Devi.
Accanto alla mia amica, non appena finiamo di scendere le scale, si posiziona Axel che indossa un pantalone aderente nero, una canotta bianca e una giacca di pelle nera.
Evviva la diversità!
L'unica differenza con Tristan è il trucco da scheletro che ha dipinto sul volto.
«Complimenti per la fantasia» dico avvicinandomi a Xander che ha indossato un semplicissimo impermeabile giallo, sopra a una maglietta a maniche corte nera, con giacca di jeans e pantalone scuro, per interpretare Georgie di It.
Lui sorride e mi fa un occhiolino scherzoso, prima di fare un fischio di apprezzamento in mia direzione.
«Sapete dirmi dov'è finito Ad-» non riesco a terminare la frase perché il diavolo biondo ci raggiunge, più bello che mai.
Indossa una tunica aderente che sembra gli sia stata cucita addosso: una gonna drappeggiata gli copre la parte inferiore del corpo, mentre un'unica spalla passa dal petto, nudo, per arrivare alla schiena.
I capelli sono resi più mossi da uno strato di gel, mentre gli occhi sono messi in risalto da un velo di matita nera nella rima inferiore.
Il mio sguardo rimane, per qualche secondo di troppo, concentrato sul suo petto.
Deve averci spalmato un olio per renderlo così lucido.
Merda.
Lui sorride, accorgendosi del mio sguardo interessato e, lentamente, mi si avvicina.
«Che dire Cenerentola, questa volta ti sei superata» sussurra, pizzicandomi provocatoriamente una natica.
«Come ci organizziamo con le macchine?» domando, mettendo una notevole distanza tra i nostri corpi.
«Xander ha la sua auto e con lui saliranno Devi, Axel, Guinevieve e Tristan.
Quindi a te, mia cara principessa, non resta altro che salire in macchina con… me» sorride trionfante, spiegando a Xander la strada da percorrere, prima di chiedermi di aspettarlo in macchina.
Raggiungo il giardino e, prima di salire al posto del passeggero, Devi mi ferma.
«Dagli una possibilità» si raccomanda, per poi sedersi accanto al suo ragazzo.
Pochi secondi dopo Ade apre la portiera dell'auto e si siede al posto del guidatore.
«Si può sapere per quale motivo i ragazzi si sono presentati qui senza preavviso?»
Come non detto Devi.
«Immagino che nessuno di loro abbia bisogno di chiedere il permesso per venire qui… Ramón ci conosce da diversi anni…» lascia la frase in sospeso, mettendo finalmente in moto per dirigersi verso il Morazàn.
«Però li ho chiamati perché in un certo senso avevo bisogno di loro per cercare di farmi perdonare da te» dice poggiandomi una mano sulla gamba per sfiorarmi con la punta delle dita.
«Non avere paura Cenerentola… Il lupo cattivo questa sera non c'è e un divino angioletto ha preso il posto del diavolo» mi provoca, facendomi arrossire fino alla punta dei capelli.
Arrivati al locale parcheggiamo e scendiamo dall'auto.
Dopo esserci riuniti con gli altri, entriamo venendo accolti da fiumi di alcol, musica a tutto volume e gente già ubriaca che balla sui tavoli.
Ade si dirige verso il bancone per chiedere indicazioni al barista.
Poco dopo, insieme a lui, ci raggiunge un cameriere per condurci verso il nostro tavolo.
«Chi va per primo?» domanda indicando i divanetti attorno al tavolo.
Ognuno di noi, pian piano, si siede al proprio posto e… la Dea bendata vuole che mi ritrovi proprio accanto ad Ade.
Dios mio.
In questo modo Tristan e Guinevieve sono seduti nella parte esterna del divanetto; accanto a loro si trova Xander che invita a sedersi Axel e subito dopo Devi che dall'altro lato ha me accanto.
Mi sembra di rivivere la scena del compleanno di Devi.
Que suerte!
«Dunque ragazzi… visto che questa è la notte di “dolcetto o scherzetto”, sarà bene rendere l’atmosfera più frizzante col gioco dei “dadi ubriachi”» Devi tira fuori dalla borsa un tabellone con due dadi, sette pedine e una bottiglia vuota.
Quando il cameriere torna per prendere le ordinazioni lei chiede sette bicchieri da shot, una bottiglia di vodka e una di tequila.
Ade fischia in assenso «qui non si scherza» dice, accomodandosi meglio sul divanetto: il diavolo biondo, questa sera decisamente angelico, divarica le gambe e poggia il braccio sullo schienale, sopra la mia testa.
«Spero di non darti fastidio Cenerentola» dice, lasciando che le nostre ginocchia si sfiorino.
«Adesso ascoltatemi» Devi richiama la nostra attenzione.
«Una pedina a testa.
Ognuno, a turno, lancerà i dadi e dovrà fare quello che indica la casella di arrivo.
Poi magari potremmo interrompere per andare a ballare o fare altri giochi, divertenti» comunica, fiera del suo piano per organizzare la serata.
«Qualcuno, seduto a questo tavolo, poi dovrà offrirmi da bere» dice, rivolta verso Ade che le sorride.
«Adesso non perdiamoci in chiacchiere e cominciamo!».
I primi turni sono quelli di Tristan e Guinevieve, che capitano entrambi sulla casella del “bevi due shot”.
Al momento qualcosa di semplice.
Solitamente dopo qualche turno di gioco entrambi si stancano e si allontanano dal gruppo e, detto sinceramente, per me non è una cosa negativa visto l'odio nei miei confronti che pare scorrere nelle vene di Guinevieve.
Dopo di loro tocca a Xander che lancia i dadi e capita su “twerka o bevi” e, inaspettatamente, ci regala la sua migliore esibizione di danza, a ritmo di twerk, concedendosi poi uno shot.
«Ora tocca a me» Devi scuote le mani con dentro i dadi, finendo per raggiungere la casella col divieto, in cui nessuna azione o mossa è concessa fino al prossimo turno.
La stessa cosa capita al suo ragazzo, che per non scoraggiare la mia amica decide di baciarla, appassionatamente, sulle labbra, infiammando l'atmosfera.
«È il mio turno» soffio sui dadi nella speranza che non esca nulla di compromettente.
E, forse per la prima volta nella vita, capita una casella molto tranquilla “bevi uno shot” che ingollo con non poca fatica, con un'espressione schifata dipinta sul volto.
L'ultimo a lanciare i dadi è Ade, che con la sua pedina si ferma sulla casella “non bere”.
In questo modo la prima manche si conclude con un po’ di sconforto per gli obblighi, decisamente scadenti, che ci sono capitati.
«Visto che questo primo turno è stato deprimente, aggiungerei una nuova regola» Devi si sfrega le mani prima di riprendere a parlare.
«Continuiamo a lanciare i dadi, ma se nei turni ognuno di noi arriva vicino a una casella che ci interessa che raggiunga, qualcuno può bere uno shot e spostarlo sulla casella desiderata» propone, ricevendo cenni di assenso da parte di tutti.
Tocca nuovamente a Tristan partire, ma lui decide di lasciare il gioco, dopo essere stato invitato a ballare da una ragazza vestita da vampira.
Uomini prevedibili.
Subito dopo è il turno di Guinevieve.
«”Bacia o bevi”, direi che questa manche sta iniziando a farsi interessante» si alza lentamente dal suo posto, per andare a sedersi a cavalcioni sulle gambe Ade e baciarlo appassionatamente, venendo ricambiata.
Tutti riproduciamo i suoni di un conato di vomito per farli smettere e quando si staccano, con un sonoro schiocco, Ade mi rivolge un occhiolino ammiccante.
«So che avresti voluto essere al suo posto ma, non preoccuparti, stavo pensando a te» indica allusivamente il suo inguine.
«Tocca a Xander» interviene Devi, dopo avermi lanciato un'occhiatina ammiccante.
Non cambierà mai.
«Gira la bottiglia» legge ad alta voce, prendendo in mano quella che si è procurata la nostra amica da casa.
Poggia le dita sul collo e la fa ruotare su sé stessa, arrivando ad indicare Axel.
«Scordatevi che lo baci» dice, già col bicchierino pronto in mano.
Ma Devi sorride e propone «andate dal deejay e chiedete una canzone da mettere solamente quando gli farete cenno. Chi dei due ci riuscirà, avrà un drink offerto da me» propone, ed entrambi si fiondano ad eseguire l'obbligo.
Dopo pochi minuti entrambi tornano, con Axel vincitore, che per dimostrarlo ha un foglietto con sopra scritta la canzone che dovrà mettere il deejay.
Subito dopo toccherebbe ad Axel, che avendo fatto il suo turno insieme a Xander, e avendo vinto, decide di andare a riscuotere il proprio premio.
«Tocca di nuovo a me e, speriamo che non capiti nulla di compromettente mentre quel coglione del mio ragazzo non c'è» lancia i dadi e capita sulla casella “due shot” che le fanno assumere una smorfia scocciata.
«È veramente ingiusto» incrocia le braccia al petto, infastidita.
«Povera bambina» la prende in giro Ade, sorridendo provocatoriamente.
«Invece di fare il furbo lancia tu i dadi prima di Naira e prega che non ti capiti un obbligo» lo mette in guardia, mentre lui noncurante esegue la sua richiesta.
Muove la sua pedina e arriva su “one shot”, ma tutti ci accorgiamo che accanto a quella c'è la casella “obbligo”.
Quindi, prima che possa farlo qualcun altro, Devi prende il suo bicchierino e beve.
«Vai sulla casella obbligo, prendi questo e vai a cambiarti» gli dice, sorridente.
«Ma tu ti eri già preparata da casa per questo?» le domanda, infastidito da questa penitenza immeritata.
Devi evitando di rispondere, gli dice «vai a cambiarti! Tic tac, tic tac, il tempo scorre e la mezzanotte sta arrivando.
Rischiamo di dover riaccompagnare a casa Cenerentola prima che si sia divertita un po’» gli poggia prepotentemente il sacchetto di plastica sul petto e lo allontana.
E forse, giusto un pochino, questa cosa gli sta bene.
Mi concentro nuovamente sulla partita e sto per prendere i dadi, per andare avanti col gioco in attesa del ritorno di Ade, ma Devi me lo impedisce, scuotendo la testa e poggiando una mano sulle mie.
«Sarà meglio che aspetti o ti perderai lo spettacolo» mi avverte mentre inarco un sopracciglio, curiosa e divertita.
Dopo pochi secondi, infatti, Ade ritorna al tavolo con uno striminzito e sexy vestito da colf indosso che mette solamente in evidenza i suoi muscoli e gli sta decisamente stretto.
Con un falso sorriso dipinto sulle labbra torna a sedersi accanto a me mentre noi tutti, con la complicità di Axel tornato dal bar, a fatica riusciamo a trattenere le risate.
«Ride bene chi ride ultimo» dice nell'attesa che arrivi il mio momento di tirare i dadi.
Devi me li passa, facendomi uno strano occhiolino ammiccante.
Lancio i cubetti e, con la pedina, raggiungo la casella col divieto, felice di non dover fare nulla.
Ma Ade che rimane qualche secondo a guardarmi, sorride per poi alzare il bicchiere dello shottino.
«Spostati sulla casella dopo» dove scritto a caratteri cubitali si trova “domanda imbarazzante”.
Ade si schiarisce la gola e, dopo qualche secondo «puoi mostrarci il tuo intimo?» domanda.
Spalanco gli occhi, infastidita dalla sua presunzione, mentre Devi scoppia a ridere.
«Non avrà mai il coraggio di farlo. Ricordiamo tutti che Cenerentola della favola era vergine, vero?» Guinevieve interviene per prendermi in giro così, sorpassando Ade che si stampa sul volto un ghigno interessato, mi alzo in piedi.
Allungo la gamba sinistra appoggiando il fianco del piede per terra.
Sollevo il vestitino sui fianchi e, sotto lo sguardo stupido di Guinevieve, fiero di Devi e malizioso di Ade inserisco l'indice nel filo del tanga per rendere evidente la sottigliezza dello slip e il fatto che sia di pizzo.
«Mierda! Non ti facevo così audace Cenerentola» batte le mani sul tavolo Xander, prendendo a ululare, mentre Ade si adombra in volto.
«Non credete sia arrivato il momento di andare a ballare?» Devi riesce nuovamente ad attirare l'attenzione su di sé, raffreddando l'atmosfera.
«È il tuo momento» dice, nella speranza di non farsi sentire da noi, iniziando a prendere a gomitate Axel.
Tutti ci alziamo e raggiungiamo la pista, in attesa di sentire la canzone vinta dal ragazzo della nostra amica.
Pochi secondi dopo le prime note di Take You Dancing di Jason Derulo si diffondono in tutta la sala.
Io e Devi ci posizioniamo una accanto all'altra e iniziamo a sculettare, con le braccia rivolte verso l'alto.
«Sei stata grande prima con Ade» dice, avvicinandosi a me, per poi allontanarsi ritmicamente muovendo le spalle e chiedendomi di fare lo stesso.
«Lo so, qualche volta cerco di prendermi la mia rivincita» le faccio un occhiolino.
Dopo qualche secondo la mia amica si posiziona dietro di me, iniziando a strusciare il proprio sedere contro il mio, continuando a cantare.
E in un attimo l'effetto delle luci stroboscopiche e dell’alcool in circolo nel mio corpo mi fanno percepire tutti i suoni e i profumi amplificati, mentre i movimenti avvengono quasi a rallentatore.
«Devi dove sei?» domando con gli occhi chiusi e le braccia ancora sollevate verso l'alto.
Continuo a muovermi a ritmo, fino a quando non sento delle dita familiari sfiorarmi la pelle delle braccia, che si riempie di brividi.
«Sei stata davvero brava Cenerentola» sussurra poggiandomi le labbra accanto al lobo dell’orecchio.
Velocemente le sue mani raggiungono i miei fianchi e mi guidano per ondeggiare con lui, a tempo di musica, contro il suo inguine.
“Girl, you might be a problem
Run away, run away, run away, run away I know that I should
But my heart wanna stay, wanna stay, wanna stay, wanna stay now
You can see it in my eyes that I wanna take you down right now if I could
So I hope you know what I mean when I say
Let me take you dancing
Two-step to the bedroom
We don't need no dance floor
Let me see your best move
Anything could happen
Ever since I met you
No need to imagine
Baby, all I'm asking
It's let me take you dancing”
«Questo vestito ti sta davvero bene» a stento trattengo il gemito che mi sta risalendo la gola.
Ade tiene le mani sul mio ventre, tenendomi schiacciata completamente addosso a sé.
«Sai Cenerentola» fa una pausa per sfiorarmi i capelli «ho in serbo per te una serie di giochi davvero… infuocati e il vestito è pronto per quando arriverà il momento di giocare insieme, perchè stai tranquilla che arriverà» dice, facendomi immediatamente irrigidire e al tempo stesso eccitare, all'idea di avere un momento intimo con lui.
«Non scherzare Ángel del cielo» decido di stare al gioco, prendendolo in giro.
Lui sorride e, improvvisamente, si avvicina a una coppia che stringe tra le mani un drink.
Parla con loro, di qualcosa che arriva ovattato alle mie orecchie, e poi prende dal loro bicchiere un cubetto di ghiaccio prima di portarmi fuori dalla pista, spingendomi con le spalle al muro.
«Devi sapere Naira, che io su queste cose non scherzo mai» tiene il cubetto tra le dita di una mano.
«E visto che ora dovremmo trovarci in paradiso, congiungi le mani e preparati a pregare» mi avverte, assicurandosi che il mio sguardo sia puntato su di lui.
«Nel nome del Padre» mi passa il quadratino sulle labbra, sfiorandomi involontariamente anche con la pelle delle dita, lasciando che una piccola goccia di acqua mi scorra sul collo.
Uno spasmo involontario avvicina il mio corpo al suo.
«Del Figlio» lo fa scivolare sul collo, andando a leccare la scia creata dal cubetto bagnato.
«Fermati, è troppo intenso» sospiro, mentre lui sorride con le labbra sulla mia pelle.
«E dello Spirito Santo» lo lascia andare, con la bocca, nella mia scollatura e in quel momento non riesco più a trattenermi, e lascio uscire dalle labbra un gemito rumoroso.
«Sapevo che questo gioco ti sarebbe piaciuto» dice, accarezzandomi la guancia, mentre il cubetto di ghiaccio scivola sulla mia pancia, prima di uscire dalla parte inferiore del vestito.
«Ma sono sicuro che c'è un gioco che ti piacerebbe ancora di più…» lascia la frase in sospeso «dovresti semplicemente cavalcare…» con le labbra soffia nella scollatura del mio vestito.
«Il rischio è che arrivi la mezzanotte e non si riesca a fare nulla…» prosegue, mentre a me sembra ancora di stare in una bolla.
«Ora che ci penso però, forse non ho riflettuto abbastanza con te, principessa…
Tu sai cosa accade al vestito di Cenerentola a mezzanotte, Naira?» mi domanda e io scuoto la testa, incapace di dare una risposta.
«Sparisce… e questo potrebbe essere un gran vantaggio per noi» dice e lasciando che anche quell’unico briciolo di contegno rimastomi sparisca, grido «diavolo fallo sparire!» ma prima che possa anche solo riuscire a sfiorarmi, di nuovo, Devi ci raggiunge col fiatone.
«Ragazzi mi dispiace interrompervi, ma dobbiamo andare.
Siamo in pericolo ed è meglio nasconderci» dice ed io, quasi come dopo essersi svegliati da un sogno, ritorno in me.
«Ma cos'è successo? Cosa stai dicendo?» le domando, seguendo i ragazzi che, con agitazione, stanno prendendo le giacche dal guardaroba.
«Ci hanno rintracciati, quindi sarà meglio dividersi» le sue parole mi gelano sul posto, tanto che quando Ade mi si avvicina per trascinarmi via, nemmeno mi accorgo di muovermi.
«Voi andate a casa, avvisate quando arrivate e spegnete i telefoni.
Noi torneremo da Ramón e, probabilmente, aspetteremo qualche giorno prima di rientrare a casa» saliamo sulle rispettive automobili e ci dividiamo.
Cosa diavolo abbiamo combinato?
Domani oltre che fare i conti con la paura di essere stati rintracciati e la speranza di aver fatto perdere le nostre tracce, dovremo anche affrontare la questione “penitenze” di questa sera che, se non avessero sopportato e accettato il taglio drastico che hanno subito, fin dove si sarebbero spinte?
Ho la sensazione che io e Ade saremo una combinazione esplosiva.
Merda, non posso permettermi di pensare a queste cose.
Devo concentrarmi…
E forse, solo ora, mi rendo conto di quanto io sia coinvolta.
«Cenerentola sento gli ingranaggi girare da qui. Facciamo che domani risolveremo una cosa per volta, va bene?» semplicemente annuisco, con la voce troppo rotta dalla paura per parlare.
«Sappi solo che non ho mai giocato questa sera e, non scherzavo quando dicevo che prima o poi avremo modo di giocare insieme» mi fa un occhiolino ammiccante prima di tornare a concentrarsi sulla strada da percorrere.
Perfetto Naira, sei ufficialmente rovinata!
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