Provocazioni

PROVOCAZIONI
Ade

Stupido, stupido, stupido, stupido.
Ripeto camminando per le strade, ormai desolate, di Guadalupe consapevole che quello che è accaduto fosse inevitabile: è vero che non ho rapporti con qualunque creatura del genere femminile con le gambe aperte, ma è anche vero che non avendo una relazione stabile e vedendomi con più di una ragazza il rischio di commettere errori fosse dietro l'angolo.

L'unico problema, in questo caso, è il nome uscito dalle mie labbra, mentre ero con Guinevieve.
Coglione.

Un capogiro improvviso mi fa barcollare costringendomi a fermarmi per qualche secondo.
Lo sguardo si concentra su un punto lontano, non ben definito e quando mi sembra di essere pronto per ripartire un odore nauseante raggiunge le mie narici.
Avvicino lo scollo della maglietta al naso e un'espressione disgustata mi si apre sul volto: l'odore di sudore mescolato a quello del vomito di uno stupido adolescente, che non regge l'alcol, sono impregnati sulla mia pelle, oltre che sul tessuto della T-shirt.
È evidente, ho bisogno di una lunga doccia per scollarmi di dosso questa serata.

Proseguo lungo il tragitto verso casa, trovandomi finalmente a calle st. John Perse a Pointe-à-Pitre.
«Smettetela di chiamarmi, sono qua» spalanco la porta d'entrata attirando tutti gli sguardi su di me

«Dove diavolo ti eri cacciato?» domanda, preoccupato, Axel avvicinandomisi.

Sorrido beffardamente «sono semplicemente uscito a bere una cosa» dico e, mentre pronuncio queste parole, sono costretto a stringere gli occhi per fermare un altro capogiro.
Non ricordavo di aver bevuto così tanto.

«Se questo è il tuo modo per affrontare i problemi, spero di non aver mai bisogno del tuo aiuto» rincara la dose, facendomi scoppiare a ridere.

«Forse è meglio che vada a farmi una doccia» ignoro le parile di Axel, venendo affiancato da Devi che mi supera in tutta fretta, e inizio a percorrere la scala che conduce al piano superiore.

Sposto lo sguardo da un lato all'altro del corridoio e vedo la mia amica accanto alla porta della stanza che condivido con Naira, accovacciata sul pavimento.
Così, per evitare di farmi scoprire ad origliare, mi nascondo vicino al muro per ascoltare la sua conversazione con Cenerentola.

«Ade è tornato» sussurra, dopo aver bussato ripetutamente per accertarsi che non stesse dormendo.

«Per fortuna» le risponde quest'ultima probabilmente traendo un sospiro di sollievo.
Ma non mi dire... La principessa si è preoccupata per me ghigno, concentrandomi nuovamente sulla loro conversazione.

«Adesso sta arrivando per farsi una doccia, vedi tu come comportarti» la avverte, e io decido di far notare la mia presenza, schiarendomi la voce.
Devi si alza di scatto e mi saluta prima di tornare al piano inferiore.
Ora tocca a me.

Con la chiave ancora in tasca faccio scattare la serratura e apro la porta trovando Naira stesa a pancia in giù, con gli occhi chiusi.

Lentamente mi avvicino al letto per testare la sua resistenza: passo dopo passo la raggiungo, sentendo il battito del suo cuore accelerare.
Ed è in quel momento che decido, utilizzando la scusa dell'essere brillo,  di regalarle uno spettacolo che la manderà su di giri.

Mi avvicino all'armadio ed estraggo una felpa insieme a un paio di pantaloni della tuta e, sentendo il respiro di Naira ancora regolare, dopo averla osservata tramite lo specchio posto all'angolo della stanza che riflette il letto, inizio a spogliarmi lasciando la schiena nuda.
Sogghigno, immaginando la sua faccia stupita e al tempo stesso indignata per la mia sfacciataggine.
Non sai cosa sta per succedere.

Avvicino le mani ai pantaloni e, sicuro che mi fermi, sorrido trionfante.
Ma, inaspettatamente, le sue parole non arrivano...
Per cui, con le dita inserite nell'elastico faccio scivolare lungo le gambe i pantaloni insieme ai boxer, lasciando che Naira abbia una completa visuale del mio sedere sodo.
Mi schiarisco ripetutamente la voce, immaginandola imprecare nella mente e arrossire e a passo lento raggiungo la porta del bagno, dopo essermi osservato allo specchio e averla vista leggermente rossa in volto.

Dentro la stanza apro il getto dell'acqua ed entro in doccia, lasciando che il mio corpo si riscaldi e immediatamente fantastico sull'essere in compagnia.
Immagino di essere sfiorato lungo i pettorali arrivando ad essere stuzzicato fino a raggiungere la più completa estasi.
Quando i miei occhi si riaprono, il volto che mi appare davanti è quello della persona da cui dovrei tenermi più alla larga che mai.

Risvegliatomi da questa trance mi accorgo che nel flacone di bagnoschiuma manca del sapone e suppongo che lo abbia utilizzato Naira, che in questo modo sarà costretta a riposare, per modo di dire, col mio odore addosso.

Una volta uscito mi asciugo rapidamente e raggiungo nuovamente il piano inferiore, dopo aver rimboccato le coperte alla principessa che ora sta realmente dormendo, con ancora le guance arrossate.

Torno in salotto e mi siedo accanto ai ragazzi che stanno bevendo una birra.

«Ne prendi una anche a me?» chiedo ad Axel che sta per accomodarsi sul divano con una Imperial in mano.

«Dovrei dirti di no visto come sei tornato dopo la tua "passeggiata" rilassante» pronuncia la frase con tono infastidito, avvicinandosi al frigorifero.

«Dai Axel, non c'è bisogno che tu mi faccia da balia» scocciato gli strappo sgarbatamente dalle mani la mia birra.

«Almeno ti è servito a qualcosa allontanarti?» mi domanda Tristan, scettico.

«Penso di aver solo peggiorato la situazione con quello che ho fatto di sopra» alludo al mio spogliarello, senza dare loro alcun tipo di spiegazione.

«Non credevo che avere la figlia di Iván Idalgo in casa sarebbe stato così complicato» ammetto, appoggiando la bottiglia sul tavolino.

«Sicuramente con il caratterino che si ritrova non dev'essere facile starle dietro» interviene Xander, interessato dalla piega che sta prendendo la conversazione.

«Non solo per quello» faccio una pausa, passandomi una mano sul volto «...in questo modo mi sembra di averci messi, ancora di più, nel mirino dei nemici del padre.
Sembra che molte più persone ora le diano la caccia per potersi vendicare di Iván» sospiro sconfitto.

«Non preoccuparti amico, vedrai che tutti insieme faremo in modo di tenerla al sicuro e soprattutto di non mettere a repentaglio i nostri affari» Axel mi appoggia un braccio sulle spalle nel tentativo di tranquillizzarmi. 

Annuisco lentamente, rimanendo in silenzio.
Dobbiamo prestare attenzione, altrimenti rischiamo di mandare all'aria tutto.

«E della ragazza misteriosa cosa ci sai dire?» domanda, riportandomi alla mente la festa di San Josè.

Scuoto la testa «assolutamente nulla... Ho controllato la lista degli invitati, incrociandola con le immagini di videosorveglianza, ma non ho trovato nessun riscontro» prendo un lungo sorso di birra mentre Xander sorride di sbieco.

«Te la sarai immaginata» mi sfotte, prendendomi a gomitate.
I ragazzi ridono alla sua battuta, prima di ricevere una mia occhiataccia infastidita e lasciare che le risate si affievoliscano, fino a terminare definitivamente.

«Forse è ora che ce ne andiamo a dormire» dice Axel, alzandosi per buttare le nostre bottiglie nel vetro.

«Io rimango qui un altro po'» li rassicuro, rimanendo seduto sul divano.

Rimasto finalmente solo sospiro, lasciando che il mio sguardo rimanga fisso su un punto, non ben definito, dell'esterno e mi abbandono con la testa sullo schienale.

Respiro profondamente, incapace di lasciare da parte i pensieri che occupano la mia testa, rendendomi costantemente nervoso e con una sensazione di continuo pericolo addosso.
Socchiudo gli occhi e improvvisamente il respiro si fa pesante, trascinandomi involontariamente verso il mondo dei sogni.

Un costante sghignazzare mi costringe ad aprire gli occhi di scatto, venendo colpito dall'intensa luce che entra dalle ampie finestre del salotto.
Grugnisco, cercando di girarmi dalla parte opposta, ma i ragazzi iniziano a scuotermi ripetutamente.

«È ora di alzarsi principessa» dice Axel, dandomi una pacca sulla spalla, prima di accomodarsi accanto a me.

«Hai pensato troppo ieri sera?» prosegue Tristan, sedendosi sul tavolino, mentre Xander si siede dal lato opposto a quello di Axel.

«Cosa stavi sognando?» domanda quest'ultimo, costringendomi a voltarmi verso di lui per osservare la sua espressione maliziosa.

«Sono usciti certi gemiti dalla tua bocca» prosegue.
Spalanco gli occhi, non ricordo minimamente di aver sognato qualcosa.

«Bella addormentata, ormai è arrivato il momento di alzarsi. È ora di pranzo» proseguono, e io mi metto a sedere, strofinandomi gli occhi.

Improvvisamente entrano dalla porta Devi e Naira in costume, gocciolanti di acqua.
Sembrano muoversi a rallentatore per quanto appaiono sexy in questo momento.
Ingoio il groppo formatomisi in gola e spalanco gli occhi «merda» sussurro incredulo schiarendomi la voce.

Xander immediatamente si alza in piedi per avvicinarsi a loro.
«Ciao principessa, che ne dici di uscire qualche volta con me per un bagno?» le propone, poggiandole una mano sulla spalla, che si riempie di brividi.

Gli occhi le si spalancano e immediatamente il suo sguardo vaga per tutta la stanza, soffermandosi qualche secondo sulla mia figura, prima di annuire in risposta.

«Ora dobbiamo andare a cambiarci» prende parola Devi, spingendola verso le scale mentre Xander torna a sedersi accanto a noi.

«Diavolo, una così a letto dev'essere una bomba» esclama improvvisamente, costringendomi a far uscire dalla bocca un verso, misto, tra disgusto e fastidio.

«Ade non puoi negare questa cosa, te la sei scopata con gli occhi» prosegue, innervosendomi ulteriormente.

«E dai principino, ammettilo, Cenerentola ha fatto breccia nel tuo cuore» mi sfotte Axel, prendendo le parti di Xander.

«Ma tu da che parte stai?» apro le braccia, scocciato, alzandomi rapidamente dal divano.

«Sto da quella giusta.
E da amico ti posso dire che se non ti sbrighi, qualcun altro se la prenderà» dice, alludendo a Xander pronto ad uscire con Naira nei prossimi giorni.

Mi alzo in piedi, non sopportando più le loro prese in giro e continue battutine ed esco di casa, sbattendomi la porta alle spalle.
Devo stare attento ai miei atteggiamenti, non posso rischiare di farmi coinvolgere troppo emotivamente.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top