Prologo

Sei anni prima

-Va tutto bene?-

Un respiro profondo e una mezza giravolta a incontrare lo sguardo della persona gentile che le aveva rivolto la domanda: -Sì. Sì, grazie-

Ammutolì: lo sconosciuto poteva avere solo un paio d'anni più di lei ma, nonostante graffi e lividi un po' ovunque, sicuramente emanava un qualcosa di molto più adulto.

La ragazza cercò gli occhi di quel ragazzo dalla pelle ambrata solcata da segni scuri.

Deglutì. Non per il colore, no.

Anche se era decisamente fuori dal comune...

Ma per quella stessa ombra che emanava la sua presenza, quell'aria matura, da bambino cresciuto troppo in fretta, da gioventù bruciata, sfregiata da qualcosa di davvero, davvero grande...

Si chiese se fosse qualcosa, qualcuno, da temere.
Se lo chiese, appena prima che la suoneria del cellulare la strappasse dall'incanto di quegli occhi chiari, di un grigio quasi perlaceo sotto quella luce.

Una figura minuta stava guardando fuori dalla finestra, quando era entrato in cucina, probabilmente persa nei suoi pensieri.

-Va tutto bene?- quelle parole avevano lasciato le sue labbra senza che lui neanche se ne rendesse conto.

Normalmente non avrebbe mai rivolto una parola a uno sconosciuto, ma c'era qualcosa, in lei, nella sua postura eccessivamente tesa, la schiena arcuata come quella di un gatto sull'attenti, pronto a scattare se attaccato...

E poi la ragazzina si era voltata e lui aveva scordato di ascoltare la risposta; i lunghi capelli della ragazza avevano frustato l'aria e lui aveva fatto un passo indietro, sconvolto da quel vuoto nei suoi occhi color del mare al largo, terribilmente lucidi, come se avessero appena finito di piangere. E quel sorriso...

Quel sorriso gentile e spezzato di chi è disposto ad occuparsi dei tuoi demoni pur di dimenticare i suoi, pur di tenerseli dentro, all'oscuro della conoscenza del mondo...

Fu quello a mozzare il fiato al ragazzo, più ancora dell'improvviso suono del telefono della ragazza.

-Sì, sto uscendo ora- fece lei, la voce soave, ferma.

Chiuse la chiamata voltandosi verso di lui, passandosi il dorso d'una mano sugli occhi a catturare le lacrime trattenute ancora dal pizzo nero delle ciglia: -Ti prego, non dire nulla ad Ely. Io... non sarei mai dovuta venire, tutto qui-

Non riuscì neanche a chiederle il perché.

La vide raggiungere una macchina nel vialetto e salire svelta, partire senza voltarsi indietro.

La vide partire e s'illuse che fosse la fine, senza neanche aver conosciuto l'inizio...

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