95. Cambiata

Una strombazzante auto rosa fece accorrere alla finestra Isabella che, sebbene non avesse mai visto quella carrozzeria in particolare, riconobbe linconfondibile stile pastello di Aron Acosta.

Royal con uno scatolone in mano le lanciò uno sguardo stranito vedendo che lei apriva il cancello e cercava le scarpe per scendere: -Chi è?-

... Ma tu non meriti più un battito di questa vita

Che tutto quello che conta

Se conta

Sei come colla sulle dita

Ed ogni petalo, sai

Si finge d'essere una rosa...

Emily sbuffò, cambiando canzone senza neanche ascoltare quella nuova, rammentando la sua ultima conversazione con William.

... Dammi la mano, bambino, e vieni nel bosco

No, che non sono un estraneo, io ti conosco

Vengo dal tuo stesso posto

Nel mio silenzio ricordo le cose più belle

Il colore delle stelle, mentre prendi la mia pelle

In cambio un sorriso e due caramelle...

La ragazza storse il naso al ricordo della sorella che le proibiva di dare a Will la colpa degli acidi.

Emily si strappò le cuffie della sorella dalle orecchie: "Michael, la tua playlist è una merda!"

Corrugò le sopracciglia: c'era troppo silenzio in casa.

-Ely!- Emily fece voltare tutti verso di sé prima di prendere la rincorsa e appendersi al collo dell'attore giocandosi così la poca dignità rimastale.

Kalinda la guardò contrariata, Aron ed Ella continuarono a discutere totalmente dimentichi del mondo esterno e Royal e Michael si guardarono capendo di dover ordinare d'asporto anche quella sera.

-Io e Acosta saremmo venuti subito, ma Kalinda ci ha fermati- Ely si buttò sulle scale.

-Ricordami di ringraziarla- sorrise Ella nel suo cardigan bianco, accomodandosi accanto a lui.

L'attore la scrutò in viso: -Sei cambiata, senerei-

-Me lo auguro- rise Sabe.

-Sei bellissima, così- Ely la tirò a sé, abbracciandola -Quando ti ho ritrovata avevi ancora quella scintilla addosso, quel qualcosa che ti rende unica, ma era come se fosse soffocato. Tu eri viva ma sembrava che vivessi in funzione degli altri-

-Ho imparato a vivere in funzione di me- sorrise lei staccandosi dal suo abbraccio -Il che non significa ch'io non ci sia per gli altri significa solo che sono un po' più egoista, che mi voglio un po' più di bene-

-Sei bellissima- ripeté il ragazzo.

-Posso?- Royal bussò sullo stipite di quella che, fino a qualche settimana prima, era la camera di Cade.

Ella, in centro alla stanza vuota, si voltò: -Certo, entra-

-Dove?- domandò il ragazzo accarezzandole i capelli.

Lei indicò un punto alla sua sinistra con la mano sana, l'altro braccio a stringersi il corpo, a farsi scudo.

-Perché ti torturi così?- domandò Roy.

-Ti ricordi quando ti ho parlato della lista delle cose da fare e ti ho detto che la maggior parte di quelle erano paure d'affrontare?- alzò il suo sguardo pulito su di lui, la ragazza -Non intendo permettere a una persona come Jacob White di buttarmi fuori nella mia stessa casa, Royal. Non intendo avere paura-

-Avere delle paure è normale, Els-

-Sì. Ma le paure vanno affrontate. Tu hai avuto bisogno del tuo tempo per affrontare le tue; io mi conosco e so che, se non le sconfiggo adesso, me le porterò dietro per sempre-

-Perché è ossessionato dal fatto che debbano avere venticinque anni di differenza?- domandò Ella esasperata di fronte al suo portatile mentre Aron girovagava per la sua cucina.

-Perché così possiamo parlare anche dell'age gap in una coppia- sentenziò tranquillo lui aprendo uno sportello e curiosando tra le spezie della padrona di casa.

-Loro non si metteranno insieme- sibilò la ragazza tenendo d'occhio l'ospite -Rimetta al suo posto quell'erba cipollina, per favore-

Lo scrittore obbedì di malavoglia per poi passare a un altro scaffale: -Cos'ha contro le storie damore?-

-Sono stufa di scriverne- alzò gli occhi al cielo Sabe vedendolo continuare a scandagliare imperterrito la sua dispensa.

-Preferisce viverle, suppongo- frecciò Acosta.

-Non finiranno insieme-

Il produttore si girò a mostrarle un broncio.

Isabella sospirò e spinse verso di lui un contenitore di biscotti: -Questi li ha portati Lily stamattina; venga qua e si sieda, da bravo-

L'omino eseguì seppur contrariato.

-Potrebbero- azzardò Ella -essere già stati insieme. Potrebbero essersi lasciati male e magari una delle due parti potrebbe essere ancora interessata-

-Tipo lui?- prese un biscotto Aron guardandola con gli occhi da cucciolo.

Sabe fece un cenno d'assenso: "Non sono io quella che vede cuori ovunque, Acosta"

-Sa, è cambiata- posò il biscotto lui dopo averla soppesata con lo sguardo -Quando ci siamo conosciuti aveva già un bel caratterino ma era come se la possibilità di fare del male agli altri la frenasse dal tenersi qualcosa per sé. Ora vedo una donna che, quello che vuole, se lo prende-

-E lo trova un male?- sorrise la ragazza, prendendo il suo tè con un sopracciglio alzato.

-No- lo scrittore si riprese il biscotto -No, io ne sono incantato-

-Addirittura- lo prese in giro lei.

-Solo una cosa mi chiedo-Aron annuì e dette un morso al biscotto.

Ella lo invitò a continuare con un gesto.

-É sicura che non sia proprio per nulla merito di Royal?-

La ragazza scoppiò a ridere: -Sì. Acosta. Sì, ne sono certa-

"Non è merito di Royal perché è merito suo" ebbe il tempo di pensare prima che lui provasse a convincerla del contrario "Ma questo è meglio non dirglielo: vorrei evitare che si metta in testa strane idee, mio caro"

-Cecily, ho bisogno di te- Ella s'appoggiò allo stipite della stanza della sorella con in mano una famigliare maglia rossa -Mi devi tirare fuori qualcosa di carino con questo. Stasera esco-

La ragazzina balzò giù dal letto con le cuffie incastrate nelle orecchie: -Chiama Emi per il trucco: io non la so usare quella roba-

-Nulla di eccessivo- storse il naso la ragazza-Devo solo uscire con Royal-

-È il tuo ragazzo, Sabe- le fece notare la sorella.

-Quindi? Mi ha già vista in tutte le condizioni- si strinse nelle spalle Cinder.

-Se ti vedesse un po più carina, ogni tanto, non sarebbe un male- sorrise Emily apparendo dietro Ella.

-Ragazze ma a lui non deve interessare di come esco io- sorrise Cenere -Io non lo voglio fare per lui, lo voglio fare per me. Voglio essere carina per me... E anche un po' per voi-

-Ciao- sorrise Ella dalla porta della palestra -Fuori c'è scritto che la vostra lezione finisce alle sei ma se avete da fare, posso aspettare-

Lo sguardo di Royal la percorse tutta, la sua voce di basso modulò un saluto pieno di sottintesi.

-Noi andiamo- si diedero di gomito i ragazzi dietro la figura dell'ex-stuntman.

-Sì, ciao- mormorò Roy senza neanche voltarsi a guardarli.

Scavalcò quella che sembrava una sorta di rampa e le fu accanto in un attimo: -Mi dai il tempo di una doccia?-

Sabe annuì senza staccare lo sguardo dal suo, sotto le ciglia truccate.

-Ti amo!- sorrise Royal correndo all'indietro diretto verso spogliatoi.

"Lo so" sorrise lei chiedendosi quando avrebbe trovato il coraggio di dirgli le stesse parole.

-Sei cambiata, sai, tesoro?- Renata sorrise, al telefono -Marco sarebbe fiero di te-

Cenere sorrise: "Sì, lo credo anchio: non sono più la bambina che si chiudeva in camera sua a piangere abbracciata al pc"

-Sei cresciuta, ti sei aperta al mondo, sei diventata una donna- continuò la nonna sotto la calura africana, immaginando il viso della nipote rivolto verso il plumbeo cielo europeo.

-Buona sera, signora Renata!- s'intromise nella conversazione Roy in uno sbalorditivo italiano.

-Royal, ma che piacere!- cinguettò la donna -Tratti bene mia nipote?-

Il ragazzo si voltò verso Sabe che si trovò obbligata a tradurre: "Santa pace, nonna!"

Darrel schiuse le palpebre ritrovandosi Rose sdraiata a pancia in giù a fianco a lui, con le labbra imbronciate e i boccoli a incorniciarle lo sguardo bicolore che non accennava a schiodarsi dal suo viso.

-Mi sono addormentato- dichiarò l'ovvio sedendosi sul letto della sua amica -Scusa-

-Hai di nuovo fatto quell'incubo?- si girò su un fianco la bambina facendo frusciare la gonna del vestitino a fiori.

Darrel scosse la testa: -No, era un bel sogno-

La bambina si strinse nelle spalle in un sorriso luminoso: -Allora puoi tornare a dormire-

-Ma non è scortese?- storse il naso il maschio più piccolo di casa Shaw.

-No. Tu dormi; io devo finire i compiti di scienze che mi sono dimenticata ieri- scivolò giù dal letto già con le scarpe ai piedi lei -Sdraiati e chiudi gli occhi, su!-

-Sissignora- eseguì gli ordini lui, scattante come un soldato.

-Rel?- lo richiamò lei dopo un paio di secondi, una matita nella destra e il fondoschiena sulla sedia girevole della scrivania.

-Sì?- sollevò nuovamente le ciglia lui, girandosi per guardarla in quel viso luminoso.

-Me lo racconti, quel sogno?-

Michele distese il plaid di fronte al televisore di casa Shaw e tornò in cucina a prendere la montagna di sandwich che aveva preparato per la cena: -Caes, chiami tu i ragazzi, per favore?-

L'avvocato alzò gli occhi dalle carte sparpagliate sul divano e annuì, mesto.

-Sei preoccupato per il caso?-

-Il giornalista che ha chiamato il tribunale è morto un paio di anni fa di morte naturale- Caesar si passò una mano sul viso segnato -Ci sono poche tracce, è stato riaperto anche il caso della Evans ma brancoliamo tutti nel buio... abbiamo un sacco di testimoni, siamo tutti a conoscenza dei fatti ma... non lo so, amore. Questo processo mi sta sfibrando. Quando c'era solo Leen in ballo già non era una passeggiata, ma con l'omicidio di Daisy e l'aggressione di Ella se non dovessimo riuscire a dargli quel che merita, potrei ucciderlo con le mie mani-

Michael annuì, capendo perfettamente cosintendeva il marito: quando aveva ricevuto la notizia di quel ch'era avvenuto nella stanza di Darrel, si era sentito morire. Era corso in ospedale quasi dimenticando i bambini e aveva rischiato un incidente per la maniera sconsiderata con la quale aveva guidato fin là. Non appena Sabe era riuscita ad aprire gli occhi in quel lettuccio, aveva ricominciato a respirare, a sentire la rabbia verso chi aveva ridotto un pezzo del suo cuore in quello stato. Aveva toccato Cenere come se fosse di cristallo, poi con la sicurezza sempre avuta con lei; l'aveva stretta a sé senza lasciarle fiato, probabilmente facendole stringere i denti per il male alle costole, sussurrandole un ordine che sapeva di preghiera. Mai più, Cinder. Mai più.

Ella sbucò dal bagno con un turbante ad accogliere i capelli bagnati, il labbro inferiore stretto tra i denti e l'aria di voler raccontare qualcosa all'uomo che stava affettando verdure sul piano del cucinino.

Royal, si fermò con il coltello a mezzaria: -Tutto okay?-

-Credo di voler vedere uno psicologo- dichiarò lei tirando fuori dal frigo la carne per il tentativo di polpette miste programmate per quella sera.

-Okay- il ragazzo la seguì con lo sguardo.

-E di volerti chiedere se ti va di venire in Italia con me- posò la carne sul tavolo alzando lo sguardo a incontrare il suo -Devo sistemare un paio di cose per la casa della nonna e voglio vederla un'ultima volta prima di delegare tutto a Leo e venderla-

Royal annuì, realizzando una cosa all'ultimo momento: "I tuoi parenti lo sanno, quel che ti è successo, Els?"

-E poi...- Sabe tentennò -Poi, una volta finito tutto il processo, se hai voglia, ogni tanto puoi venire a dormire da noi. Sembra che ci tengano più i ragazzi di noi, in effetti credo che sia per la voglia di Cade di imparare a tracciare. Cosa che pu...-

-Impiastro? Smettila di pensare così tanto- Roy la prese per il mento per baciarla, una mano a scivolare sotto i jeans della ragazza ma durò poco: Ella lo spinse via con un sorriso pestifero.

-Prima facciamo cena e mi asciugo i capelli- lo affogò lei con i suoi soli nocciola -poi ti darò una mano a evadere dalla prigione di quei vestiti-

-Dopo questa scarcerazione, possiamo affermare definitivamente che non sei asessuale- mormorò Royal stringendosi Ella addosso, nel letto di casa sua.

La ragazza ruotò gli occhi: -È così importante?-

-Il sesso è una parte importante delle relazioni- alzò le spalle lui per farle ricadere.

Sabe aggrottò le sopracciglia, tirando su il busto in modo da poterlo guardare negli occhi: -Tu mi sei venuto dietro convinto che non l'avremmo mai fatto quindi non di tutte, evidentemente-

-Te ne avrei parlato, prima o poi- passò un dito sulla fronte della ragazza, Royal, a metterle in ordine un cernecchio asciutto.

-E se non avessi potuto offrirti questo, che avresti fatto?- gli afferrò la mano lei, guardandolo negli occhi, seria.

-Non lo so- ammise il ragazzo, alle strette -Credo che avrei provato a rinunciare a quella parte di te ma non so se mi sarebbe bastato. Non a lungo termine, almeno-

-Non so perché non ho mai proiettato quel tipo di desiderio su qualcuno- confessò Cinder ritornando nella posizione precedente -E non m'interessa che tipo di etichetta mi mette la gente addosso fintanto che sto bene. Io non mi sento a disagio, non mi sento male, quando sei tu a fare questo con me. Anzi! Mi piace... Ma non è una cosa che mi viene naturale pensare-

-Credo di poter provare a capire, ma non ne sono sicuro. Solo, ti prego, se mai non ti dovesse andare, dimmi di no- la citò, la implorò, il ragazzo accarezzandole una spalla.

⏯️ Nella playlist di Michael:

L'amore di odia - Noemi ft. Fiorella Mannoia

Caramelle - Dear Jack ft. Pierdavide Carone

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