89. Di notte non sai mentire
Ella aprì la porta della sua stanza.
Royal entrò, titubante: -Posso?-
-Certo che sì- Sabe corrugò le sopracciglia intuendo che qualcosa lo turbava.
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-Mi serve un vestito blu- decretò Emily facendosi avanti nella stanza di Cecily senza bussare.
La sorella si portò una maglietta al petto, sforzandosi di contare mentalmente fino a venti prima d'infilarsela sopra il reggiseno: -Su di te quel colore fa schifo. Apri la seconda anta: c'è un vecchio maglioncino di mamma. È giallo scuro quindi dovrebbe starti bene-
-Me lo ricordo, non voglio quell'affare- sentenziò la maggiore spalancando l'armadio della sorella per studiarne il contenuto -Però ti prendo questo-
Ily impallidì: -No, quello no-
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-Mollalo o do fuoco al tuo armadio, così hai una buona scusa per venirmi a chiedere i vestiti!- strepitò Cecily con le guance rigate di pianto.
-Sai una stronza, viziata ed egoista, io non...- partì in quarta Emily, tirando l'abito verde petrolio da una manica.
La porta si spalancò facendo calare il silenzio, congelando le due nel momento in cui la maglina dell'indumento era sul punto di cedere.
-Avete intenzione di calmarvi, voi due, o ci devo pensare io?- Sabe le guardò con occhi severi, una mano ancora sulla maniglia e l'altra appoggiata sul fianco.
-Quel vestito era della mamma, Sabe! Non può tenerselo lei!- s'imbestialì Emily, sull'orlo delle lacrime di rabbia.
Cecily divenne rossa: -Per te sono solo pezzi di stoff...-
-Non è vero! Solo perché non voglio rinchiudermi a giocare con i rocchetti da qualche parte, non significa che i suoi vestiti non siano speciali per me! Te li sei presa quasi tutti!- la voce della ragazza stridette.
Ily tacque, colta in fallo.
-Bene. Adesso voi due prendete tutti i vestiti di Grace che avete nell'armadio e li portate sul tavolo del salotto. Senza fiatare. E chiamate anche Alice-
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Ella posò uno scatolone in mezzo al mare di stoffa che le sorelle avevano ammucchiato sul tavolo.
-Qui dentro ci sono gli ultimi vestiti di Grace. Cercate di non scannarvi, d'accordo? Ne prenderete al massimo tre a testa; gli altri li terrò io e, fra qualche mese, ne riparleremo. Partite col dire quello che vi piace di più, se sorgono conflitti, cercheremo di appianarli. Va bene?-
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-È per noi?-Emi notò le tracce delle lacrime sulle guance della sorella.
-No, tesoro- Sabe le accarezzò i capelli -Siete delle teste calde ma non è per voi-
-È per Royal? Se ti ha spezzato il cuore, io gli spezzo le gambe. Io...- s'accese Emily prim'ancora di darle il tempo di spiegarsi.
-Non si piange sempre di dolore, cucciola- sorrise la maggiore -Royal è arrivato da solo a una conclusione alla quale io ero ferma da tempo anche se non sapevo come toccarla; oggi mi ha detto che presto si trasferirà in un appartamento solo suo e che sta cercando lavoro in una palestra o per tracciare... capirò meglio, se vorrà spiegarmi-
-Se ne va?-
-No. Ci andremo solo tutti un po' più piano. E, se mai entrerà di nuovo da quella porta per rimanere qui, ci conosceremo tutti decisamente meglio-
-"Se"? Non "quando"?- aggrottò le sopracciglia Emily.
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Royal aprì la porta della stanza degli ospiti e si scostò di lato per far passare Ella: -La bufera è passata?-
-Così sembra- sorrise lei lasciando che il ragazzo la prendesse per i fianchi.
-Quanto dura la tregua, di solito?-
-Finché non ricordano che essere sorelle adolescenti implica frecciatine al vetriolo e attacchi a sorpresa-
Il ragazzo le sfiorò il naso con il suo: -Stai bene?-
Ella annuì, sorridendo semplice.
-Di notte non sai mentire, impiastro: sei troppo stanca per fingere bene- la prese in giro lui -Cosa c'è che non va?-
-Sono solo un po in pensiero per Leen: non si fa sentire da un po' e l'ultima volta che Rose mi ha chiamata ho scoperto che White le sta ancora tormentando-
Roy la strinse a sé per non farle vedere il volto trasfigurato.
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-Com'è iniziata?- domandò il ragazzo abbracciato a lei.
-Cosa?-
-Come sei diventata la tutrice dei ragazzi?-
-Vuoi tutta la storia?-
-Sì- lo sguardo di Roy fu limpido.
Ella sospirò, lo sguardo rivolto a un passato che lui non conosceva.
-Benedict si è innamorato di mia madre un bel po di tempo fa... Si sono messi insieme, si sono divertiti nonostante non fossero sposati e lei è rimasta incinta e ha scoperto di avere un tumore. Mio padre non è scappato anche se i suoi l'hanno praticamente disconosciuto. È rimasto accanto alla donna che amava anche se lei aveva scelto di morire per me... I miei nonni l'hanno aiutato a crescermi ma, verso i miei quattro anni, Benedict ha incontrato Grace. È iniziata come un'amicizia e poi si sono innamorati; Grace era una bella persona ma non l'ho mai considerata mia madre, anche se mi ha dato sette fratelli... durante il mio primo anno di superiori hanno deciso di trasferirsi qui ma io mi sono adattata malissimo. Non mi sono proprio adattata, in realtà. Mio padre mi ha presa da parte e mi ha chiesto se volessi tornare in Italia con i nonni e raggiungere il resto della famiglia per le estati. Ho accettato senza neanche pensarci: qui stavo troppo male e con i miei fratelli non parlavo granché, i nonni mi mancavano e la...-
Sabe si sforzò di andare avanti nonostante lo sguardo allibito di Royal: -Io mi sono fatta una vita in Italia, ho iniziato a uscire fuori dal bozzolo anche se con poche persone. È stato allora che ho incontrato Myricae... Ogni tre giorni, mio padre mi chiamava dimostrando forse un affetto un pochino superiore a quello che nutriva per i miei fratelli, Grace e i ragazzi facevano mezzo saluto una volta al mese e tutto procedeva per il meglio. Ho incontrato Michael e... beh, suppongo che quella parte di storia tu la conosca-
La ragazza si sistemò una ciocca molesta cadutale davanti al viso con insofferenza: -Prima dell'inizio delle vacanze qui, io e lui abbiamo fatto un viaggio in Irlanda, preparato i documenti per venire in Inghilterra a studiare, cercato un appartamento in cui convivere... poi lui è tornato in Piemonte per iniziare a preparare i bagagli e io sono venuta qui. Dopo meno di una settimana c'è stato l'incidente e il resto lo sai-
-Se andava così male con i tuoi fratelli, perché hai accettato un incarico del genere?-
-Erano sette, Royal: avrebbero vissuto fino alla maggiore età in orfanotrofio nel migliore dei casi... e poi volevo smettere di scappare- Ella sorrise -A posteriori, ho fatto la scelta giusta, sai? Sì, è tutto in pausa e non so se riuscirò mai a fare qualcosa che mi soddisfi nella vita ma... credimi quando ti dico che notti insonni, pomeriggi di assistenza sociale e progetti sfumati valgono sette rapporti così. Qualsiasi cosa succeda, noi ci saremo-
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-Me l'hai chiesto per quello? Perché di notte non so mentire?-
-No. Te l'ho chiesto perché stanotte sei tranquilla, anche se sei stanca- il ragazzo le accarezzò i capelli -Non volevo farti arrabbiare-
-Non l'hai fatto, Royal- le dita di Sabe disegnarono linee sul viso del giovane -E anche se prima o poi succederà, sapremo affrontarlo-
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Sabe posò l'ennesimo tomo etnologico sul tavolo della cucina facendo danzare il filtro nel bicchiere di tè con la sinistra, lo sguardo perso nel suo mondo.
Un annuncio le balzò sotto il naso.
Ella alzò lo sguardo su Roy, un sorrisino a piegarle le labbra: -Hai trovato casa?-
-Così sembra- sorrise lui ancora con il volantino in mano -È a un quarto d'ora di moto da qui-
Cinder si allungò a lasciargli un bacio sulla bocca.
-Sei felice?- domandò Royal stringendola a sé.
-Non si vede?- chiese lei con una carezza sul viso.
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-Questo è il nuovo studio!- annunciò trionfante Caesar Augustus Lewis spalancando le porte alla sua pittoresca famiglia.
La torma di bambini con Ella, Michele e Royal al seguito, s'intrufolò nelle stanze del nuovo spazio lavorativo di Caes commentando tutto e anche di più.
-Smettila di far finta di nulla- sorrise Isabella di fronte al cuginastro che si stava trattenendo dal mostrar giubilo -Devi esserne orgoglioso, Caes. È giusto che tu lo sia; noi li siamo-
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