70. Una sorella come te
-Dillo che volevi attenzioni!- sorrise bonariamente Caes quando Ella e Dorian rientrarono in casa.
-Stai bene, Piccolo Gray?- si preoccupò invece Michael mollando le pentole e andandogli incontro.
-ELLA!- Emily le fu davanti con un sorriso enorme e il cellulare in mano -Significa quello che penso io?-
Cinder fece partire l'apparecchio e s'imporporò subito: -Evidentemente siamo a giugno-
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Ella, che significa questo?!
Ely spedì il messaggio con allegato l'ultima scena dell'ultima stagione della serie che stava interpretando come il cattivo della situazione.
Dimmi che Roy non ne sa nulla, fu immediata la risposta.
Glielo stavo per dire, lui di solito si disinteressa totalmente di questa parte del lavoro
Ely inarcò le sopracciglia: che diamine aveva Ella?
Significa che durante le vacanze dei ragazzi, verrò in America per l'ultima stagione. Acosta è stato piuttosto persuasivo e Roy non deve saperne nulla: voglio vedere come reagisce a una sorpresa
Il ragazzo sorrise: È stracotto di te, come credi che possa reagire?
Johnson! Non dirgli nulla
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-"Vuoi davvero tornare?"-
-"Kejer farà bene ad iniziare a tremare"- la figura nello schermo di Emily strinse le mani sul balconcino.
-"Non è un posto sicuro per una sacerdotessa, quello, Fjer"- per un attimo, un uomo vestito di bianco, il protagonista, venne inquadrato al posto della donna col mantello.
-"Per nessuno lo è, ormai"- Isabella offrì il suo sguardo di vetro blu alla telecamera -"Neanche per lui"-
-Io non ci credo!- esplose per la sesta volta Emily -Che parte farai? Come continua?-
Cenere le indicò l'ultimo libro di Acosta, sul tavolino, eloquente.
-E quando pensavi di dircelo?- la rabbia di Cecily fu malcelata.
-Quando sarebbe arrivata questa- Isabella gettò sul tavolo una busta aperta -A Natale, la nonna mi aveva accennato qualcosa ma non eravamo sicure di nulla ...-
-I genitori di papà vogliono che li raggiungiamo in Sardegna quest'estate- riassunse Dorian leggendo la lettera -Vogliono conoscerci-
-E la cosa non si applica a te?- fece perplessa Emi.
Sabe scosse la testa, le braccia strette intorno al busto: -Temo di no-
-Perché?- volle sapere Cecily.
-Non è importante- sminuì la questione la ragazza -Voi avete la possibilità di avere dei nonni, ragazzi. Dovete almeno provarci a conoscerli... vi prego, fatelo per me-
-Quindi hai pensato che se non potevi venire con noi, potevi recitare?- celiò perplessa Ily.
-Non è partita proprio così, l'idea, ma... sì- annuì Ella -Ely sta passando un periodo un po' tetro e ci conosciamo da abbastanza per poter dire che potrei dargli una mano, là-
Incontrò lo sguardo di Michele che le mimò con le labbra un perentorio "digli tutto".
-E poi- Sabe si passò una mano tra i capelli, mordendosi il labbro inferiore -La mia autostima salirebbe un po' con la possibilità di ricevere soldi che mi sono davvero guadagnata-
-Io ho solo due domande- si fece avanti Caes, conoscendola -Quanto sarai nuda?-
Ella gli lanciò il libro: -Un po' più del mio solito e decisamente meno del resto del cast-
-E l'"altro progetto"? Quello di cui parlava Acosta nell'ultima videochiamata?- mimò le virgolette Caes.
-Voi due sapevate tutto?!- quasi strepitò Cecily, sentendosi tradita.
-Sì. Abbiamo voluto essere sicuri di tutto prima di dirvelo- cercò di calmarla Michele.
-Cos'è quest'altro progetto?- domandò Darrel, dal suo angolino.
Ella aprì il portatile e lo voltò verso di loro con un sorriso: -Non c'è scadenza quindi sarà tutto esattamente come questi due anni. Ce la siamo cavata bene, no?-
Il bambino annuì scuro in viso e la sorella lasciò da parte il computer: -È solo un mese e voi lo passerete comunque alla grande. Non voglio scappare, ragazzi, non voglio lasciarvi... voglio aiutare un amico e capire se posso far funzionare qualcosa-
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-Mi dispiace tanto, tesoro, avrei dovuto capirlo prima- sussurrò Ella mentre la sorellina le consegnava la busta della sera prima e il libro di Alice nel Paese delle Meraviglie, ultimo regalo del fratello che aveva avuto il coraggio di spacchettare solo tre sere prima, mesi dopo la sua morte.
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-Capisci, non mi ha detto nulla!- fece ancora Cecily, stringendo un cuscino di lana cardata.
Elizabeth la raggiunse sul letto con una ciotola di popcorn: -Lo so ma, pensaci un secondo: vive in quella casa da due anni e non esce con nessuno. Amici, fidanzato, nulla! Passa talmente tanto tempo in questo stupido paesino che conosce tutti: dal tizio che stampa le foto alla pronipote del salumiere. Tutti la conoscono ma praticamente non ha veri amici. Mi pare naturale che voglia raggiungere Ely, no?-
-Secondo me non è Ely che vuole raggiungere- bofonchiò la mora lasciandosi cadere di schiena tra i cuscini.
-Ah, no?- Elizabeth mise in pausa il film.
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Cinder chiuse la porta della stanza di Alice dietro di sé.
"Stupida" si disse sospirando: pensava di risolvere davvero tutto con un paio di Stelle e qualche colore? Davvero?
Si morse il labbro, scuotendo la testa.
Da bambina i suoi grissini si trasformavano in sigari, una cannuccia ricurva in pipa, le caramelle in medicine, le ciliegie in orecchini e il telecomando in microfono... ma non rammentava nulla che, come una bacchetta magica, trasformasse in un istante il dolore in felicità.
"I bambini non stanno male a lungo... che boiata!" sospirò, caricando la lavastoviglie.
Dipendeva sempre dalla botta presa: un polso insaccato ci metteva decisamente meno di una frattura a legno verde su una gamba a guarire.
Si morse il labbro, vedendo Cade seduto al tavolo con in mano la sua sanguigna.
Gli si sedette accanto: -Non voglio andarmene, te lo giuro-
-Tu sei cattolica, non puoi giurare- si volse verso di lei il ragazzino.
Ella tirò su un angolo della bocca in un mesto sorriso: -Te lo garantisco?-
-È una domanda?- la prese in giro lui.
Sabe scosse la testa e gli prese il viso tra le mani: -Non scappo. Non scapperò mai da voi. Te lo prometto-
-Dillo anche a Darrel- fece il ragazzino -Lui ed Ily l'hanno presa davvero male-
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-So io quel che ci vuole- sorrise Elizabeth raggiungendo la credenza dei suoi in punta di piedi.
-Che stai facendo?- sorrise Cecily per poi spalancare la bocca al vedere l'amica girarsi con una bottiglia in mano -Beth, abbiamo quattordici anni!-
-Solo un bicchiere, infatti!-
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Emily guardò le sue medie dei voti, fregando via le lacrime con una mano: in un mese e mezzo non ce lavrebbe mai fatta a recuperare.
In quella famiglia, poi, sarebbe stato il neo verrucoso più brutto della storia.
Proficiente in tutto, laureato in niente, Everett Shaw era sempre stato il modello da imitare... e lei, con le sue sufficienze tirate e due fratelli amanti dello studio e della cultura in generale come Dorian e Sabe che superavano ogni maledetta difficoltà... come avrebbe mai potuto dire a tutti la verità?
"Prima gli acidi a inizio anno e ora una bocciatura. Stupendo!"
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-Perché sei fuori?- sorrise Roy dallo schermo.
Ella ricambiò: -Mi piace la notte... da bambina cercavo le stelle cadenti quasi ogni notte: mio nonno diceva che erano angeli che scendevano sulla terra-
Stella, naturalmente... tanti la potevano vedere brillante come il sole o mutevole come la luna, ma la verità era che Isabella Cenere era la più perfetta delle stelle, un angelo svegliatosi per sbaglio sulla Terra...
-Che c'è?- domandò lei inarcando un sopracciglio.
Royal si riscosse: -Nulla-
Ella lasciò perdere: -E tu?-
-Mi piace il giorno, la luce- abbozzò.
La ragazza sorrise: non le stava dicendo tutto ma ormai aveva capito.
Loro due erano amici. Nulla di più e nulla di meno.
Sorrise: già, nulla di meno...
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-Ily?- la richiamò per la quarta volta Michael accostando in doppia fila sotto lo sguardo educatamente orripilato degli automuniti inglesi.
La ragazzina lo guardò triste: -Ieri sera Elizabeth mi ha offerto da bere... dell'alcool, intendo-
Michael non sembrò turbato: -Ti sei ubriacata? È questo che vuoi dirmi?-
-Anche- tirò la bocca da una parte lei.
-Che cos'è successo, Ily?-
-Beth mi ha baciata, credo- alla ragazzina luccicarono gli occhi; acqua e sale s'infilarono nel colletto della maglia stropicciata lasciando umide strisce sulle guance rosse di freddo inglese.
Michele voltò la testa e rimise in moto: -Qua serve un dolce, non è vero?-
Cecily si passò una mano sugli occhi con un mesto sorriso: -Tu passi troppo tempo con Ella-
Il ragazzo rise, immettendosi nella corsia.
-Michael?-
-Sì?- domandò lui cercando un parcheggio degno di quel nome.
-Non glielo dirai, vero? Se scopre che ho bevuto, mi uccide- lo fissò nel retrovisore lei.
-Dovresti smetterla di aver paura di tua sorella, Ily: Cinder ti vuole bene e capisce che la tua è letà in cui si fanno cavolate- sorrise il ragazzo eseguendo una maldestra manovra a S -Anche se, "ogni tanto", sembra fredda e troppo controllata-
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-Vogliamo parlarne?-
Emily alzò lo sguardo sulla sorella maggiore, quella ragazza che in realtà era madre e amica da ormai più di due anni: -Di cosa?-
-Del problema che non ti permette di stare serena a sufficienza da prendere i voti che meriti per gli sforzi che fai. Che succede, Emi?- le mani di Sabe andarono a prendere il viso della sorellina, i pollici ad asciugarle le lacrime -Tesoro, cosa capita?-
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-Ella?- Meredith entrò in casa Shaw con la cartella dell'ultimo caso sotto il braccio.
Lei alzò lo sguardo dalla bolletta dell'acqua: -Sì?-
-È stata Melodie, vero? A farti cambiare idea. Non sono stata io, è stata lei-
Cenere posò sul tavolo busta e voglia di mettere un timer alle docce: -È solo una ragazzina con un male terrificante che si è presa una cotta per un ragazzino con la sua stessa malattia. Adesso starà pensando che la sua vita fa schifo non tanto per la fibrosi cistica ma perché la sua ipotetica anima gemella potrebbe ucciderla anche solo stando a mezzo metro di distanza da lei. Questo è un problema insormontabile, Meredith, non il mio. Il mio è solo terrore ma se non perdo la testa, se faccio le cose con calma, magari riuscirò davvero ad avvicinarmi un po' a Royal-
-Avvicinarti?- il sorriso della rossa si trasformò in una smorfia -Pensavo vi foste già avvicinati-
La ragazza sospirò: -Io lo speravo-
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Sabe uscì dall'ufficio del preside della scuola di Emi con lo sguardo deciso e un mezzo sorriso sulle labbra.
Scorse una figura famigliare sgattaiolare fuori dall'edificio e la raggiunse: -Stai balzando?-
-No- Will si girò verso di lei, la menzogna palese sul volto.
Ella rise: -Vieni, ti offro un caffè-
-Nessun rimprovero? Sul serio?- domandò il ragazzo.
-Ne ho già sei, di tutorati, William... non hai bisogno anche tu della mia supervisione, vero?- lo scrutò divertita la ragazza aprendo la macchina.
Lui la guardò titubante: -Non so se provo più lo stesso per Emi-
La ragazza chiuse la porta esalando, lo raggiunse dall'altro lato della macchina e batté sul cofano per invitarlo ad appoggiarsi: -Lo avevo intuito-
-Come?-
-Emi non è cieca, Will, tantomeno stupida. Se sente che sei più distante, ci dev'essere un perché-
-Da quella sera in discoteca, è cambiata- fece il ragazzo, mordendosi il labbro con il piercing.
Cinder chiuse gli occhi in un sospiro: -Per forza in male?-
William scosse la testa: -Non lo so-
Ella riaprì gli occhi, voltandosi verso di lui: -Qualsiasi decisione tu prenda, pensaci bene, William: chiediti prima se è davvero il caso di troncare tutti i momenti felici per qualcosa che, magari, basta risolvere parlando. Mancano due settimane alla fine della scuola. Lascia che Emi concluda l'anno e poi parlatene, ti prego. Se davvero è cambiato tutto a tal punto che questa storia si può solo trascinare, lei merita di saperlo-
William la guardò con gli occhi lucidi, indispettito e colpito insieme: -In questo momento sono combattuto tra il mandarti a fanculo e dirti che vorrei una sorella come te-
Ella rise: -Io tra l'abbracciarti e farti prendere un infarto frenando a due centimetri da te con la macchina-
⏯️ Balzare alias saltare, sparare (in Messinese), bucare... Scuola. Perdere lezioni in favore di altro, insomma. Non sapevo che verbo mettere dal momento che, ho scoperto, cambia in base alla regione.
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