7. In pezzi di vetro

-Cucciolo!- Alice si buttò a terra a prendere la palla di pelo in braccio.

Ella alzò gli occhi al cielo divertita: -Forza, ragazze. Monopolizzate il salotto-

Emily la minacciò: -Non credere che mi scapperai: hai delle occhiaie da spavento-

-D'accordo- esalò Sabe.

-E poi ti devo parlare- si scucì, terribilmente seria Emily.

-Ho sonno- brontolò Darrel a metà dell'anime.

Caesar sorrise e lo prese in braccio per portarlo nella sua stanza: -Andiamo, campione-

-Per te è mezzo vuoto o mezzo pieno?- Emily riempì un bicchiere di succo fino a metà.

Ella alzò un sopracciglio: -Perché lo vuoi sapere?-

-Rispondi-

Sabe le lanciò un'occhiata d'ammonimento ma rispose comunque versando ancora liquido nel bicchiere: -È importante? C'è ancora spazio per altro... e può essere svuotato del tutto, comunque-

Porse il flûte di plastica alla ragazza che lo svuotò in pochi sorsi.

-E quando il bicchiere è vuoto puoi tornare a riempirlo, Emi. Ci vuole del tempo ma si può fare...-

-Stiamo ancora parlando di bicchieri?- Emily assottigliò gli occhi.

La sorella sorrise: -Naturalmente. Ricordati solo di non riempire troppo il tuo bicchiere, d'accordo?-

-Perché altrimenti strariperà?-

Cenere annuì.

-Credo di doverti dire una cosa-

Con Cade, Dorian e il piccolo Darrel stramazzati nei loro letti e la certezza di non doversi presentare in ufficio la mattina seguente, Caesar si aprì tranquillamente l'ennesima birra della serata: -Bene ragazzi, parliamo un po' di come trovate Cinder-

-Riservata- si limitò a dire Royal dopo avergli lanciato un'occhiata per poi tornare a guardare altrove pensieroso "Complicata".

-Lei è...- fece contemporaneamente Ely disegnando nell'aria una figura femminile dalle forme decisamente più pronunciate della donna in questione.

-Asessuale- sbottò Michael posando la sua birra sul piano del tavolo.

Un attimo di silenzio generale più tardi l'attore sorrise: -Ora si spiega tutto!-

-Finiscila, casanova!- Caes tirò un pugno scherzoso all'amico.

-Te l'ha detto lei?- chiese invece Roy apparentemente impassibile.

Gli altri lo guardarono stupiti: Royal Johnson, pezzo di ghiaccio intagliato su modello di statua greca dagli esotici colori, poteva mai davvero provare una sorta d'interesse per Isabella Cenere? O, meglio ancora, uno che non si sbagliava di toccare una donna se non c'era scritto su un contratto poteva in generale provare interesse per qualcuna?

-Certe cose non c'è bisogno di dirle. Se vuoi una conferma guardale le mani, comunque- alzò le spalle Michael per farle ricadere in un gesto menefreghista.

-E cosa dovrebbero dirmi le sue mani?- domandò perplesso il ragazzo dagli occhi grigi.

-Fino a poco tempo fa indossava anche tre anelli argentati- spiegò Michele portandosi di nuovo la birra alle labbra -ma la fascetta nera che porta sulla mano destra non se l'è mai tolta. È un simbolo universalmente riconosciuto dell'asessualità-

Emily uscì dalla cucina col sorriso sulle labbra e nemmeno l'ombra d'un sospetto in mente, pronta a tirare fuori tutte le torture possibili ed immaginabili dalla sua malefica scatola lilla.

Non seppe mai che, come fu sola, Ella scagliò nel lavandino il bicchiere, i denti affondati nella parte interna delle labbra fino a ridurle ad una linea pallida, il petto che si alzava e abbassava regolarmente, chiaro segno dell'ennesimo sforzo che stava compiendo per non mettersi ad urlare.

Sabe chiuse gli occhi e respirò a fondo: "Non sono un bicchiere"

Ce l'avrebbe fatta, come sempre.

Non era uno stupido pezzo di fragile plastica, né il prezioso cristallo di cui erano ancora fatti quei bambini. Credeva fermamente in quello che aveva detto ad Emily: dovevano parlare.

Ella, Michael e Caesar erano per i ragazzi il porto sicuro, quelli a cui dire tutto.

Si morse le labbra e deglutì mentre raccoglieva il flute di plastica scheggiato e si chinava a buttarlo nella raccolta differenziata: "Sì, tu non sei uno stupido pezzo di vetro per cui, dal momento che non c'è nessuno abbastanza interessato a te da farti domande su come stai e sei arrivata fin qui, ti conviene non andare i pezzi e resistere!"

Alzò lo sguardo sul cellulare posato sul ripiano sopprimendo la voglia di chiamare Michael: "E tenerti dentro tutta quest'acqua"

Varcò la porta sorridente per reprimere la voglia di accamparsi in cucina per il resto della notte dopo aver visto Emily che impiastricciava la faccia di Alice con qualcosa di molto simile al fango e Cecily col telecomando in mano.

"Signore abbi pietà di me" pregò bevendo un sorso di succo da un nuovo bicchiere.

-Ella? Che voto daresti a Ely?- chiese Emi voltandosi verso di lei con l'aria più tranquilla del mondo.

Sabe si sforzò d'inghiottire il liquido: -Cosa?-

-Royal è più simpatico!- squittì Alice.

-Ti ho detto di non muoverti!- la rimproverò la sorella per poi girarsi nuovamente verso Cinder -Allora?-

"Partiamo bene..."

-Buongiorno!- sorrise Ely vedendo Cecily entrare in casa seguita dalle sorelle.

-Tu cucini?- domandò la ragazzina scettica.

-Già- l'attore cercò d'incontrare lo sguardo di Cinder ignorando la più piccola -Io cucino-

-Stai facendo i pancake, non un piatto d'alta cucina- borbottò Michele rivolgendosi poi ad Ella -Ehi, "Bei Ricci" come mai quel muso lungo?-

Sabe gli scoccò un'occhiataccia che andò persa nel blu delle lenti a contatto: -I ricci sono un'idea di Emily. Esperimento che non ripeterà mai più sui miei poveri capelli dal momento che dormire si è rivelato terribilmente più difficile di quel che pensassi. Non fare quella faccia, Verdi, altrimenti le dò il via libera-

Alla cinica sorellina luccicarono gli occhi: -Posso?-

-No- fu lapidaria la sorella sbottonandosi il cappotto: Emily tendeva a prendere sul serio ogni promessa e minaccia. Non era proprio il caso d'incoraggiarla.

-Ciao, Michael- sorrise Alice al ragazzo appollaiandosi su uno sgabello.

-Ciao caramella. Me lo dici tu perché è così scontrosa, stamattina?- si appoggiò sul ripiano della cucina lui.

-L'ha svegliata Malpelo- la bambina rise prendendosi un pancake che ricoprì di cioccolata -Le ha leccato tutta la faccia-

Cecily li raggiunse: -Povero micio, ha fatto un salto di tre metri, quando lei si è tirata indietro di colpo-

Cenere sospirò togliendosi gli stivali solo per metterli di malagrazia nella scarpiera.

-È una tsundere!- esclamò Ely indicandola con una forchetta -Tu sei una tsundere!-

-Cos'è? Ti stai esercitando per un nuovo provino?- chiese Sabe inarcando un sopracciglio.

Roy nascose un mezzo sorriso nella tazza di caffè.

L'attore agitò la forchetta in aria: -Visto? Acida, ombrosa, fa tanto la dura e poi...-

Ella sorrise pericolosa: -E se fossi una yandere?-

-Questo non so cosa sia. Chiedo l'aiuto da casa- Ely cercò Cade con lo sguardo mentre lei scuoteva la testa lasciando trapelare solo l'incredulità per il dover affrontare una conversazione del genere.

-Il contrario della tsundere- sbadigliò il ragazzino prendendosi un pancake con gli occhi lucidi e l'aria assonnata.

-No- Ely tornò a rivolgersi a lei -Tu non sembri gentile-

Ella camminò lentamente verso il tavolo, le braccia incrociate, le lenti blu conficcate negli occhi azzurri del ragazzo in uno scontro tra cielo e mare. Tempesta.

-Oh, Johnson, io sono molto gentile con te. Se non la fossi, in questo momento ti ritroveresti in un albergo a cinque stelle con un'orda di giornalisti che irrompe dalle scale neanche fosse un'apocalisse zombie, giusto?-

Ely la fissò negli occhi, mentre un sorriso divertito gli piegava le labbra piene: -Giusto. Ti va di...-

Sabe prese una mela dal cesto della frutta, la mascella tirata: -Muoviti che poi devo portare Alice e Darrel a scuola-

Si chiusero la porta alle spalle coprendo la visuale agli occhi attoniti che li stavano fissando.

-Che succede fra quei due?- trovò la forza di chiedere Michael.

Royal deglutì: -Non lo so-

-Potrei lasciare accidentalmente un walkie-talkie acceso nella sua stanza- suggerì Cade attirandosi tutti gli sguardi addosso -Proponevo solo-

-Non per farmi i fatti tuoi...- cominciò Royal avvicinandosi a Michele che, di fronte alla finestra, stava setacciando il cortile nella vana ricerca di Ella ed Ely.

-Te li stai già facendo- lo interruppe lui.

-...ma non la stai prendendo un po' troppo sul serio? Lei è un'adulta-

Michele scosse la testa: -Non mi piace tuo fratello, Royal-

Lui sorrise appoggiandosi alla parete: -È una cosa che pensano in molti. Nessuno lo conosce-

Michael strinse i pugni sulla lastra trasparente della finestra. Si voltò verso il ragazzo: -E nessuno conosce Cinder, Royal-

-Perché tutta questa voglia di proteggerla, Michael?- gli occhi grigi di Royal cercarono quelli verdi di Michele -Tu, Caesar, i ragazzi. Perché non la lasciate fare da sola?-

Il ragazzo lo fissò negli occhi per poi rimboccarsi le maniche e mostrargli gli avambracci nudi: -Li vedi i segni?-

Royal annuì seguendo con lo sguardo le cicatrici chiare dei tagli rimarginati da tempo, ormai; sentì un sapore terribilmente amaro in bocca.

-In quarta liceo ho preso a deragliare- lo sguardo di Michael era acceso, ora, per metà perso in un passato non troppo remoto infine -a un certo punto le persone che mi avevano inconsapevolmente spinto a quello alzarono l'asticella e io presi a tagliarmi-

-Posso chiederti per quale motivo?-

Il ragazzo alzò le spalle come se non importasse e continuò: -L'anno dopo si presentò una ragazza in classe. Il classico tipo taciturno, con il naso perennemente sui libri e nessuna forma di vita sociale-

-Ti feci amico Cinder, ho capito-

Michele scosse la testa, un mezzo sorriso sulla bocca: -Tutto il contrario. Ci rivolgevamo la parola giusto per chiederci l'orario o i compiti: c'era una sorta di odio cordiale nei confronti dell'altro-

-Perché?-

-Perché pensavo che mi avrebbe solo fatto sprofondare di più...- mormorò Michele completamente perso nei suoi ricordi  -Non avevo idea di quanto mi stessi sbagliando. Verso la metà di aprile salii all'ultimo piano della scuola, inagibile da anni-

-Volevi buttarti?-

L'altro annuì tornando a fissarlo negli occhi, ora quasi presente: -Me ne resi conto solo quando fui con le gambe oltre la ringhiera delle scale-

-Cosa ti fermò?-

Il ragazzo sorrise: -Cinder. Mi portò a casa sua e continuò a starmi addosso per mesi. Ormai sono uno di famiglia per i Cenere. Lei ha riportato i colori in un mondo fatto solo più di grigio. Le devo la vita-

-Questo non risponde alla mia domanda-

-Cenere vede il buono in tutti, Royal- Michele indurì lo sguardo -Anche in chi l'ha già fatta a pezzi. Ha sacrificato tutto per questa famiglia, si sta tenendo in equilibrio solo perché loro le danno un motivo per farlo. Ma se Ely la spingerà di nuovo, lei lo perderà, quell'equilibrio. Io sono in debito con lei. Non lo posso permettere-

-Credo che tu lo stia demonizzando un po' troppo- prese le parti del fratello Roy -Solo perché ha provato ad andare a letto con lei...-

-Quando?- sibilò Michele.

-Non è per questo che sei così incazzato?- domandò perplesso Roy.

-Quando?- ripeté in un ringhio l'altro.

Michele quasi non sentì Caesar e Roy seguirlo nella sua corsa lungo le scale.

Non poteva lasciarli rovinare Cenere.

Non lei che l'aveva trovato in cocci e riaggiustato senza chiedere nulla.

-Non lo fare, ti prego: se tu ti butti cadiamo in due-

-Allora lasciami-

-No-

-Perché?-

-Perché m'importa abbastanza da rimanere-

Li trovò in fondo alla scala; Ely seduto sull'ultimo scalino ed Ella appoggiata al muro, braccia e gambe incrociate.

-Cosa hai cercato di farle?!- urlò Michael afferrando l'attore per il colletto.

-Ella...- la supplicò Michele affacciandosi alla porta del bagno.

-No- fece lei finendo di mettersi la crema sulle mani piagate dal freddo e dallo stress.

Fece una smorfia, probabilmente per il fastidio.

-Ti prego-

-No- ripeté lei, prendendo la borsa ed infilandosi il cappotto.

-Mi dispiace- il tono di Michael era sincero.

Isabella si fermò per voltarsi verso di lui, il viso appena ingentilito, la voce appena più delicata: -Lo so. Ma non devi delle scuse solo a me, Verdi-

Chiuse la porta dietro di sé per correre alla macchina e portare i ragazzi a scuola. In ritardo. Terribilmente in ritardo.

Michele lasciò che le spalle gli si afflosciassero: sapeva di dover giustificare la sua sfuriata ai Johnson ma come poteva spiegarne lo scopo?

Neanche Cinder, dopotutto, sapeva il perché del suo comportamento anche se prima o poi ci sarebbe arrivata. Era troppo intelligente per non rendersene conto.

Anzi, una parte di lui aveva l'impressione che sapesse tutto e tacesse solo per lasciargli quel minimo di dignità che gli rimaneva.

La verità era che si sarebbe sempre sentito in debito con quella ragazza: lei l'aveva salvato, gli aveva mostrato come ritrovare la luce, aveva raccolto ogni singola scheggia di vetro e l'aveva rimessa al suo posto con un sorriso nonostante i tagli che quei cocci le lasciavano.

Era decisamente in debito.

Debito che non avrebbe mai potuto saldare dal momento che lei non aveva la minima intenzione di arrendersi di fronte a... a tutto; quella ragazza ce l'avrebbe sempre fatta da sola.

Isabella Cenere non aveva bisogno di nessuno.

⏯️ ️Tsundere (ツンデレ?), anche scritto come zundere, è un termine giapponese che indica uno stereotipo di personaggio, solitamente femminile, che inizialmente appare arrogante e scontroso ma in seguito si rivela essere gentile e amorevole con la persona amata.
Fonte: Wikipedia

⏯️ Yandere (ヤンデレ?) è un termine giapponese che indica uno stereotipo di personaggio, solitamente femminile, che inizialmente appare dolce ma in seguito si rivela essere estremamente protettivo nei confronti delle persone a cui tiene (soprattutto la persona amata) e capace di atti aggressivi e violenti nei confronti di chi la indispettisce.
Fonte: Wikipedia

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