65. Fuoco e pioggia... e ferro

Sa cavalcare?
Il quarto messaggio di Aron ebbe il potere di far decidere a Sabe di sostituire il telecomando con il cellulare.

Non fa prima a chiamarmi? digitò rapida, annoiata dall'ennesima commedia romantica del sabato sera.

Lo scrittore non si fece pregare.

-Allora?- gracchiò la sua voce a più di sette ore e mezza di distanza.

-Passo e trotto. Galoppo e salti non li ho mai provati-

-Non è una che urla molto, vero?- prese appunti lo scrittore tenendo d'occhio le mappe concettive dei suoi libri appese sopra la scrivania.

-Decisamente no e mi danno sui nervi le persone che lo fanno, come ha già avuto modo di notare- alzò un sopracciglio lei, vedendo una squinternata mora lacrimare abbracciata a un ragazzo tutto muscoli dalla faccia di un dodicenne "Ah, i poteri magici del playback..."

-... e se foste fratelli?- azzardò lui.

-Sarebbe disgustoso- fece Ella schifata, allungandosi a prendere i pop corn dalla ciotola lasciata dai ragazzi prima che andassero a letto.

-Sarete fratelli- decise Acosta sottolineando due volte la parola sul suo quaderno.

-Faccia come le pare, l'importante è che non ci siano baci e su questo m'impunterò fino alla morte-

-A che punto è della lettura?- domandò ancora l'uomo mettendo da parte la penna a sfera.

-Penultimo libro, morte di Erin e di suo figlio- fece tranquilla la ragazza alzandosi dal divano per portare in cucina la ciotola -Ha un tatto terrificante nel descrivere le scene di morte, complimenti-

-Grazie. Lei e Ro...-

-Si mastichi la lingua, grazie- sibilò Ella gettando un'occhiata all'orologio verificando che segnasse quasi l'una di notte.

Prese una decisione su due piedi: -Le serve altro? Ho una sorella da recuperare in discoteca-

-Ai miei tempi quelle diavolerie non esistevano-

-Infatti lei è venuto su benissimo- si lasciò sfuggire a mezza bocca la ragazza.

Lo scrittore sorrise: -Un'ultima domanda, le altre gliele farò più avanti: sarebbe disposta a baciare Royal Johnson davanti alle telecamere?-

La ragazza strinse il cellulare trattenendo un ringhio: -Più o meno quanto lei sarebbe disposto a fare lo stesso indossando un gonnellino hawaiano e una corona da principessa-

-Chiaro... verrà fuori un personaggio piuttosto diverso dagli altri, lo sa?-

-Dopo quanto mi ha gentilmente proposto, lo voglio sperare-

Acosta rise: -Buonanotte, mia cara-

-Siamo qua- fece Michael entrando in casa seguito a ruota da Caes -Sei pronta?-

-Sì- Ella sbucò dal corridoio in tacchi e top accollato che lasciava pancia e spalle scoperte -Così va bene, vero?-

L'avvocato dette unocchiata ai suoi jeans aderenti: -Sei un po' troppo coperta ma ti faranno entrare comunque... Mark non ti ha ancora risposto?-

La ragazza scosse il capo, prendendo lo zaino borchiato della sorella e infilandosi il cappotto: -Né Mark, né Emily. Spero stia solo vomitando da qualche parte ma...-

-Hai fatto bene a chiamarci- fece Michele iniziando a scendere le scale seguito a ruota dai due.

-Grazie, signora Davies- disse forte Caesar all'anziana che sonnecchiava sul divano dopo essere stata svegliata all'una di notte da Cinder in preda al panico.

Odiava le discoteche, era ufficiale.

L'aveva sempre saputo, ma in quel momento si rese conto di quanto fosse vero.

Ella si mosse cauta in mezzo alla gente, la testa che scoppiava tra la calca e la musica assordante.

Si spostò sui tacchi, a disagio, cercando di capire come uscire da quella situazione, ma venne spinta in avanti.

Un ragazzo che poteva avere più o meno l'età di Emily le disse qualcosa, ammiccante.

"Quando avrai smesso di usare il pannolino" pensò Cenere in un moto di presunzione, voltandosi ancora per trovare la sorella in quel marasma, o almeno ripescare Michael... si sarebbe fatta andare bene anche Mark che flirtava con chiunque si fermasse per un cocktail al bar!

Qualcuno ebbe la luminosa idea di stringerle un gluteo, altro che mano del morto! Si girò col gomito alzato e centrò in piena faccia un ragazzo che ebbe anche il coraggio di fissarla male tenendosi una mano in viso e fare un passo avanti...

Sentì una mano famigliare poggiarsi sulla sua spalla e Michael, dal suo metro e ottantatré si fece notare dall'idiota che aveva osato toccare la sua migliore amica: -Guardala ancora e ti faccio sbattere dentro per molestie sessuali, bastardo. Vieni, Cinder-

La trascinò via dal centro del locale: -Nulla?-

Ella scosse la testa, esausta: -Dove diamin...-

Il cellulare che teneva in mano vibrò.

-È William!- sussurrò in mezzo al caos.

-Usciamo di qui, non si sente nulla- urlò Michele spingendola verso l'uscita.

Ella accettò la chiamata e rabbrividì all'aria gelida della notte: -Will? William, dove diamine siete?-

-Non so più cosa fare: l'ho trovata così dieci minuti fa-

-E tu hai aspettato dieci minuti prima di...?!-

-Michael!- lo riprese Ella mentre si chinava sulla sorella aggrappatasi al muro in preda al terrore -Chiama James-

Il ragazzo eseguì: -Will, hai visto se ha preso qualcosa? Cosè successo?-

-Non lo so, io l'ho trov...-

-Io sì- Ella mostrò qualcosa -Sono francobolli-

-James?- tornò a respirare il ragazzo -Emily ha preso degli acidi, credo-

-Che ore sono?- domandò Ella a fatica.

-Le tre del mattino- sospirò Caesar guardandola senza sapere cosa fare -Riesci a respirare?-

La ragazza annuì, ricacciando indietro le lacrime di stanchezza, le dita che tentavano di creare cerchi tranquillizzanti sulle spalle contratte della sorella.

-Quanto tempo deve ancora passare, James?- sbottò l'avvocato rivolto al cognato.

-Non lo so, Caes- sospirò il medico, la maglia del pigiama sotto la giacca e i pantaloni del giorno prima a coprirgli le gambe intirizzite. Si rivolse a William -Sta avendo un bad trip ma si riprenderà. Vai a casa, su-

-Ma...-

Un gemito sfuggì alle labbra di Cenere e gli uomini si voltarono all'unisono verso le due sorelle abbracciate.

-Quando finisce questa storia, ti voglio in ospedale per una radiografia, Ella- sbottò il chirurgo, passandosi le mani nei capelli, scoprendo che anche la supereroina che donava sangue e salvava la vita a nonnine indifese aveva un suo tallone d'Achille...

-Perché?- sibilò lei sentendo una fitta al costato.

-Perché io sono un medico e te lo sto ordinando- fece James senza guardare Caes e Michael: sapeva bene come reagivano quei due alle sbucciature di Sabe e c'era già Emi a dar preoccupazioni.

Era terribile: non c'era un dannato, singolo, minimo di senso in tutto quello che aveva davanti agli occhi.

I rumori, le voci, forse anche la musica, le dava il voltastomaco. La nausea era costante ma sapeva, in qualche modo, che non sarebbe mai riuscita a vomitare...

E, poi... poi, era arrivata Ella.

Non riusciva a distinguerla in mezzo a quella realtà che era tutto tranne che statica, ma sapeva che era lei: aveva riconosciuto il suo odore di fuoco del camino e pioggia presa nell'aria inglese sotto il miele della pelle.

L'aveva stretta a sé, in quel bisogno disperato di avere una certezza, almeno una, cazzo!

L'aveva stretta a sé, respirando quell'odore di sicurezza: fuoco e pioggia... e sangue.

No, quella era lei, realizzò sentendo dolore alla lingua.

Terrorizzata, aveva stretto il corpo di Isabella a sé finché aveva sentito un gemito da qualche parte.

-Come sta?- domandò Caesar alla sua terza tazza di caffè.

-Sta piangendo- sospirò Ella pentendosene subito dopo. Portò una mano al costato -Faccio un salto in ospedale e ritorno-

-Stai male?- sallarmò Caes.

-Sono sicura che è solo paranoia- sorrise la ragazza prendendo il cappotto.

Michael la seguì scettico: -Ti accompagno-

-Aspettate: che diciamo ai ragazzi?- volle sapere l'avvocato prima di lasciarli uscire.

-Che ha litigato con me perché ieri sera non si è espressa nelle dovute maniere- sorrise Ella -Ringrazia ancora la Davies: a volte non so cosa faremmo senza di lei-

-Fareste tutto- mormorò la donna portando un vassoio per due in salotto come i ragazzi si chiusero la porta dietro -E fareste tutto bene. Esattamente come state già facendo-

-Se ascoltassi la voglia, le sbraiterei addosso, in questo momento- borbottò l'avvocato, versandosi il tè.

-Ecco, non mi costringa a rettificare- borbottò la donna da dietro la mug azzurra di Ella.

-Allora?- domandò Michele al medico che stava scrutando la lastra mentre Ella si rivestiva.

-Due costole incrinate- imbustò le prove lui, consegnandogliele.

-Che dobbiamo fare?- chiese preoccupato il ragazzo prendendo quel che l'uomo gli porgeva.

-Aspettare. E non fatela affaticare-

Sabe sbuffò il suo sdegno e fu punita da un'altra fitta.

-... così irresponsabile!- la voce di Caesar pervase tutto l'appartamento preventivamente svuotato dalla signora Davies che aveva costretto i bambini ai lavori forzati in giardino.

-Basta, Caes!- Michele spalancò la porta della stanza di Emily -Non serve a niente urlarle addosso!-

Suo marito gettò un'occhiata alla busta che Michael teneva in mano: -Ella sta bene?-

-Due costole incrinate-

-Oddio!- scoppiò di nuovo a piangere Emi -Che cazzo ho fatto?!-

-Una considerevole boiata- Ella si sedette sul suo letto accanto a lei -Ora vuoi darci anche la tua versione?-

Emily alzò gli occhi sulla sorella, il sorriso un po' tirato, lo sguardo spento dopo l'ennesima notte in bianco e i capelli scomposti. La maggiore spinse una tazza di cioccolata calda tra le mani della ragazza e si girò cautamente verso i due che la guardavano indignati: -Sui fornelli ce n'è anche per voi-

-Ella! Ella, dove vai?!- le corse dietro sulle scale Caesar.

Lei ignorò domande e fitte al costato e s'infilò nel secondo appartamento dalla porta aperta, la mandibola talmente tesa da poter sentire i denti scricchiolare.

-Ehi, ciao!- la salutò allegro Mark, aprendo la porta con solo i pantaloni del pigiama addosso.

-"Ciao"?- ringhiò Sabe prendendolo proprio sullo zigomo con un gancio destro che non sapeva d'essere in grado di tirare -Tu hai rifilato questo schifo a mia sorella e mi dici "ciao"?!-

Mark non fece neanche in tempo ad afferrare al volo quel che restava dei francobolli della sera prima, che Ella gli tirò un ceffone con la mano sinistra e poi continuò a colpirlo sul petto, sulle spalle, sul viso... su ogni punto che riusciva a trovare per farlo indietreggiare fino al tavolo.

Lacrime di dolore fisico a segnarle il viso da ragazzina e sangue ribollente sotto la pelle a muoverla contro quel... quell'essere...

Per una volta, forse l'unica in tutto il loro tutorato, le parti sinvertirono: Caes la prese per i polsi, delicato e la costrinse a farsi indietro, avendo anche la cura di lanciare uno sguardo preoccupato al modo in cui la mano della ragazza si era appoggiato sulle costole.

L'avvocato alzò lo sguardo su Mark che provò a farsi sentire dalla ragazza: -Ell...-

-Mentre parli con Ella, dille che non è vero- lo sfidò apparentemente calmo l'avvocato.

Mark abbassò lo sguardo, sotto gli occhi brucianti di Sabe che lo guardò disgustata: -Hai tre ore per uscire di qui, non m'interessa dove andrai. Se non riuscirai a portare via tutta la tua schifosissima roba entro fine settimana, le darò fuoco-

La ragazza uscì dalla stanza con una voglia di sbattere la porta addosso mai provata prima d'ora.

Cielo, era colpa sua...

Uscì nella pioggia, offrendo il viso al cielo, che piangesse con lei, in quel boschetto.

Anche se faceva male.

Anche se aumentava l'emicrania in una maniera allucinante.

Anche se le costole la punivano per il trattamento.

Aveva aperto lei la porta a Mark. Aveva permesso lei che fosse per Emi un volto conosciuto, qualcuno da cui poter accettare una caramella...

Dannazione, era colpa sua!

Sentì le braccia di un uomo stringerla ma non riconobbe quelle di Michael.

Si girò, pronta a mandare Mark a quel paese ma vide Caes guardarla mortificato.

Si resse il costato, neanche stesse per cadere e s'avvicinò quel che bastava per appoggiare la testa sul suo petto e rifugiarsi in quelle braccia che avevano paura di stringerla troppo forte: -È colpa mia-

Caes le accarezzò la testa: -Non è vero-

⏯️ Francobolli
LSD
Categoria: Allucinogeni
Sono funghi che crescono sulla segale o altre graminacee e dai quali si ottiene, per sintesi chimica, la dietilammide dell’acido lisergico, meglio nota come LSD.
È costituita da una polvere bianca ma che viene trasformata in liquido per il mercato di strada nel quale viene generalmente immessa o in forma liquida o assorbita su carta, generalmente in forma di miniature o francobolli, o su cubetti di zucchero.
LSD è una delle droghe che necessitano di minore quantità per produrre il loro effetto.
Sono moltissimi i nomi di strada dell’LSD, il più usato è “Acido” ma esistono anche “Trips”, “Pink Jesus”, “the Chief”, etc.
Acid House Parties” è un termine tipicamente usato in Europa per descrivere feste a base di LSD.
Meccanismo d’azione
Per ciò che concerne il meccanismo d’azione del LSD allo stato attuale non ci sono certezze ma ipotesi; quelle ritenute più verosimili sono le seguenti:
-azione “antagonista” dell’LSD verso la serotonina;
-azione “agonista” dell’LSD sui recettori per la serotonina (da cui deriverebbe una eccessiva stimolazione dei neuroni a trasmissione serotoninica localizzati nel rafe);
-azione “agonista” dell’LSD sui recettori per la triptamina e per la dopamina localizzati nello striato.
L’LSD produce la maggior parte dei suoi effetti attivando dei recettori per la serotonina nel tronco cerebrale e altrove.
Questa sostanza è una droga allucinogena che mira ad ottenere una confusione sensoria nell’assuntore. Il consumo di LSD induce infatti allucinazioni acustiche e visive e, in generale, percezioni contorte e distorte della realtà e del tempo. Gli effetti di questo acido variano enormemente sia sulla base della dose che in base alle condizioni del soggetto.
Reazioni emotive
Possono variare di molto su base individuale.
Si va da chi sostiene di divenire più “conscio” di sé stesso a chi descrive il “viaggio” come un’esperienza mistica o religiosa. Sensazioni di separazione corporea sono anche molto comuni. Esperienze spiacevoli o addirittura terrificanti sembrano essere dovute al fatto che l’assuntore sia in uno stato ansioso o depresso. LSD può anche provocare panico o paranoia se assunto in contesti non familiari, intensi o caotici.
Abuso
Non esistono descrizioni di dipendenza fisica e conseguente sindrome di astinenza legata all’uso di questa droga né di morti per overdose, nonostante il fatto che molti siano invece i decessi descritti quali conseguenza di incidenti occorsi sotto l’influenza della sostanza.
È invece piuttosto importante il fenomeno della dipendenza psicologica.
Complicazioni
Come per altri allucinogeni, gli assuntori corrono il rischio dei cosiddetti “terror trips”. Una volta assunta la sostanza non si può tornare indietro e data la durata d’azione piuttosto lunga, circa 12 ore o più sulla base della dose assunta, l’assunzione di LSD può dare luogo a spiacevoli e terrificanti allucinazioni che permangono fino alla fine del “viaggio”.
Caratteristiche uniche
Sono essenzialmente due: i flashback, ovvero la sperimentazione del “viaggio” anche anni dopo l’ultima assunzione, e l’incapacità di distinguere tra percezione e realtà che conduce alla sovrastima delle proprie capacità (ad es. il pensare di poter volare, etc.)
Fonte: www.sanpatrignano.org (comunità di recupero per dipendenze)

⏯️ Bad trip

L'esperienza da LSD è generalmente descritta come "viaggio", perché le percezioni sono pericolosamente alterate e compaiono allucinazioni con profonde distorsioni della realtà. L’assunzione LSD provoca un grave stato di perdita del contatto con la realtà esterna e della facoltà di giudizio che porta a sottovalutare le situazioni di pericolo.

Talvolta le allucinazioni e le alterazioni della realtà possono comparire nuovamente, anche dopo alcuni giorni dall'assunzione (effetti residui), in situazioni impreviste. Ciò rende l'uso della sostanza particolarmente pericoloso perché, al momento della comparsa di tali effetti, si può essere alla guida di un veicolo o in un'altra condizione che richieda concentrazione.

Il consumo di tale sostanza produce: pupille dilatate, tremori, insonnia, febbre, sudorazione, maggior pressione arteriosa, maggior frequenza cardiaca, perdita d’appetito, bocca asciutta, possibile schizofrenia, stati confusionali, disturbi psichici prolungati di panico, ansia, fobie, attacchi (Bad Trip), episodi deliranti e pericolosi come immaginare di volare.

Alcune persone sperimentano episodi di “flashback”, ovvero ripetizioni delle allucinazioni senza nuove assunzioni.

Gli effetti dell'uso di questa sostanza possono portare a danni psicologici permanenti ed irreversibili.
Fonte: Dipartimento per le politiche antidroga

⏯️ Mug: grossa tazza di forma cilindrica di derivazione anglosassone. Pezzo singolo, non facente parte di un servizio.

⏯️ Wonderland.
Ho scelto questo nome per la discoteca perché lo scrittore di "Alice nel Paese delle meraviglie"  aveva una sindrome che lo portava a vedere le cose in maniera simile a quella dei trip.
Se v'interessa, potete consultare www.stateofmind.it (mi sembra quasi raccomandabile, come sito)

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