61. Bacchette magiche
Royal si rigirò nel letto sopprimendo l'istinto di sbraitare: lui, al contrario del poco gradito ospite che alle tre di mattina sostinava a bussare alla sua porta, aveva rispetto per il sonno altrui.
Aprì la porta pronto a centrare Acosta con un pugno in faccia ma lo scrittore se l'era già filata.
Il ragazzo trasse un respiro profondo ad occhi chiusi: non doveva sclerare.
Non poteva sclerare...
Riaprì gli occhi sul pavimento dove due libri lo stavano aspettando. Si chinò a raccoglierli, notando i post-it che gli spiegavano l'ordine in cui leggerli.
Aprì Vitae e l'ennesimo foglietto colorato gli ferì gli occhi quasi quanto la calligrafia dello scrittore: Persevera...
Sotto al primo capitolo era appiccicato un altro biglietto colorato.
...e abbi fede: il primo è terribile
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Ella finì il primo volume della serie eterna di uno scrittore che iniziava a risultare molesto. Si stropicciò gli occhi e prese la sua tazza vuota per portarla nel lavello.
Spillover di Quammen le lanciò un'occhiata orripilata dal suo posto sulla mensola del salotto: lasciar da parte un libro come lui in favore di quelle sciocchezzuole!
"Oh, sommo orrore!" sorrise Cinder, cospargendosi ironicamente il capo di cenere di fronte a un grandioso contemporaneo che tutto aveva azzeccato sulle pandemie "Era da una vita che non leggeva libri leggeri, però..."
Scrocchiò il collo sorridendo: -Che il diavolo ti prenda, Acosta! Sulla scrittura non posso proprio dirti nulla...-
"Sul carattere, invece..."
Si congelò alzando gli occhi dal primo volume.
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Royal posò la penna sui tre fogli che aveva riempito delle parole di Cenere
Aveva cercato i segni per tutto il libro senz'accorgersi che erano davanti al suo naso: minuscoli, quasi insignificanti, punti d'inchiostro nero sotto due, massimo tre lettere per pagina.
Nessuno spazio, nessuna punteggiatura, neanche dovesse ricostruire le prime tavolette in latino tirate fuori dagli scavi... era sempre tutto così difficile con lei.
Sospirò, apprestandosi a capire qualcosa di quel groviglio di lettere che lei gli aveva donato, sperando di trovare in fretta una soluzione perché, nonostante lo facesse impazzire e incazzare, nonostante l'avesse respinto così tante volte che chiunque altro avrebbe desistito da un pezzo...blui era completamente perso e, finché avesse avuto la benché minima possibilità, l'avrebbe inseguita.
Anche se significava averla solo come amica, come Ely.
Anche attraverso uno schermo.
Anche a ventimila chilometri di distanza e più.
Perché, poteva dirselo ormai: non le piaceva, ne era proprio innamorato.
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-Posso entrare?- domandò altera Ella schiaffando in mano alla Davies un contenitore di biscotti al burro.
L'anziana, ancora in vestaglia a fiorellini, si fece da parte permettendole d'oltrepassare lo stipite.
Sabe scostò una sedia e vi si adagiò sopra alzando un sopracciglio, la coda alta a farla sembrare decisamente meno bambina: -Mi parli di Aron, signora Davies-
Margaret la osservò sbalordita per poi prendere posto di fronte all'ospite: -Cosa vuole sapere?-
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Dio, se lo faceva incazzare...
Royal finì di aggiungere spazi e punteggiatura alla prima pagina di lettere che gli aveva consegnato Cinder attraverso quel che restava del martoriato libro.
Avrebbe davvero voluto urlarle contro, in quel momento, vedere le sue gote arrossarsi, i suoi lineamenti indurirsi, pronti a difendersi a spada tratta di fronte alle sue accuse...
Averla lì, in quella stanza, seduta sulle sue lenzuola blu scuro, avvolta in una delle sue camicie da uomo in cui cadeva tant'erano grandi. Comoda su quel cielo notturno senza neanche accorgersi di quanto brillava, lei, stella...
A sibilargli contro verità che li frenavano, a ringhiargli dinnanzi con quegli occhi di caos in preda alle fiamme...
Riguardò le parole vergate sul bianco, i punti esclamativi che lei non avrebbe mai usato, l'esiguo numero di quelli di sospensione dei quali, invece, avrebbe abusato...
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Meredith salì al primo piano di casa Shaw e infilò il paracqua nel portaombrelli a fianco la porta: -Ciao, ragazzi!-
Alice sventolò la manina, finendo di masticare e agitando la crostatina di frutta sfornata da Michael.
-Che ci fai qui?- domandò Dorian, alzando gli occhi dai suoi compiti.
L'assistente sociale alzò le spalle: -In realtà non lo so. Mi ha chiamato Caesar ma ha detto solo che si tratta di Ella e che dovevo parlarle-
≠
Cos'avete combinato, Cenere?
Ella, sono serio
Ella! Rispondi!
Smettila di evitarmi
Ora ti chiamo
Scusa mi ero dimenticato del fuso orario
Ella, per favore, quando vedi i messaggi rispondimi
CENERE, GUARDA QUESTO CAZZO DI TELEFONO!!!
Ella per favore, sono disperato. Ella, Roy sta male credo che stia per morire...
Ely aspettò che la ragazza leggesse almeno uno dei dodicimila messaggi di cui l'aveva subissata.
Nulla totale.
Gettò il telefono sul letto e ringhiò contro il guanciale: "La ragazza per la quale hai una cotta fin da quand'eri un bambino con gli ormoni a palla stravede per tuo fratello (che non è veramente tuo fratello), fratello che adori, ma non vuole mettersi con lui... cosa farebbe Ella in questa situazione?"
Aron imprecò nel bagno di sotto e l'attore rise mesto: "Sicuramente lei non si sarebbe infilata in questo casino con la droga"
Il suo cellulare segnalò un messaggio e lui si buttò a recuperarlo sulle lenzuola azzurre.
Era una nota vocale di Cinder. Alzò il volume al massimo sapendo che anche così sarebbe difficilmente riuscito a sentirla: quella ragazza sussurrava al telefono!
-Sei un cretino, Ely Johnson. Smettila di mandarmi messaggi: sono con la Davies. Dammi una mezz'oretta e poi ti chiamo io-
Il ragazzo sorrise, rughe despressione intorno agli occhi azzurri: se non altro le avrebbe fatto sputare qualcosa.
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Ella chiuse gli occhi: -Dovete seriamente trovarvi un hobby-
Margaret aprì la bocca per difendere l'amico ma la richiuse.
-Sa che mi ha chiamata?- domandò la ragazza riaprendo gli occhi -Vuole che segua le vostre torbide orme di menti criminali e chieda a Ely cosa sta accadendo nella sua vita, che reciti in un ruolo che (oh, mamma mia!) ha scritto per me! ... e probabilmente che faccia la babysitter ai suoi trentotto parrocchetti blu! Perché?-
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-... sapete perché era contraria al vostro matrimonio, ragazzi?- Meredith mimò le virgolette nell'aria.
-Ma se è stata lei a farci mettere insieme!-
La rossa lo guardò con biasimo: -Vi sbavavate addosso da una vita, ragazzi, la poveretta non riusciva ad andare avanti con voi due che giocavate a guardarvi con gli occhi da cucciolo ogni volta che l'altro girava la testa. Sapeva che vi sareste sbaciucchiati prima o poi, voleva solo fare in modo che non fosse traumatico per i ragazzi. E quando avete passato i tre mesi e vi siete presentati mano nella mano, è caduta nel panico perché non spegne mai il cervello e ha finito col tenere le dita incrociate perché non litigaste mai. Non fare quella faccia, Caes! Ero la vostra assistente sociale e lei ha garantito che sarebbe rimasta il punto fermo per i ragazzi. Suppongo sia per questo che ora non si lascia andare con Big Johnson. Ha paura che, tra la distanza, il lavoro, le sue paturnie e il tempo trascorso in tribunale, succederà un macello-
-E tu come la pensi?-
-Più o meno come lei: nella peggiore delle peggiori ipotesi, quei due riusciranno a far quadrare tutto, si lasceranno e Royal scomparirà dalla vita dei bambini proprio quando loro inizieranno ad affezionarsi- la donna si portò di lato i capelli -Nella migliore delle migliori ipotesi, invece, dovrò comprare un vestito nuovo per presenziare a un matrimonio che potrebbe far impallidire il vostro-
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-Che succede, Ely?- Cinder inarcò un sopracciglio ancor prima di sentire la risposta.
-Questo me lo devi dire tu: che hai combinato con mio fratello, eh?-
-Io non- Ella si passò una mano tra i capelli -Non lo so. Ho solo incasinato tutto, Ely di nuovo-
A più d'un oceano di distanza, l'attore socchiuse gli occhi: -Senerei? Lo ami?-
Sabe rise, nel freddo del suo giardino immobile di nebbia: -È un tantino presto per questa risposta, non trovi? Ci tengo... ci tengo davvero tanto, Ely-
-Perché non sei qui a dirglielo, allora?- il ragazzo si tirò il cappuccio sulla testa, dando un'occhiata al cielo plumbeo attraverso la finestra.
-I motivi fanno Shaw di cognome dovresti averli anche visti da qualche parte- la buttò sull'ironia Sabe.
-Giusto- sbuffò Johnson -Io però non mi rassegno, cazzo! Non ti ho lasciata a lui perché...-
-Riprova- lo interruppe lei, piccata.
-Scusa- si sforzò il ragazzo -Non ho smesso di provarci con te per vederti mandare a monte tutto-
"Devi lavorarci, Johnson" scosse la testa lei.
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Ella sorrise, guardando Alice e Darrel giocare ai maghi, in cortile.
Raccolse un bastoncino e lo sventolò un poco in aria sussurrando: -Ainmo ticniv roma-
Sarebbe stato così semplice con le bacchette magiche delle avventure di quelle due pesti...
Meredith si sedette sul muretto basso accanto a lei, le eriche ad accarezzarle i lembi viola del cappotto: -Ti devo parlare, Sabe-
⏯️ Spillover. L'evoluzione delle pandemie è un saggio scritto nel 2012 dallo scrittore e divulgatore scientifico statunitense David Quammen.
Il saggio, scritto in forma narrativa, racconta tramite le esperienze personali dell'autore - che negli anni ha avuto l'opportunità di seguire sul campo e intervistare decine di patologi e virologi in tutto il mondo - l'evoluzione di alcuni dei maggiori patogeni che hanno interessato la specie umana in seguito ad un salto di specie (in inglese appunto, spillover), un processo naturale per cui un patogeno degli animali evolve e diventa in grado di infettare, riprodursi e trasmettersi all'interno della specie umana, in un processo detto zoonosi. Il libro di Quammen descrive appunto questi "salti" e "tentativi di salto" da parte di ceppi virali e batterici, analizzando allo stesso tempo quanto le attività umane contribuiscano a favorire questi "salti" e di come la scienza abbia affrontato e continui ad affrontare questo problemi.
Fonte: Wikipedia
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