60. Stratega
Royal aprì il borsone sul suo letto in America, ancora frustrato dalle ore di volo e dalla nottata.
Pamela non gli aveva domandato nulla e Christopher era fuori con i nuovi acquisti del ranch.
Sospirò, cercando il cellulare squillante in mezzo alle magliette piegate.
-Sì, signora, sono Roy. Mi può passare Matthew?- si sfregò gli occhi.
-Roy, tutto bene?- la voce del fratello di Stacey, amico fin dalle prime puntate di Ely, gli fece tirare un sospiro di sollievo: se c'era davvero anche lui, con suo cugino, si sarebbe dovuto preoccupare un po' meno.
-Sono appena arrivato. Faccio una doccia, mangio qualcosa e prendo il primo aereo per venirmelo a riprendere-
-E se venissimo noi da te?- domandò l'altro -Qui la situazione inizia a farsi un po' stretta con i media-
Il ragazzo si passò una mano sulla faccia: -Non credo sia una buona idea: io sono incasinato con il genere femminile, al momento-
Passò un lunghissimo istante, poi Matthew tagliò corto: -Resta dove sei: la tua voce fa schifo e non pensare di prendermi per il culo perché c'è qualcosa che non va e lo so. Preoccupati solo di avvertire Pam, okay? Io mollo Stacey da Kim e mi piazzo da voi con Robert e Acosta-
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Sabe controllò l'indirizzo sul cellulare.
Alzò lo sguardo sulla bella casa bianca dei genitori di William e sorrise, vedendo la porta aprirsi.
Il ragazzo le fece cenno d'entrare ed Ella s'incamminò sul vialetto fino a raggiungere lui ed Emily con la giacca già addosso.
Fece per aprir bocca ma una terza figura si palesò sullo stipite, facendola rabbrividire: -Mi spiace, Will, ma io ed Emi dobbiamo andare-
Agguantò la ragazza per la manica della giacca e la trascinò con sé: -Saluta i tuoi, Will! Scusa ma siamo di fretta-
Fu troppo lenta, però: la mano di un uomo finì sulla portiera che stava per aprire.
Ella alzò lo sguardo sul soggetto: -Emi, entra in macchina subito-
-Non voglio farle niente- fece il baffetto.
-Così come non volevi fare niente ad Aileen? Emily Shaw, ti ho detto di salire in macchina-
Sentì la portiera del passeggero chiudersi e riuscì ad uscire dall'apnea.
-Ero ubriaco!- sbatté la mano sul finestrino luomo -E lei...-
-Non m'interessa, White! Tu dovevi fermarti e non l'hai fatto... e il Cielo renda grazie a Michael per essersi messo in mezzo, dannazione! Tu non dovresti mai più avvicinarti a una donna in vita tua e sicuramente non ti avvicinerai mai più a Emily-
Aprì la portiera e si fiondò dentro la macchina, partendo in fretta, pregando che l'uomo non si parasse davanti al muso dell'auto.
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-Ella?! Ella!- la richiamò Emily.
Cinder tolse il piede dall'acceleratore e scalò marcia: -Facci arrivare a casa, Emi; non voglio finire in pronto soccorso e l'argomento non mi aiuta-
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Royal uscì dalla doccia e si infilò i pantaloni della tuta, trovando l'elastico di Ella nella tasca.
Chiuse gli occhi, in un sospiro: avrebbe dovuto buttarlo.
Dopo settimane che lo portava al polso, la sera della Vigilia l'aveva lasciato al sicuro dalle mani poco discrete della signora delle pulizie del Crimson.
Gettò un'occhiata al borsone. Avrebbe dovuto sbarazzarsi anche del regalo.
Riesumò il parallelepipedo argentato ma non resistette all'impulso di spacchettarlo.
"Parole, aveva detto"
Una copia consumata delle Ballate liriche di Wordsworth e Coleridge gli balzò tra le mani.
Aggrottò le sopracciglia: da allievo modello qual era stato, conosceva il contenuto di quelle pagine e dubitava fortemente che gli potessero spiegare cosa diamine voleva dirle la ragazza dalle lenti blu.
Aprì il libro alla ricerca di biglietti o scarabocchi e scoprì di non riuscire a leggere una frase che fosse una.
Perché diamine gli aveva lasciato un libro in italiano?
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Sabe inchiodò di colpo nel giardino.
-Scusa- mormorò gettando un'occhiata ad Emily che era stata sbalzata in avanti. Girò le chiavi nel quadro e il motore si spense.
-Ti piace William? Ha mai fatto o detto cose che non doveva? Hai ancora tutti gli amici che avevi prima che iniziasse?- domandò a bruciapelo alla sorellina.
-Io... Sì! Sì!- Emily scattò, punta sul vivo.
Sabe sospirò: -Allora è il benvenuto in casa nostra ma, fintanto che ci starà suo zio nella sua, tu là non metterai più piede-
-Perché?- domandò allibita la ragazzina.
-Perché Aileen è quasi stata violentata da quel tizio, Emi! Perché avevo un'amica che mi ha buttata fuori dalla sua vita pretendendo che capissi il perché senza dirmi nulla... Mara ha fatto la stessa cosa con tanti altri suoi amici ed era una che non litigava con nessuno, mai. Cinque mesi dopo la nostra rottura, ho scoperto che il ragazzo con cui stava le aveva detto che io ci avevo provato con lui quando ero talmente rigida e prevenuta, in quel periodo, che avevo messo le mani avanti più volte a costo di farmi figure terribili... ho dato a lei tutte le prove della mia buona fede, ancora prima di quegli stramaledetti sei mesi, e lei ha preferito credere a lui... Ho il terrore di quello che possa esserle successo, Emi! Forse, dicendole prima che il suo ragazzo proprio non mi piaceva, neanche come persona, neanche a pelle, avrei evitato tutto questo... Non voglio che ti succeda qualcosa se posso evitarlo proibendoti di stare solo in un determinato posto. So che ci tieni a Will, tesoro. Non ti sto chiedendo di separartene, se stai bene con lui ma, ti prego, ti scongiuro, stai lontana da suo zio-
-Era ubriaco- si sentì rispondere.
Ella strinse i denti, indurendo i lineamenti da ragazzina: -Davvero, Emi? Giustificheresti così uno stupro? Perché era quello che voleva fare, sai? Quando un uomo pensa di potersi permettere un complimento volgare, quando presume di poterti toccare, se non addirittura palpare, quando ti dice qualcosa che non si permetterebbe mai di dire a "un suo pari", quando ti appella come se fossi una cosa sua, quando non ti reputa alla sua altezza, magari tanto da non parlare neanche direttamente a te, quando ti giudica preda per come ti vesti, quando ti chiama dolcezza, bambolina, piccola o con qualsiasi altro nomignolo e tu non gli hai dato il permesso, implicito o esplicito, di cospargerti di zucchero per poi mangiarti, Emi... quella è violenza-
La sorella non aveva smesso un secondo di tremare sotto l'implacabile, duro zaffiro, di Sabe che col suo timbro, col suo tono, le sussurrava cose che infine sapeva e aveva sempre saputo, cose che semplicemente non voleva sentire...
-Magari lei...-
-No, Emi- fece lapidaria Cinder, tornando a stringere il volante con le mani talmente contratte da sembrare artigli, la schiena contro il sedile del conducente -Se l'avesse voluto, non sarebbe stato uno stupro... Aileen non lo voleva e non importa com'era vestita o se era ubriaca... poteva essere anche nuda e strafatta, poteva avere una minigonna e tacchi da squillo, poteva avere un maglione di Rudolph con il naso lampeggiante, il burka, lo chador, qualsiasi cosa... non era un "sì"!-
Ella prese un respiro profondo e lasciò il volante, tornando a chinarsi sulla sorellina: -Ti rendi conto di quante ragazze non si vestano come vorrebbero perché poi si sentiranno dire che "se la sono cercata"?-
Emily passò lo sguardo sul cappotto da uomo della sorella, i leggings anonimi, il viso libero dal trucco, si umettò le labbra mormorando: -Tu?-
-A volte sì, anch'io. Ed è sbagliato, Emi. Perché al di là del fatto che io non mi piaccia, c'è anche quello di non voler dare €un'idea sbagliata di me" anche quando vorrei essere un po' più carina... ti rendi conto di quanto sia limitante, questa cosa? La paura di non poter rispondere a tono ad un commento perché poi magari l'altro alzerà la voce e chi c'è intorno gli darà ragione, la paura di attraversare da sola una strada di notte, la paura di alzare lo sguardo e spiegare come avverti un determinato commento perché poi passerai per maleducata ed estremista... Cerca di capirlo almeno tu, in quanto donna, Emily e non pensare mai che certe cose te le meriti-
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-Tesoro, sono arrivati- Pam lo guardò dallo stipite.
Lo stuntman alzò il viso dal libro che aveva continuato a guardare fino a quel momento senza trovarci un segno, una parola, una frase evidenziata...
-Arrivo- la sua voce suonò roca mentre gettava il volume da parte e la seguiva al piano di sotto.
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-La famiglia sa cos'ha fatto White?-
Caesar osservò Cenere aggiungere un cucchiaio di miele al latte di Dorian che aveva avuto la grandiosa idea di prendersi il mal di gola... sembrava stare meglio.
Inarcò un sopracciglio essendo a conoscenza delle grandi doti attoriali della ragazza: non poteva essersi ripresa così di colpo, non dopo che Royal era andato via in un modo che sembrava averla lasciata a stringersi il cuore sanguinante tra le mani e le labbra tra i denti.
-Non era presente all'accusa, ma mi pare difficile: lui è comunque finito sui giornali-
Isabella si tirò i capelli indietro, una mano sulla nuca, lo sbuffo sulle labbra: -Quella bestia immonda è lo zio o qualcosa del genere di William... Will di Emi-
Caes salzò senza una parola e la ragazza lo sentì attraversare il piano fino alla stanza della ragazzina che entrò in cucina a sguardo basso.
-Non lo sapeva- Cinder prese le difese della sorella appoggiandosi al piano con le braccia incrociate ma l'espressione abbastanza distesa -Non sapeva neanche di quello che è successo a Leen, Caesar... non abbiamo detto loro nulla-
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Ely fece una smorfia a vedere le occhiaie del fratello e la sua espressione: -Non l'hai baciata?-
Roy buttò fuori l'aria: -Peggio-
-Cosa vuol dire peggio?- si allarmò laltro.
-L'ho baciata e me ne sono andato- buttò fuori il ragazzo -E lei stava piangendo-
Lattore sgranò gli occhi: -Ma sei un deficiente!-
-Davvero-
Si voltarono verso Aron che li stava osservando dallo stipite.
Royal digrignò i denti: -Lei ha già fatto troppi danni, Acosta-
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-... il punto, Emi, è che non importa nulla di come siete vestiti- sbraitò Caes -potete anche essere nudi su un materasso, potete anche aver detto di sì fino a quel momento, se uno di voi dice di no, e deve poter dire di no, vi fermate! Anche se avete detto che andava bene fino a quel momento, anche non avete i vestiti, anche se state insieme, anche se siete ubriachi fradici!-
-Caes- Michael strinse la spalla del marito -Basta, la stai spaventando-
Ella spinse il latte di Dorian davanti ad Emily che ormai piangeva disperata.
-Will non ha fatto niente!- strepitò dando uno schiaffo alla tazza che volò giù dal piano e si frantumò a terra.
-Lo sappiamo, Emi- fece Michael decisamente più pacato -Però dovevamo dirtelo-
-Ora l'avete fatto!- scattò la ragazzina scappando in camera sua.
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Aveva staccato addirittura la copertina... nulla.
Royal sospirò.
-Lei è una bestia!- la voce di Aron Acosta gli fece sollevare lo sguardo dallo scempio fatto del volume.
-E lei un coglione- fece a mezza bocca il ragazzo, sapendo bene di non potersi spingere oltre un certo limite con lo scrittore, per sé stesso e per Ely. Soprattutto per Ely.
Non poteva togliergli anche il lavoro che amava.
-È della ragazza, vero?- sorrise Acosta entrando nella stanza.
Royal rimase muto.
Chiuse gli occhi quando gli artigli dello scrittore si chiusero sulle pagine; Aron ghignò, vedendo la lingua di Dante impressa sulla carta.
Aggrottò le sopracciglia, scorrendo un paio di pagine, tornò indietro, andò ancora avanti e poi sorrise impressionato: -Quella ragazza è un sadico genio-
Porse ciò che rimaneva del libro al ragazzo: -Le conviene prendersi un foglio: deve congiungere i punti-
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-Pronto?- domandò Ella portando il cellulare all'orecchio, nonostante sapesse perfettamente chi ci fosse dall'altra parte della linea.
-Non ha ancora cambiato idea?- Acosta passeggiò nella stalla, le belle scarpe calpestarono senza riguardo il fieno, i polmoni gli si gonfiarono dell'odore della biada.
-Neanche lei, presumo- ghignò Sabe facendo ballare il filtro nella tazza.
-Già- Aron si grattò una guancia, meditabondo -Sembra tenere parecchio ai Johnson. Più a uno che all'altro, mi pare-
Isabella digrignò i denti: -Ne stia fuori, Acosta; il fatto di avere una buona penna non le dà il permesso di spezzare quelle altrui-
-Sì- lo scrittore si sedette su una balla di fieno senza preoccuparsi di rovinare i pantaloni eleganti -L'ha messo bene in chiaro, Ella Sabe-
-Cosè, una battuta?- ringhiò la ragazza -Lei non mi piace-
-Ho capito, ho capito, mia cara-
-Non mi chiami "mia cara"- sibilò la ragazza.
-Ha intenzione di lasciarmi parlare?- domandò seccato.
-Vuole davvero sentire la risposta?- non riuscì a impedirsi l'uscita, la ragazza.
"Identiche" sorrise l'uomo -Se ci tiene a quei ragazzi, Ella Sabe, chieda loro cosa sta accadendo qui, non si accontenti di un mese ogni tanto solo perché quello stupido ragazzo non sa più che fare con Ely-
-La deve smettere di giocare con le vite degli altri- fece la ragazza dopo un attimo, gli occhi furenti rivolti al muro bianco davanti a lei.
-Siamo scrittori, mia cara- sorrise alla parete lignea lui -E lei l'ha fatto capire molto bene-
-Quelli sono personaggi!- allibì la ragazza -Lei sta giocando a fare lo strat...-
-Cosa? Lo stratega?- Acosta ghignò perfido -Non sono stato io a mandare un messaggio degno di un agente segreto all'uomo che amo, mia cara-
Cenere spalancò gli occhi: -Non...-
-Faccia quella chiamata- la voce di Aron suonò diversa, più accorata, sincera -La prego, Isabella-
⏯️ Ballate liriche (titolo in inglese: Lyrical Ballads, with a Few Other Poems) è una raccolta di poesie di William Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge, pubblicata inizialmente anonima nel 1798.
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