48. Inferno e Paradiso
-Caes! Se la prendi così in fretta, non arrivi in cima!- lo richiamò Roy metri più indietro.
L'avvocato rallentò: -Ma non è così terribile-
-Non sei in solitaria- gli ricordò il marito dando un'occhiata a Ella che tendeva la mano ad Alice per aiutarla a salire.
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-Colore?- chiese ancora Alice allo stuntman.
-Blu- Royal si voltò a contare i bambini chiedendosi come faceva Ella a vivere con quell'ansia tutti i giorni.
-Quello di Sabe è il grigio. Il mio è rosa. Senza brillantini, però. Prima mi piacevano i brillantini...-
Il ragazzo sorrise prendendola per il cappuccio per trattenerla prima che scivolasse e si facesse la discesa con il sedere: -Tocca a me? Animale-
-Il koalacorno!- strillò la bambina saltellando -A lei piacciono i serpenti, quelli che strisciano e ti uccidono-
-A me il leone. Cos'è un koalacorno?- Royal scese di un paio di metri e le porse la mano.
-È un koala con il corno! Sabe dice che esiste tanto quanto l'unicorno-
Royal sorrise: adorava quella bambina quasi quanto la sorella, ormai era ufficiale.
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-Cos'è successo?- Caes s'avvicinò ad Ella che stava tenendo il piede di Cade tra le mani.
-Dovrebbe essere solo una storta- decretò quasi certa Sabe -Ma ci rallenterà e si sta facendo sera-
-Gli altri scalpitano- l'avvocato dette un'occhiata ai ragazzi -Ci dividiamo?-
-Questa è la più pessima delle cose pessime da fare, Lewis- gli lanciò un'occhiataccia lei -Ci sono già Royal e Alice che sono rimasti indietro-
-D'accordo. Noi andiamo avanti, se inizi a vedere che siamo troppo lontani, lanci un urlo-
Cenere neanche provò a dire qualcosa: l'avvocato aveva già raggiunto il gruppo.
-Rimetti lo scarpone, Cade; lacci legati ma morbidi, non tirare. Ti provo a dare una mano e se fa male ci fermiamo. D'accordo?- sospirò.
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-No, no, no, Cade, piano, piano!- Ella riuscì ad evitare la caduta al fratello.
-Pausetta?- domandò lui con le gote rosse.
-Andata- la ragazza si tolse lo zaino per lasciarlo cadere a terra. Alzò lo sguardo sul crinale alla ricerca di Caes ma vide la tuta rossa di Michael allontanarsi tranquilla.
Non erano a portata di voce, decisamente no.
-Vado e torno, okay?- disse tenendo d'occhio la macchia rossa mentre avanzava.
-Ella, no!- sentì la voce del fratello un millesimo di secondo prima di mettere un piede sul bordo di neve della strada che non resse il suo peso.
Riuscì ad aggrapparsi mezzo metro più sotto, gli scarponi che trovavano un sasso che sbucava dalla parete di neve in una pendenza non eccessivamente critica: -Cade, mi senti?-
-Stai bene?- il ragazzo saltellò fino al bordo affacciandosi.
-Sì. Levati- Sabe si dette la spinta con le braccia -Cielo, era una vita che non lo facevo...-
Arrivò quasi in cima quando una mano guantata di nero si palesò di fronte a lei: -Serve aiuto?-
-Me la cavo anche senza, ma sono felice di vedervi- sorrise stringendo l'arto.
-Anche noi- Royal la tirò su sotto lo sguardo cauto di Cade e quello sognante di Alice -Gli altri? Quelle nuvole non mi piacciono e tra un po' farà buio-
-Gli altri sono da prendere a clavate in testa- borbottò Sabe -Cade, tu e tua sorella avete ancora i walkietalkie?-
-Sì, perché?- rispose il fratello tirandolo fuori per porgerglielo.
-Perché il mio cellulare non prende e quello di Caes è scarico. Pregate che la distanza non sia troppa- Ella chiuse le mani sull'aggeggio.
Dopo un paio di tentativi, finalmente, la voce di Ily le chiese dove fossero.
-Indietro, passami Caes, tesoro- lasciò il pulsante di comunicazione lei.
-Ella? Ella non arrabbiarti...- iniziò l'avvocato.
-Non importa, dovevo impuntarmi io. Senti...- l'interruppe lei solo per subire lo stesso destino.
-Fammi finire: non arrabbiarti ma Michael e Dorian hanno un po' di febbre e forse anche Emi- la voce dell'uomo suonò colpevole anche se distorta.
Sabe chiuse gli occhi, inspirando: aveva detto che togliersi la giacca per giocare a palle di neve e tuffarci la testa dentro era un'idiozia bella e buona.
-Ella? Ella, mi senti?-
-Sì. Prendi la mia macchina e portali a casa o domani avranno la broncopolmonite. Le chiavi sono nella tasca esterna dello zaino di Verdi: io non avevo più spazio. Caes? Lascia le chiavi della tua macchina al proprietario della distilleria implorando di tenermele-
-D'accordo- gracchiò il walkietalkie.
Ella alzò uno sguardo congelato su di loro: -In montagna non si urla, giusto?-
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-Inizia a venire giù- alzò lo sguardo Royal.
-Siamo alla distilleria, vedi le luci?- Sabe indicò loro l'edificio ai piedi del monte -Cade?-
-Pulsa- strinse i denti lui.
-Possiamo entrare? Ho freddo- cercò di non affettarsi la lingua sbattendo i denti Alice.
-Sì- sospirò Ella.
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Il calore li avvolse facendoli sospirare dal piacere.
Ella si avvicinò a passi incerti al bancone dell'ingresso: -Mi scusi?-
L'uomo alzò gli occhi dalle sue bottiglie e la guardò interrogativo.
-Mi rincresce disturbarla ma vorrei che mi indicasse John-
-Sono io, signora- John posò il vetro sul piano.
"Signora?!" Cinder sorrise -Può darmi le chiavi dell'auto che le ha consegnato...-
-No- fece il giro del bancone l'uomo.
-Come?- sbatté le palpebre Sabe incerta se continuare a sorridere da persona pacifista rischiando una paralisi facciale o strangolarlo e far finire con un omicidio quella pessima giornata.
-Lei è appena entrata da fuori, signora, ha visto cosa viene giù? Guidare di notte con un tempo simile, che idea!-
-Ma noi dobbiamo tornare a casa!- si aggrappò Alice al kilt dell'uomo.
-Ali!- la sorella la staccò dalla stoffa a quadri.
-Stanotte dormirete a casa mia e domattina vi darò le chiavi, d'accordo?- piegò la testa John.
-Ma...- tentò Sabe.
-Niente "ma". Andiamo- John recuperò un vecchio giaccone e aprì la porta.
Ella guardò Royal.
-Non piace neanche a me ma non sembra più pericoloso che affrontare il tragitto di notte al buio e alla pioggia. Siamo a più di tre ore da casa tua, Els...- mormorò il ragazzo.
-Se succede qualcosa...- iniziò lei sembrando ancora più piccola con le ciocche bagnate ad incorniciarle il volto da ragazzina.
-Non accadrà niente, Els. Te lo prometto- Roy prese per mano Alice e la condusse fuori.
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-Ma sono fradici, John!- lo rimproverò la moglie -Venite cari, non rimanete lì al freddo-
I bambini avanzarono timidi all'interno dell'enorme casa mentre Ella si appoggiò al muro per togliere almeno gli scarponcini: -Ragazzi!-
-Lasciali, si sono presi un bello spavento- la imitò Royal.
-Non ho granché in dispensa, va bene una zuppa?- s'informò la donna agitando il mestolo.
-Benissimo, grazie- batté sul tempo i fratelli Sabe.
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-Cara, tutto a posto?- la moglie di John le sorrise mettendole le lenzuola pulite in braccio non appena lei fu fuori dal bagno, i capelli crespi ma asciutti grazie alla gentile offerta della donna.
Isabella strinse la stoffa delle lenzuola e quella dell'asciugamano intorno al suo corpo: -Lasci almeno che le lavi i piatti-
La donna scosse la testa: -Non con quelle mani-
-Non è contagioso- provò a farla ragionare lei.
-Lo so. È stress. Mia suocera me l'ha detto-
-Sua suocera?- inarcò un sopracciglio Ella.
-Madeline Gray- annuì la donna -La sta ancora cercando di convincere a entrare nel coro della chiesa?-
Sabe scoppiò a ridere, un po' rincuorata: -Temo di sì-
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-Amelia ha detto che quella bianca è per i bambini- John mise un vassoio davanti al camino.
Alice e Cade allungarono le mani sulla cioccolata color latte dipingendosi subito i baffi in faccia.
John controllò l'impacco sulla caviglia del bambino: -Tienilo ancora dieci minuti e poi vai a letto-
-Alice dovresti andare anche tu- sorrise Ella vedendo la sorellina sbadigliare; prese un sorso di cioccolata scura.
Royal le gettò un'occhiata interrogativa, vedendo la sua smorfia trattenuta.
-È corretta- sussurrò lei mentre John parlava ai bambini di com'era nata la distilleria e dell'origine del nome del Ben Nevis.
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-Credo che andrò a dormire anch'io- John s'alzò indicando il camino -Aprite il tiraggio quando andate a letto. Buonanotte-
-A lei. Grazie ancora- sorrise Ella da sopra la tazza che si era svuotato Royal per lei.
John si chiuse la porta alle spalle e la ragazza si alzò per eseguire l'ordine e andare a dormire.
Roy seguì i movimenti della ragazza che, in calzamaglia e maglione di lana talmente grande da coprirle il fondoschiena, lo portava a fantasticare anche se lei rimaneva immobile a guardare i ragazzi.
Cenere si diresse verso la stanza messa a loro disposizione degli ospiti togliendosi il maglione per rimanere in canottiera nera, lunga a sufficienza da coprirle i glutei: -Buonanotte-
-Buonanotte- sussurrò lui abbassando gli occhi per tornare a respirare.
Rialzò lo sguardo per trovarla ancora sullo stipite della porta, congelata nell'istante in cui aveva afferrato l'immagine che le si era presentata di fronte agli occhi.
Si avvicinò a Sabe per capire il perché della sua immobilità ma il suo sguardo venne attirato dal tatuaggio della ragazza che racchiudeva così tanti segreti... come se tutti quei segreti fossero lì, in quelle acuminate linee nere che le sporcavano la pelle d'avorio.
-Cosa c'è?- le sussurrò chinandosi sul suo orecchio.
Lei sobbalzò: -Nulla-
Entrò nella camera mentre Royal spegneva la luce nella sala.
-Non svegliarla- la voce del ragazzo la costrinse ad alzare lo sguardo su di lui che aveva pensato bene di togliersi la maglia.
-Possiamo dividere il letto, Els. Non siamo bambini- nello sguardo di Roy non c'era malizia ma il modo in cui la chiamava, "Els''... le dava una specie di brivido lungo la schiena.
Cinder si sollevò da sopra Alice che dormiva nel lettino da campeggio gemello di quello in cui stava Cade, illuminato dall'abatjour.
Mentre s'infilava sotto le coperte di finta pelliccia, Ella non poté far a meno di gettare un'occhiata alla figura del ragazzo, avvampando.
Non era giusto, pensò, che quando prometteva Paradiso scatenasse in lei l'Inferno e viceversa...
⏯️ Postilla con info "by Wiki":
Ben Nevis (Gaelico: Beinn Nibheis, [peˈɲɪvɪʃ]) è la montagna più alta delle Isole Britanniche, situato all'estremità occidentale dei Monti Grampiani nell'area del Lochaber in Scozia, vicino alla città di Fort William: la sommità è posta a 1.345 metri (4.411,88 ft) sul livello del mare.
P
er gli scalatori e gli appassionati l'attrazione principale si trova a 700 metri dove sono presenti le pareti verticali del lato nord, le più alte del Regno Unito, con vie d'arrampicata e percorsi di ogni difficoltà nonché le più importanti vie di arrampicata su ghiaccio dello Stato. Secondo le stime in un anno attrae circa 100.000 scalatori, dei quali circa i tre quarti raggiungono la vetta tramite la Pony Track partendo da Glen Nevis presso il versante sud della montagna.
⏯️ Il "pub" ai piedi del Ben Nevis è in realtà un birrificio storico piuttosto interessante (fatevi un giro su whiskyitaly (o su whiskyclub per ulteriori info, io vi lascio sotto solo le sue date storiche essenziali...).
1825
La distilleria viene fondata da 'Long' John McDonald
1856
Long John muore e lascia il comando al figlio Donald P.McDonald
1878
La nuova distilleria Nevis viene costruita nelle vicinanze
1908
Le due distillerie si fondono in una sola
1941
D.P.McDonald & Sons vende la distilleria alla società Ben Nevis Distillery Ltd, guidata dal canadese Joseph W.Hobbs
1955
Viene installato un Coffey still, il che rende Ben Nevis una delle poche distillerie a poter produrre sia malt whisky che grain whisky
1964
Joseph Hobbs muore
1978
Viene fermata la produzione
1981
Joseph Hobbs Jr rivende la distilleria alla Long John Distillers (Whitbread)
1984
Dopo una serie di interventi per un totale di 2 milioni di £ la distilleria riprende a funzionare
1986
La distilleria chiude nuovamente
1989
Whitbread vende la distilleria ai giapponesi di Nikka Whisky Distilling Company Ltd
1990
La distilleria riapre nuovamente
1991
Viene inaugurato il visitor centre
Vorrei farvi notare il nome del fondatore, bestioline...
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