39. La dea

-Ne è sicura?- domandò ancora Ella con lo zainetto nero borchiato di Emily in spalle.

La Davies annuì: -Sparisca, signorina Cenere. E cerchi di chiarirsi le idee: il limbo non piace a nessuno-

-Farò il possibile- sospirò la ragazza -Ha la dichiarazione per prendere i ragazzi a scuola?-

-Sì- fece esasperata la vecchia -Si sbrighi, su!-

-Buona!- urlò Robert -Johnson chiama tuo fratello e va' dalla ragazzina-

Sabe gli lanciò un'occhiataccia perdendosi così lo sguardo di Royal che saettò sorpreso su di lei.

-Johnson!- lo richiamò il regista -Non sparire di nuovo-

Il ragazzo annuì, gli occhi ancora puntati su Isabella.

-Perché sei qui?- Roy si fermò a mezzo metro da lei.

Cinder deglutì sotto l'argento del ragazzo per poi abbassare gli occhi, frugare nello zaino e porgergli una maglietta bianca piegata. Gliela consegnò spalancando gli occhi sotto lo strato di blu, in attesa della risposta.

Royal la fissò senza allungare la mano sulla stoffa: -E ti sei fatta più di sessanta chilometri solo per una stupida maglia?-

Lei abbassò lo sguardo ma sentì la t-shirt venir tirata via dalla sua presa.

-Grazie, Ella- sussurrò il ragazzo a troppo poco da lei -Vieni-

La prese per il polso senza neanche accorgersene e se la tirò dietro fino alle roulotte.

Bussò al caravan del fratello: -Robert ti vuole-

Ely si precipitò fuori: -Grazie, Roy... ciao, Ella! Non sul mio letto!-

Cenere scosse esasperata la testa, osservandolo diventare un puntino.

-Vuoi mangiare?- il sussurro di Roy la costrinse a voltarsi.

Sabe si morse di nuovo il labbro inferiore, distogliendo lo sguardo: -In realtà... quanto tempo hai?-

-Due ore, forse tre- aggrottò le sopracciglia Royal -Perché?-

-Perché devo rispettare una promessa- Cenere riuscì a sorridere -E ad Alice Shaw non si riesce a mentire, Royal-

Roy non tolse gli occhi dalla figura al volante: lei non voleva esporsi, l'aveva capito.

Il salto, quindi, l'aveva fatto lui che era abituato al rischio... ma non per abitudine, no.

Decisamente no dal momento che la ragazza al suo fianco era tutto tranne che monotona.

-Ci siamo- mormorò Ella slacciandosi la cintura -Scendi?-

-Non ti facevo romantica- sorrise Royal mentre Sabe stendeva un telo impermeabile sulla spiaggia umida.

-Ringrazia Alice- sorrise lei buttandosi sul telo e agguantando lo zaino per lanciargli qualcosa avvolto nella stagnola.

-Ti ha convinta a darmi una possibilità?- ricambiò il ragazzo scartando il panino preso al volo, ringraziando silenziosamente la pulcina di casa Shaw.

-No. Mi ha raggirata e costretta a promettere che sarei uscita insieme a te- lo gelò lei per poi staccare un boccone del suo, tutta tranquilla.

Roy chiuse gli occhi sorridendo: -Tu sì che sai come farmi stare bene...-

Isabella posò il panino e il suo sguardo finì sul freddo mare inglese: -Non è vero che ti piaccio. Magari t'interesso ma non posso piacerti, Royal: non mi conosci. Tu... tu ti sei infatuato dei racconti di Caesar e di tuo fratello. Tu mi guardi, ma non vedi me. Vedi... vedi la dea. Io non sono la dea, Royal. Io sono... sono solo io-

Lui si perse di nuovo in quelle iridi di caos: -Tu non sai niente di me, Ella. Mentre io sì, io so qualcosa di te-

Gli occhi di lei vibrarono annegando spaventati nei suoi: -E cosa sai di me?-

Lui le prese il viso tra le mani: -Io so di te che sei fottutamente testarda, educata e complicata, che inzuppi i quadretti delle tavolette di cioccolato nel tè anziché usare i biscotti come tutte le persone normali. So di te che hai un murale inquietante in camera da letto e che i tuoi capelli con un certo tipo di luce diventano rossi. So che la tua pelle è talmente chiara che probabilmente in Italia sei costretta a girare con la crema solare anche in primavera, so che fai pena a giocare a basket ma che conosci più miti e leggende tu che qualsiasi libro. So hai scritto un libro e che hai usato uno pseudonimo. So che a tavola non sopporti il silenzio ma che ci sono momenti in cui vorresti soltanto che tutti tacessero. So che sei stupenda con quel vestito nero, anche se ti ostini a vestirti da uomo e so che hai le lentiggini anche se a malapena si vedono. So che dai un significato a qualsiasi cosa, so che racconti a tua sorella storie che ti inventi e so che le canti canzoni in italiano per farla addormentare... E so, Isabella Cenere, che voglio che tu sia mia-

Deglutì vedendo gli occhi della ragazza spalancarsi, le sue mani salire a stringergli i polsi per scacciarlo mentre lui la teneva ancora ferma, costretta ad ascoltare una verità che non voleva neanche sentire. Ma non poteva fermarsi, non ora: -Quello che non so è quanto posso spingermi avanti: c'è una grossa differenza tra determinazione e stalking. Prima di farmi superare quel limite, mi devi far capire qualcosa, Ella-

Era troppo, troppo, vicino.

Sabe gli lasciò i polsi per poi spingere sul suo torace, gli occhi lucidi di rugiada su foglie d'autunno: -Io non voglio essere tua! Io non voglio essere di nessuno, Royal. Voglio essere mia... Voglio essere... mia-

Lui la lasciò andare vedendo una lacrima solitaria tagliarle in due la guancia: -Quindi devo andare...-

-No- quello di Cenere fu solo un sussurro ma fu più che udibile.

-Perché?- domandò lui mentre le onde s'infrangevano sulla riva.

-Perché voglio che tu rimanga- si morse la lingua Cinder: era una colossale idiozia quella che stava facendo.

Il sorrisetto di Roy bastò a farle aggiungere: -Perché io e te dobbiamo fare una cosa-

Il ragazzo aggrottò la fronte: -Cosa dobbiamo fare, Ella?-

Lei sorrise, distogliendo lo sguardo, il filo che le annodava lo stomaco della stessa materia del groppo in gola: -Per il momento, mangiare-

-Gliel'ho riportato- sorrise Isabella al regista sbolognandogli lo stuntman -Sa dov'è...?-

-Nella sua roulotte- fece Robert senz'alzare gli occhi dal copione -Sta facendo avanti e indietro da quasi mezz'ora e ripete che ha bisogno di te. No so cosa stai combinando, ragazzina, ma se continui così dovrò assumerti per non perdere quei due-

-Non credo sarà necessario- sorrise Ella allontanandosi.

-Cos'hai, anima in pena?- domandò Sabe trovandosi di fronte ad un Ely in pieno stato d'agitazione.

-Non ho studiato questa- le mise davanti un copione Johnson -E Robert vuole questa oggi-

Lei assottigliò lo sguardo alzando un sopracciglio: -Allora studiala, Johnson, dov'è il problema? Hai imparato cinque capitoli di storia da un giorno all'altro, che vuoi che sia una scena?-

-Quella verifica l'ho passata copiando, senerei- sbottò Ely -E il problema in questa scena è che io praticamente non parlo. Non so come muovermi e occupare lo spazio se non ho qualcuno che prova con me!-

Ella inarcò il sopracciglio: -Non sarebbe più intelligente chiedere all'attrice che interpreta lei?-

-Non la trovo- insistette lui -E dai, senerei, che ti costa?-

Lei tese la mano: -Va bene, va bene! Com'è il mio personaggio?-

-Subdolo, una prostituta alla quale io ho ucciso il fratello. Vuole vendetta ma non ha altre armi al di fuori del suo corpo... non sa tenere in mano una spada. Questa non dovrai recitarla, l'ultima parte, intendo-  la prese in giro Ely.

Sabe non gli dette retta, gli occhi già sulle parole che posò a terra: -La prima è tua, Johnson-

-"Pensi di poter fare meglio di lui?"- le sussurrò più che udibile il ragazzo intrappolandole il polso in una mano e stringendole il viso in una finta morsa voltata verso un immaginario cadavere a terra -"Una sgualdrina di Bjorn dovrebbe uccidere il re imbattuto che i tuoi soldati e il mio traditore non hanno neanche sfiorato? O pensavi che sarebbe bastato spogliarti ancora una volta?"... pronta a cadere?-

Ella annuì, Ely passò una gamba dietro alle sue e lei finì a terra per provar subito a risollevarsi e gattonare via.

Sabe mimò l'atto di sfilare via un attizzatoio dal sostegno immaginario e si voltò verso di lui che seguì il suo gioco e si fermò a poco più di mezzo metro da lei.

-"Sei un bastardo, vile assassino, Kejser! Sulla tomba di Gotco, sia dannata se dovessi morire stanotte senza portarti con me!"- sputò Ella, le ciocche sfuggitale dal fermaglio ad incorniciarle il volto deformato da rabbia e dolore.

Lui chiuse la mano sullo strumento invisibile e lo tirò fino a farle perdere la presa su di esso e gettarlo via.

Isabella deglutì fissando per un attimo il punto in cui doveva essere atterrato con il conseguente clangore metallico. Riportò lo sguardo su Ely digrignando i denti: -"Sei un..."-

-"Sembra che tuo fratello si rivolterà nella tomba, stanotte"- sorrise lui sadico sguainando la spada attaccata alla cintola del suo costume per poi trattenere il suo corpo con una mano -Ti ho colpita-

Lei continuò a rimanere aggrappata alle sue braccia ma rantolò, storpiando le parole: -"Dannati tu e la tua stripe"-

Lui tornò a sorridere, chinandosi su di lei: -"Porgi i miei omaggi a Gotco da parte mia." Ti lascio?-

-Okay- sussurrò lei sentendo l'aria della caduta che terminò sull'erba.

Lui s'inginocchiò accanto a lei per pulire la spada intonsa sul suo maglione nero e andarsene: -Fai lo spirito-

Ella si alzò, conscia del fatto che si stavano dando le spalle l'un l'altra: -"Piume d'oro e un traditore con una sola spada. La via della neve ti sarà fatale, figlio di Adone. I bastardi rinnegati e le sgualdrine che dissangui sul tuo letto..."-

Sabe si girò fissandolo negli occhi: -"... avranno già vinto nella stagione degli amori"-

Crollò di nuovo a terra sotto lo sguardo terrorizzato di Ely che poi le corse incontro per aiutarla a rialzarsi.

-Sei stupenda, dannazione! Grazie, senerei!- sorrise abbassandosi su di lei nel tenderle la mano -Stai bene?-

-Solo qualche livido- ricambiò lei accettando l'aiuto -Spero di esserti stata utile. Ci vediamo fra qualche giorno?-

L'attore cambiò espressione: -In realtà, io devo tornare a casa e poi ricominciare la promozione della serie-

-Oh- Isabella si costrinse a sorridere -Beh, allora passa a salutarmi prima di scappare e chiamami ogni tanto-

Ely annuì, lo sguardo perso nelle lenti blu di lei: -Non ti liberi di me, senerei-

-Johnson!- Asa arrivò correndo -Robert ti vuole. Ora-

-Arrivo, arrivo- alzò le mani lui -Senerei, fatti trovare a casa dopodomani, okay?-

Lei annui con qualcosa incastrato in gola e il solito accenno di sorriso sulle labbra.

Ella s'incamminò verso la macchina col magone che le si faceva strada, dentro.

Spostò lo sguardo per evitare di cadere su quel che rimaneva di quella stradina sopra la pendenza del terreno e vide qualcosa alla quale non aveva minimamente pensato.

"No" il rifiuto nella sua testa scattò immediatamente.

Sabe si guardò intorno alla ricerca delle telecamere che non trovò.

Si morse il labbro inferiore fino a sentir male e si costrinse all'ennesimo sorriso forzato della sua giovane vita. Aprì la sua auto e si sedette sul posto del conducente alzando lo sguardo stanco sul retrovisore che girò verso di sé solo per il masochistico bisogno di vedersi restituire un blu sguardo sconvolto su fondo rosso dei capillari oculari.

-Stupida- sorrise beffarda a sé stessa -Dannatamente stupida-

Sospirò, si asciugò gli occhi e rimise a posto lo specchietto per poi partire.

-Stacey- Royal la staccò dalle sue labbra, sorpreso -Perché?-

La ragazza, col viso ancora tra le mani di lui, gli sorrise sentendo il pianto farsi già strada dentro lei: -Dovevo almeno provarci, Royal-

-Ti ho già detto che...- pronunciò lui.

-Lo so- sorrise l'attrice bionda liberandosi dalle mani gentili di lui.

"Fingi finché non ci riesci, si dice così, no?" sospirò Ella preparandosi ad attraversare il cortile sotto la pioggia dopo sette minuti accasciata nell'auto.

Sorrise sentendo le gocce d'acqua cadere veloci sul suo corpo. Alzò il viso verso il cielo accogliendo tutto quel freddo a cuore aperto.

-Ella! Sei arrivata, finalmente!- Cade la trascinò fino alla porta del bagno di Emily -È da venti minuti che Ily è lì dentro-

-Cos'è successo?- la ragazza si tirò indietro le ciocche fradice.

-L'arpia le ha detto che il lavoro che fa sulle tue maglie fa schifo- ringhiò il ragazzino.

Cinder bussò alla porta del bagno: -Ily, tesoro, devi uscire... Hai cinque secondi-

-Ci serve un tè- si presentò alla porta Sabe con Cecily tirata per un braccio.

-Anche un asciugamano, a quanto pare- commentò acida Margaret -Entrate, su!-

Ella sospinse avanti la sorellina costringendola a varcare la soglia della terribile Strega Bianca.

-Che ci fate ancora lì?- domandò la vecchia lanciando un asciugamano pulito ad Ella che accennò alla sorella una sedia laccata di azzurro.

-La ringrazio, signora Davies- sorrise Cenere già con il turbante di spugna ricamato a fiori.

-Gliel'avevo promesso. Poi mi racconterà cos'ha combinato oggi- la Davies posò il barattolo del tè sul piano.

-E voi cos'avete combinato oggi?- attaccò Ella.

-Mi sta cercando di dire qualcosa?-

-In effetti sì. Preferisce che ci giri intorno o che vada dritta al punto?-

-Secondo lei, signorina Cenere?-

Sabe sorrise: -Cecily ha scoperto di avere una passione spasmodica per ago e filo, signora Davies. Lei è piuttosto brava; sono certa che non desidera altro che darle una mano in questa piccola avventura-

La Davies fece una smorfia: -Assolutamente...-

Ella alzò le sopracciglia e l'anziana donna sospirò: -D'accordo. Ma la signorina Shaw sarà puntuale e attenta: non ho tempo da perdere, io!-

Cecily si domandò che diamine avesse da fare di tanto importante tutto il giorno quella signora ma stette zitta, appuntandosi mentalmente il discorsetto da fare alla sorella.

-Bene- sorrise Isabella -Credo che sia ora di togliere l'acqua da lì, signora Davies-

-Stai scherzando, vero?!- sbraitò Cecily -Io dovrei imparare a cucire con la vecchia megera?! Quella... quella! Non mi ha neanche chiesto scusa, Ella!-

-Ti ha detto che non sei brava, giusto?- la guardò seria Cenere -Bene, dalle ventisette ragioni e mezza per rimangiarselo! Se la conosco bene non ti chiederà mai scusa, Ily, ma un giorno... un giorno ti dirà che sei brava-

-Io la odio- soffiò la ragazzina.

-No, Ily. Non ne sei capace- sorrise Sabe accarezzandole una gota.

La mattina seguente, Cinder porse all'anziana inquilina un piatto di torta della sera prima: -Grazie, signora Davies-

-Mi avrebbe costretto a chiedere scusa alla piccola peste, se non avessi detto di sì?-

-Non ce ne sarebbe stata l'occasione, non è vero?- sorrise Ella -Ora, dal momento che Cecily è mia sorella sono costretta a dirle che se torna a casa in lacrime, sfinita o esasperata, le toglierò il saluto. Viceversa, se Ily non le porta il dovuto rispetto, provvederò. Ci provi, signora Davies, per favore. Solo... ci provi-

L'anziana donna alzò gli occhi al cielo: -Solo per lei, signorina Cenere-

⏯️ La nomea di Strega Bianca viene dall'omonimo personaggio della serie Fantaghirò

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