26. Un altro modo di battere

-Posso venire a pranzo da voi? Ho un caso urgente e dovrebbe essere il settore dei tuoi studi. È una cosa che mi hai spiegato tempo fa ma voglio essere sicura- la voce di Iris suonò strana e non per le interferenze: nessun "ciao", nessun "come va?", nessunissimo sarcasmo a lieve sfondo sessuale... no, decisamente non era in lei.

-Certo. Tuo fratello lo sa già o lo avviso io?- Ella fece cenno a Lily di ordinare per entrambe.

-Ci penso io tanto ci dobbiamo vedere per le partecipazioni- il tono del giudice riprese un minimo di quella vitalità che gli apparteneva prima di chiudere la chiamata.

-Tutto bene?- la signora Williams aspettò che la proprietaria della pasticceria si girasse per chiedere.

-Sono convinta di sì- minimizzò Cenere sorridendo -Obbligherò Caesar a preparare cena e lascerò i bambini a quella meravigliosa funzione latente del televisore che prevede il babysitteraggio... così riuscirò a parlare con Iris e a bruciare definitivamente tutti i miei neuroni sul dibattito tra moderati e radicali per la questione della preservazione della cultura d'origine-

A Lily si dislocò la mascella: -A volte mi chiedo di cosa tu stia parlando-

La ragazza rise senza dar segno di notare le occhiate datagli dagli altri clienti: -Se lo chiedono in molti, non preoccuparti-

Dette un morso al muffin al lampone con cuore di crema alla vaniglia che non sarebbe mai riuscita a replicare a casa e alzò lo sguardo su Lily che ricambiò il sorriso sussurrando: -Sono felice di averti conosciuta, Ella: sei una sorpresa continua-

Sabe finì di masticare e inghiottì il bottone per allargare l'espressione dolce sul suo viso: -Anch'io. Quando ti ho conosciuta pensavo che tu fossi una di quelle bamboline da esposizione succubi del marito. Sono più che felice di essermi sbagliata-

-Non hai peli sulla lingua, eh?- la signora William rubò un pasticcino dalla scatola appena comprata -Ma, non so come, riesci sempre a fare complimenti. Diplomatica-

Cinder rise: -Persone meno gentili mi avrebbero già definita "leccapiedi"... in Italia, probabilmente anche con un linguaggio più colorito-

Sii felice.

Ella chiuse la lettera sorridendo mesta: "Ci sto provando"

Quando Everett era morto in quel letto d'ospedale con la mano stretta intorno alla sua, quando il bip prolungato della macchina a cui era collegato aveva invaso la stanza, quando si era accasciata sul corpo del fratello soffocando un grido sul suo petto ancora caldo... si era sentita completamente svuotata.

Non c'erano state le cinque fasi, nessun normale processo di elaborazione del dolore: aveva solo sentito la rabbia, solo quella, artigliarle la gola, appannarle la vista...

Era scattata a sedere sul letto d'ospedale, era corsa nella piccola cappella in cui s'era rifugiata tante volte durante le visite di Everett e aveva urlato contro il crocifisso finché non era crollata a terra.

Michele e i ragazzi l'avevano trovata lì, in silenzio, le stille d'acqua marina a raggiungere il pavimento piastrellato di grigio.

Isabella si era voltata verso di loro, le dita escoriate ad asciugarsi le lacrime. Le gambe si erano piegate e l'avevano riportata in posizione eretta.

Le era bastato guardarli. La rabbia era scemata, il vuoto l'aveva nuovamente riempita ma in testa aveva chiarissimo il dover andare avanti. Per loro.

E per le successive settimane aveva aperto la porta ad una processione incessante di persone che neanche lo conoscevano, Ev, aveva accolto nel suo letto Alice, aveva presenziato ad interminabili pranzi e cene in cui nessuno aveva voglia di parlare...

Per loro.

E poi... poi era andata avanti, aveva costretto i ragazzi ad andare avanti.

Si era rialzata e il suo cuore aveva ripreso a battere, forte, nonostante le cicatrici di cui ormai era pieno.

E lo avrebbe continuato a fare, si disse chiudendo la lettera in un vecchio album fotografico arancione.

Per loro.

-Quindi il problema rimane sempre lo stesso- concluse Cenere tirando fuori dal forno la teglia -Preservare la cultura del gruppo etnico di provenienza del singolo o scegliere di far valere quelli che per il nostro Paese sono diritti inalienabili dell'individuo-

Iris posò la penna sul taccuino intonso sospirando: -Cosa sceglieresti?-

Sabe si fece indietro con un sorriso tirato: -Sei tu il giudice. Tentare di condizionarti non dovrebbe essere un reato?-

La donna si accasciò sulla sedia.

-Io userei il dolore- mormorò Cinder arrendendosi.

-In che senso?- fece l'altra perplessa.

-La cultura in cui nasciamo ci condiziona in modo particolarmente significativo- Ella si sedette accanto alla giudice -Ed è una pretesa etnocentrica, razzismo culturale quasi, pensare di bloccare le culture che non si capiscono, i riti che non si comprendono... d'altra parte si è lottato così tanto per quei diritti, per la salute, la libertà... Forse è il dolore la chiave: quando qualcosa in una qualsiasi cultura lede qualcuno non è neanche da prendere in considerazione: bisogna trovare il modo di eliminarlo. Passo dopo passo, in modo che la gente si abitui, si renda conto...-

La donna annuì sotto lo sguardo di Cenere che si sporse verso di lei:-Iris... cosa c'è che non va?-

La donna scoppiò a piangere disperata ed Isabella le porse un pezzo di carta assorbente -Vuoi che ti cerchi Caes e ti lasci da sola con lui?-

-Lui non ha le ovaie- sussurrò Iris tra le lacrime.

-Ti ascolto io. Oppure restiamo in silenzio e...-

-Tu non volevi dei bambini, non li hai mai voluti- la donna si soffiò il naso -Però sei perfetta, saresti una perfetta mamma e potresti esserla, se volessi...-

Ella le porse un tovagliolo di carta a righe in silenzio.

-Io e James ci abbiamo provato tanto ma...- Iris accettò l'offerta della ragazza rincominciando a singhiozzare.

Michele strinse la spalla del suo ragazzo: -Lavo io i piatti, stasera. Cinder, vieni con me?-

Lei lanciò un'occhiata ad Iris che le sorrise, un po' forzata.

Quando aveva finito di confessarsi con lei, Ella non aveva detto nulla in proposito ai vari modi di avere un bambino: Iris non le sembrava proprio in vena e, in ogni caso, lei era contraria quasi a tutto...

Con tutti i bambini orfani che si potevano adottare...

Scosse impercettibilmente la testa seguendo Michael nella cucina.

Non era affar suo. E, in ogni caso non poteva pensare di riuscire a comprendere il desiderio di Iris, quello di avere un'altra vita dentro di sé... magari era lei a sbagliare.

-Ho saputo che Royal ti ha scritto una lettera- iniziò Michael con le mani nell'acqua saponata.

-Ricordami di tagliare le corde vocali alla Davies- fece la voce di Ella dopo un secondo.

-Non è stata lei- il ragazzo si girò verso l'amica -Me l'ha detto Caes-

"E chissà come l'aveva saputo Caes!" roteò gli occhi Sabe -E con ciò? Cosa vuoi dirmi, Michael? Che non ti piace? L'ho capito-

-No- Michele si asciugò le mani nel canovaccio che Ella usava per i piatti -Hai presente quando ti ho detto che il suo passato lo poteva rendere una brutta persona? Mi sbagliavo-

Isabella espirò accorgendosi solo in quel momento che aveva trattenuto il fiato: -E tu lo sai, perché...?-

-Caes mi ha fatto vedere quel che ha scritto il suo psicologo-

Ella si accasciò su una sedia esalando: -Che diamine avete fatto?-

-Lui mi ha...-

-È illegale, Verdi!- balzò in piedi lei.

-Cos'è illegale?- Iris fece capolino dalla sala da pranzo.

-Lo sguardo dell'attore di una serie che sta guardando Emily- fu svelta Isabella.

Caes e Michael le mandarono baci al volo, dietro la sagoma della giudice.

-Non ho idea di chi sia- alzò le spalle Iris ritrovando la vitalità persa nel confidarsi con lei -Passando a cose più importanti, io e te dobbiamo andare a fare shopping: manca una settimana e non mi hai ancora fatto vedere il vestito-

Sabe la fulminò con lo sguardo mentre Michael ritornava a lavare i piatti per nascondere un sorriso e il suo ragazzo pensava bene di sparire.

-C'è quello del tuo matrimonio. Io odio fare shopping, Iris- tentò di dire Ella "E non ho il tuo in banca e se Caesar mi offre ancora dei soldi, lo accoppo"

Già le pesava prendere quelli che le versavano sul conto Marco e Renata...

-Ma è lungo! E poi ti sei divertita con me l'ultima volta- obbiettò la donna riprendendo la sua consueta vivacità, anche nel tono.

-Sì, ma non ero lì per me, non ho dovuto provare nulla- sussurrò Sabe sapendo già che sarebbe stata lei a doversi arrendere per prima.

-Come ti senti? Sono sei mesi che non la vedi potrebbe essere...- Caesar si sentì strappare di mano il telefono.

Ella chiuse la chiamata sotto lo sguardo stralunato dell'avvocato: -Io ti voglio bene, Caes, ma forse è il caso di lasciar decidere me della mia vita, no?-

-Va bene. Comunque hai sbattuto il telefono in faccia ad Angela, non a Royal- l'avvocato tese la mano sorridendo nel vederla diventare rossa -Posso rimediare al pasticcio?-

-Questo- squittì deliziata Iris quando Ella uscì dal camerino con un vestitino verde.

-Bene, siamo al terzo "questo" possiamo scegliere il vestito meno caro e andare a casa?- domandò Sabe esasperata.

La giudice si voltò a lanciarle un'occhiataccia mulinando i lisci capelli neri marchio Lewis: -Sei assurda quando fai così!-

Isabella tirò di nuovo la tenda per non far vedere ad Iris di essere sull'orlo di un crollo nervoso.

Si appoggiò allo specchio e sollevò lo sguardo sulla sua immagine: non stava male ma non...

Sospirò e una lacrima traditrice le rigò il volto.

Sbatté la mano sulla superficie lucida dello specchio e si sfregò le guance: "No, no, no!"

Iris tirò la tenda beccandola col fiato corto e gli occhi ormai rossi per le lacrime che si stava sforzando di trattenere.

-Tesoro...?-

Ella si sforzò di sorridere ma le stille le raggiunsero celeri il mento: -Ti prego, chiudi-

-Stai bene?- le chiese Iris quando si furono rintanate in un piccolo caffè.

Ella scosse la testa: -No, io... ho qualche rotella fuori posto, tutto qui. Non è colpa tua, mi succede spesso. Mi spiace averti rovinato il pomeriggio libero-

Iris sventolò la mano in aria come se non importasse: -Hai provato a capire perché?-

Sabe si morse le labbra ma annuì gli occhi bassi.

-Ella?- la voce di Iris le ricordò quella di Renata durante la preparazione di un dolce.

-A me piacciono i vestiti. Non sono i vestiti il problema... Quando mi chiudo in camerino e metto qualcosa... non lo so. Mi sento lo stomaco bloccato, una morsa in gola e, ad un certo punto, inizio a piangere- sussurrò.

-Ella?- Iris le prese una mano -Tu ti piaci?-

Lei alzò lo sguardo e si strinse nelle spalle: -So che ci sono persone meno belle e altre di più-

-Non è quello che ti ho chiesto- le sopracciglia curate di Iris schizzarono in alto, ammonitrici.

-Credo di non essere brutta... a volte mi piaccio persino- fece un mezzo sorriso Sabe.

Iris si appoggiò di nuovo allo schienale della poltroncina: -Da quant'è che non fai shopping?-

-Non lo so-

-D'accordo- la giudice prese la borsa e si alzò -Forza, abbiamo molto lavoro da fare-

-Dove andiamo?-volle sapere Cenere.

-Io e te affronteremo questo problema insieme e lo risolveremo entro questa settimana- decise l'altra, desiderando instillare quel piacersi all'amica.

-Perché?- la imitò Cinder.

-Perché poi i ragazzi si sposeranno- fece pratica Iris.

-E quindi?- tentò di prolungare almeno la pausa Sabe.

-Ella!- Iris si voltò verso di lei -Non so neanche se potrò mai avere un bambino! Se non posso comportarmi da madre, lasciami almeno essere tua amica!-
Sabe boccheggiò: "Che colpo basso!"

-Bentornate- le salutò Caes alzando gli occhi dal giornale.

-Posso vederlo?- strillò Alice.

-Borsa argento- le comunicò Ella con due dita sulla giugulare sedendosi sul divano esausta.

La piccola fece che portarsi la busta altrove.

-I piani sono cambiati- sorrise Iris -Preparatevi ad arrangiarvi per tutta la settimana: la sequestro-

Michele dette un'occhiata alla sua migliore amica per poi prendere una scatola dal mobiletto della sala. Si sedette accanto a Sabe: -Dovresti stare attenta-

-Sto bene, Michael- sussurrò lei.

-Dimostramelo- la sfidò il ragazzo piazzandole in mano la scatola.

Lei indurì l'espressione, in silenzio.

Michele scosse la testa facendo per tirarle su la manica della maglia ma lei fu più rapida e se ne liberò per rimanere in canotta e prendere l'apparecchio che lui le stava già porgendo.

-Ce la faccio, Verdi- sibilò lei aggiustandosi il misuratore di pressione sul braccio.

-Qualcuno mi spiega? Ella, stai male?- domandò Iris preoccupata.

Lei scosse la testa tenendo d'occhio lo schermo per sapere i risultati.

-Devi darti una calmata- fece Michele quando comparve anche il numero spropositato di battiti.

Lei si liberò dal marchingegno sibilando: -Sono lievemente aritmica e ho la pressione un po' bassa, Verdi, non ho cinque anni. Sono andata a fare shopping, non ho corso una maratona-

-Lo hai fatto con Iris. Equivale ad una maratona- si schierò Caesar rimediando un'occhiataccia.

-Se è un problema, possiamo prenderla con più calma- propose sua sorella.

-Non mi hai forzata in nessun modo, Iris- la fissò Ella per poi assassinare i ragazzi con un'occhiata -E voi due avevate promesso che mi avreste lasciata vivere...-

Caes fece per parlare ma lei continuò: -Va bene, Emily mi ha quasi superata e per voi due sono un metro e tanta voglia di crescere ma sul serio mi vedete ancora come una bambina?!-

-Ella, nessuno ha detto questo- si tentò di contenere Caes.

-No. Detto no- mantenne lo sguardo lei.

Michele fece cenno al suo ragazzo di lasciar perdere.

Sabe si morse la lingua per poi sussurrare: -Vorrei solo che la finiste di trattarmi come l'eterna più piccola: sono loro tutrice, non solo loro sorella, che diamine! Ho solo tre mesi meno di Michael e sono stufa che continuiate ad intromettervi così: so badate a me stessa. Vorrei poter contare su di voi in caso di reale bisogno e non solo per i ragazzi ma se continuate così il numero che mi sarà più facile ricordare sarà quello di Margaret!-

-E che tu ci proteggi, Cinder- la sorprese il sussurro dell'amico dagli occhi verdi che la circondò da dietro con le braccia e le posò il mento sulla spalla -Anche quando noi cerchiamo di mandare tutto a monte. Permettici di farlo con te. È quello che fa una famiglia. Noi siamo una famiglia-

-Prometto solennemente di cercare di aiutarti solo se me lo chiederai- alzò una mano Caes facendo il saluto scautistico.

-Conoscendoti hai le dita incrociate dietro la schiena- borbottò Ella ancora intrappolata da Michele, stufa di quell'iperprotettività.

Si sforzò di sorridere: -Cercate di ricordarvelo, la prossima volta che vi va di trovarmi un ragazzo. Ora tu schiodati: devo preparare la cena. Iris, ti fermi?-

-Ho preparato io- Michael lasciò l'amica libera -E Caes ha avvertito James. Sarà qui tra mezz'ora-

Cinder li fissò per un attimo poi sparì in corridoio: -Siete sulla buona strada per essere perdonati... ma smettetela!-

-Bipolare- borbottò Caesar con un mezzo sorriso una volta che fu sparita.

-Non direi- Iris si tolse i tacchi e accomodò sul divano -Mi sembrano pretese più che ragionevoli... Chi volevate appiopparle?-

-Jhonson- l'avvocato lanciò alla sorella un paio di ciabatte.

La donna scosse la testa nell'atto d'infilarle-Ely è troppo immaturo per una come lei: sarebbe come dover badare a nove bambini anziché sei-

-Dici che fa per tre?- fece divertito Michele accomodandosi accanto a lei.

-Con voi due di sicuro- frecciò la giudice.

La guardò male Caes -Perché dici che siamo dei bambini?-

-Quante volte vi ha salvato il fondoschiena, quella ragazza?- le sopracciglia della donna schizzarono fino all'attaccatura dei capelli e l'aria saccente da primogenita le si dipinse in faccia -Con i bambini, con la scuola, con il lavoro, con la vostra relazione, con nostra madre, Caes, con me!-

Caes preferì sorvolare su quel ''con me": -Io pensavo a Royal, in realtà-

Iris spalancò la bella bocca dipinta: -Loro non... potrebbero. Potrebbero essere perfetti, accidenti!-

Saltò in piedi, illuminandosi come un alberello di Natale: -Se solo trovassero il modo di spogliarsi del loro passato, sarebbero una coppia perfetta, una di quelle che può affrontare l'inferno e...-

"L'abbiamo persa" sorrise divertito Caes appoggiandosi allo schienale della poltrona.

Cinder ritornò indietro, seduta sullo sgabello del bagno: il suo cuore si era fermato per un istante, nel bip assordante dei macchinari collegati ad Ev... Le era sembrato di volare fino a quella cappella, di urlare in playback.
Quando infine aveva posato gli occhi sui ragazzi, il miocardio si era adattato alla sua scelta ancora inconsapevole, razionalizzata solo qualche giorno più tardi. Aveva ripreso a battere, anche se ogni tanto si concedeva degli scivoloni, aritmie di dolore represso che comunque non le impedivano di andare avanti.
Sempre. Sempre avanti. Sempre tesa verso l'orizzonte. Mai, mai, mai, si sarebbe arresa solo perché il suo corpo aveva trovato un modo incerto di respirare, un altro modo di battere...
Sapeva quando fermarsi, conosceva i suoi limiti. Perché non lo capivano, quei tre chiusi in cucina a parlare dello stuntman d'oltre oceano?

⏯️ Bestioline!
Per il rotto della cuffia, mi sono salvata anche oggi con questo capitolo "un po' di transizione". Qualcuno può giudicarlo inutile, per me è un buon modo per spiegarvi meglio lo stato d'animo di Ella che, sottolineo, ha perso un fratello.
(Non credo abbiate già capito che problema ha la ragazza a fare shopping ma lo scoprirete. Prima o poi).

⏯️ Tengo a sottolineare che la sua aritmia non è grave e, con pressione bassa e battiti allucinanti (naturalmente entro certi limiti), io ci convivo da una vita vissuta in modo "normalissimo".

⏯️ La funzione latente di un dispositivo (o di un'istituzione) è una funzione non primaria.
Esempio: la scuola è stata creata con l'obbiettivo di alfabetizzare la popolazione e offrire una cultura generale? Questa è la funzione primaria della scuola che, però, offre anche ai genitori un babysitteraggio (funzione latente) dal momento che consente loro di lasciare i figli sotto la supervisione di qualcun'altro.

⏯️ Sul dibattito radicali e moderati, in realtà, credo d'aver detto tutto. Se spulciate un po' su internet, però, sicuramente potete approfondire.

⏯️ Ella parla così a Lily perché ormai si conoscono e perché sa che lei comprende il bisogno di una vita non vissuta alle spalle d'un uomo.

⏯️ La reazione di Sabe alla morte di Ev, per quanto molto scenica, può essere difficile da comprendere ma anche qui, ci torneremo poi...

⏯️ Il discorso particolarmente delicato sulla nascita dei bambini: fosse per una coppia o una persona (sana, equilibrata, senza problemi) idonea ma impossibilitata ad adottare, Sabe darebbe tutte le adesioni del caso.
Iris e James non hanno problemi di alcun tipo e sono persone stupende. L'opinione di Cenere (che NON dev'essere rilevante per gli interessati) in merito sarebbe sicura l'adozione. Al di là della sua vita privata, lei ha lottato per i suoi fratelli soprattutto perché SETTE PERSONE NON LE AVREBBE MAI ADOTTATE NESSUNO.
Il suo più grande timore, nel momento in cui Grace (matrigna) e Benedict (padre) sono morti, è stato "Verranno divisi o vivranno sempre abbandonati".
Per questo è abbastanza ferma su questo punto. Detto ciò, Ella non s'intrometterà mai su una questione così delicata e qualsiasi sia la decisione che prenderanno i Camren, la prenderanno da soli.

⏯️ Che Michael sia passato al lato oscuro perché avevano i biscotti? Coglietela, vi prego.

⏯️ Naturalmente Iris SA

⏯️ Il personaggio di Iris Lewis inizialmente era pensato come semplice contorno ma, dal momento che la volevo... "Molto Jane Bingum in Dead Drop Diva" ho pensato di lasciarvi uno scorcio di come ho sempre visto Brooke Elliott in questa parte...

Potete prenderla a prestavolto della giudice, voi che mi chiedete sempre i personaggi come sono... 💙

⏯️ P.S: la prossima volta un paio di persone d'oltre oceano faranno una capatina sotto questo cielo inglese... Così, tanto per dire.

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