17. Veleno e cura
-Alice, rispondi tu per favore- chiese Ella alla neo-vaccinata, il mento dritto e gli occhi sulla strada.
La bambina si allungò verso la borsa della sorella sul sedile anteriore e ne tirò fuori il cellulare: -Pronto, Caes?... sì, va bene. Ciao. Glielo dico, sì-
Buttò il telefono nella sacca di jeans e si slacciò la cintura.
-Che voleva?- Sabe parcheggiò di fronte alla scuola di Darrel e Alice.
L'altra aprì la portiera e scese con un balzo dalla macchina: -Dirti che oggi gli ci vuole più del solito e che Michael non può uscire dall'università fino alle sei-
-Arriverò dieci minuti in ritardo ma posso recuperare Cade e Cecily io. Emi e Dorian non mi hanno detto nulla quindi prenderanno il bus come al solito- propose la sua soluzione Ella con in testa già le deviazioni dal percorso originale.
-Caesar ha detto che ha spedito Ely a recuperarli- fece candida la sorellina.
Isabella strinse i denti e i lineamenti le si affilarono.
-Ha detto anche di dirti di non prendertela- tentò Alice prevedendo guai per l'avvocato.
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-Quanto è stata stancante la tua giornata, da uno a dieci?- domandò Sabe non appena Caes mise piede sul terreno oltre il cancello dell'ex-scuola di danza.
Lui sospirò e si voltò a guardarla: le spalle appoggiate al portone d'ingresso per impedirgli d'entrare, se prima non affrontava quel che, braccia conserte e caviglie incrociate lo garantivano, sarebbe stata tutt'altro che una passeggiata.
-Ho chiesto ad Alice d'implorare perdono, Ella- mise le mani avanti lui.
-Quindi sai di aver fatto una colossale idiozia- non si lasciò commuovere lei, il tono cambiato ma il volume no -Potevo andare a prenderli io, Caes!-
-Lo so ma non volevo che li sopportassero anche fuori da scuola, Ella- suonò piccato l'avvocato.
Lei chiuse gli occhi: era una stupida. Non aveva proprio preso in considerazione la situazione nelle classi dei gemelli, non aveva proprio creduto che li avrebbe fatti penare ulteriormente.
-Non ci ho pensato, perdonami- sollevò le palpebre dalle lenti blu -Ma questo non cambia le cose: gli estranei dovrebbero avere il meno a che fare possibile con i ragazzi e i Johnson hanno già partecipato un po' troppo, non ti pare?-
-Ella mi dispiace. Non sapevo cosa fare- Caes si sforzò di rimanere calmo e pacato -Li facciamo tutti degli errori; se ben ricordi, due anni fa sono stato io a dirti la stessa cosa su Michael-
Ella si morse la lingua per non dirgli che, a maggior ragione, avrebbe dovuto tenerlo a mente e non ripiombare nell'errore fatto da lei.
Annuì decidendo di lasciar perdere: il giorno dopo i due fratelli sarebbero ritornati in America e sarebbe tutto finito comunque.
-Scusami, Caes- si spostò dalla porta
Lui scoppiò a ridere passandosi una mano nei capelli, esasperato: -Sei incredibile, Cinder!-
-Perché?- domandò stupita lei.
-Perché quando mi aspetti con quell'aria d'avvoltoio e mi tratti così, mi fai incazzare. Ma quando chiedi scusa e riconosci i tuoi errori, ti perdono tutto neanche avessi la bacchetta magica- Caesar le passò un braccio intorno alle spalle -Non cambiare mai, ragazzina-
-Quel soprannome mi dà ancora sui nervi, Caes. La cosa non è cambiata negli ultimi tempi- fece lei aprendo la porta, infastidita più dal braccio dell'uomo che dal nomignolo.
L'avvocato rise lasciandola libera.
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-Tu sai montare una tenda?- fece incredulo Ely vedendo Sabe alzarsi da terra col martello in mano.
-Tu no?- lo sfotté lei bonaria.
-Ella? Abbiamo problemi col fuoco- Dorian porse l'accendino alla sorella che lo seguì mollando in mano all'attore il martello.
-Si tiene dall'altra parte- gli fece notare Royal sopraggiungendo in quel momento a distoglierlo dai suoi pensieri.
Ely si voltò verso di lui con un sorriso enorme sul volto: -Sai credevo di amarla davvero, pensavo che dopo di lei non ci sarebbe stata nessuna, che fosse quel vero amore di cui si parla tanto-
Royal si voltò stupito verso l'attore, rendendosi conto in quel momento di non aver pensato minimamente a chi fosse Sabe per Ely.
-E invece?- tentò deglutendo.
I denti dell'altro scintillarono: -E invece, quando mi ha detto di no senza mezzi termini, quando mi ha proposto di ritornare alla vecchia amicizia, mi sono reso conto che era l'unica cosa che veramente importava per me. È senerei. Era la mia migliore amica. E la rivoglio. Per cui non fare cazzate con lei-
Royal aprì la bocca ed Ely scoppiò a ridere: -Credo che lei sia l'unica a non essersene accorta, Roy. E solo perché non ha mai neanche contemplato quell'idea. Con nessuno-
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-C'è ancora qualcosa?- chiese Cade con lo stomaco che borbottava.
Ella si chinò accanto al fuoco per recuperare una pallina di stagnola da lanciargli.
-Non si gioca con il cibo- fece Alice dal suo tronco.
Ella alzò le mani, ladra in banca: -Hai ragione-
Cade scartò la sua mela ripiena di cioccolato: -Io amo questa cosa-
Royal gettò un'occhiata a quella speciale famiglia allargata: -E voi fate questo tutti i mesi?-
-Una volta al mese, sì- confermò Cecily tornando dalla tenda delle ragazze con una coperta.
Michael tirò fuori una vecchia chitarra acustica: -Stasera inizia l'Italia-
-Ma non ne sappiamo!- protestò Darrel.
-Solo una- promise Michael -Ella?-
Lei ascoltò giusto un paio di note prima di sorridere: -Via del Campo c'è una graziosa
gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
Vende a tutti la stessa rosa...-
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-...Happy birthday
Merry Christmas
To the one I call my missus
I'm leaving you love notes in kitchen
That say it all
I know you said to mind my business
But Cupid sent me on a mission
Thats got me sitting, wishing
Waiting for your call- finirono in coro i ragazzi.
-Signori- sorrise Ella -Io vado a dormire. Liberi di far quel che volete-
Royal la guardò andare via: -Vado a letto anch'io-
Michele lo seguì con lo sguardo ma tornò a concentrarsi sulla conversazione attorno al fuoco una volta che lo stuntman fu all'interno della tenda maschile con la torcia dimenticata accesa.
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-Non stai dormendo, granché, vero?- Michele si sedette sul tronco accanto ad Ella che si strinse nel cappotto scuotendo la testa: l'aria tersa del mattino era sempre fredda per lei, abituata al sole italico.
Michele sospirò appoggiando la testa sulla spalla dell'amica: -Hai intenzione di tenerti tutto dentro?-
Sabe rimase immobile, al solito, ma promise: -Solo finché non sono io a capire la mia stessa testa, Verdi-
-D'accordo- Michele si raddrizzò sul tronco -Ti do una mano a portare dentro la roba?-
Ella annuì tendendo le mani verso di lui che la tirò in piedi. Le maniche di cappotto e maglione scivolarono di qualche centimetro indietro a lasciare i polsi scoperti, polsi che avevano ancora delle leggere prove di quant'era accaduto non troppo tempo prima.
-Michele, non è...- provò a dire Sabe vedendo gli occhi dell'amico assottigliarsi alla vista dei segni.
Lui alzò la testa e la fissò negli occhi dandole l'impressione di non vederla realmente, la piantò in asso liberandole le mani e s'infilò nella tenda maschile.
Seguito a ruota da Isabella, non trovando il sicuro responsabile, si diresse a passo di marcia verso la casa pronto a intercettarlo.
Sabe scavalcò decisa i corpi addormentati dei fratelli: -Caesar, se non ti svegli subito, ti sposerai con un cadavere-
-Perché?- mugugnò il minacciato tentando di aprire gli occhi.
-Verdi ha visto i lividi e si è sentito autorizzato a fare superman- soffiò Cinder ruotando gli occhi.
Caesar si alzò a fatica, sbadigliando: -Gli hai spiegato che...-
-Non me ne ha dato il tempo e mettermi a fare lo strillone mi è sembrato poco intelligente- intuì la domanda dell'uomo.
L'avvocato uscì dal suo sacco a pelo e la seguì alla svelta, gli occhi strizzati nella crudeltà del chiarore mattutino.
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-Che le hai fatto?!- urlò Michele da sotto il naso di Royal, i prati verdi degli occhi in preda alle fiamme.
Qualcosa nello sguardo grigio del ragazzo cambiò ma la voce rimase quella di un robot: -Non intendevo farle del male-
-E invece gliene hai fatto, coglione!- alzò la voce Michael insieme al pungo, prima di sentire la voce di Cenere.
-Verdi!- la voce di Isabella lo fermò in tempo -Stanne fuori. Per favore-
-Cinder, ti ha lasciato i lividi, cazzo!- sbottò Michele voltandosi verso di lei.
Sabe sbatté l'avambraccio sul muro, lo sguardo deciso: -Stasera sarà viola e lo sai meglio di me. I Johnson saranno fuori da questa casa oggi pomeriggio e, se anche non fosse così, so chiedere aiuto quando ne ho bisogno, soprattutto dopo quel che è successo-
Michael rinunciò: sapeva che quando Ella iniziava una conversazione con quel tono, bisognava troncare tutto e rimandare la discussione a un momento in cui non avrebbe sbuffato fumo dalle narici.
-Vado a controllare i ragazzi- mormorò dirigendosi alle tende e lanciando a Caes un'occhiata piuttosto esplicita, la voglia di fare a pezzi Royal ancora bruciante nelle mani.
Caesar gli andò dietro, i piedi nudi sull'erba bagnata del giardino ed Ella chiuse gli occhi abbandonandosi contro il muro.
Royal la guardò, stupito: assurdo come una sola frase fosse riuscita a farlo a pezzi e rimontarlo insieme in meno di un secondo.
Sabe sollevò lo sguardo su di lui: -Credo che debba andare anche tu: tuo fratello ti sta aspettando-
Lui alzò lo sguardo verso l'elegante figura in tuta che lo stava fissando.
-Grazie- mormorò allontanandosi.
Cinder si circondò in un abbraccio a sé stessa e, quando il ragazzo fu fuori portata d'orecchio, si rivolse alla porta: -Non è che le andrebbe di offrirmi un tè, signora Davies? Dal momento che sono pronta a credere che era dietro la porta proprio per propormelo-
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-Ella?- dopo tanto tempo, quella voce era tornata famigliare.
La ragazza alzò lo sguardo su Ely che oltrepassò la porta di Margaret, una linea concava a disegnargli la bocca.
-Volevo salutarti prima di partire- il sorriso s'estese agli occhi -Grazie, senerei-
-Proprio non ti entra in testa, vero?- sorrise lei alzandosi.
-Posso chiamarti qualche volta? Senza doppi fini- ricambiò sghembo lui.
Lei rise: -D'accordo-
-Tieni- fece Ely porgendogli una busta -Questo è per il disturbo-
Sabe la respinse: -Era un favore, Ely, non sharing economy-
-Hai ospitato due semisconosciuti in casa tua, hai fatto da mangiare e gli hai offerto un letto. Prendi questi soldi, Ella- insistette lui.
-Guarda che lo faccio- minacciò la bruna, alzando un angolo della bocca fine.
-Lo so- lui provò a sistemarle una ciocca di capelli dietro l'orecchio -Lo devi fare-
Lei si tirò indietro, rifuggendo il contatto: -Grazie-
Allungò le dita rovinate verso la busta e lui si chinò a darle un bacio sulla guancia: -Allora ciao, Ella-
La Davies guardò con un sorrisetto Sabe rimanere impalata, busta in mano e occhi spalancati, mentre l'attore usciva dalla porta con un'aria fin troppo scanzonata.
L'anziana donna fece per aprire la bocca, tutta compiaciuta, ma Royal aprì la porta che il fratello si era appena tirato dietro.
Margaret si sfregò mentalmente le mani, un sorriso da gatto del Chesire sul volto rugoso mentre Roy entrava nella stanza e i suoi occhi catturavano quelli di Isabella: -Volevo salutarti. E darti questa-
Cenere abbassò lo sguardo sulla busta verde: -Non c'è bisogno: mi ha già pagata Ely-
Royal alzò un angolo della bocca e lasciò cadere sul tavolo la spessa busta: -Non ho intenzione di portarmela dietro, Ella. Non voglio pentirmene-
Lei distolse lo sguardo da quello argentato di lui, confusa ma per nulla interessata ad approfondire la questione di fronte all'anziana donna dietro di lei: -Come vuoi-
Il ragazzo la superò per andare di fronte alla Davies e prenderle una mano tra le sue: -Lei è una donna meravigliosa, signora. Cerchi di non infilarsi nei guai, d'accordo?-
-Non si preoccupi, giovanotto: la signorina Cenere mi darà grattacapi sufficienti a distogliere la mia attenzione dal tentato suicidio- ammiccò la vecchia.
Ella alzò un sopracciglio ma decise di mordersi la lingua.
-Arrivederci, signora Davies- fece per lasciare le mani dell'anziana, lui.
La vecchia lo tirò verso di sé per stampagli un bacio sulla guancia e sussurragli qualcosa che Ella non riuscì o non volle sentire.
-Ciao, Roy- calcò sul saluto Cenere per toglierselo di torno alla svelta e provare a capire qualcosa.
Lui le venne vicino, un sorriso sereno sulle labbra, un sorriso che non avrebbe mai pensato di vedergli addosso.
E di colpo furono di nuovo alla sera del bizzarro matrimonio di Iris: lui le prese la mano rovinata e, delicato, si chinò a sfiorarne il dorso con le labbra.
Se con Ely si era trattenuta dal lasciargli cinque strisce rosse sulla cute pallida, non riuscì neanche a pensare di reagire di fronte al gesto di Royal. Lo lasciò andare instupidita mentre lo sguardo argenteo del ragazzo scintillava di vittoria sulla pelle scura: -Leggi la lettera, Ella, prima di decidere di darla in pasto alle fiamme-
Cinder lo guardò sparire oltre la porta sempre più confusa.
-Signora Davies- ritrovò la voce, senza voltarsi -Tolga le mani da quella busta-
-Non l'ho ancora toccata, mia cara. Ma lei la leggerà di fronte a me: so perfettamente com'è fatta e non posso permettere che tutti gli sforzi di quel ragazzo vadano in fumo- chiosò garrula l'altra.
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Royal gettò un'occhiata attraverso il finestrino dell'aereo. Vide le ali del velivolo squarciare le bianche nuvolette nel cielo ormai azzurro.
Appoggiò la testa contro lo schienale sperando di aver fatto la cosa giusta: Cenere gli era entrata dentro senza che se ne accorgesse e troppo tardi si era accorto che lo aveva avvelenato.
Lei gli faceva male come nessun'altra: lo pugnalava alle spalle chiamandolo Jhonson e chiedendogli per favore, lo torturava privandolo di sguardi e sorrisi, lo annientava perché non si faceva scoprire.
Non era una persona semplice, questo lo aveva capito.
Era un groviglio di spine velenose che lo aveva già trafitto senz'accorgersene, probabilmente senza neanche averne l'intenzione.
Ora lui aveva bisogno di una cura ma, per quel che ne sapeva, ogni antidoto ha in sé un po di veleno.
La cura era lei.
⏯️ ️La notte in tenda è una cosa piuttosto da film americano, è vero, e il clima inglese raramente concede gioie ma, insieme alla serata donne e uomini, mi è sembrato un buon modo per aumentare la coesione famigliare.
⏯️ La mela ripiena di cioccolato fuso è un piatto tipico della trapper (perlomeno in Italia) scautistica. Questo tipo di cucina prevede lo svuotare peperoni, patate e mele per poi riempire di formaggio e prosciutto (per il peperone e la patata), cioccolato (per la mela) e quel che prima c'era all'interno di questi contenitori commestibili (semi e torsolo vanno buttati), avvolgere tutto con la stagnola e far cuocere su pietra di solito sul fuoco o molto vicino.
Sempre su pietra, viene cotta la pasta del pane, della focaccia o della pizza "fatti in casa" (⬅️ sí, le virgolette sono esattamente perché, in quanto ambito scautistico, si parla di "aperto" non di casa).
⏯️ Sharing economy: letteralmente "economia della condivisione" (nessuno al mondo la chiama così), sembra esattamente quel che è... In un rapporto orizzontale, alla pari, chi beneficia di qualcosa che paga, lo fa solo perché chi riceve i soldi mette in condivisione ciò che è suo.
Come Ely ha sottolineato, condividere una stanza, la casa, il cibo, un passaggio in macchina, sono esempi di sharing economy... L'unica pecca nell'arringa dell'attore è quella di non aver patteggiato per il prezzo precedentemente. Di fatto, in tal modo DAVVERO È UN FAVORE, come sostiene Ella.
⏯️ ️Il gatto del Chesire (ma lo saprete tutti), è il conosciutissimo Stregatto di Lewis Carroll.
⏯️ Bestioline, se avete domande, fatele, se avete Oracoli, pronunciateli e se avete stelline, spargetele come se non ci fosse un domani 💙
🎼 Via del Campo - Fabrizio De Andrè
🎼 Lucky People - Waterparks
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