33. Come un bel film...
SoniaAzzoli
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Il bacio dura poco, un attimo, quello che serve per rendermi conto di star facendo una stronzata indescrivibile "Sonia cosa-" mi interrompe immediatamente "Cos'hai provato?" Rimango momentaneamente sbalordito finché non ripete la domanda "Niente, insomma non che non baci bene ma diamine sono fidanzato con tua sorella, e la amo, dio mio se la amo" sbuffo passandomi una mano in viso mentre lei sorride "Sei un gentiluomo Leclerc ma soprattutto sei innamorato, quindi ti sei già risposto ai tuoi dubbi di prima" Sorrido anch'io capendo dove sia andata a parare, è furba, anche troppo "E ora vai da lei, tranquillo questo bacio muore qui in spiaggia, anche se la capisco meglio ora" mi fa l'occhiolino lasciandomi un bacio sulla guancia per poi andarsene e lasciare me correre a casa.
Entro frettolosamente trovandola seduta sul divano ad accarezzarsi la pancia ancora piatta "Charles" si gira verso di me quasi spaventata mentre io mi avvicino posando la testa sulle sue ginocchia "Non so cosa succederà ora, ma voglio stare con te, per sempre" Mi sorride e vi assicuro che è così bella quando lo fa da far passare ogni paura, si avvicina e mi bacia, mi lascia senza fiato, senza forza, per poi tirarmi seduto al suo fianco "Ti amo" dice sulle mie labbra mentre io non riesco proprio a separarmi da lei "Abbiamo sempre pensato al peggio, ma se per caso non fosse?" Mi chiede guardandosi la pancia "Se fosse nostro?" Le chiedo ingenuamente mentre annusice ridendo "Si insomma, io e te con un figlio, non sarebbe poi così male" "Già - continuo io - e poi non avremmo più scuse per lasciarci come degli idioti" mi bacia di nuovo posando poi la testa sulla mia spalla "Baby Leclerc" Sorride come solo lei sa fare "Non suona male" prosegue con dolcezza facendomi sciogliere completamente "Possiamo fare qualcosa per sapere?" Le chiedo rassicurandomi quando annuisce, a quanto pare dovremo aspettare 10 lunghissime settimane per poi sapere la verità, quel che è sicuro è che questo segreto non possiamo tenercelo solo per noi, per quanto io desideri follemente il bambino sia mio c'è sempre la possibilità che non lo sia.
"Ciao Ste"
"Martina dimmi"
Mi sale l'odio alla testa solo a sentirlo pronunciare il suo nome, l'ho convinta a mettere il vivavoce così da 'supportarla' anche se entrambi sappiamo che serve più a me ascoltare la conversazione, che a lei
"Devo dirti una cosa importante, non so se preferisci io te lo dica a voce"
"Preferirei me la dicessi subito"
"Ok, ecco io - mi guarda cercando la forza per proseguire mentre io le accarezzo la mano infondendole il mio coraggio, o quel che ne rimane - aspetto un bambino. Non so se sia tuo o di Charles ma credo tu debba saperlo"
"Un bambino?"
Si brutto idiota un bambino! Mi trattengo dall'insultarlo solo perché, volente o nolente, stiamo vivendo la stessa situazione e nessuno dei due ha un valore maggiore dell'altro
"Si Stefano, un figlio. Non possiamo ancora sapere chi sia il padre, ci vorrà un po' "
"E se fosse mio?"
Martina mi guarda, quasi a chiedermi il permesso, poi mi pugnala al cuore continuando a fissarmi negli occhi, ingenuamente, non con cattiveria, ma quelle parole mi sbattono in faccia una realtà che stavo cercando di evitare
"Beh allora diventeremo una famiglia, cambia le carte in gioco, no?"
"Quindi pensi che lui o lei possano in qualche modo farci tornare insieme?"
"Non crescerò mio figlio senza suo padre e tantomeno mentendogli"
Mi alzo di scatto andando verso la camera da letto, non ce la faccio ad ascoltare ancora quello che si dicono, i loro programmi sul futuro, la famiglia felice e la casetta a Milano. Tiro un colpo al muro ferendomi la mano e facendo cadere una foto, una nostra foto, appesa, ma poco mi interessa ora. La amo, con tutto me stesso, e non riesco a pensare ad un futuro senza di lei o peggio ad un futuro di lei, con lui.
Il respiro affannato mi si placa solo quando la vedo varcare la soglia della stanza per venire ad abbracciarmi e scoppiare a piangere, sono così egoista da non pensare a come quella che sta peggio in tutta questa situazione sia lei "Tini, scusami, non ce la facevo più" mi stringe più forte accarezzandomi la nuca e non togliendo la testa dall'incavo del mio collo "Non so cosa fare Charles, non-" scoppia in un pianto disperato, il centesimo in questo periodo "Smetti di piangere ti prego, non te li meriti" "Ma come faccio?! Vedo la mia vita proseguire e lasciarmi indietro, come un film su cui non posso intervenire" si separa da me urlando dal nervoso "Come un bel film che lascia tutti senza parole, ricordi?" Alza lo sguardo e, finalmente, sorride "Eravamo proprio ingenui da piccoli" "Ma ci bastava poco" le sussurro baciandola e ricordando dei momento che ormai sembrano così lontani "Vorrei che bastasse anche ora quello, un semplice bigliettino con una frase romantica e tutto passa" mi fissa negli occhi lucidi ma che sembrano ormai aver esaurito tutte le lacrime da versare "Se ti può andare bene io i biglietti te li scrivo ancora, se ti possono far sorridere" Lei annuisce "Ti prego" dice poi ridendo e abbracciandomi sorridente. Sarà felice, dovesse essere l'ultima cosa che faccio, dovesse essere lontano da me, con lui e il loro bambino, ma lo sarà. Se lo merita, più di chiunque altro.
Martinazzoli
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Martinazzoli Lady Godiva 👑
Charles_leclerc Grazie del Ph....
landonorris 🤤🤤(anche se sei la mia BFF)
Carlossainz55 Lando sei troppo molesto ultimamente, dobbiamo tenerti d'occhio @lewishamilton @Danielricciardo
SoniaAzzoli 😍😍
Maya.a Meraviglia 🍀🌈
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Martinazzoli ha iniziato a seguire SoniaAzzoli
/Martina/
C'è una cosa che chi mi conosce veramente sa, io ho viaggiato tanto e vissuto in molti posti, ma il mio cuore lo lascio solo dove ne vale la pena.
Sono nata a Milano, in una classica famiglia ricca e un po' snob, la classica figlia di papà, e se fossi rimasta lì durante la mia adolescenza e soprattutto dopo, probabilmente sarei diventata parte di quella cerchia di ragazzini viziati che si gode la vita milanese. Per spiegare questa cosa ai miei amici non italiani, solitamente utilizzo un esempio lampante tanto quanto ironico: il Pagante, in particolare la frase che più assoccio alla mia infanzia e a quello che mi immaginavo della vita da "grandi", universitari
Tutto il giorno sopra i libri
Ora voglio stare easy
Cazzomene della crisi
Faccio solo la sei litri
Un sogno, è sempre stato questo per me, fino a quando mi sono ritrovata a vivere a Montecarlo dove io, piccola ragazzina milanese, ero meno di zero. Di colpo mi sono ritrovata a dover ricominciare dal nulla e ad oggi ringrazio Dio che mi sia capitata quella che al tempo ritenevo una disgrazia, mi ha salvato giusto prima di diventare il tipo di ragazza che ora schivo attentamente.
Poi, lo sapete, sono arrivati i 18, il ritorno con la coda tra le gambe a Milano, l'anno da pendolare con Monaco per passare più tempo possibile con Charles e poi la rottura definitiva con quella città. Nel mentre mettiamoci un paio di mesi a Londra e a Parigi per studiare e il magico periodo a Madrid ed ora, bè ora sono una mina vagante, come mi definisce mia mamma. Ma perché parlo di tutto questo? Perché per quante città io possa aver girato e vissuto, nessuna sarà mai come Roma. Non parlo quasi mai della capitale, forse perché rimane il mio grande rimpianto. Quando ci sono stata la prima volta c'ho lasciato il cuore, letteralmente, e non me lo sono ripreso più. Sarà la gente, il calore, la carbonara a pranzo, le passeggiate nella storia e il desiderio a Fontana di Trevi, ma io Roma non me la sono mai levata dalla testa.
Dopo quella telefonata ho capito di dover staccare un paio di giorni, così io e Charles siamo partiti per la mia amata capitale, senza troppi programmi o pretese, solamente un weekend tutto per noi da passare per le vie di quella città che, oggi come anni fa, mi lascia incantata ad ogni passo.
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