3. Non ti verrà a salvare
"E anche questa è andata" esordisco sorridendo verso i miei colleghi che, come me, non vedevano l'ora di tornare in albergo. Il Gran Premio in Bahrein è estremanente faticoso, finiamo le riprese a notte inoltrata e il fuso orario non aiuta di certo "Ehy Marti, volevo dirti che prima ho incontrato Antoine e mi ha detto che ti aspetta all'entrata" la guardo confusa "Scusami ma io e Antoine non ci parliamo da una settimana, per quale motivo dovrebbe essere qua?" "Forse dovresti chiederlo a lui" annuisco per poi dirigermi a passo spedito verso il luogo indicatomi da Maya. Quando arrivo lo vedo seduto su un piccolo muretto a giocare con il bracciale che porta sempre al polso sinistro "Ciao" alza lo sguardo improvvisamente e lo vedo veramente provato. Ha due occhiaie pronunciate e il sorriso spento "Ciao niña" si avvicina e mi abbraccia freddamente. "Allora, come mai qui?" Gli chiedo sedendomi vicino a lui, incurante di tutte le persone che ci guardano comprensibilmente stupite "Perché sono un idiota e gli idioti devono rimediare ai propri errori" mi avvicino un po' più a lui per infondergli una sicurezza che non ho nemmeno io "Non penso davvero quello che ho detto, insomma si preferirei stare ogni giorno con te ma capisco che questo è il tuo lavoro e io non posso impedirtelo" "E questo problema è definitivamente risolto?" Si gira verso di me e mi guarda dritto negli occhi "Si" sussurra a pochi millimetri dalla mia bocca prima di unirci in un bacio. Dopo qualche minuto decidiamo di alzarci, lui mi prende sotto braccio e ci incamminiamo verso l'esterno della struttura, ma quando di mezzo ci si mette il destino...
"Ciao Martina" ci giriamo entrambi a guardare chi mi ha appena salutato e ci ritroviamo davanti Charles accompagnato da una donna che indossa la divisa Ferrari. Io lo saluto cordialmente mentre Antoine accanto a me si irrigidisce e a stento pronuncia un saluto "Hai fatto bene oggi, sono sicura che le qualifiche saranno una bomba" gli dico sinceramente provocando in lui un sorriso spontaneo seguito da un ringraziamento "Spero di non deludere né te né i tifosi che hanno questa speranza" afferma ridendo "Comunque piacere, Charles" allunga la mano verso il francese che la stringe con forza "Antoine" "Sono felice di conoscere Griezmann" gli risponde allegramente mentre il mio ragazzo vorrebbe solo chiudere quella conversazione al più presto "Sono solo uno di tanti, andiamo?" Mi giro verso di lui innervosita e annuisco secca per poi ritornare con lo sguardo sul decisamente più pacifico Charles "Ci vediamo domani" ci salutiamo per poi incamminarci ognuno per la propria strada.
"Quindo tutto qui? Lui è ripartito?" "Si, è all'aeroporto ora" "Mhm" "Maya?" "Dimmi" mi giro verso di lei così da guardarla dritta negli occhi "Qualcosa si è rotto" mi guarda con stupore per poi afferrarmi le mani "Qualcosa si è rotto o qualcosa si è aggiustato?" Domanda con evidenti riferimenti al mio passato facendomi sbuffare "Andiamo non lo so, magari è solo un caso!" "Forse un giorno saremo due persone che s'incontrano di nuovo per la prima volta" Maya, la persona al mondo con più frasi già fatte da dire ma che sceglie sempre quella giusta, non ho ancora capito come. "Mettiamo caso che sia 'destino'- dico mimando le virgolette in aria- Lui rimane fidanzato e fino ad ora anche io" "Vedi? Adesso però stai ponendo il caso che possa succedere qualcosa!" Scuoto la testa sorridendo "No, sto ponendo l'idea che forse ero troppo piccola per capire quanto fosse importante" Proprio in quel momento si avvicina a me Michael, colui che decide la scaletta del programma e organizza le varie interviste "Martina, oggi avrai un'intervista con il poleman!" "Chiunque sia?" Domando concentrandomi nuovamente sul lavoro "Esatto!" È entusiata e lo sono anche io, è come fosse la mia prima intervista importante. Già mi vedo a intervistare Lewis Hamilton, 5 volte campione del mondo, oppure Sebastian Vettel, 4 volte campione del mondo, e che dire di Max Verstappen? Il futuro della Formula 1!
"Dunque, come ci si sente a vivere la prima pole position della propria vita?" Ovviamente con tutti i piloti che potevano capitarmi, a fare la pole è stato Charles che si è presentato ora a fare l'intervista programmata "È incredibile! Non ho parole per descivere questo momento se non infiniti ringraziamenti al team, sono fantastici" Continuo a porgli le domande previste cercando di evitare il suo solito sguardo dolce anche se trattenere gli occhi sul suo microfono si sta rilevando una tortura più dura del previsto. "Bene, abbiamo finito" affermo alzandomi dallo sgabello in cui ero seduta e ringraziandolo "Martina posso chiederti una cosa?" Ero già pronta ad andarmene quando il pilota mi ferma "Certo dimmi pure" "Ecco vedi è un po' che non parliamo, che ne diresti di una cena veloce?" Lo guardo scioccata prima di blaterare qualcosa del tipo "M-ma non penso che a Giada farebbe piacere" "Non penso che le cambi qualcosa" risponde mettendo le mani in tasca e stringendo le spalle "Scusa?" "Ecco non è esattamente un bel periodo per noi quindi..." "Quindi vorresti uscire con me come rimpiazzo?" Mi rendo conto di aver alzato un po' troppo il volume della voce così mi ricompongo aspettando la sua risposta "No, oddio no!" Dice ridendo "Volevo solo passare del tempo con te, tutto qua" In questo momento mi sento leggermente stupida e sono sicura che la cosa possa essere notata dall'esterno "Oh beh allora si, quando vuoi" rispondo per poi girarmi e iniziare a camminare "Che ne dici di ora?" Mi blocco istantaneamente. La cosa non farà piacere ad Antoine. E allora? "Tra un'ora fuori da quel ristorante carino sotto il mio Hotel" gli sorrido "E quale sarebbe il tuo Hotel?" "È lo stesso in cui sei tu genio" scoppiamo a ridere per poi salutarci con un cenno.
"Allora come ti va in generale?" Prendo un altro morso di pizza per poi rispondere "Non male, sto vivendo il mio sogno quindi direi bene, tu?" "Più o meno lo stesso" dice guardando poi il piatto imbarazzato "Da quando siamo diventati così io e te?" Mi chiede poi all'improvviso "Così come?" domando ingenuamente pur sapendo già cosa intendesse "Così...adulti, penso" "Da quando abbiamo iniziato a farci la vita che volevamo suppongo" "Sai ho passato tutta la vita a sognare questi momenti ma ora che ci sono mi manca qualcosa" "Charles è normale tu ti senta spaesato" cerco di confortarlo ma la verità è che quello che mi dice non mi è per niente nuovo, lo provo ormai da mesi senza riuscire a trovare una soluzione "Tutto qui? Insomma io mi sento in tanti modi ma non mi definirei spaesato" mi sorride debolmente prima di continuare a mangiare "Sai credo che entrambi sognassimo qualcosa che non esiste, quella specie di mondo perfetto in cui tutti sono felici e l'amore vince su tutto" "Già -annusice prima di tornare a guardarmi negli occhi- Mi ricordo sai quando dicevi che ero il principe arrivato sul cavallo bianco" "E io la povera disperata da salvare" scoppiamo in una sana risata liberatoria "Alla fine hai trovato un altro principe pronto a salvarti" noto un filo di malinconia nella sua voce. Possibile che anche lui si senta come me anche in questo momento? "Antoine è tante cose ma sicuramente non un principe, ma forse è meglio così. Non penso di essere una principessa" continuiamo il resto della cena con dei discorsi molto più vaghi fino al ritorno in albergo "Dunque, buona fortuna per domani" siamo davanti alla porta della mia stanza e dal silenzio che si sente posso dedurre che ormai quasi tutte le persone stiano dormendo "Ne avrò bisogno" ci salutiamo con i soliti baci distaccati sulle guance anche se, prima di richiudere la porta alle mie spalle, posso sentirlo sussurrare "Troppo formale" rimproverando se stesso. Mi appoggio al muro e tiro un forte sospiro prima di estrarre il cellulare dalla borsa e non notare alcuna notifica da parte di quello che credo ancora essere il mio ragazzo "Non ti verrà a salvare" affermo prima di andarmi a fare una calda e rilassante doccia.
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