SANTIAGO

I cani in Cile sono come le vacche in India. Non danno fastidio, li rispettano tutti, non fanno male a nessuno e non sono denutriti. Li vedi dormire per strada, tranquillamente.
Tanti Murales, valorizzano i muri. Se vuoi conoscere la verità, guarda loro, non i giornali. I muri non mentono, i giornali sì, mi dice un cileno.

Interessante il centro amministrativo, politico e finanziario, ma il panorama più interessante è l'uomo. Lustrascarpe, molte bancarelle strane, tanti artisti di strada. In un lungo porticato di un edificio del centro ci sono dei ragazzi del conservatorio che stanno provando Bach. Mi fermo. Ascolto. Rimango indietro rispetto al gruppo.
La casa di Neruda: La Chascona (la capellona), è il soprannome di una delle sue amanti. Quando entri ti senti abbracciato. Da chi? Dalla casa e da tutti gli oggetti che la abitano. Era sempre frequentata da molti amici. Neruda amava il mare. Il mare è il soggetto che pervade la casa. Mangiare soli è immorale, diceva. Il bar era un angolo fondamentale. Collezionava bicchieri di vetro colorato. Pensava che il colore del vetro desse carattere al contenuto.

Preparava i cocktails personalmente, li inventava sul momento a seconda dell'umore e di cosa gli amici gli trasmettevano.
Parlano gli oggetti, come in ogni casa. In questa hanno moltissimo da dire.

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