SAN PEDRO E LAGUNA CEJAR

Mattinata a San Pedro in bicicletta. Quale paesaggio ha attratto la mia attenzione? L'uomo.
In un mercatino mi avvicino a una signora con un fagotto e penso: avrà mica un bambino lì dentro? Se sì sta soffocando. Non resisto. Glielo chiedo. Lei sorride e scopre il fagotto. Sì c'è  un bambino, uno dei più belli che abbia mai visto. Sta dormendo beato.

Poi incontro un abbraccio struggente, interminabile. I due colleghi con cui stavo passeggiando proseguono. Io mi fermo a guardare l'abbraccio che non vuole finire.

La ragazza piange in silenzio, il ragazzo la consola asciugando di tanto in tanto le lacrime con i suoi baci. Le accarezza il viso che nasconde nel suo collo. Rimango ferma, incantata a osservare. Mi risveglio e proseguo, ho perso i colleghi.
Poi mi soffermo sui particolari del paesino.

Botteghe, finestre, porte, cani e altro ancora.

Pranzo alla laguna Cejar con bagno e passeggiata a cavallo.

Che bello il bagno nella laguna. Fredda l'acqua e salatissima. Nuoto nell'impossibilità di andare a fondo. È un bagno singolare che rimarrà nella mia memoria.

Esco bianca per il sale.
La sera cena a San Pedro. Scegliamo un bel localino, mangiamo bene, mangiamo carne pasteggiando con una buona annata di Carménère.

Cos'è che oltre alla bella compagnia non cancellerò dalla memoria della serata? I cani all'ingresso dei locali, alcuni seduti, altri in piedi che guardano all'interno senza entrare.

Immagini che ricordano le taverne del West dei romanzi di Cormac McCarthy. Manca solo la sparatoria con i gringos... sembrano set cinematografici del far West invece sono del far South!
Domani torno a Santiago e dopodomani inizia l'avventura vera.

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