PATAGONIA - LAGO GENERAL CARRERA - CATEDRAL DE MARMOL
Sveglia presto. Lascio il gruppo che rientra in Italia e proseguo. È la prima volta che faccio un viaggio sola.
Per un'appassionata di trekking essere in Cile senza fare un salto in Patagonia sarebbe stato un peccato.
Ad aspettarmi all'aereoporto c'è la mia guida: Nathaniel. Mi fa un'ottima impressione da subito.
Arriviamo a Terra Luna dopo 250 km di Carretera Austral. Tutta sterrata.
Nathaniel è alto, magro e gentile, con una guida brillante.
Comunichiamo in quattro lingue io e lui. Francese, Inglese, Spagnolo e Italiano.
Complimenti!
No cos'hai capito, le usiamo tutte e quattro insieme, le mixiamo. Comincio un discorso in inglese, lo proseguo in francese, qualche parola in spagnolo, e quando non so più a che vetro arrampicarmi concludo in italiano.
Ci capiamo benissimo! Anche se c'è da schiantar dal ridere!
Gli uomini sono puntini in questi spazi immensi. Rare le case lungo la strada.
Incontriamo un'autostoppista, una signora sui sessant'anni. Possiamo caricarla?, mi chiede in spagnolo. Sì, gli dico. Li carica tutti gli autostoppisti, purchè non siano più di due.
Ci fermiamo per il pranzo. Chiacchieriamo.
Il regno vegetale ha Il sopravvento su tutto. Gli alberi vivi e morti coesistono. Il marrone secco di quelli morti spicca in mezzo al verde dei vivi. Impensabile pulire i boschi. Km quadrati a profusione. Alcuni morti cadono. Tanti di loro si vedono sugli argini dei fiumi.
Abbiamo attraversato un intero bosco muerto, distrutto dall'eruzione di un vulcano negli anni '90. Non stona, ha un suo fascino.
I cespugli di fucsia, fanno da bordure ai lati della strada, raggiungendo talvolta i due m di altezza. Ho visto piccole cascate di licheni appoggiarsi sui rami di alcuni alberi. Ma il pezzo forte è stata la Catedral de Marmol nel Lago General Carrera.
Ci addentriamo in un bosco dove c'è uno chalet in legno azzurro e sotto l'imbarcadero.
Ci viene incontro una donna.
Accompagna solo me da un uomo robusto, un personaggio di un film di Dario Argento mi suggerisce la suggestione. C'è l'autunno qui, con i suoi colori. Il cielo però è grigio, l'atmosfera inizialmente è inquietante.
Salgo sulla barchetta con due uomini, dopo aver indossato il salvagente.
Appena cominciano a spiegarmi la storia di questo angolo di paradiso, la mia diffidenza svanisce. Sono incantata. Sorridono al mio entusiasmo. Quando finiamo il giro in barca entro nello chalet e mi siedo con i proprietari vicino alla stufa. Che bello! L'uomo mi racconta di essere stato in Italia da padre Pio.
Le rocce che formano la cattedrale erano sommerse dall'acqua che nel corso del tempo si è ritirata.
Vento e acqua l'hanno erosa creando quelle caverne. Il marmo bianco ha sui 300 milioni di anni, quello grigio 600.
Siamo a fine stagione, tre persone nella struttura. Pare un ritiro spirituale. Si va in camera dopo cena, cos'altro potrei fare? Nulla! Scrivo.
La camera è piccola, su due piani. Sotto un bagno e un piccolo soggiorno con la stufa a legna, sopra la camera da letto, fredda. Oh Signore! Fa freddissimo, come faccio a farmi la doccia?, penso. Lo faccio presente, sono tutti disponibili: domani mi daranno la stanza più bella che hanno.
Io e Nathaniel ceniamo con una vista sul lago che toglie il fiato. Ottimo il cibo, in particolare la zuppa. Adoro le zuppe.
Mi metto due piumoni quando vado a dormire. La notte mi alzo a mettere legna nella stufa, che è pure vorace. Non è poi così male!, penso.
Apro la finestra, il rumore delle onde del lago ha una nota dolce che riempie il mio cuore.
È tutto strano, emozionante, nuovo per me. Come esperienza intendo. Sono sola, in un posto sperduto, dall'altra parte del mondo.
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