𝐛𝐫𝐨𝐤𝐞𝐧
"You don't have to hurt, you don't have to hurt anymore
With a little time, take a look and find what you're searching for
You are broken on the floor
And you're crying, crying
He has done this all before
But you're lying, lying
To yourself, that he'll find help
That he will change to someone else
But you're broken on the floor
Still asking him for more"
JJ aveva preso tutte le sue cose, promettendosi che non sarebbe più tornato in quella casa, piena solo di bottiglie vuote e brutti ricordi.
Con una mano reggeva il fianco ancora dolorante, mentre con l'altra continuava ad alzare una vodka scadente, pensando che avendo la mente annebbiata dall'alcol non avrebbe più pensato al dolore che il padre gli aveva causato.
Era così stanco di tutto quello che continuava a subire senza avere il coraggio di ammettere che forse Luke non teneva davvero a lui.
In cuor suo sperava davvero che prima o poi gli avrebbe dimostrato l'affetto di cui un figlio aveva bisogno, ma lucidamente sapeva che non sarebbe accaduto.
Forse non se lo meritava?
Cercava sempre di fare il possibile per ottenere la sua approvazione, era arrivato a rubare i soldi da uno spacciatore, sapendo che la situazione gli si sarebbe rivoltata contro, anche solo per vedere un briciolo di orgoglio verso di lui.
Aveva veramente puntato una pistola in testa a suo padre.
Non riusciva a non pensare a tutte le umiliazioni che gli erano state fatte, le botte non gli facevano più nulla, era il pensiero di non essere abbastanza che lo attanagliava.
Mentre pensava a questo si accorse di aver finito la bottiglia di vodka, e non capiva dove stesse andando.
Sentiva di aver bisogno dei suoi amici, ma non voleva essere un peso.
Erano stati la sua ancora di salvezza.
Considerava i tre ragazzi la sua famiglia ormai, ne avevano passate tante insieme.
Condividevano gli stessi interessi, e lui aveva sempre saputo che se avesse avuto bisogno di qualunque cosa, loro sarebbero stati al suo fianco.
Ma sentiva la necessità di rimanere il solito JJ, quello che fa sempre la battuta talmente stupida che fa ridere tutti, che mette il gruppo in situazioni complicate, ed essenzialmente non parla mai dei suoi problemi.
Spesso quando si vedevano lui aveva qualche segno dello scontro con il padre del giorno precedente, e nonostante gli altri si preoccupassero, tutto sfociava in qualche risata e lattina di birra, a causa della noncuranza che il biondo dimostrava di fronte alle sue ferite.
Ma adesso riderci su sarebbe stato troppo anche per lui.
Kiara stava finendo di mettere a posto le sedie dopo aver lavato il pavimento del ristorante dei suoi genitori, e con la coda dell'occhio osservava Pope guardarla.
Sapeva che lui provava qualcosa per lei. Lo capiva dai gesti imbarazzati che faceva quando erano solo loro due, non era il solito Pope rilassato e sicuro di ciò che diceva come al suo solito.
Continuava a pensare al gesto sconsiderato di JJ. Perché doveva essere così irresponsabile? Non poteva mettere in pericolo solo sè stesso e non tutto il gruppo?
Era consapevole del fatto che lui aveva solo l'esigenza di richiamare l'attenzione dei suoi amici sul bene che provava verso di loro.
Sapeva anche che la notte della festa in spiaggia tirare fuori la pistola era stato il modo più veloce che gli era venuto in mente per proteggere il loro amico.
Si chiedeva semplicemente perché non riflettesse un po' di più sulle proprie azioni.
"Ehm, Kie, che dici se un giorno di questi andassimo a bere una birra insieme?"
Tornò con i piedi per terra sentendosi quasi rintronata dal volume dei suoi pensieri.
"In che senso Pope?"
Si maledisse per quella domanda stupida.
Quanti sensi poteva avere?
Non le aveva dato abbastanza tempo per riflettere.
Nella sua mente si erano palesati tutti i possibili scenari che potevano derivare da quella uscita.
Poteva diventare imbarazzante e la loro amicizia si sarebbe raffreddata per sempre.
Lei non era attratta da lui.
E sapeva che le relazioni tra amici andavano sempre a finire male.
"Hey mi stai ascoltando?"
Uscì dallo stato di trance in cui era rientrata.
"Scusami mi sono distratta un attimo, sono un po' stressata in questo periodo, forse è meglio concentrarci sul recuperare l'oro e riparlarne più avanti."
Si sentiva in colpa per come gli aveva risposto, ma era uscito tutto di getto.
"Si certo hai ragione...riparliamone più avanti." borbottò il ragazzo.
L'aria si era fatta pesante, ed una sensazione di imbarazzo era calata tra i due.
"Secondo me possiamo iniziare ad avviarci allo Chateau, si sta facendo tardi." continuò il moro, rompendo il silenzio soffocante che si era creato.
Kiara annuì, e si incamminarono verso l'auto, tenendosi a debita distanza l'uno dall'altro.
JJ sapeva di aver fatto una cazzata.
Continuava a bere e sentiva la mente annebbiarsi sempre di più, man mano che si calava i calici di champagne.
Spendere tutti i soldi in un idromassaggio? Con tutti i problemi economici che aveva?
Era stanco di essere così imprudente ed impulsivo ed incauto.
Ci teneva a far cambiare l'idea che gli altri si erano fatti di lui ma non faceva niente per cambiare sè stesso.
Dove pensava di arrivare andando avanti in questo modo?
"Tranquilla Kie andrà tutto bene, caleremo JohnB e JJ nel pozzo, io resterò in in cima, e tu e Sarah vi occuperete del trasposto."
"Ho preso l'argano, quel contenitore può reggere tipo un centinaio di chili."
Parcheggiarono nel giardino dello Chateau ed entrambi scesero dall'auto imbarazzati dalla situazione verificatasi nel ristorante precedentemente.
"Grazie." disse la riccia giocherellando con i ciuffi dei capelli che continuavano ad andarle sul viso.
"E di cosa?"
"Di averci lasciato lì costringendoci a fare pace."
"Perché pensi che sia stato io?"
Mentre si avvicinavano alla casa dell'amico vennero interrotti da alcune luci da festa che si accesero improvvisamente illuminando gli alberi intorno a loro.
"Ma che diavolo?"
"Che cos'è quello?"
I due si guardarono spaesati e si diressero verso il punto da cui proveniva la maggiore fonte di illuminazione.
JJ era seduto all'interno di una vasca idromassaggio, a versare champagne in diversi bicchieri e con gli occhiali da sole addosso, nonostante fosse buio inoltrato.
Il biondo sorrise ai due ragazzi.
"Che hai combinato JJ?" chiese il moro.
"Ho un getto d'acqua dritto nel culo adesso-rise da solo- Coraggio! Dovete tutti entrare nell'acqua subito capito?"
Continuò a versare da bere nei bicchieri che ormai stavano straripando.
"Alla vostra!"
Pope lo guardò contrariato, incrociando le braccia.
"Quanto ti è costato?"
"Beh, tra il generatore, la benzina e la consegna espressa- si fermò per contare sulle dita- più o meno tutto."
I due fuori dall'acqua si guardarono.
"Tutto quanto? In un giorno solo?!" domandò il moro, srabuzzando gli occhi.
Kiara assunse un'espressione perplessa.
"Si, ho le tasche un po' bucate...ma dovete ammetterlo è fantastico! La migliore vasca per la terapia idromassaggio, così mi hanno detto. Che c'è Kiara? Non si può avere un po' di lusso nella vita?
Avanti, non vi siete stufati di contare gli spiccioli?
In fondo si vive una sola volta, giusto?
Adesso basta cazzate, entrate nel culo del gatto!"
"Nel cosa?" chiese la ragazza, attonita.
"Nel Culo del Gatto- disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo- L'ho chiamato così. Ah! Quasi dimenticavo."
Il biondo premette un pulsante che accese una palla da discoteca e fece spruzzare dei getti d'acqua dai lati dell'idromassaggio.
"Che ve ne pare? Lo so, che figata, modalità disco!- esclamò alzando la bottiglia di champagne, mostrandosi fiero di ciò che aveva acquistato- Così si fa belli!"
"Ma stai scherzando?- ribattè Pope, rovinando l'entusiasmo di JJ- Potevi usarli per il rimborso!"
"Oppure darli a qualsiasi ente benefico!" aggiunse Kiara, stizzita.
"O anche comprare altra attrezzatura per estrarre l'oro dal pozzo!"
"Ok, sapete che c'è? Non l'ho fatto!"
Per la prima volta da quando i due ragazzi erano arrivati, JJ si alzò dal punto in cui era seduto, e rivelò l'addome pieno di lividi, che solo una persona poteva aver causato.
"Ho ordinato una vasca, per i miei amici. L'ho comprata per i miei amici, anzi sapete cosa i miei migliori amici! L'ho comprata per voi, che siete la mia famiglia!"
"JJ che diavolo?"
Kiara sentì gli occhi diventare lucidi, che teneva fissi sui simboli del dolore silenzioso che il ragazzo provava da tempo.
Avrebbe voluto aiutarlo, fare qualsiasi cosa per dimostrargli che lui era abbastanza per loro, che non era colpa sua se era dovuto crescere con un padre del genere, e che se ne avesse avuto bisogno lei sarebbe stata al suo fianco.
"Guardate cosa ho fatto, guardate qua!- si girò e vide la ragazza trattenere le lacrime- Smettila di preoccuparti, sto bene! Ragazzi è fantastico è tutto così..."
La riccia si accorse che stava crollando, e non ci pensò due volte prima di correre ed avvolgerlo in un abbraccio, che esprimeva molto più di quanto accrebbero potuto fare le parole.
Lei stava attenta a non stringerlo troppo per non fargli male, e lui si aggrappava a lei come se fosse l'unico modo per salvarsi.
Si strinsero e lui si lasciò andare, tirando fuori tutte le lacrime che teneva dentro da troppo tempo.
"Non ce la faccio, non ce la faccio. Stavo per ucciderlo Kie." sussurrò tra i singhiozzi, stringendole la canottiera.
Gli accarezzò la testa per incitarlo a rimanere in silenzio.
Pope si aggiunse all'abbraccio, ed i tre rimasero così, in silenzio, per un tempo indefinito.
"Rimango io con lui stanotte, tu torna a casa, tuo padre sarà preoccupato."
"Sei sicura? Posso farti compagnia se vuoi."
Aveva un tono quasi supplicante, ma Kiara non fece praticamente caso alle sue parole, le sue attenzioni erano focalizzate tutte su JJ, che necessitava davvero il suo aiuto e la sua premura.
"Non è necessario davvero. Ci vediamo domani mattina, sarà un giorno importante, è meglio che riposi."
L'amico se ne andò con gli occhi bassi, senza girarsi neanche una volta.
Era una sensazione terribile essere rifiutato.
Non che si fosse dichiarato, ma implicitamente, timido qual era, la richiesta di uscire da soli doveva far scattare qualcosa nella testa di Kiara, secondo lui.
A quel punto tornò dentro casa, dove il biondo la stava aspettando steso nel letto, continuando a cercare una posizione comoda in cui riuscire ad addormentarsi, non trovando pace.
Quando vide la figura della ragazza appoggiata sullo stipite della porta, si fermò di scatto, quasi incantato.
"Mi gira la testa."
"Quanto hai bevuto?"
Rimase zitto e si portò una mano sugli occhi.
La riccia lo intese come una richiesta di aiuto e si sedette sul bordo del letto.
Pose una mano sul viso dell'altro, e sussultò al tocco con la pelle calda.
"Sei bollente. Forse è bene che ti faccia una doccia, alzati."
"È un invito a farla insieme?" chiese lui con fare ammiccante, che però risultò ridicolo a causa di tutto l'alcool che aveva ancora in corpo, il quale rendeva tutto il suo mondo rallentato.
"Stai attento perché non sono obbligata a rimanere, e potrei lasciarti qua da solo alla mercé della notte."
"Come sei poetica...sono io a farti quest'effetto?"
Kiara trattenne a stento una risata, e lo aiutò a tirarsi su.
"i'm turning my head up and down i'm turning, turning, turning, turning turning around nanana"
"Ma che cosa stai facendo?"
Con una mano fra i capelli, guardava il biondo girare la testa mentre canticchiava e si avviava verso il bagno da sè, nonostante camminasse come se fosse su un pianeta con assenza di gravità.
"Mi sa che devo vomitare."
Lo seguì e lo aiutò a reggere la testa mentre buttava fuori tutto, continuando a pensare come si fosse cacciata in quella situazione, che poteva diventare imbarazzante da un momento all'altro.
Un suo grande limite era questo secondo lei, di non riuscire a godersi i momenti belli per la paura che qualcosa potesse andare storto.
Lo aiutò ad entrare in doccia e fece per tornare nell'altra stanza.
"Che fai te ne vai sul più bello?"
"Ti prendo dei vestiti puliti dall'armadio di JohnB, vedi di muoverti."
Lo aspettò sul letto per un tempo che le parve interminabile, e mentre stava per chiudere gli occhi lo sentì distendersi accanto a sè.
"Grazie."
"E di cosa?"
La ragazza ebbe un dejavu, ripensando alla conversazione con Pope di qualche ora prima.
"Per essermi stata vicino, lo apprezzo tanto."
"Non devi aver paura di aprirti con me JJ, vorrei che lo capissi."
Si avvicinò a lei e la ragazza si sentì avvampare, quindi si alzò di scatto.
"Ho fatto qualcosa di sbagliato? Resta qui con me, ti prego."
Qualcosa stava accadendo dentro di Kiara, che faceva di tutto per resistere alla tentazione di tornare nel letto con il suo migliore amico, le sembrava tutto così sbagliato.
Era proprio questo che intendeva quando pensava ad amicizie rovinate per momenti imbarazzanti.
Ma la parte irrazionale ebbe la meglio su di lei.
Tornò distesa accanto al ragazzo, ed appoggiò la testa sul petto dell'altro. Con le mani iniziò a toccare i lividi sul suo addome, e le tornarono gli occhi lucidi.
"Non voglio che ti faccia più del male."
Si addormentarono così, con le mani strette l'una all'altra, e JJ ebbe la sicurezza che il suo mondo sarebbe diventato un po' più colorato.
ciao! scusate per lo spazio io li odio tremendamente, ma ci tenevo a scusarmi per qualsiasi errore di cui forse non mi sono accorta. Tengo tantissimo a questa os perché considerato che ho fatto il rewatch di obx tre volte e per tre volte ho pianto durante la scena dell'idromassaggio scrivere qualcosa sul contorno della scena mi sembrava necessario ed ho deciso di condividerlo.
spero vi trasmetta qualcosa e vi ringrazio se siete arrivati fino a qui. lasciate una stellina! ed anche un commento grazie<3
mille bacini
-ali
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