1.2
La dama che le aveva stretto la fascia di preziosa seta in vita era la stessa con cui Hana era entrata a palazzo pochi mesi prima. A quel tempo la ragazza si era dimostrata disposta ad aiutarla, benevola nei confronti di una nuova amica con cui avrebbe condiviso la stessa sorte.
Ora, invece, la trattava con muto disprezzo.
Hana non se ne stupì. Da quando il secondo principe aveva deciso di favorirla, le altre dame si erano trasformate in serpi velenose. Le avevano dato del filo da torcere, ma lei non vi aveva fatto caso più di tanto. Comprendeva il loro stato d'animo, in fondo. Credevano che avesse ammaliato con chissà quale incantesimo un uomo inarrivabile, quando si era solo ritrovata ad essere ricattata.
Tuttavia, non se ne lamentava.
Si accomodò davanti a un lungo tavolo basso, su cui emergevano scrigni in madreperla.
La dama la seguì per sistemarle la semplice acconciatura. Quando le tirò una ciocca con troppa forza, Hana sobbalzò e cercò il suo volto nello specchio dorato, trovandovi un sorriso soddisfatto.
«Puoi andare, finirò da sola.»
Non appena la ragazza uscì dalla porta circolare, Hana infilò uno spillone nella treccia posticcia che passava da un orecchio a un altro. Due fiori di ciliegio tintinnarono fra loro.
Fu allora che Eunji comparve nel riflesso, dietro il proprio. Hana non si era nemmeno accorta del suo arrivo. I lineamenti severi del principe non si addolcirono nel vederla.
«Voltati.»
Un brivido passò dietro la schiena di lei. Le altre dame potevano anche invidiarla, ma nessuna di loro sapeva che sin dal principio aveva ritenuto Eunji incredibilmente affascinante. La prima volta che lo aveva visto, seduto sul bordo del letto con solo la veste da notte indosso, mentre leggeva un rotolo di bambù, lo aveva trovato splendido. E se anche lui non l'aveva notata, si era ripromessa che avrebbe custodito quello sboccio di infatuazione senza che nessuno ne fosse a conoscenza.
Ora era diverso. Tutto era cambiato da un giorno all'altro, come nelle leggende che gli anziani di Haruna erano soliti a raccontare a lei e a sua sorella da bambine.
Perciò, Hana ubbidì alla sua richiesta.
«Daegun mama» sorrise, con serenità, la giovane. «Ho tardato? Non vorrei farvi sfigurare.»
Una risata sfuggì dalle labbra di Eunji, che le sfiorò una guancia con la punta delle dita. I suoi occhi esprimevano soddisfazione.
Gli piaceva, quindi?
«Non potresti farmi sfigurare nemmeno volendo, Hana» le disse, ma non addolcì il tono di voce. «Questi vestiti risaltano la tua bellezza.»
«Ne sono felice» mormorò lei, toccando lo spillone con i fiori di ciliegio per farli suonare. «Ho sempre pensato di essere bella come un fiore.»
Sua madre le aveva rimproverato spesso di non mostrarsi tanto sicura, la modestia era alla base di tutte le virtù femminili, ma lei non riusciva a smettere.
«Lo hai sempre pensato?» L'espressione del secondo principe si fece più seria, poi le sfilò lo spillone e le sciolse i capelli, facendoli ricadere completamente sulle spalle. «Così sarai ancora più avvenente.»
Hana schiuse le labbra dipinte con un belletto rosa e accarezzò la chioma castana. «Avete delle disposizioni per me, daegun mama?»
«Sì.» Eunji le girò attorno, come un avvoltoio in attesa di afferrare la propria preda. «Da adesso in poi dimenticherai le imposizioni dell'etichetta di corte e mi chiamerai per nome, così da far comprendere a chi ci sta intorno quanto il nostro legame sia profondo.»
Una tale rivelazione la sconvolse. Hana non avrebbe potuto desiderare altro.
«Eunji...» tentò, arrossendo.
Il secondo principe si fermò ancora davanti a lei. La lunga veste nera rilucé grazie ai ricami dorati che correvano sulle spalle, illuminando il volto triangolare.
«Dovrai restarmi vicino, ogni istante, e non temere il contatto fisico» Eunji le prese una mano e la avvicinò di scatto al suo viso. Indugiò un istante e lasciò un sospiro sulle sue labbra. «Ricordati, devi amarmi.»
Hana smise di respirare. Quei suoi occhi scuri, quelle labbra così vicine... provò un irrimediabile desiderio di sentirle, di provare sensazioni che conosceva solo tramite la descrizione dei poeti. E non riusciva a capire se quei desideri fossero sbagliati o giusti. I suoi sogni, dopo tutto, si erano avverati. Cosa poteva esserci di errato nella veemenza delle sue pulsioni?
«Non potrei mai dimenticarlo» sussurrò, poi corse ai ripari. «Adempirò ai miei doveri, Eunji.»
Il principe annuì, senza battere ciglio, lasciandole la mano.
In quel momento una nuova dama oltrepassò la porta circolare e si inchinò, congiungendo le mani di fronte al petto. «Daegun mama, la principessa Areum e il principe Yong di Kaewang sono giunti a palazzo per il vostro incontro ufficiale. Vi attendono al Padiglione della Concordia. Sua altezza, la regina, mi ha raccomandato di comportarvi in modo adeguato con i nostri ospiti.»
Eunji si morse le labbra, un'ombra di fastidio attraversò il suo viso.
No, non era solo fastidio.
C'era qualcosa di più, simile all'odio e al ribrezzo. «Dite alla regina che non ho bisogno delle sue raccomandazioni.»
La donna diede voce a un gemito, quasi fosse spaventata. «Ma, altezza... La regina Soseono è la vostra madre reale, non può che avervi a cuore.»
Eunji la fulminò con il solo ausilio di un'occhiata, la sua voce assunse un tono greve, cupo quasi. «Quella donna non è mia madre, serva insolente. Non osare più insinuare una cosa del genere nel mio palazzo. So benissimo di chi sono figlio.»
La serva sgrano gli occhi e cadde sulle ginocchia, mimando un piccolo inchino. La situazione si era fatta pesante e Hana non voleva che il secondo principe si adirasse ancor prima dell'incontro ufficiale.
«Eunji» si azzardò dunque a dire, dimostrando una vicinanza che altrimenti non avrebbe esternato. «Non facciamoci attendere.»
Lui rilassò appena i lineamenti delicati del viso, contraendo le labbra in un sorriso beffardo. «Hai ragione, smettiamola di nasconderci dagli sguardi malevoli» sibilò, afferrandole una mano e attraversando la porta per incamminarsi in direzione dei grandi giardini.
Nonostante il suo incedere forse calmo, Hana intuì un certo nervosismo in quei passi e anche lei, adesso, ne provava. La sua mente era pervasa da dubbi e pensieri intrusivi che si stava sforzando di cacciare via, focalizzandosi sul comportamento che avrebbe dovuto sfoggiare: una volta arrivati davanti agli ospiti di Kaewang non avrebbe dovuto mentire, ma comportarsi in modo naturale.
Non sarebbe stato così difficile. Almeno, così voleva sperare.
***
I cuscini ocra su cui Yong si era seduto erano scomodi: non era abituato a sprofondare su superfici tanto molli. Era tutto così diverso in quel posto, dalle tiepide temperature, alla fresca brezza marina proveniente da sud.
Ciononostante, da quando il giovane aveva varcato insieme alla sorella le porte di Hyejie, la capitale di Sunju, era rimasto estasiato da quel mondo. Soprattutto dal palazzo. Il verde dei tetti si accordava armoniosamente alle luci soffuse della prima sera, e il rosso che ricopriva le pareti sembrava così intenso che pareva quasi essere sangue.
Areum, invece, non era rimasta colpita da niente. Sua sorella aveva scalpitato e si era fatta infilare a forza un lungo abito dalle sfumature violacee. Le dame avevano lottato per tenerla ferma e pettinarle i capelli, in cui avevano infilato pendagli d'argento. Le urla di Areum gli erano rimaste impresse nelle orecchie, impedendogli di riposare.
Pur avendo fatto di tutto per sabotare quell'incontro, Yong era riuscito a calmarla e a sedersi con lei sotto al Padiglione della Concordia. Era stata un'impresa difficoltosa, si era beccato persino qualche insulto dalla gemella, ma alla fine il principe aveva eseguito gli ordini dei genitori. Non avrebbero potuto rimbrottarlo di nulla.
In attesa che il secondo principe li raggiungesse, Yong gettò uno sguardo oltre la sorella, verso il laghetto su cui galleggiava una piccola barca. Non ne aveva mai vista una prima di allora.
«Oh, non fare quella faccia stupita» lo rimproverò Areum, agitando una mano davanti al suo viso. «È solo una barca.»
«Non è solo una barca» rispose lui, affascinato. «È una miniatura di una giunca di Sunju! Si dice che sia capace di attraversare intere distese d'acqua fino al continente di Daradaj.»
Kaewang purtroppo aveva solo pochi punti di affaccio sulla costa e la capitale non era fra questi: situata nella zona più interna e fortificata del regno, Yong era cresciuto fra le montagne e le colline. Non era mai riuscito a risalire i fiumi, perché persino quelli erano troppo irruenti per riuscire a domarli. Fra le catene montuose vi erano persino delle cascate, aveva sentito dire ai nomadi della steppa, ma era difficile raggiungerle.
Yong sospirò, tornando a prestare attenzione alla gemella e sistemandole una ciocca ribelle dietro l'orecchio. Esso era abbellito da tre sottili cerchietti d'argento, Areum non amava i pesanti pendenti. «Raddrizza la schiena, per favore, presto il tuo futuro sposo sarà qui.»
«Sono così impaziente di vederlo. Guarda, non sto più nella pelle!» sbuffò Areum, per poi afferrare uno dei dolci disposti su piattini di ceramica lucidata. Anziché mangiarlo, glielo tirò in testa. «Sai cosa? Se non la smetterai di darmi ordini, te la farò pagare!»
Il giovane era pronto a tirarle i capelli per dispetto, ma una voce allegra ruppe i colori placidi del tardo pomeriggio. «Yong!»
Il giovane si voltò subito, riconoscendo la prima principessa di Sunju, Mi-sun, passeggiare nei pressi del Padiglione della Concordia. Yong le sorrise con dolcezza e si alzò per inchinarsi, intimando alla gemella di fare lo stesso.
«Gongju mama, non vi vedo dai tempi dell'ultima celebrazione di pace» le sorrise Yong, mantenendo una distanza formale. «Siete diventata più alta e...» più bella, ma temeva di osare troppo.
Mi-sun si fermò vicino a lui. Il vento le gonfiò le gonne e le maniche azzurre del suo abito, i lunghi capelli castani erano colmi di lucenti gioielli dorati. Sul viso tondo si apriva un sorriso gioioso e infantile. «Gongju? Ti ho detto tante volte che per te sono solo Mi-sun.»
Yong sorrise, per nulla imbarazzato. Aveva non di rado incontrato i principi e la principessa di Sunju agli eventi ufficiali, fatta eccezione per il futuro sposo della sorella. Il secondo principe era da sempre incline a non presenziare alle cerimonie.
Proprio durante una delle celebrazioni autunnali, Yong aveva avuto occasione di provare una certa affinità nei confronti della piccola Mi-sun.
Non aveva più di quindici anni, ma era delicata come una peonia.
«Mi-sun, mio fratello tiene molto alle regole, non dovremmo sorprenderci» aggiunse Areum, inchinandosi in modo sgraziato. «Non sai ancora quanto può essere noioso.»
«Tratto solo le persone con il rispetto che meritano» mormorò Yong, per poi voltarsi verso la principessa e incrociare i suoi occhi scuri, per farle una proposta. «Ci terrete compagnia?»
Mi-sun avanzò all'ombra del padiglione e gli prese la mano, per riscaldarla fra le sue morbide e ingioiellate. «Lo farò solo se mi chiamerai per nome. Non deve esserci distanza fra noi.»
Yong rimase stupito da tanta espansività e dolcezza. Mi-sun non sembrava essere disturbata in alcun modo dalla loro vicinanza o dalla stretta delle loro mani, ancora intrecciate l'una all'altra. Ciò lo fece sorridere.
«Mi-sun, allora, se ti rende felice.» Il suo nome gli scivolò sulla punta della lingua facilmente. Yong pensò che averla accanto sarebbe stato un bel dono. Una ragazza posata, elegante e bella. Cosa avrebbe potuto chiedere di meglio?
«Bene, ora sono soddisfatta» confermò la prima principessa, dando vita a una risata soffusa. Yong la aiutò a sedersi sui cuscini accanto ai propri e lasciò che lo onorasse versando il tè in una tazza laccata. «So che siete qui per incontrare il mio secondo fratello, Eunji» aggiunse Mi-sun, ma la voce si ottenebrò.
Areum strinse le labbra e lo sguardo guizzò a destra e sinistra, come se stesse cercando una via di fuga. Aveva drizzato la schiena e stretto le dita sulle gonfie gonne viola.
Yong prese la tazza e sorseggiò il tè al fiore di loto, coprendosi con una manica meno larga rispetto alle vesti in uso a Sunju. «Sì, ma è in ritardo. Ormai attendiamo da molto tempo, non è così, Areum?» la richiamò, affinché non le venissero strane idee.
Mi-sun scambiò uno sguardo inquieto con la sua dama di corte, prima di riprendere a parlare. «Come immaginavo. Oh, Areum...» sospirò, affranta. «Non aspettarti un uomo amabile. Eunji mi ha infastidita in ogni modo, sin dall'infanzia. È odioso, ributtante e incline a...»
«Non sopportare le stupide ragazzine come te, Mi-sun.»
Un giovane uomo arrivò in quel momento, con gli occhi lunghi, colmi di irritazione. Al suo fianco c'era una ragazza, la cui bellezza era paragonabile a quella di un fiore sbocciato nel pieno della primavera.
Areum si irrigidì.
«Mi-sun non è mai stata stupida» la difese Yong, incontrando lo sguardo colmo di veleno del secondo principe.
«Non la conoscete bene, allora.» Eunji sorrise con strafottenza e congiunse le mani al petto per inchinarsi, in segno di saluto, mentre la ragazza al suo fianco lo imitava. «Mi dispiace per il ritardo, ma volevo assolutamente osservare la mia donna vestirsi.»
Stavolta fu Yong quello a irrigidirsi, il suo sguardo corse alla figura della sorella, la quale era rimasta in ginocchio, fredda come una lastra di ghiaccio, gli occhi neri puntati sulla ragazza.
«La tua donna o la tua puttana?» sibilò Areum, senza nascondere la rabbia.
La ragazza boccheggiò, le guance paffute si gonfiarono fino a diventare rosse. «Non sono la puttana di nessuno, gongju mama.»
Yong tirò le labbra in una smorfia. Persino Mi-sun era rimasta sconvolta, osservava il fratello con uno sguardo terrificato.
Yong soffocò un'imprecazione sul nascere. Qualsiasi fosse il gioco del secondo principe, non gli piaceva. E non poteva lasciare che le provocazioni di quel giovane avessero la meglio sul carattere dirompente di Areum.
«Modera il linguaggio» raccomandò alla sorella.
«Il linguaggio? Davvero, fratello?» Areum rise, indignata, e continuò. «Vuoi che lo moderi quando il mio futuro marito si presenta qui con la sua amante?!»
Eunji sorrise soddisfatto, accompagnando la giovane sui cuscini. «Avete forse qualcosa da dire in merito, gongju? Dovrò sposarvi, ma non aspettatevi di vedermi passare il mio tempo con voi. Sono un principe e, per quel che mi riguarda, posso vantare tutte le concubine che mi necessitano.»
Mi-sun si lasciò sfuggire un singulto, Yong invece si sforzò di restare concentrato sulle parole del secondo principe. Correva voce che fosse un uomo privo di scrupoli, senza peli sulla lingua, a volte persino cinico con i suoi servi, ma non avrebbe mai pensato che tali dicerie si sarebbero rivelate fondate: «Daegun mama, mia sorella ha sangue nobile, merita rispetto.»
Eunji si lasciò sfuggire una risata sprezzante. Nemmeno si degnava di guardare Areum, tanto era impegnato a carezzare le dita della sua amante, stretta al suo corpo incurante del buon costume. «Abbiamo tutti sangue nobile, qui. Addirittura, alcuni più di altri» sibilò Eunji, scoccando un'occhiata feroce a Mi-sun, che si premurò di ricambiarla. Poi, il giovane continuò. «Solo che vostra sorella non è esattamente una bella donna. Insomma, guardate la mia Hana, e poi guardate lei...» il braccio del secondo principe si strinse attorno alla vita della sua amante, per rimarcarne il possesso. «Voi chi scegliereste per farvi sentire a letto?»
Domanda sbagliata.
Yong sapeva che di lì a poco la gemella sarebbe esplosa, e non era la sola.
Mi-sun alzò gli occhi al cielo e si rivolse al fratello, quasi la sua voce potesse riuscire a mitigarlo. «Eunji, stai esagerando.»
Yong decise di darle man forte, nonostante sapesse già fosse inutile. «La vostra scortesia ci disonora, altezza. Sebbene abbiate a cuore questa donna, state facendo un torto non solo a mia sorella, ma a tutto il regno di Kaewang.»
«Un torto? E perché mai? Sono solo sincero» li provocò Eunji, sorridendo con velata cattiveria. «Adempierò ai miei doveri, sposerò la principessa Areum. Ma lei sarà mia moglie solo di nome, poiché il mio cuore appartiene già a un'altra. Così come il mio rispetto, mi sembra chiaro.»
Areum, spazientita, batté una mano sul tavolo e il tè si mosse nelle tazze rimaste intatte. La sua voce tremava a causa della furia, non c'era modo di fermarla. «Non diventerò vostra moglie. Cadessero i Cieli in questo istante sulla mia testa, non ho intenzione di passare la mia vita con voi. Per quel che mi riguarda, questo accordo matrimoniale salta adesso, checché ne dicano i miei o vostri genitori.»
Yong avrebbe voluto tapparle la bocca, perché Areum, nella sua impulsività, aveva appena fatto il gioco di Eunji.
Di contro, il secondo principe scrollò le spalle. «Ora siete voi quella scortese, che sta facendo un torto a Sunju.»
Yong si morse l'interno della guancia. Non poteva permettere che gli sforzi di suo padre venissero meno. I suoi genitori avevano faticato tanto per trovare un accordo matrimoniale con Sunju, dato che la situazione al confine si stava facendo di nuovo tesa.
Oramai, però, il danno era fatto. Il matrimonio sarebbe saltato e lui sapeva benissimo che Areum non sarebbe mai tornata sui suoi passi.
Non dopo un affronto del genere.
Yong aveva fallito.
Lui e Areum sarebbero tornati nel regno di Kaewang a mani vuote, i ministri li avrebbero accusati di essere due eredi incompetenti e sarebbero stati motivo di vergogna per la loro madre, la regina.
Yong non poteva permetterlo. E fu proprio allora che un'idea gli balenò nella mente, portandolo a voltarsi in direzione di Mi-sun, ancora intenta a fissare il fratello indispettita.
Allora, il principe parlò senza riflettere. Era una mossa avventata la sua, ma, onde evitare una guerra, l'unica possibile. «Ciò che interessa ai nostri regni è un matrimonio reale. Dunque è indifferente se sarà mia sorella a sposarsi, o io. La principessa Mi-sun mi conosce da tempo e i nostri caratteri si compensano. Oserei proporre uno scambio di accordi.»
Areum lo guardò con gli occhi grandi sgranati, mentre Mi-sun si portò una mano alle labbra, quasi non credesse alle sue parole. Eunji inarcò un sopracciglio e si voltò a fissare la sorella minore, la quale, infine, incurvò le labbra lucide in un sorriso estasiato. «Sarebbe una splendida idea, Yong, per certo i miei genitori non si dimostreranno ostili. D'altronde sono già in età da marito.»
Yong non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che avvertì il peso degli occhi di Eunji su di sé. Quando sollevò lo sguardo, lo vide sorridere e provò una strana sensazione di disagio lungo la schiena.
«Siete intelligente, daegun mama» si complimentò Eunji, alzandosi in piedi e aiutando con premura Hana.
Yong deglutì un grumo di saliva amara, cercando sotto il tavolo la mano della sorella, per stringerla fra le proprie. «Sono lieto che si possa arrivare ad un accordo senza dover sacrificare la nostra felicità.»
«Grazie per averlo reso possibile» gli sorrise con leggerezza Hana, inchinandosi.
Yong si alzò in piedi insieme ad Areum e Mi-sun. «Con questa soluzione accontenteremo tutti e non ci saranno dissapori. Buon proseguimento.»
Areum si lasciò andare a una risata amara, prima di strattonarsi dalla sua presa e andare via, senza degnar loro di un inchino. Yong non la biasimò, né la riprese. Non osava immaginare come si stesse sentendo.
Eunji, di contro, lo salutò con un cenno del capo ma non riservò lo stesso trattamento a Mi-sun. Si limitò bensì a voltarsi insieme ad Hana e incamminarsi di nuovo in direzione dei suoi appartamenti, con le vesti di seta nera che si agitavano al soffio del vento. Solo Mi-sun rimase al fianco di Yong, sfiorandogli dolcemente il dorso della mano.
«Ti farò incontrare mio padre, il re, oggi stesso. Deve sapere che presto ci sposeremo, Yong.»
**
daegun mama: altezza reale (riferito ai principi)
gongju mama: altezza reale (riferito alle principesse)
gongju: principessa
E quindi il matrimonio si farà, ma non fra Eunji e Areum. Non c'erano proprio i presupposti ragazzi, Areum si è lasciata prendere dalla rabbia ed Eunji l'ha avuta vinta. Quel poveraccio di Yong ha cercato di mantenere la calma ed è riuscito a salvare la situazione in extremis, proponendo un matrimonio con la piccola Mi-sun!
Quindi scamperemo la guerra? Beh. Vedremo u_u.
Spero che abbiate avuto una buona impressione di Mi-sun a proposito ^^, e che abbiate notato come Eunji non sembri sopportare né lei, né la regina Soseono. E non avete ancora visto il rapporto che ha con Song, il principe ereditario.
A proposito di Song, potremo conoscerlo già dal prossimo capitolo u.u. Quindi, se siete curiosi, vi aspetto venerdì per un nuovo aggiornamento!
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