1.1
Eunji aveva picchiato con forza quello stupido eunuco, più e più volte, ma non era servito a dissipare la sua rabbia.
Con le dita strette intorno al rotolo di bambù percorse in fretta la veranda, diretto verso la porta d'accesso alle sue stanze. Aveva un impellente bisogno di chiedere consiglio a suo fratello, solo lui avrebbe potuto aiutarlo a evadere da quella gabbia in cui suo padre, re Muyeol, stava cercando di rinchiuderlo.
Una volta oltrepassata l'entrata circolare e ignorati gli inchini rispettosi delle due dame poste ai lati della porta, il secondo principe di Sunju si guardò attorno. I raggi del sole morente illuminavano la camera, sfiorando le pareti dipinte e il soffitto verde giada, soffermandosi poi sul tavolino basso. Era lì che Shin, il terzo principe di Sunju, attendeva il suo ritorno.
Eunji non gli riservò nemmeno un cenno di saluto, preferendo scagliare il rotolo di bambù sul tavolo. «Indovina quale disgrazia mi è caduta addosso, fratello.»
Shin lanciò uno sguardo agli ideogrammi sulla superficie del rotolo e nascose un sorriso sotto la larga manica della veste bianca.
«Non riesco proprio a immaginarlo, hyungnim.»
Il secondo principe si morse la lingua pur di non rispondere a quella ilarità. Decise dunque di inginocchiarsi sui cuscini all'altro lato del tavolo e dare sfogo a uno sbuffo scontento.
«Nostro padre vuole darmi in sposa la principessa di Kaewang, non lo trovi ridicolo? Dovrebbe essere Song a prendere moglie prima di me.»
«Song è il figlio della regina Soseono, noi, invece, siamo figli di una concubina... Siamo i figli della Nobile Consorte Eri» gli ricordò Shin, voltando il viso pallido in direzione della finestra. I suoi occhi, scuri come il carbone, erano fissi sui ciliegi che il tramonto stava tingendo d'arancio. «E non abbiamo il potere di far cambiare idea a nostro padre, possiamo soltanto obbedirgli.»
Eunji soppresse una risata di sdegno. «Saremo anche i figli di una concubina, ma non siamo dei cani, da dover sottostare al volere degli altri. Io non starò in silenzio, nemmeno davanti alle decisioni del re.»
«Bada a ciò che dici» lo redarguì Shin, leccandosi le labbra, in attesa che qualcuno portasse del tè. Entrambi sapevano come anche una parola sbagliata potesse costare la vita all'interno del palazzo. «Sai, si dice che Kaewang sia un regno oscuro e selvaggio. Mi chiedo se anche la tua principessa non lo sia.»
«Ho saputo che non è nemmeno avvenente. Più simile a una bambina che a una donna» replicò Eunji, con l'amaro in bocca.
Shin si lasciò andare a una risata. Nel chinare il capo verso il rotolo, le lunghe ciocche corvine erano scivolate sulla spalla destra, sfiorando persino il tavolo. «Anche le bambine crescono. E comunque non puoi rifiutarla. Se vuoi proprio liberartene, devi fare in modo che sia lei a interrompere il contratto matrimoniale, altrimenti verrai messo in cattiva luce.»
«Lo so» Eunji si voltò quando dei piccoli passi irruppero sulla soglia della porta. Una dama era appena entrata, con le vivaci gonne rosa mosse dal vento, i capelli castani fermati dietro la nuca con un semplice spillone di bronzo, e le mani affusolate che reggevano un vassoio contenente una teiera e due tazzine. Finalmente il tè era arrivato, e con esso una nuova affascinante recluta all'interno della servitù del palazzo.
Eunji distolse lo sguardo e puntò gli occhi a mandorla sul viso del fratello minore, intento a osservare la dama di corte avanzare verso di loro. «Shin, hai qualcosa in mente?»
«Può darsi» il principe sorrise furbesco, notando la ragazza inginocchiarsi con poca grazia di fronte al tavolo. Lo sguardo ingenuo della giovane era ancora fisso sul profilo veemente di Eunji. «Potresti offenderla sposando un'altra donna prima di lei.»
Il principe gettò gli occhi al cielo.
«L'unica donna che potrebbe, e vorrebbe, sposarmi si trova lontano da qui. Chi mi proporresti, in sua assenza?»
«Ti propongo la ragazza più vicina a te in questo momento.» Shin avvicinò la dama di corte e le prese il viso fra le mani. Le guance della ragazza si tinsero di rosso e i suoi occhi si sgranarono. «Se dirai di esserti follemente innamorato di lei ti crederanno, è abbastanza bella da ritenerlo vero.»
La ragazza si allontanò di scatto dalla presa del principe e si mise in piedi, cercando di nascondere un sorriso di soddisfazione nato su delle labbra sottili, prive di belletto.
Eunji trattenne una risata.
«Devo ammettere che hai ragione, fratello.» Si complimentò, continuando a guardare la giovane inserviente che, presto, sarebbe stata la sua sposa. «Dimmi, come ti chiami?»
«Hana» sussurrò lei, congiungendo le braccia di fronte al petto e chinando il viso, in segno di rispetto.
«Quindi provieni dal feudo di Haruna» constatò Shin, facendo riferimento ai territori che i precedenti re di Sunju avevano assoggettato durante le guerre. «Cosa ti porta a palazzo?»
«Mio padre è morto in battaglia, daegun mama» spiegò Hana, sforzandosi di mantenere un tono servile. «Pur di aiutare la mia famiglia, sono venuta qui per lavorare fra le schiere della servitù.»
«La tua famiglia si regge su di te? Quale triste destino» Eunji incrociò le gambe e appoggiò un gomito sopra il ginocchio. Quella ragazza sembrava sufficientemente ingenua da poter essere sfruttata come pedina. «Se mi sposerai, ti aiuterò a prendertene cura.»
Hana sgranò gli occhi e ricadde sulle ginocchia, una ciocca di capelli sfuggì alla lenta acconciatura e le si adagiò sulla guancia. Sembrava sconvolta.
«Daegun mama, sono solo una serva ignorante, come potrei anche solo immaginare di diventare la vostra sposa?»
Shin rise flebilmente, e prese fra le dita la tazza finemente decorata.
«Oramai hai udito i nostri piani. Non potremo lasciarti andare senza conseguenze, a meno che tu non diventi nostra complice. Dico bene, Eunji?»
«Dici bene.» Il secondo principe prese fra le dita il mento della giovane, e le sollevò il viso tondo. «Ora ascoltami: quando la principessa di Kaewang arriverà dovrai restare al mio fianco e guardarmi con amore. Anche in presenza del re ti comporterai allo stesso modo, così che nessuno possa dubitare dei tuoi sentimenti verso di me. E questa non è una richiesta, è un ordine.»
Gli occhi profondi di Hana si fecero lucidi d'emozione e la sua schiena si piegò in un inchino che le fece sfiorare il pavimento con la fronte.
«Sono ai vostri ordini, daegun mama.»
**
Il sole aveva cominciato a nascondersi tra le colline, inondando di rosso il cielo e le nuvole. Il vento era freddo, colpiva il volto sorridente di Areum che, in sella al suo cavallo, teneva le dita strette intorno alle redini.
«Arriverò per prima all'accampamento, orabeoni!» urlò la principessa, individuando il gemello, a poche falcate di distanza da lei.
«Non mi farò battere da te!» esclamò Yong, scoppiando in una risata allegra. Il suo cavallò si issò sulle zampe posteriori e, quando tornò a terra, sembrò recuperare più terreno di quanto ne avesse perso. «Non questa volta, almeno!»
«Sei troppo sicuro di te!» replicò Areum, scalciando sul ventre della bestia. Non poteva perdere, non dopo aver fatto la spavalda per tutto il tempo, eppure Yong minacciava di superarla. Era di fianco a lei, con le lunghe ciocche castane sfuggite alla crocchia sopra la testa e gli occhi brillanti di ambizione.
La principessa decise di tendere un braccio e spintonare il gemello da un lato, facendogli perdere l'equilibrio. Yong scivolò appena e dovette faticare per rimettersi dritto, dandole modo di sfruttare quel breve istante di vantaggio.
«Stai barando!» urlò il principe, riuscendo nuovamente a raggiungerla. «Se mi fossi rotto qualche osso come ti saresti fatta perdonare?!»
Areum soffocò una risata e cominciò a far rallentare il cavallo. «Forse ti avrei lasciato vincere!»
«Menti, sei troppo orgogliosa» Yong rallentò con lei, piegandosi sulla sella, evidentemente stanco. Erano ormai giunti all'accampamento, colmo di tende bluastre e caldi falò posti ad attenderli. «Ora basta giocare.»
Areum sospirò scontenta, consapevole di non poter più liberare la mente e doversi concentrare sui propri doveri. Con un balzo scese da cavallo, sentendo le cosce bruciare e la schiena dolere.
«D'accordo, orabeoni...»
No.
Non poteva chiamarlo fratello maggiore davanti ai generali, alle dame e agli eunuchi, sarebbe stato come ammettere la propria inferiorità, e Areum non era inferiore a nessuno.
Nemmeno al suo gemello.
Yong non fece caso a quella titubanza e le indicò di procedere in direzione del focolare al centro dell'accampamento, lasciando i cavalli a due inservienti. «Andiamo a sederci, inizio ad avere una certa fame.»
Areum si passò una mano dietro la nuca e affondò le dita tra i folti capelli neri. Non aveva appetito, il nervosismo scaturito dall'imminente incontro con il suo futuro sposo era stato capace di toglierle la fame.
«Il cibo dell'accampamento è orribile, ma ti farò compagnia.»
Yong sedette su una panca di legno, rivolgendole un sorriso. «Presto arriveremo nel regno di Sunju e assaggeremo tutte quelle prelibatezze di cui i nostri precettori ci hanno parlato.»
«Presto?» Areum sedette accanto a lui, le maniche strette del suo abito giallo si erano attaccate alle braccia esili e il respiro faticava a tornare regolare. «Non ho tutta questa fretta di arrivare a Sunju. A dire il vero, vorrei che fosse più lontano, invece mancano solo pochi giorni... Fratello?»
«Mh?» gli occhi sottili di Yong erano fissi sulle lingue di fuoco. Lui si stringeva nelle spalle, a causa del freddo che pungeva la pelle.
«Secondo te mio marito mi tratterà male?» gli chiese Areum, notandolo rabbuiarsi e grattare il terreno con la punta dello stivale.
«Ne dubito, sei la principessa di Kaewang. Questa alleanza serve a loro quanto a noi, non potrà che riservati un trattamento di tutto rispetto» le sorrise il ragazzo, seppur con tristezza. «Mi mancherà averti attorno.»
Quelle parole riuscirono a scavare un buco nel petto di Areum. Il terrore che suo padre la stesse mandando in sposa solo per spianare la strada di Yong verso il trono era una possibilità costante nella sua vita. Loro due erano gemelli, figli della regina Rong Le, ma nessuno sapeva con certezza chi fosse il primogenito. Le levatrici erano state uccise misteriosamente durante la notte del parto, ciò aveva gettato numerose ombre sulla questione della successione, non ancora risolta.
«Non dire così» Areum si appoggiò sulla spalla di Yong e osservò le prime stelle fare capolino nel cielo. «Questo è solo un incontro, e poi io non voglio stare lontano da Gwajin. Quello è il mio posto. Tu lo sai, e anche nostro padre lo sa.»
Yong si irrigidì notevolmente, e quando proferì parola lo fece in un flebile sussurro. «Non puoi andare contro la volontà di abeonim. E poi, non sei la prima principessa ad andare in sposa a un principe di un regno straniero.»
Areum si allontanò di scatto, piccata. «Sì, ma nostro padre non mi manderebbe via dalla capitale e nostra madre non lo permetterebbe. Sei tu, forse, che vuoi vedermi lasciare il regno di Kaewang?»
Yong si voltò a guardarla e le strinse la mano, con decisione. «Pensi che lo voglia solo per essere sicuro di avere un posto libero sul trono? No, non è così. Quello scranno può spettare a entrambi, come solo a uno di noi. Ma tu sei mia sorella, la mia gemella, e io non potrei mai volere il peggio per te.»
Areum abbassò gli occhi grandi in direzione del fuoco, sentendosi più tranquilla e affamata. Il nervosismo si era dissipato, senza lasciarle il tempo di comprendere a fondo ogni ostacolo. «Va bene, ti credo. Ora basta discutere... Che ci portino del cibo!»
Yong le passò una mano sulla fronte libera, scostandole indietro i capelli corvini. «Non preoccuparti, mangerò anche la tua razione, così che tu possa presentarti a Sunju magra e attraente. So che le donne della capitale si privano di alcuni pasti per avere la vita più stretta.»
«Cosa?» Areum scalciò le gonne, sporche di fango ed erba, prima di afferrare la sua ciotola. «Che idiozia! Adesso mangiamo, e non aspettarti nemmeno un chicco del mio riso, fratello.»
**
Hyungnim: fratello maggiore (viene usato solo fra fratelli)
Daegun mama: Vostra Altezza
Orabeoni: fratello maggiore (viene usato dalla sorella più piccola nei confronti del maggiore)
Abeonim: Padre reale
**
Ed eccoci qui con un primo capitolo molto concentrato. Cominciamo a far conoscenza coi primi principi, in particolare Eunji e Areum, promessi sposi ma entrambi poco felici all'idea di convolare a nozze.
Eunji, però, è più agguerrito che mai. Tanto da aver messo su un piano di tutto punto. Chissà come la prenderà Areum quando arriverà a Sunju, visto il suo caratterino!
Questo matrimonio si farà o no?
Lo scopriremo mercoledì con il prossimo aggiornamento!
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