1 - 10 Giugno
INDIA
Sono le otto di sera, e come tutti i fine turno serali, sono stanchissima.
Il lavoro di hostess mi stanca molto ma mi da anche molte soddisfazioni.
Oggi le mie amiche non si sono fatte né vedere né sentire, con i nostri impegni succede spesso e la cosa non mi disturba, perché non mi dispiace uscire da sola. Ho un debole per le serate in solitudine, che sia stare in casa o uscire per conto mio; infatti, cito spesso una frase:
"La solitudine puó portare a forme straordinarie di libertà!" .
Al rientro, mia madre è intenta a preparare la cena.
<<India, sei tu? Ti sto preparando le tue adorate penne al salmone, ed è quasi pronto eh... non tardare!>>dice senza aspettare risposta.
<<Oh Grazie mammina! Se non esistessi ti dovrebbero inventare!>> le dico dolcemente per poi darle un bacio sulla guancia, che lei ricambia istintivamente.
Prima di cena è mia abitudine rinfrescarmi per togliere via la stanchezza accumulata durante la giornata : mi sciacquo il viso per togliere via il trucco, applico velocemente una crema leggera e sciolgo lo chignon cosicché i miei lunghi capelli ricci ricadono liberi e selvaggi sulla schiena.
Scendo rapidamente le scale per poter finalmente cenare insieme a mia madre. L'adoro! È una donna forte e determinata che ne ha passate tante nella sua vita ed è proprio da lei che ho preso la mia determinazione e testardaggine nel raggiungere gli obiettivi, oltre ai suoi grandi occhi verdi!
<<Papà non è in casa?>> chiedo guardandomi intorno.
<<Ehm... No! È uscito con i tuoi zii per una giornata soli uomini...>> mima il gesto delle virgolette con le dita alla parola uomini <<o... almeno spero...>> alza le spalle con un sorriso sarcastico.
Mi acciglio un po', sono una persona molto gelosa e percepisco del disagio nella sua voce, e per colpa della mia lingua biforcuta non riesco a trattenermi...
<<Mamá... ma, papà ti ha mai chiamata? Sai almeno dov'è?>> le chiedo alzando le sopracciglia con fare interrogativo.
<<India! So già dove vuoi andare a parare... Sai che tu papà non es granché con la tecnologia, gli ho mandato un messaggio su whatsapp y non rispondió. Però tranquilla... mi amor...>> cerca di tranquillizzarmi nascondendo la sua agitazione. D'altronde è gelosa anche lei.
<<Mamá, quando inizi a parlare spagnolo, sai che vuol dire vero? Sei sicura che solo io debba stare tranquilla?... comunque, finisco di prepararmi ed esco un po'... se hai bisogno di qualcosa chiamami!>> mi affretto a dire alzandomi e iniziando a sparecchiare la tavola.
<<Grazie, mio amor! È solo che oggi sono stata sempre da sola, e non sono abituata... >> sbuffa, mettendo il broncio, poi continua: <<Anche Ambra è uscita prestissimo oggi, anzi come al solito... e non ho idea di dove sia >> si ferma per un attimo, sospira mettendo la mani sui fianchi e mi guarda per qualche secondo in silenzio con aria minacciosa <<Vai, su! Hai lavorato tutto il giorno e hai bisogno di staccare un po'!>> dice sventolando una mano verso l'uscita.
Per un secondo ho temuto il peggio!
<<Grazie mamá! Giuro che appena possibile staremo un giorno intero insieme!>> le mando un bacio e corro a prepararmi;
<<É una promessa eh!>> grida , ed io percepisco un sorriso sulle sue labbra .
Con la testa infilata nell'armadio, provo e riprovo una marea di vestiti, gettandoli dove capita e inciampando più volte nel cumulo creatosi a terra. Esasperata, opto per un vestito lungo in jeans con scollo a cuore e spacchi laterali, i miei amati stivaletti da cowboy e un giubbotto in pelle nero.
Sono pronta. Guardo l'ora: le 22:00
- Merda! -
Rassetto velocemente la stanza, applico il gloss sulle labbra e mi dirigo verso l'uscita.
Aprendo il portoncino, l'aria fresca arriva con forza sul mio viso, scompigliandomi i capelli, e questo basta per convincermi a fare quattro passi. La strada quasi buia che mi divide dal centro città è deserta, ma la brezza che mi accompagna è molto piacevole, mi fermo contro vento, apro le braccia e spingo la testa indietro con gli occhi chiusi.
- Che meraviglia -
Un rumore improvviso di pneumatici sulle pietre mi fa tornare in me.
Intravedo un' auto nera con i vetri oscurati alle mie spalle - da dove spunta quest'auto!? -
Mi passa accanto piano, quasi fermandosi, per poi ripartire velocemente e sparire dietro l'angolo della strada.
Un brivido di paura percorre il mio corpo. Non è una strada trafficata, soprattutto a quest'ora, e non sono riuscita a vedere chi ci fosse alla guida.
Accelero il passo per raggiungere quanto prima il pud del mio amico Sammy che alla mia vista, si avvicina felice con il suo sorriso contagioso e mi abbraccia al collo calorosamente.
<<Tesoro! Sono subito da te!>>
Mi schiocca un bacio forte sulla guancia tesa per il mio sorriso.
La musica alta mi impedisce di rispondere, così annuisco facendoli l'occhiolino e lui scompare tra la folla a passo svelto.
I suoi capelli folti, ricci e color miele, cadono spettinati sul viso, donandoli un'aria da eterno bambino, in contrasto con il fisico robusto e possente nascosto sotto la camicia svolazzante con stampa di Patchwork.
Il Pub "Spiritall", aperto undici anni fa dalla sua famiglia, è sui toni del rosso e nero, interamente fatto in legno massello e dipinto di color marrone mogano; arredato in stile country è molto spazioso e accogliente.
Ci vengo spesso con le mie amiche e a volte lo abbiamo aiutato improvvisandoci bariste e cameriere.
Mi guardo intorno spensierata, ormai conoscono tutti i presenti, ma in un angolo non molto lontano da me, intravedo un ragazzo di bella presenza che non ho mai visto prima: possente, fisico atletico, riesco quasi a intravedere i muscoli dalla maglietta bianca a maniche corte; i capelli sono legati sbadatamente ed una ciocca cadere spettinata sul viso.
Ha un viso particolare... e sicuramente molto bello, anche se nascosto dalla barba leggermente lunga e rossiccia. Si guarda intorno come se aspettasse qualcuno e noto con piacere che sta bevendo una bella birra fresca. Come piace a me .
Poi, d'un tratto posa gli occhi su di me e continuando a fissarmi sorseggia dal bicchiere.
Ci guardiamo per qualche minuto , la mia mente viene sopraffatta da mille pensieri: non sono abituata a questo genere di sguardi.
Lui distoglie lo sguardo ed io approfitto per osservarlo con calma, le sue labbra sono perfette: lucide, bagnate di birra, e mi sorprendo nel chiedermi quale sia il loro sapore...
Poi continuo osservando il collo, le braccia, le gambe sono lunghe e muscolose ; distolgo subito lo sguardo non appena lui si rigira verso di me.
Inizio a credere che andare a casa sia l'idea migliore per rinfrescarmi le idee.
Mi alzo istintivamente cercando di non pensare ma la mia attenzione ricade sempre su di lui, che con mio stupore mi sta ancora guardando; è rivolto verso di me, con i piedi incrociati e un sorrisetto beffardo .
Sammy si avvicina furtivo al tavolo e poggia la mia birra, prendendomi sotto braccio mi accompagna a sedere, mettendosi di fianco a me <<Tesoro, stai vedendo quello che vedo io?vero?>> dice con tono calmo.
<<Intendi quel Dio Greco lì nell'angolo?>> rispondo senza distogliere lo sguardo dal ragazzo, che ora guarda qualcosa sul suo cellulare.
<< È bello persino per me che ho gusti molto diversi. Sai, ho notato come vi guardate. E immaginavo che ti sarebbe piaciuto!>> ridacchia compiaciuto gesticolando con le mani. Poi si alza di scatto facendo svolazzare la sua camicetta e dice: <<Andiamo... te lo presento!》
<<Cosa?!>> Quasi urlo spalancando gli occhi.
<<Silenzio, sei pazza!? Dico sul serio, sono già parecchie sere che viene qui a bere in solitudine, la sua compagnia magari ti farà bene... per riprenderti un po' !insomma... guarda che cera... >> Mi guarda da capo a piedi sarcastico.
Resto allibita. <<...che intendi, scusa?》 abbasso un sopracciglio.
<<Dai su, lascia stare. Te lo spiegherò un'altra volta... >> dice sorridendo e alzando gli occhi al cielo.
<<Sammy, non ci pensare nemmeno... io... >> Carmen, la cameriera odiosamente impicciona ci interrompe prendendo il vassoio dal nostro tavolino e mi zittisco subito.
<<Ma quanto la fai lunga! Vieni, aiutami dietro il bancone e vedrai che sarà lui a parlarti. Devo proprio insegnarti tutto!>> e senza darmi il tempo di rispondere, mi prende per mano e mi trascina con lui. <<Ehi fammi finire almeno la mia birra!>> ribatto cercando di liberarmi.
<<Nada! Ora sei in servizio...>> Si gira verso di me mostrandomi il suo sorriso migliore e iniziamo a ridere complici.
- Come mi sono ridotta?! A lavorare per Sammy solo per conoscere un ragazzo...-
Indosso la maglia bordeaux con il logo del pub, il grembiule nero ed inizio il mio lavoro.
<<India!>> Sento una voce familiare gridare il mio nome. Cercando tra la folla vedo mia sorella avvicinarsi a grandi passi. <<Ah...Ambra! Bene bene...>>
<<Che ci fai qui?...lavori??!! >> Sorride a disagio.
<<Non ti aspettavi di trovarmi, vero? Piuttosto, che ci fai tu, fuori a quest'ora?!>> la sorella maggiore che c'è in me prende il sopravvento.
<<Aaaah, come sei tragica! Ma non hai già lavorato? E domani mattina.....》 continua, avvicinandosi e cercando di abbracciarmi per cambiare discorso.
La interrompo << Certo che ho lavorato e dovrò lavorare, ma non ci provare nemmeno a prendermi con le buone!>> Le dico non ricambiando il suo abbraccio <<Tu dovresti essere a casa a studiare! Invece sei sempre in giro!>> la rimprovero.
Lei mi guarda divertita.
<<Allora?! Che ci fai ancora qui?! Vai a casa! Mamá è in pensiero! Sei ubriaca per caso?>> incalzo ma lei ride << Oh calmati, sembri la mamma! Sono stata in giro con Belle, ho bevuto solo qualche shot...niente di che!》
<<Solo qualche shot, si sì...>> poggio lo straccio con cui stavo pulendo sul bancone e la guardo fissa negli occhi <<Vai subito a casa Ambra...e non farmelo ripetere! >> il mio sguardo ora è severo.
<<Che palle! >> sbuffa alzando le mani al cielo e se ne va verso l'uscita.
Ambra è una ragazzina di 14 anni, molto dolce e solare, ma sa essere allo stesso modo molto ribelle e testarda. Sono abituata a prendermi cura di lei come farebbe un genitore, visti i nostri anni di differenza.
D'un tratto si gira facendomi la linguaccia, io la guardo male di rimando tornando al mio lavoro.
Qualche minuto dopo...
<<Ehm...Scusami? Potrei avere un'altra birra?>> Mi volto sbadatamente verso destra, da dove arriva quella voce calda e calma, e vedo lui.
I miei occhi si incontrano con i suoi, un color nocciola intenso con note rossicce invade le mie iridi e un brivido percorre la mia schiena.
- Cazzo! - Deglutisco con la bocca improvvisamente troppo asciutta.
<<C...certo! Arriva subito!>> invece il mio corpo va da tutt'altra parte, in cerca di Sammy.
<< Oddio... Sammy! Sammy!>> urlo a denti stretti entrando in cucina <<Andiamo! Ma dov'è sei!? >>bisbiglio.
<< Eccomi...che succede? >> Chiede preso alla sprovvista.
<< Uh... niente tranquillo, mi ha chiesto una birra...>> mi mordo l'interno della guancia... mentre lui mi guarda serio.
<<Spero che tu gliel'abbia già portata invece di venire qui da me a dirmelo... come penso tu invece abbia fatto!!!>> dice serio guardandomi negli occhi, io sorrido e scappo via mentre lui mi grida dietro <<torna subito a al lavoro...forza! E sai bene di che parlo! >>
Sorriso alle sue parole mentre spillo la birra, faccio un respiro profondo e torno verso di lui.
Sfoggio il mio miglior sorriso e parto all'azione.
<< Scusi, mi avevano chiamata dalla cucina... >>
<<Si, ho visto, non preoccuparti!Grazie》 Sorride.
- Oh mamma mia che sorriso!-
<<Scusa la domanda, ma... Lavori qui?>> Chiede mentre spinge il bicchiere verso di lui.
<<In realtà no... questo non è il mio lavoro. Sto solo aiutando il mio amico Sammy...>>
<<Ah ok... in effetti ero certo di non averti visto le altre volte...>> sorride facendomi l'occhiolino.
Inizio a sudare.
Gli sorrido e mi volto verso il frigo delle bibite fresche, proprio dietro di me.
Mi guardo attraverso il riflesso del vetro, aggiustando i capelli per camuffare il fatto che lo stia cercando.
Eccolo lì, Sorseggia dal suo bicchiere ad occhi chiusi, la radio trasmette Loca di Shakira e gli altri rumori intorno a me spariscono.
C'è solo la musica e lui.
<<Non sei di queste parti vero? O mi sbaglio?>> alza il tono della voce per farsi sentire sopra la musica ma sono troppo concentrata a guardarlo e la sua domanda così all'improvviso, mi spiazza.
Mi ricompongo e mi volto piano verso di lui.
<< Non ho sentito, scusa, puoi ripetere?...>> faccio segno al mio orecchio destro mentre mi avvicino a lui.
<<Sei di queste parti?>>
<< Si...sono a tutti gli effetti americana, perché sono cresciuta qui, ed abito qui da molto... ma ... in realtà sono nata in Portogallo... >> rispondo in automatico, ormai abituata a dare sempre la stessa risposta alla domanda che ricevo ormai da anni.
Vorrei sembrare indifferente verso il suo interesse ma il rossore sulle guance tradisce le mie parole.
<< Hai i lineamenti del viso molto particolari e poi i tuoi capelli rossi... sono stupendi!>> fa segno ai suoi capelli volteggiando la mano.
Non so cosa rispondere. Il mio rossore aumenta e sorrido per evitare una risposta ma lui continua... << Ed anche le tue meravigliose lentiggini... >> Dice in modo molto sensuale facendomi l'occhiolino e avvicinandosi con il corpo al bancone.
Una vampata di fuoco incendia il mio viso.
Ci sta provando spudoratamente ed io come un pesce lesso sto qui a guardarlo.
<<Quanti complimenti... Ti ringrazio... >>
<<Io sono John... Qual è il tuo nome?...no, no...fammi indovinare!》 Sorride.
<<Mmh vediamo...: Paula?... Nicole?... Mónica?...》
Aggrotto la fronte <<No...no.. fermati...》
Ride <<scherzo... dai dimmelo tu!》
<< India... piacere!>> sorrido sincera.
<<India... India è un nome stupendo! Soprattutto per una ragazza bellissima e con un sorriso meraviglioso come il tuo!>>
<< Ah i complimenti sono in offerta oggi?...>> chiedo divertita ritrovando la mia sfrontatezza persa.
<<Ed anche simpatica! >> ride << un vero piacere...>> dice allungando la mano verso di me.
Ci scambiamo uno sguardo intenso mentre le nostre mani si sfiorano.
Ha una stretta forte e decisa. - mi piace !-
Ritiro la mano ma il mio braccialetto si impiglia nel gancio del suo orologio e l'occhio mi cade sull'ora : sono le 00:45.
<<Cavolo! Si è fatto tardi ! Devo proprio andare!>> Mi agito.
<< Il destino non vuole però...》 muove il suo polso incatenato al mio <<vedi! Sei legata a me...>> sussurra divertito mentre cerca di liberarmi.
<< Se lo dici tu...>> sorriso imbarazzata e lui ricambia con un sorride meraviglioso.
Con un movimento veloce libera il nodo.
<< Ora, scusami, ma devo proprio andare... ci vediamo in giro...>> tolgo il grembiule di fretta ed esco dal bancone in direzione di Sammy, seduto pochi sgabelli più in là.
Ma lui mi raggiunge in un attimo, é di fronte a me, con un'altezza mastodontica rispetto alla mia e mi poggia la mano delicatamente sul braccio <<India...aspetta! Se non posso trattenerti... spero almeno di rivederti ancora...》
<< Certo...ci vediamo in giro John!>> e mi allontano facendo segno a Sammy , che mi raggiunge sorridendo con aria soddisfatta.
<<Dove credi di andare tu piccola?>> Gli fa l'occhiolino mentre mi prende sottobraccio e mi riporta da lui. <<Bevete qualcosa insieme a me , su, venite >>
<<Sammy è tardi...e domani devo lavorare, lo sai...>> Gli sussurro nell'orecchio mentre ci porta con lui.
<<Aspettatemi qui! Torno subito!>> si allontana contento con il suo solito passo svelto.
Rimaniamo fermi, uno accanto all'altra , in imbarazzo. Sono indecisa sé dire qualcosa o aspettare così , approfitto per togliere la maglia e rompo il silenzio : << Non voglio sembrare maleducata ma devo veramente tornare a casa, non stavo scherzando...>>
<<Come mai tutta questa fretta?》 Chiede osservando con cura ogni mio movimento .
<<Guarda...devo dare da mangiare ai pesci rossi! 》dico cercando di restare seria e ripiegando la maglia alla meglio.
<<A quest'ora?! I miei gli ho abituati a mangiare presto per evitare queste situazioni...>>
Silenzio
Scoppiamo a ridere insieme.
<< Questa era bella !>> rido <<A parte gli scherzi, vorrei rimanere ma domani mattina devo svegliarmi presto...》
<<Capisco... hai ragione. Mi arrendo! È stato un piacere conoscerti India...>> osservo il suo sorriso: è perfetto.
<< Chissà se vale lo stesso per me ? >> sorrido <<Salutami Sammy...>> e vado via senza voltarmi .
Per tutto il tragitto verso casa, mi ritrovavo a pensare a lui e ridere da sola, mi sono sentita per la prima volta dopo tanto tempo... leggera come una farfalla .
- Chissà se lo rivedrò ancora -
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