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Mi sveglio nel letto d'ospedale del mio ragazzo mentre lui sta ancora dormendo come un angioletto. Mi stiracchio con una smorfia di dolore mentre mi tocco la schiena: dormire qui sopra in due è la cosa più scomoda del mondo e la mia schiena soffre, ma Jimin ha bisogno di me ed io almeno una volta a settimana ho bisogno di sapere che dorme tranquillo.

Mi accorgo che la sveglia sta continuando a suonare per questo mi affretto a spegnerla. Sono le sette del mattino. Fra un'ora passeranno a svegliare Jimin per la colazione. Sospiro mettendomi dritto cercando di non sfiorare il biondo accanto a me. Gli accarezzo una guancia chinandomi a dargli un bacio sulla fronte. Noto una leggera incurvatura delle sue labbra e sospiro pesantemente. «Che ci fai già sveglio? Devi dormire Jiminie,» mormoro con voce roca.

Lui apre lentamente le palpebre e sembra decisamente più sveglio di me. So che quando è solo dorme quattro ore scarse ogni notte perché ha paura, nonostante questo non vuole che io dorma ogni notte con lui poiché ritiene che il lavoro sia più importante. Quando il sabato sera ci sono io, so invece che dorme tranquillo tutta la notte per cui quando lo trovo già sveglio lo sgrido sempre.

«Giuro che non è da tanto che sono sveglio, solo dieci minuti! Ho dormito tutta la notte, giurin giurello,» mormora mettendo su un piccolo broncio. Assottiglio gli occhi, lui sorride ed alzo gli occhi al cielo divertito. Gli credo. «Però tu perché ti sei svegliato così presto? Solitamente ti svegli con me a colazione».

Faccio spallucce controllando dei messaggi sul cellulare prima di tornare a guardare Jimin. «Devo uscire a fare delle compere ma tornerò presto, okay? Da pranzo in poi mi avrai tutto per te,» gli strizzo un occhio facendolo ridacchiare.

«Non vado da nessuna parte, però fai presto. Stamattina Nives non ha il turno e c'è l'infermiera odiosa,» fa una smorfia sembrando proprio un bambino. Dalla mia bocca esce una lieve risata mentre mi alzo per infilarmi le scarpe.

«Sarò come un fulmine, te lo prometto. Non ti accorgerai neanche che sono andato via.» Gli do un bacio a stampo mordicchiandogli il naso. Una volta sentita la sua dolce risata il mio cuore si allieta e posso finalmente andare via, non prima di avergli lanciato un'ultima lunga occhiata per assicurarmi che sta bene e non c'è niente di anomalo.

Esco dall'ospedale salutando il personale che ormai mi conosce come se fossi uno di loro e mi dirigo verso la macchina. Mando un messaggio a coloro che devo incontrare questa mattina avvisandoli che sto partendo. Accendo la radio e l'abitacolo si riempie subito con le note di una nuova canzone che non ho mai sentito prima.

Non ci metto molto ad arrivare al luogo prestabilito ma ci metto un po' di più a trovare parcheggio. Incredibile come già a quest'ora la gente sia più attiva che mai, di domenica poi.

Quando arrivo davanti l'entrata del negozio i miei occhi si posano immediatamente su tre figure a me molto familiari ma che non vedo da troppo tempo. Il mio cuore scoppia di gioia e vorrei correre verso di loro e abbracciarli come se fossimo ancora ragazzini ma mi do un contegno, anche perché la stanchezza e i vari dolori fisici mi impediscono di saltare come una cavalletta.

Cammino a passo svelto verso di loro i quali mi notano immediatamente. Rido quando la bambina si dimena dalle braccia del padre correndo verso di me urlando. Mi chino e la sollevo da terra dandole un sonoro bacio sulla guancia. «Ciao piccolina! Non ti vedo da tanto tempo ormai» la stringo a me sorridendo amorevolmente.

«Zio YoYo!» grida la bambina. Non ho mai capito perché mi chiama così ma è tenera e nessuno ha mai voluto correggerla. Aura è una piccola e dolce creatura di tre anni che tutti noi abbiamo visto nascere e crescere, è affetta dalla Sindrome di Down ma è la bimba più intelligente che conosca. Oh sì ed è la figlia di Namjoon.

Proprio quest'ultimo si avvicina a me a braccia aperte con un enorme sorriso sulle labbra. «Ecco il nostro fotografo provetto!». Lascio a terra Aura che corre subito dalla mamma mentre io circondo con le braccia l'uomo più grande di me, in altezza e in età.

«È davvero bello rivederti Nam, mi sei mancato in questi mesi» ammetto dandogli delle pacche sulla schiena. Lui ricambia stringendomi di più prima di allontanarsi e guardarmi sorridente con quelle sue caratteristiche fossette.

«Anche tu Yoo, ci sei mancato tanto. Aura ci ha tenuti molto impegnati con le visite ma appena mi hai detto che Jimin era tornato in ospedale ho cercato il primo giorno possibile per tornare qui in treno ed eccomi».

Gli sorrido riconoscente: non sono mai stato arrabbiato del fatto che solo Taehyung e Jungkook fossero stati i primi a correre quando Jimin è stato ricoverato di nuovo settimane fa perché ormai ognuno ha la sua vita e i suoi problemi, ma mi si riscalda il cuore nel vedere che non appena hanno un momento libero tornano tutti. Siamo sempre stati molto legati tra di noi e sono felice che il legame con gli anni non si sia dissolto nel nulla.

«Yoongi» mi saluta in tono dolce Jia, la moglie di Namjoon. Lascia Aura di nuovo al padre e viene ad abbracciarmi stretto mentre la sento tirare su col naso. «Mi dispiace tanto per Jimin. Joon mi ha detto che...ormai è in stato avanzato» sussurra posando la testa sulla mia spalla. Deglutisco stringendo le labbra, le accarezzo la schiena cercando di confortarla: Jia è sempre stata molto emotiva.

«Sta bene per ora, sono sicuro che appena vi vedrà ne rimarrà contentissimo» sorrido dolcemente. Jia si asciuga le lacrime e le lascio un'ultima carezza alla schiena.

Improvvisamente da dietro l'angolo dell'edificio sbuca una testa dai capelli scuri e mossi, inconfondibili. Ha in mano una busta e ci guarda sorridendo come un bambino. «Sono in ritardo come al solito, vero?».

Scoppio a ridere e corro ad abbracciare anche Taehyung che ricambia la stretta con il braccio libero. «Be' noi ci siamo visti la settimana scorsa ma è sempre bello rivederti».

Taehyung sciogli l'abbraccio scoccandomi un occhiolino prima di andare ad abbracciare gli altri due Kim e la piccoletta. Jimin rimarrà decisamente senza parole quando vedrà la sorpresa che gli ho organizzato. «Sono scappato a prendere una crostata a Jimin, il cibo dell'ospedale fa schifo. Che avevate in mente di portargli voi?».

«Giochi!» esclama Aura buttando le braccia al cielo. Ridiamo inteneriti e Namjoon le pizzica piano una guancia piena. Più cresce più mi rendo conto quanto sia simile al padre. Più passo del tempo con i figli dei miei amici più mi accorgo che vorrei davvero anche io una famiglia. Ma non ho mai detto ad alta voce questo mio pensiero per non farlo pesare a Jimin perché so che anche lui vorrebbe una famiglia con me.

«Sì, Aura voleva comprargli qualcosa. Che ne dici di un peluche amore? Adesso entriamo e vediamo cosa troviamo» parla Jia facendo sorridere ed annuire la figlia. Entriamo dunque tutti nel negozio e per prima cosa andiamo nel reparto bambini per accontentare Aura. Corre mano nella mano della mamma andando da una parte all'altra indicando vari pupazzi. Dopo una manciata di minuti sceglie un peluche di piccole dimensioni a forma di elefante, l'animale preferito dalla piccola.

«Zio YoYo ti piace?» ride agitandomi il pupazzo davanti agli occhi. Mi inginocchio e lo prendo tra le mani facendo finta di esaminarlo con occhio critico. Poi le sorrido dolcemente dandole un piccolo buffetto sotto al mento.

«È molto carino Au, sono certo che zio Chim ci dormirà ogni notte».

La piccola di tre anni esulta saltando come un mini canguro, poi riprende il peluche e se lo stringe forte al petto mentre ci segue canticchiando. «Come ama te e Jimin credo che non ami nessuno» mi confessa Namjoon al mio fianco.

Sorrido genuinamente guardandolo. «Ogni bambino ha i suoi zii preferiti d'altronde. Ma a voi ama mille volte di più credimi Nam».

L'uomo sorride annuendo lanciando uno sguardo colmo d'amore verso la propria bambina. Finiamo in un altro reparto per prendere a Jimin un regalo da parte di noi adulti tutti insieme e ci dividiamo per fare prima.

«Hai sentito Jungkook ultimamente?» mi domanda improvvisamente Taehyung. Mi volto verso di lui confuso da questa domanda fulminea, lui sembra far finta di niente mentre guarda tra i vari scaffali ma so che è nervoso, lo capisco da come si morde il labbro inferiore. Soffoco un sorriso e scrollo le spalle con nonchalance.

«Sì ha ricominciato a fare volontariato in ospedale quindi viene più spesso adesso. Se vuoi sapere come sta, sta bene direi».

Lui annuisce e vedo le sue labbra piegarsi per un nanosecondo verso il basso. Si muove freneticamente prendendo oggetti, osservandoli e mettendoli di nuovo al loro posto. Mi mordo l'interno guancia soffocando qualche risatina: sono due stupidi. «E uhm...sì quindi sta bene, voglio dire lui...».

Vado accanto a lui posandogli una mano sul braccio per farlo fermare un secondo, costringendolo a guardarmi negli occhi nei quali noto una marea di tristezza e malinconia. Si mancano da morire e non vogliono ammetterlo perché hanno semplicemente paura. «Sì Taehyung, mi ha chiesto di te».

Spalanca gli occhi e sembra riprendere per un momento vitalità. «Davvero?» neanche si preoccupa di nascondere il tono allegro e sorpreso.

Questa volta una risata non la trattengo e mi esce leggera dalle labbra. Annuisco facendo scivolare via la mano per rimettermi alla ricerca del regalo per il mio ragazzo. «Davvero. Ma credevo non ti interessasse più quel che riguarda il tuo ex» lo punzecchio lanciandogli uno sguardo divertito.

Sento Taehyung schiarirsi la voce. «È così infatti. Era solo una domanda di circostanza».

Alzo gli occhi al cielo: esilarante la sua ostinazione nel negare l'evidente. Quei due sono proprio anime gemelle, inutile stare a precisarlo. «Mh-mh, giusto. Solo circostanza» borbotto mordendomi la lingua per non raccontargli della ragazza che sta frequentando Kook. Aveva detto che voleva essere lui a comunicarglielo e rispetterò questo suo volere. Anche se mi costa tanta forza di volontà.

Taehyung non sembra neanche aver prestato attenzione a ciò che ho detto dal momento che due secondi dopo mi chiede: «E cosa ti ha chiesto di me?».

Mi chiedo perché non li ho ancora presi a schiaffi tutti e due. Due bambini, ecco cosa sono. «Mi ricordi perché vi siete lasciati?» inarco un sopracciglio voltandomi verso di lui.

Il maggiore fa una smorfia osservando la confezione di candele profumate che ha in mano. «Non te l'abbiamo mai detto ma la causa è stato Jimin. Inizialmente credevamo di farcela ma più stava male, più stavamo male noi. A casa non ci parlavamo più, Jungkook si chiudeva in camera per ore a piangere e non mi lasciava entrare. Sapeva che stavamo soffrendo entrambi allo stesso modo eppure non mi lasciava condividere il dolore. Alla fine la situazione non era più sopportabile e un giorno abbiamo parlato e deciso che sarebbe stato meglio finirla lì. Era stata la prima volta che avevamo parlato dopo mesi. Se ricordi era quel periodo in cui Jimin era stato malissimo ed era stato ricoverato per qualche mese. Si parlava anche di un trapianto del midollo a quei tempi, ma poi si era ripreso per fortuna».

Separo le labbra non aspettandomi di certo questa motivazione. Per tutti questi anni ero convinto si fossero lasciati per litigi a causa della convivenza, che avevano deciso fosse un passo troppo grande per loro, invece era per Jimin e per il dolore che li attanagliava.

«Dimmi sinceramente Tae, tu vorresti riprovarci?» domando compiendo un passo verso di lui. Taehyung mi guarda con degli occhi grandi lucidi, ma so che non piangerà. Ha sempre pianto soltanto con Jungkook da quel che so.

«Mi manca tanto, Yoo. E a volte quando sono solo, anche dopo tre anni, sento il forte bisogno di averlo accanto a me. A volte a casa mi ritrovo a fare cose che faceva solo lui ed io rimanevo a guardarlo incantato» ammette con un sospiro tremante mentre stringe le candele.

Gli accarezzo una spalla abbozzando un lieve sorriso. «Se ho imparato qualcosa in questi sei anni di malattia con Jimin è che bisogna vivere senza rimorsi, fare tutto ciò che ti senti di fare perché ogni giorno va vissuto come se fosse l'ultimo. Non avere rimpianti Tae, è tutto ciò che posso dirti. La scelta sta a te».

Lui annuisce sorridendomi per poi stringermi in un veloce abbraccio. «Grazie Yoo» mormora guardandomi riconoscente. Gli strizzo un occhio prima di tornare alla ricerca del regalo perfetto.

Alla fine non siamo riusciti a trovare niente di grande o stravagante, ma abbiamo trovato qualcosa di più speciale che sicuramente farà molto piacere a Jimin. Abbiamo comprato una cornice abbastanza grande per fotografie e, passando un attimo nel mio piccolo studio, abbiamo stampato una foto di qualche anno fa dov'eravamo tutti insieme. Bambini compresi. È un regalo solo da parte di noi quattro ma il nostro è sempre stato un gruppo molto unito, sono convinto che farà piacere anche agli altri.

Arriviamo in ospedale che sono le dieci del mattino, la famiglia Kim e Taehyung dovranno andarsene all'ora di pranzo. Busso alla porta ma entro lo stesso senza attendere il via libera da parte di Jimin. Gli sorriso ampiamente andando da lui. «Ti ho portato una sorpresa».

Lui mi guarda confuso e, alle mie parole, gli ospiti sbucano da dietro la porta agitando le mani. Il mio ragazzo spalanca gli occhi facendo un balzo sul posto. «Non ci credo!» esclama portandosi una mano alla bocca. Mi sistemo di lato per lasciare loro il dovuto spazio. La prima a correre verso Jimin ovviamente è Aura che cerca immediatamente di salire sul letto fin troppo alto per lei.

Jimin si sporge leggermente e, sforzandosi molto, riesce a far sedere Aura sulle sue gambe. «Ecco la mia piccola farfallina! Mi sei mancata tantissimo, io ti sono mancato?».

Aura urla qualcosa e si tuffa fra le sue braccia come un piccolo koala che non intende lasciar andare il suo appiglio. Jimin sorride contento dandole un dolce bacio tra i capelli mentre le dedica mille carezze. Poi si volta verso i coniugi e suo cugino ed il sorriso sembra allargarsi ancora di più. «Hey pigrone, ti ho portato una crostata» gli dice Taehyung agitando la busta che ha in mano.

«Oh grazie al cielo! Non ce la faccio più a mangiare la roba della mensa» Jimin ridacchia lasciando che Taehyung posi su una sedia la busta.

«Il nostro campione» lo saluta Namjoon scompigliandogli i capelli.

«Hey Nam, Jia! È bello rivedervi dopo tutti questi mesi. Come state?» sorride il biondo senza smettere di coccolare la loro bambina.

«Nam è molto impegnato con i bambini all'asilo e Au ci ha dato un po' di filo da torcere con qualche visita in più ma stiamo bene. Tu come ti senti?» gli sorride la donna e noto quanto autocontrollo sta avendo per non piangere alla vista di Jimin. So che è cambiato molto dall'ultima volta che l'hanno visto.

«Per ora sono ancora vivo, quindi sto alla grande» scherza Jimin sistemando meglio Aura che prende a giocare con le dita del mio ragazzo.

«Mi dispiace averti lasciato solo per queste tre ore, siamo andati in cerca di un po' di cose» mi scuso sistemandogli i capelli scompigliati.

«Oh ma non è rimasto solo» interviene una voce esterna. Ci voltiamo tutti verso il bagno per vedere Jungkook con un naso rosso da pagliaccio e una parrucca multicolore in mano. Ci sorride pimpante posando su un tavolino gli accessori per poi raggiungerci. «Ho preso una pausa, fra poco torno a portare qualche sorriso qua e là» fa spallucce. Va a salutare subito Jia e Namjoon coinvolgendoli in un grande abbraccio, poi saluta Aura con un batti cinque e un piccolo pugno contro pugno, cosa che divertiva da matti la bambina.

Io e lui ci salutiamo con un sorriso, poi i suoi occhi si posano sulla figura di Taehyung che lo stava già guardando da un po'. Lo vedo arrossire lievemente mentre si muove a disagio. «Ciao» mormora schiarendosi la voce.

«Ciao» risponde il ventinovenne alzando timidamente una mano.

«Ti sei fatto crescere la barba» nota il migliore amico di Jimin con un piccolo sorriso. Taehyung annuisce passandosi una mano sul viso non eccessivamente barbuto. «Ti sta bene».

«Ma mi hai sempre preferito senza».

«È così. Ma ti sta bene».

Io e Jimin ci scambiamo uno sguardo di intesa prima di sorridere felici. È solo un piccolo passo ma significa tanto. Poi Jia suggerisce ad Aura di consegnare il regalo a Jimin e così facciamo anche noi con il nostro. Come previsto gli piace molto e ringrazia tutti rimanendo ad osservare per minuti interi la fotografia. Da quando siamo cresciuti è sempre più difficile riuscire a stare tutti insieme contemporaneamente per cui quella è l'unica foto che abbiamo.

Iniziamo a parlare e scopriamo che Taehyung ha assistito ad un tentato furto di un bambino nella fumetteria dove lavora e sostiene che sia stata una scena esilarante; Namjoon ci racconta di qualche aneddoto divertente di un bambino all'asilo che lo chiama costantemente papà; Jia ci racconta invece delle marachelle che combina spesso la nostra Aura; da Jungkook invece scopriamo con estrema gioia  ̶ mi dispiace ammetterlo ma è così ̶  che le cose con la sua vicina di casa non sono andate a buon fine poiché entrambi avevano capito fosse l'infatuazione del momento. Inutile dire che Jungkook non sembrava toccato minimamente dalla cosa e Taehyung si stava trattenendo dal saltare ovunque.

Forse Jimin avrebbe visto il suo ultimo desiderio esaudirsi una volta per tutte ed io non potrei che sperare con tutto me stesso che ciò accada, per tutti. 

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