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Ricordo che ci incontrammo nello stesso posto anche nei giorni seguenti. Io ero ancora molto timido ma Jimin non demordeva e provava in tutti i modi a tirar fuori dalla mia bocca qualche parola in più. A differenza di adesso Jimin era molto logorroico, nonostante ciò si fermava spesso per permettermi di parlare soprattutto quando aveva imparato a capire quando volevo intervenire.

Una cosa di cui mi stupii era che Jungkook non era sempre con lui, spesso infatti passavo la pausa pranzo solo con il più grande tra i due. Non so perché ero stupito, forse perché per me lo stereotipo di migliori amici erano coloro che non facevano mai nulla da soli e che stavano sempre insieme. Avrei poi imparato che esistono diversi tipi di migliori amici e si può essere tali anche se non si sta insieme costantemente, lasciando ad ognuno i propri spazi.

Come stavo dicendo Jimin era un ragazzino logorroico ma non solo: aveva il dono di far sentire a proprio agio qualsiasi persona da poco conosciuta. Non avevo idea di come facesse, non ho idea neanche di come possa riuscirci adesso in ospedale. La sua risata è sempre stata molto contagiosa, capace di portare il sorriso anche alla persona più triste.

Come ho scoperto questo suo talento? Una storia un po' buffa ma vale la pena raccontarla, come ogni sua altra storia.

Non eravamo amici, solo conoscenti, d'altronde era passata solo una misera settimana dal nostro primo incontro ed io ero ancora chiuso come un riccio terrorizzato. Come al solito eravamo stesi in quello che una volta era il mio posto ma che lentamente stava diventando il nostro posto e non intendo solo mio e di Jimin. Sì perché c'era anche Jungkook, il protagonista di questo piccolo episodio.

Quel giorno era nuvoloso ma non si stava male in fin dei conti. Io avevo da poco finito di consumare il mio pranzo e stavo finendo di svolgere degli esercizi sul libro di matematica per l'ora successiva. C'era un leggero silenzio poiché entrambi i ragazzi stavano mangiando ma non durò così a lungo perché Jimin come al solito trovò un argomento per coinvolgermi in una conversazione.



«Hey Yoon» richiamò la mia attenzione con l'abbreviazione del mio nome che mi aveva affibbiato già dal terzo giorno di conoscenza. Mi voltai verso di lui chiedendogli silenziosamente di parlare. «Tu cosa faresti se ti piacesse una persona? Ipotizzando che questa persona è un tantino più grande di te».

Corrugai la fronte tornando a concentrarmi in parte sui calcoli matematici mentre pensavo ad una risposta sensata da dare al ragazzo più piccolo. «Non sono bravo con i rapporti sociali» mormorai in un fil di voce. Lo sguardo di Jimin però mi spronò a continuare elaborando qualcosa di più decente. «Però uhm credo che proverei a parlarci prima di tutto, trovare qualcosa in comune per instaurare un discorso e...uscirci insieme? Non so, nei film funziona così» tentai bloccandomi quando mi accorsi di aver parlato più del solito. Jimin tuttavia mi sorrise ampiamente e iniziò a dare gomitate al suo migliore amico.

«Hai visto Jungkook-ssi? Trovare argomenti in comune, non è così difficile» gli disse ma il minore sembrava essere con la testa da tutt'altra parte. Il castano tornò da me con un sorrisetto malandrino che mi fece sorridere divertito. «Perché devi sapere che Jungkookie ha una cotta per mio cugino maggiore» confessò e a quel punto Jungkook sembrò tornare tra di noi e si lanciò su Jimin tappandogli la bocca, gesto inutile dal momento che aveva già cantato.

«Jimin!» lo sgridò lui dandogli uno schiaffo sulla schiena. Il nominato rise sonoramente scrollandosi di dosso l'amico per tornare a sedersi composto sull'erba. Rimasi piuttosto sbalordito con la facilità con cui Jimin mi aveva confessato un probabile segreto del suo migliore amico. Non avevo idea se fosse perché si fidava di me o altro, seppi solamente che in quel preciso momento il mio cuore si era scaldato. Qualcuno aveva appena condiviso con me un segreto ed io ero pronto a tutti i costi a mantenerlo, lo avrei dimostrato a Jungkook. Mi sentii come un bambino felice e probabilmente mi ci avvicinavo molto grazie alla mia espressione che fece sorridere dolcemente Jimin.

«Oh andiamo Kook, Yoongi non sembra il tipo che giudica. Sbaglio?» mormorò lui continuando a guardarmi.

Scossi velocemente la testa spostando anche lo sguardo su Jungkook il quale ricordo perfettamente era rosso tanto quanto la mia felpa. E la mia felpa era bordeaux. «Non giudico assolutamente nessuno Jungkook, credimi. E...se era un segreto giuro solennemente di non dirlo a nessuno» annunciai portandomi una mano sul cuore.

Il corvino mi regalò uno dei sorrisi più teneri che avessi mai visto e sentii il cuore scaldarsi a quella visione. «Esatto e poi cosa ci sarebbe da giudicare! Anche a me piacciono i ragazzi». Ricordai di aver sgranato gli occhi alla dichiarazione di Jimin, non per ciò che aveva detto ̶ anche io avevo già capito che mi piacevano i ragazzi ma non avevo ancora il coraggio di parlarne con loro ̶ bensì per la facilità e la disinvoltura con cui l'aveva detto. L'aveva detto come se non fosse nulla, come se davvero si fidasse già di me e avrei tanto voluto avere il suo stesso coraggio.

«Ma a me non piacciono i ragazzi lo sai. È solo Taehyung» sussurrò timidamente Jungkook giocherellando con le proprie dita. Misi a posto il libro nello zaino e mi sistemai meglio sull'erba per guardare Jungkook.

«Uh sì Taehyung è il nome del mio meraviglioso cugino» mi sussurrò Jimin all'orecchio facendomi ridacchiare per l'ovvietà della frase.

«L'aveva intuito immagino, non è mica stupido» gli ricordò Jungkook tirandogli un orecchio. Jimin gli schiaffeggiò la mano facendogli la linguaccia.

«Un giorno te lo farò conoscere, è un ragazzo davvero divertente. Anzi, ti farò conoscere tutti i nostri amici!» esclamò il castano alzando un dito. Sorrisi ringraziandolo per poi concentrarmi sul più piccolo. Avevo questa voglia innata di aiutarlo anche se non avevo alcuna esperienza sul campo. Pensai che tutti i film romantici che avevo visto e tutti i libri letti magari sarebbero potuti essere d'aiuto.

«Se lo conosci da abbastanza tempo ti consiglierei di trovare una scusa ogni volta per stargli accanto. Parlagli di tutto e di più...organizza uscite» feci spallucce accarezzando con la mano dei fili d'erba.

Jungkook sospirò pesantemente guardandomi sconfortato. «È questo il problema, Yoongi: quando sono con lui divento una mummia. Il mio cervello non dà più ordini al mio corpo e rimango lì, rosso in viso, a fissarlo e sorridere come un coglione» si lamentò sbuffando. Soffocai una risata: Jungkook non aveva di certo lo stesso carattere espansivo di Jimin ma non era neanche silenzioso quanto me quindi immaginarlo completamente muto e timido davanti a qualcuno mi divertì.

«Credimi non scherza. Diventa super timido e cerca di nascondersi ovunque come un bambino, incredibile da immaginare vero?» rise Jimin tirando le guance al suo amico il quale lo schiaffeggiò scrollandoselo di dosso con aria divertita.

«Carino» sorrisi dolcemente posando la schiena contro il tronco dell'albero. «Ma lo capisco perché anche io se dovessi avere la persona che mi piace davanti penso che desidererei con tutto me stesso diventare un camaleonte». I due ragazzi risero annuendo con enfasi, poi Jimin si voltò lentamente verso di me con un altro sorrisetto malizioso stampato sulle labbra carnose. In futuro avrei imparato a lamentarmi davanti a quell'espressione per poi ridere a crepapelle.

«Yoongi hai una cotta per qualcuno?» mi domandò con un tono improvvisamente basso ammiccando con le sopracciglia.

Jungkook alzò gli occhi al cielo mimandomi con le labbra un "Lascialo perdere", dandogli una piccola sberla sul braccio. Sorrisi per poi scuotere la testa sinceramente. «No, per il momento nessuno ha catturato la mia attenzione in particolare» ammisi scrollando le spalle.

«Magnifico! Ti faremo conoscere nuove persone e ti troveremo qualcuno con cui stare! Non che sia indispensabile avere un partner ma adoro fare da cupido, infatti mi sto impegnando per far mettere insieme mio cugino e quel bambino di Jungkook. Hai delle preferenze? Ragazzi o ragazze?», aveva un sorriso che partiva da un orecchio e gli arrivava all'altro. Immaginai che aiutare le persone in campo sentimentale lo rendeva davvero felice.

«Jimin hyung magari non vuole parlarne adesso, con noi. Lo spaventi così» lo rimproverò il più piccolo del trio. Controllò l'orario sull'orologio e si alzò afferrando le sue cose. «E dobbiamo anche andare: sta per suonare la campanella. Hyung mi aspetto altri tuoi consigli, mi sembrano più buoni rispetto a quelli di Jimin. "Rovesciagli qualcosa sui pantaloni e poi puliscilo, farai sicuramente colpo"». Scoppiai a ridere sguaiatamente all'imitazione di Jungkook mentre il castano lo prendeva scherzosamente a calci nel sedere.

«Guarda che come approccio non è male! Conosco mio cugino!» si rivolse al corvino prima di girarsi e sorridermi. «Noi ci vediamo domani, non scappare okay? Dobbiamo confrontarci con i consigli migliori. Saremo entrambi cupido!».

Sulle mie labbra comparve un sorriso luminoso ̶ come mi confessò Jimin più avanti ̶ . «A domani ragazzi» li salutai guardandoli andar via verso l'entrata della scuola.

Controllo l'ora e sospiro pesantemente notando che è arrivato il momento per me di andare a dormire. Da questo punto di vista mi sento ancora un ragazzino che non vuole andare a dormire presto perché la notte è ancora giovane. Spengo il pc, butto il tovagliolo sporco e mentre mi dirigo in camera mando il messaggio della buonanotte a Jimin. Sorrido quando nemmeno due tre secondi dopo mi risponde augurandomi a sua volta la buonanotte con tanto di foto dove sorride nonostante sia palese la stanchezza e la debolezza sul suo volto. In queste ultime settimane è peggiorato a vista d'occhio.

Sospiro coricandomi a letto dopo essermi messo il pigiama. Domani sarà un altro giorno. 

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