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Sul terrazzo non siamo stati affatto male ma dopo un paio di minuti l'aria era diventata così ghiacciata che se non fossimo rientrati immediatamente saremmo diventati dei ghiaccioli. Vorrei poter far stare Jimin di più all'aria aperta ma con questo tempo così lui stesso preferisce stare sotto le coperte, anche perché un minimo raffreddore potrebbe stroncarlo.

Siamo andati in giro per l'ospedale a fare rifornimento di merendine come dei bambini per poi stabilizzarci in mensa e mangiare insieme. Jin ci ha raccontato di come i suoi bimbi stiano diventando delle piccole pesti che si mettono addirittura d'accordo per fargli degli scherzi! Ho inoltre scoperto che quello con cui si tiene più in contatto del gruppo dopo essersi laureato è Namjoon il quale spesso fa da babysitter ai suoi figli, facendogli passare del tempo con la propria bambina. Il suo lavoro da cuoco sta andando alla grande e se continua così fra qualche anno potrebbe avere la gran fortuna di poter aprire un proprio ristorante a Seoul.

«Mi mancano così tanto i tuoi piatti italiani. Yoo è incapace ed in ospedale perdo la sensibilità alle papille gustative» si lamenta Jimin affondando con forza il cucchiaino nello yogurt greco. Spalanco la bocca guardandolo male e gli do una leggera gomitata al braccio facendolo sghignazzare.

«Oh d'accordo, d'accordo. Non ti porterò più i piatti che cucino la domenica» faccio finta di essere offeso mangiando le patatine in busta. La merenda meno sana che abbia mai fatto. Seokjin ride sotto i baffi finendo la sua brioche Kinder.

«Ti prometto che la prossima volta verrò con una buonissima lasagna tra le braccia. E non dire male a Yoo, una volta ci metteva tanto amore nel cucinarti i tuoi piatti preferiti».

«Oh lo fa ancora, domenica scorsa mi ha portato un tortino al tonno e mozzarella. Sa che scherzo» ridacchia Jimin schiacciandomi le guance con una mano. Alzo gli occhi al cielo e nascondo un sorrisetto. Iniziamo a bisticciare scherzosamente finendo anche per sporcarci i nasi di yogurt bianco. Scoppio a ridere scattandogli delle foto, mi ruba il telefono e scatta delle foto anche a me e poi a Jin il quale ride cercando di coprirsi.

Con la coda dell'occhio, mentre mi sporgo in avanti per bloccare le mani del ragazzo, vedo che il più grande del trio ci scatta a sua volta delle foto. Mi metto a protestare lamentandomi con entrambi i quali sembrano dei paparazzi, poi Jin inizia a trafficare con il telefono. Ad un certo punto si drizza sul posto e sorride ampiamente volgendo il cellulare nella nostra direzione. «Ragazzi! Stavo sistemando delle cose in garage per vedere cosa tenere e cosa invece dare via e...guardate cos'ho ritrovato?».

Sullo schermo, dentro ad uno scatolone colmo di cianfrusaglie, spicca un caleidoscopio color rosa con vari disegni di pianeti stilizzati attorno. Ci metto qualche secondo a capire a cos'è legato quell'oggetto ma poi il ricordo mi investe come una leggera brezza primaverile.

Erano entrate da pochi giorni le vacanze natalizie e per l'occasione ero tornato nel mio paesino, a casa mia la quale odorava di biscotti e dolci vari costantemente in quel periodo dell'anno. Era così bello poter prendermi dei giorni dallo studio incessante e tornare a stare bene con la famiglia. Il mio essere ateo non mi impediva di certo di approfittare delle vacanze per stare con loro anche se quelle settimane comprendevano festività che non avrei mai festeggiato.

Ricordo che qualche giorno prima era stato Natale e che di lì a poco sarebbe iniziato un nuovo anno. Proprio in quel frangente Jimin, una mattina non esattamente di gelo estremo, si era presentato a casa mia con in mano due biglietti per il treno. «Andiamo a Daegu!» aveva urlato su di giri sventolandomi i due pezzi di carta, di un certo valore, in faccia.

Ero rimasto a guardarlo piuttosto allibito e anche un po' sorpreso da ciò che mi era stato appena detto. Gli avevo detto che se era un regalo di Natale non ce n'era bisogno poiché non lo festeggiavo ma lui mi aveva risposto con un sorrisino, come se si aspettasse quella mia asserzione: «Non deve per forza esserci la scusa di una festività per offrirti un viaggio in treno, andata e ritorno». Inutile precisare che, dopo aver sentito le ultime due parole, lo avevo preso a sberle sulle braccia arrossendo fino alla punta dei capelli. Park Jimin che mi offriva di fare un piccolo viaggio assieme! Ero davvero emozionato ma ciò non mi aveva impedito di borbottare a bassa voce piccoli insulti verso il ragazzo. Lui la prese a ridere facendo notare ai miei genitori che reagivo continuamente in quel modo quando lui faceva qualcosa per me. Aveva aggiunto che era colpa di Jungkook: passando molto tempo anche con lui avevo preso delle sue abitudini.

Quando avevo provato a chiedere il consenso ai miei genitori mi avevano risposto con un: «Tesoro, hai quasi vent'anni e vivi da solo a Seoul, credo che non ti serva il nostro consenso. E in qualunque caso ti avremmo detto di sì, ovviamente

Jimin allora mi aveva comunicato che il nostro treno sarebbe partito dopo un'ora e lo avevo maledetto ancor di più per avermelo detto così in ritardo. Mi tranquillizzai un minimo quando scoprii che ci saremmo stati fino all'ora di cena, per poi riprendere il treno quella sera, dunque non avrei dovuto preparare nessun borsone.

Quando me ne andai da casa vidi mia madre lanciarmi uno sguardo eloquente e spalancai gli occhi pensando una sola cosa: lei sa. E non mi sbagliai perché il giorno dopo dovetti affrontare un discorso a dir poco imbarazzante con entrambi i miei genitori, esponendo i miei sentimenti per il mio amico.

Una volta alla stazione scoprii che con noi ci sarebbe stata anche la nuova coppietta, il che mi tranquillizzò: pensare di passare un'intera giornata con Jimin, addirittura in un'altra città, mi aveva messo non poca ansia. «Come mai Daegu?» chiesi una volta seduti finalmente nei nostri posti.

«Ti porto a conoscere due nostri amici. Abitano lì per via dell'università e non li vediamo da tempo, almeno te li faccio conoscere e visiti anche Daegu! Ci sei mai stato?».

Scossi la testa piuttosto deciso: in tutti quegli anni l'unica città che ero riuscito a visitare era stata Seoul solo perché ero riuscito ad andare all'università. «Vedrai che ti piacerà da impazzire! Sotto il periodo natalizio è uno spettacolo da mozzare il fiato» esclamò elettrizzato Taehyung battendo le mani. Jungkook alzò gli occhi al cielo con fare divertito.

«Lui è piuttosto di parte essendo nato lì ma dopotutto non mente: Daegu è meravigliosa in questo periodo» proseguì il più piccolo con un dolce sorriso. Ricambiai il sorriso sentendomi particolarmente elettrizzato all'idea di visitare una nuova città, un po' meno pensando che avrei comunque dovuto conoscere persone nuove ma ero certo che ce l'avrei fatta. O per lo meno speravo di non fare la figura del cretino.

Vidi i due innamorati condividere gli auricolari ed iniziare a discutere sulla playlist da sentire durante quel viaggio, dando vita ad un battibecco piuttosto divertente. Sbattei più volte le palpebre quando trovai davanti alla mia visuale una cuffietta nera che sicuramente non apparteneva a me dal momento che non le avevo portate. Mi voltai di tre quarti verso Jimin seduto accanto a me e lo vidi mentre mi porgeva l'altra cuffietta con un sorriso tutto denti. «Devo continuare a farti scoprire bella musica, no?».

Ridacchiai acconsentendo, infilai la cuffietta ed aspettai pazientemente che Jimin scegliesse la prima canzone che avrebbe fatto da sottofondo ai primi tre minuti del viaggio. Mi rilassai contro il sedile del treno quando una melodia piuttosto dolce mi invase l'orecchio destro. Solitamente il mio amico ̶ che avrei tanto voluto definire in modo differente ̶ faceva riprodurre canzoni molto movimentate e rock che non mi dispiacevano affatto ma preferivo di gran lunga quelle con una base melodiosa come una chitarra acustica o un piano. «Questa devo dire che è meravigliosa, come si chiama?» domandai voltando il capo verso di lui. Le mie gote divennero bordeaux ritrovandomi ad un palmo dal naso del ragazzo più piccolo. Potevo immergermi perfettamente nelle sue iridi color nocciola, un colore banale per molti ma che scaturiva una marea dentro di me, e notare le sue lunghe ciglia scure ed i piccoli brufoli puerili sulla fronte scoperta dal ciuffo.

Il mio cuore saltò letteralmente un battito  ̶ giurai di averlo sentito fermarsi per un nanosecondo ̶ quando Jimin mi regalò un ennesimo sorriso che visto da così vicino avrebbe danneggiato fortemente la mia salute mentale. Sicuramente non lo faceva di proposito ma quando succedevano queste piccole cose mi ricordava tanto suo cugino Taehyung che si comportava da finto innocente con Jungkook solo per provocarlo. «Si chiama...Jar of hearts di Christina Perri, perdona il mio magnifico inglese.» rise controllando il nome sul display del cellulare. Annuii tornando con i piedi sulla Terra, registrando a mente quel nome che tanto Jimin mi avrebbe scritto su un foglietto a fine giornata insieme a tutte le altre canzoni che ci avrebbero fatto da colonna sonora durante la corsa in treno.

«Il tuo inglese fa schifo» lo canzonò Jungkook sollevando per un attimo lo sguardo dal cellulare. Soffocai una risata quando Jimin gli diede un calcio, sfiorando solo di poco il suo ginocchio. Avesse avuto le gambe più lunghe gli avrebbe lasciato un bel livido. Taehyung rise senza trattenersi e diede una leggera gomitata al ragazzo come per approvare ma richiamandolo allo stesso tempo.

«Come se il tuo fosse tanto meglio!» rispose a tono il più basso, facendogli la linguaccia.

«Huh, lo è! Quando mi parla in inglese provando ad imitare l'accento britannico mi fa venir voglia di sb-» spalancai gli occhi lanciando contro Taehyung la mia giacca prima che potesse continuare la frase. Mi voltai verso Jimin trovandolo con un'espressione a dir poco disgustata mentre Jungkook aveva lo stesso colore delle palline di natale sul mio albero a casa  ̶ che per la cronaca erano molto, molto rosse.

«La prossima volta possiamo uscire solo io e te, per favore? Inizio a non sopportare mio cugino» mi chiese in un sussurro Jimin facendo sussultare il mio cuore. Mi aveva appena chiesto di uscire? Insieme? Da soli? Mi rimproverai mentalmente dicendomi che era sicuramente una cosa che facevano in tanti, anche perché innumerevoli volte Jungkook e Jimin erano stati soli. Mi vergognai per la mia inesperienza in campo sociale ma il sorriso che mi rivolse poi Jimin cancellò ogni pensiero mi stesse ronzando in testa. «Yoo, ti sei impanicato» mi fece notare dolcemente.

Deglutii la saliva accumulatasi in bocca e mi schiarii la voce passandomi una mano dietro il collo. «Eh?» riuscii semplicemente a dire con voce irritante.

Il ragazzo per il quale avevo iniziato a provare sentimenti non indifferenti rise adorabilmente posando una mano sulla mia gamba. Incredibile come un piccolo contatto aveva mandato in blackout totale il mio cervello. Mi domandai se fosse possibile essere così preso da qualcuno a tal punto da andare in iperventilazione, o quasi, a causa di un misero gesto come quello. La risposta fu sì.

«Ti conosco ormai, Min. Quando vai nel panico hai quest'adorabile espressione sul viso, gli occhi grandi e persi e sembra che smetti di respirare» peccato che smettevo davvero di respirare per un secondo. Mi resi conto che si era avvicinato fin troppo solo quando il mio sguardo cadde sbadatamente sulle sue labbra che si erano nuovamente stese in un enorme sorriso. «Adorabile» mi toccò il naso con l'indice e, quando posò la testa sulla mia spalla chiudendo gli occhi, sentii i brividi lungo tutto il corpo.

Una volta arrivati a Daegu rimasi ammaliato da tutti gli addobbi natalizi certamente molto simili a quelli di Seoul ma che sapevano distinguersi. L'effetto che ebbi fu lo stesso di quando scesi nella capitale: così tanto stupore che mi girò la testa per qualche secondo. Vivere in un paesino con poco e niente mi aveva sempre permesso di vedere con gli occhi di un bambino qualsiasi cosa che non fosse il mio paese.

Rimasi piacevolmente sorpreso nel scoprire che i loro due amici abitavano molto vicino alla stazione quindi non ci fu bisogno di prendere taxi o altro. Il condominio era altissimo ed iniziai a tremare al pensiero di dover prendere l'ascensore. Mi bloccai esattamente davanti l'edificio come se i miei piedi improvvisamente fossero diventati di piombo.

«Yoo? Ti senti bene? Dobbiamo entrare.» mi richiamò Jungkook sorpassandomi. Deglutii leccandomi le labbra secche e provai a dire qualcosa di sensato ma uscì solo un lamento soffocato dalle mie labbra. Abbassai lo sguardo su di loro cercando di trasmettere tutto il mio terrore.

Jimin parve capirmi poiché mi raggiunse di fretta. Mi posò una mano sul braccio ed aggrottò la fronte. «C'è qualcosa che non va Yoo?».

Annuii esalando un respiro spezzato. Lo guardai negli occhi sentendo le gambe tremare un po' per l'ansia, un po' per i sentimenti che diventavano sempre più forti per lui. «L'ascensore-io...sono claustrofobico» soffiai torturandomi le dita delle mani. Una fobia di cui neanche dieci anni dopo riuscii a liberarmi completamente, solo in parte.

Jimin mi accarezzò il braccio e si voltò verso la coppia sorridendo come suo solito. «Io e Yoo prendiamo le scale!» mi prese per mano, facendomi saltare un battito, e mi trascinò verso il portone.

«Le scale?! Ma Jin e Nam abitano al quinto piano!» esclamò Taehyung in tono sorpreso lasciando sottinteso un: "siete pazzi da legare".

«Faremo un po' di esercizio fisico, non ci fa male vero Yoo?» gli sorrisi riconoscente ed arrossii quando mi scoccò un occhiolino spontaneo. Probabilmente pensai che sarei arrivato a fine giornata senza più un'anima, o un cuore.

Dopo aver suonato al citofono, aver sentito un urlo acuto da spaccare i timpani, aver percorso cinque rampe di scale con un fiatone immenso  ̶ perché stupidi com'eravamo avevamo parlato tutto il tempo ̶ , finalmente siamo arrivati davanti al fatidico appartamento.

La porta era già aperta e ad accoglierci fu un ragazzo alto, dalle spalle larghe e con un sorriso enorme sulle labbra. Mi feci da parte quando aprì completamente la porta andando ad abbracciare i tre ragazzi che si attaccarono a lui come piccoli koala. Soffocai una risata quando sentii lui e Jimin chiamarsi a vicenda "puzzola" e "puzzetta", soprannomi piuttosto insoliti.

«Ti presentiamo Yoongi, un nostro caro amico. Yoo, lui e Jin ed è un mio grande amico d'infanzia» sorrise Jimin mettendosi di lato insieme agli altri due per permettermi di presentarmi.

Feci un piccolo inchino di cortesia ma venni bloccato a metà perché il ragazzo, contro ogni mia aspettativa, mi abbracciò dandomi delle pacche sulla schiena. Trovai subito una forte somiglianza tra lui ed il ragazzo che mi stava rubando il cuore. «Ogni amico di Chim è mio amico. Benvenuto! Forza entrate ragazzi, vi stavo preparando dei dolci».

Entrai impacciatamente venendo subito accolto dal piacevole tepore che aleggiava nell'appartamento. La prima cosa che attirò la mia attenzione, ahimè, fu il perfetto disordine che dominava metà dell'appartamento. Non che mi desse particolarmente fastidio ma a volte contribuiva alla mia claustrofobia, soprattutto se in giro vi erano degli scatoloni ma fortunatamente non era quello il caso. Scoprii in seguito che era opera di Jin il quale non riusciva, e non riuscirà neanche in futuro, a mantenere qualcosa in ordine. Cosa che aveva fatto dannare Namjoon nel periodo in cui erano stati coinquilini.

«Crostata alla nutella e vari biscotti per voi!» esclamò il maggiore mostrandoci la tavola ricoperta da dolci fatti in casa. Emanavano un odore buonissimo ma non avrei mangiato assolutamente niente. «Yoongi non fare il timido, prendi qualcosa» mi disse quando vide che tutti gli altri si erano fiondati come cani sulle prelibatezze mentre io ero rimasto in piedi a disagio.

«Oh no, non preoccuparti. Sto bene» risposi con un sorriso gentile grattandomi il braccio.

«Yoo non mangia dolci, non preoccuparti Jin ché mangio io pure per lui» lo rassicurò Jimin ridendo sotto i baffi, con i lati della bocca sporchi di nutella. Lo guardai e non potei fare a meno di scoppiare a ridere genuinamente trovandolo tremendamente carino. Allora il padrone di casa mi offrì qualcosa di salato che, dopo varie preghiere ed incoraggiamenti da parte dei ragazzi, mangiai volentieri.

«Ma Namjoon?» aveva chiesto ad un certo punto Jungkook guardandosi intorno. Non avevo idea di chi fosse il nominato ma lo avrei scoperto molto presto in un modo...strano.

«Si stava facendo la doccia, gli avevo detto che stavate arrivando ma sapete quanto è lento. Dovrebbe aver finito...» il maggiore non aveva neanche terminato la frase che una voce per niente intonata ci arrivò alle orecchie. Inizialmente non riuscii a capire cosa stesse cantando, poi riconobbi distintamente la canzone "Farò di te un uomo" di Mulan che mia madre cantava sempre.

«Davvero non ne posso più, qui ci lascerò le penne. Oh ma che schifo la ginnastica! Così li distruggerà, spero che non se ne accorga. Di nuotare non sarò capace mai!» il silenzio era calato tra di noi mentre con espressione divertita e sbalordita seguivamo il canto del ragazzo che sembrava avvicinarsi sempre di più.

Sfortunatamente per me ero accanto alla porta, ma la mia mente non mi suggerì affatto di spostarmi poiché magari sarei potuto essere d'intralcio, no. Così quando il ragazzo spalancò la porta ricevetti una meravigliosa botta in fronte condita da un caleidoscopio rosa usato come microfono che diede il colpo di grazia al mio naso nel tentativo di Namjoon di aiutarmi. Ed ecco come il ricordo era nato da un oggetto così particolare che ebbe un incontro ravvicinato con il mio viso. Ma non mi lamentai poiché per i minuti seguenti ebbi accanto a me Jimin che mi aveva tenuto un pacco di piselli surgelati sul naso e che mi regalò un bacio su di esso come si faceva con i bambini. 

OHAYOO

Buona vigilia di Natale a tutti voi, miei amati lettori!💖🎄 Ho corretto questo capitolo reduce da "No way home" quindi se ci sono errori per questa volta sorvolate: ho l'anima lacerata. Se qualcuno di voi l'ha già visto scleriamo insieme vi prego; per chi magari deve ancora vederlo dico solo di tenervi forte perché sarà un viaggio stratosferico. Personalmente penso che ci vorrà tanto per superare o eguagliare un film del genere con un altro film. La Marvel fa dei capolavori ogni volta ma questo è IL capolavoro. 

Okay ora basta parlare di Spiderman, scusate ho lasciato andare la mia parte nerd. Cosa ne pensate del bizzarro ricordo di Yoongi riguardo all'incontro con i Namjin? Pareri sulla storia fino ad adesso? Qualche idea/supposizione per il futuro? 

Passate delle buone vacanze e prendetevi cura di voi! Ci vediamo presto o l'anno prossimo hehe (potevo risparmiarmela, lo so, perdonatemi sono imbarazzante). Love you all! ❤

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